Ferita narcisistica: che cos’è e come si sviluppa

Il concetto di ferita narcisistica viene analizzato nei primi anni del ‘900 da Freud, che la definisce come un’esperienza di dolore e impotenza vissuta dal bambino nel corso della sua infanzia rispetto alle figure genitoriali.

Più nel dettaglio, la ferita deriva dall’aspettativa tradita del bambino a causa dell’assenza o altalenanza dell’amore fornito dal caregiver.

Per rispondere a questa esperienza dolorosa, il bambino può ripiegarsi su di sé e porre le basi per lo sviluppo di un disturbo narcisistico della personalità.

Si tratta quindi di una ferita che porta il bambino a spostare l’oggetto del proprio amore dagli altri verso di sé. Da un certo punto di vista, questa ferita è assolutamente normale del corso dell’esistenza e a parere di alcuni studiosi è necessaria per il processo di crescita e separazione.

Quando viene gestita in maniera scorretta, o quando la ferita è troppo profonda, ecco che può sorgere la psicopatologia e il disturbo di personalità.

Ne parleremo approfonditamente nel corso dell’articolo, cercando di dare una definizione di ferita narcisistica, di indagare i suoi sintomi, le cause e le soluzioni.

Ferita narcisistica: una definizione

Fin dal periodo della gestazione, il bambino si trova in una condizione di bisogno assoluto. Il soddisfacimento di questo bisogno dipende interamente dall’organismo materno prima e dalle figure genitoriali poi.

Il bambino sperimenta quindi il desiderio naturale di essere accudito e di ricevere tutte le cure e attenzione necessarie alla sua crescita e al suo sviluppo. Quando questi elementi vengono a mancare, a causa di trascuratezza o condizioni di difficoltà familiare (genitorialità narcisistica), viene meno la base sicura, definita dallo psicologo John Bowlby come il fondamento dello stile di attaccamento futuro.

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Si sperimenta quindi un profondo dolore emotivo, che fa sentire il bambino solo e in una condizione di abbandono. Il dolore è tanto più profondo quanto più l’aspettativa è naturale e totalizzante: spesso si ignora quanto l’assenza delle figure genitoriali in età infantile possa avere conseguenze a lungo termine anche sulla vita dell’adulto.

Fase o fondamento di una patologia?

A parere delle teorie classiche, la ferita narcisistica è essenziale nella fase di crescita del bambino. In età infantile, infatti, l’essere umano tende ad essere particolarmente egocentrico e concentrato sui propri bisogni e desideri.

Questa ferita avvia la fase della separazione emotiva, che instaura nel bambino il bisogno di socializzare e di rapportarsi agli altri come a soggetti autonomi e bisognosi a loro volta. La ferita permette al bambino di sviluppare empatia, comprensione dell’altro e di uscire dalla fase di dipendenza assoluta.

Da un lato, la ferita narcisistica è così necessaria e naturale in quanto fase evolutiva; dall’altro lato, quando è particolarmente profonda e riguarda un rifiuto percepito come inaccettabile, può porsi come causa della psicopatologia e del disturbo narcisistico.

Ricordiamo che le teorie sulla ferita narcisistica abbondano, e molti studiosi non sono concordi nell’attribuire ai bambini uno spiccato egocentrismo.

Narciso o lo specchio d’acqua

Pensiamo a Narciso, il personaggio del mito greco che costretto dagli dei ad una vita senza amore finisce per innamorarsi della propria immagine riflessa su uno specchio d’acqua.

Perché Narciso ha sviluppato questi tratti caratteriali?

Le cause possono essere svariate:

  • i genitori di Narciso erano assenti e lo hanno portato ad effettuare uno spostamento dell’amore dagli altri a sé;
  • le figure genitoriali lo hanno cresciuto con un’immagine grandiosa, elogiandolo e facendolo percepire diverso dagli altri bambini.

Si badi bene: Narciso non si percepisce davvero come grandioso, sebbene abbia bisogno di questo tipo di percezione. Per questo nel mito si innamora di Eco, la ninfa costretta a ripetere le parole che vengono sussurrate dagli altri (un classico esempio di personalità con dipendenza affettiva).

In altre parole, Narciso ha sperimentato una forma di amore condizionato. Per essere amato dai genitori, ha dovuto rispettare l’immagine grandiosa che loro avevano di lui. Ecco perché il narcisista ha bisogno di essere percepito come grandioso, nella convinzione che questa grandiosità sia la condizione necessaria per essere amati.

Disturbo narcisistico di personalità

Quando la ferita narcisistica è insopportabile, il bambino può essere portato a sviluppare nel tempo un disturbo vero e proprio. Il suo focus si sposta esclusivamente sul sé, affinché la frammentazione a cui il soggetto è sempre esposto non avvenga o sia evitata.

Così, per evitare il carico di ansia, dolore emotivo, sensazione di abbandono, il narcisista cerca di instaurare rapporti che vadano a confermare l’immagine fittizia che ha costruito di sé.

Questi e altri sono i sintomi del narcisismo patologico:

  • immagine grandiosa di sé;
  • fragilità emotiva;
  • tendenza alla manipolazione;
  • scarsa empatia;
  • fantasie di successo;
  • invidia;
  • rapporti interpersonali con personalità dipendenti;

Soluzioni alla ferita narcisistica

Per il narcisista non è facile cominciare un percorso di psicoterapia. Questo perché, chiedere aiuto, significa ammettere la propria debolezza e fragilità costitutiva.

Molto spesso, è necessario che avvengano eventi-limite che forniscano al narcisista motivazioni profonde per cominciare la terapia: parliamo di rapporti disfunzionali, che vengono interrotti sul nascere dal partner del narcisista.

Quando il narcisista instaura rapporti, tende infatti a prediligere personalità con dipendenza affettiva, che gli forniscono le conferme necessarie e si inseriscono all’interno del meccanismo psicopatologico.

Se il partner del narcisista riesce a liberarsi del rapporto, il narcisista tende ad instaurarne uno nuovo; può però rimanere ferito dal rifiuto e cominciare a mettere in dubbio l’immagine grandiosa che ha di se stesso. Proprio in questo momento può chiedere supporto, il più delle volte per superare il dolore emotivo e non per guarire dalla ferita narcisistica che ignora di possedere.

Sarà compito del terapeuta effettuare una corretta diagnosi e aiutare il paziente a prendere consapevolezza della psicopatologia.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.