Cosa vuol dire essere una persona altamente sensibile?

Essere una persona altamente sensibile significa essere dotati di forte empatia e consapevolezza emotiva. A volte però può essere faticoso. Come trasformare questa caratteristica in un dono prezioso?

I nostri cinque sensi sono sempre attivi e permettono di filtrare le informazioni provenienti dall’esterno per consentirci un costante adattamento alla realtà. La sensibilità agli stimoli ambientali è un fattore innato presente in tutti gli individui ma si manifesta con modalità e gradi differenti. Esistono però delle persone che reagiscono agli input in modo più intenso rispetto ad altre. Si tratta di persone definite altamente sensibili, le quali hanno un’elevata e talvolta esagerata capacità di cogliere dettagli, messaggi e informazioni provenienti dall’ambiente che altre persone non sono in grado di notare. Avere una sensibilità più alta significa percepire in modo potenziato tutte le informazioni uditive, olfattive, tattili, ma anche quelle emotive risuonano più forti. Quello delle persone altamente sensibili (definite dall’acronimo PAS) è un profilo di personalità di crescente interesse sia per gli scienziati che per gli psicologi. Da quando molte celebrità tra cui Alanis Morissette, Kanye West e Nicole Kidman hanno dichiarato di essere PAS il termine è entrato a far parte del linguaggio comune. L’alta sensibilità è spesso presentata in termini di rischio e vulnerabilità per la salute mentale. La verità però è molto più complessa.

I primi studi sulle persone altamente sensibili


Le prime teorie sulle persone altamente sensibili sono nate a metà degli anni ’90 grazie alle ricerche degli psicologi americani Elaine Arthur Aron. Il loro scopo era quello di studiare la soglia di elaborazione sensoriale dei soggetti per verificare i diversi livelli di eccitabilità di fronte a stimoli fisici, sociali o emotivi. Per gli studiosi non era importante se la natura dell’eccitazione fosse di tipo positivo (attraverso, ad esempio, l’osservazione di opere d’arte) o negativo (un evento fonte di stress). L’obiettivo infatti era quello di comprendere in che modo il sistema nervoso centrale reagiva alla stimolazione. Le ricerche hanno rivelato che le persone altamente sensibili si caratterizzano per una particolare propensione all’ascolto, alla meticolosità e all’attenzione ai dettagli. In generale, le persone altamente sensibili sono più perspicaci della media. Ad esempio riescono più facilmente ad individuare suoni che nessun altro può sentire e sono più in sintonia con i bisogni degli altri. L’elevata sensibilità all’elaborazione sensoriale si manifesta anche in particolari stili di pensiero. Un esempio è quello di avere bisogno di più tempo a disposizione per prendere decisioni, una propensione maggiore alla riflessione e il fatto di preferire le conversazioni profonde alle chiacchierate superficiali. La psicologa Eva Pama-van’t Zand descrive lo stato d’animo delle persone altamente sensibili come quello di una piccola barca che si trova in un lago circondata da navi più grandi. Mentre le navi rimangono ferme, la barchetta è scossa anche dalle minime increspature dell’acqua. Da altri punti di vista l’alta sensibilità comporta la capacità di godere delle piccole cose, basta un solo sorriso di uno sconosciuto per risollevare il loro umore. E’ per questo che le persone altamente sensibili hanno un’esperienza del mondo più ricca, nel bene e nel male.

Cosa dice la scienza sulle persone altamente sensibili?


Una domanda che gli scienziati si sono posti sulle persone altamente sensibili riguarda l’esistenza o meno di una predisposizione genetica per questo tratto di personalità. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato l’esistenza di differenze oggettive nelle risposte cerebrali all’ambiente da parte delle persone con alta sensibilità. Gli individui più sensibili infatti sembrano mostrare una maggiore reattività nelle cortecce sensoriali associate all’elaborazione percettiva così come nelle regioni come l’insula e l’amigdala che sono coinvolte nelle emozioni. È importante sottolineare che questi soggetti mostrano anche un’attività più intensa della corteccia prefrontale e in altre aree che si occupano di processare compiti cognitivi come la pianificazione e il pensiero astratto. Tutti questi risultati sembrerebbero supportare l’affermazione secondo cui le persone altamente sensibili percepiscono il mondo più intensamente. Ma la domanda rimane ancora irrisolta. Si nasce o si diventa persone altamente sensibili? Come per gli altri tratti della personalità anche la sensibilità all’elaborazione sensoriale sembra essere il risultato di un intreccio tra genetica ed educazione. Nel 2020 uno psicologo inglese ha condotto uno studio comparato su circa 3000 coppie di gemelli adolescenti. Confrontando i punteggi delle persone che condividevano lo stesso profilo genetico con quelli che avevano un diverso DNA ha scoperto che circa la metà delle caratteristiche di alta sensibilità dipendeva dai geni. Ad oggi non è ancora chiaro quali possano essere questi geni responsabili dell’alta sensibilità. Una possibilità è che si tratti del gene trasportatore della serotonina che regola i livelli del neurotrasmettitore nelle sinapsi. È noto che la serotonina modula l’umore e l’attenzione ed è per questo che potrebbe avere delle implicazioni sulle reazioni dell’individuo agli stimoli ambientali. Nonostante questi primi risultati siano interessanti serviranno ancora molte altre ricerche per riuscire a verificare nello specifico il coinvolgimento della componente genetica nelle persone con alta sensibilità.

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Persone ad alta sensibilità e salute mentale


Fin dalle prime ricerche condotte sulla sensibilità dell’elaborazione sensoriale gli psicologi hanno cercato di comprendere quali siano le conseguenze più ampie di queste caratteristiche sul benessere psicologico a lungo termine. Alcuni studi dimostrano infatti che il numero di persone con una maggiore sensibilità è significativamente più alto tra i soggetti che soffrono di problemi di salute mentale. Questo significa che le persone altamente sensibili hanno maggiori probabilità di avere un disturbo mentale? Per rispondere a questa domanda le ricerche hanno trovato che l’influenza della sensibilità dell’elaborazione sensoriale non è di per sè un fattore di rischio per sviluppare disturbi psichici in quanto è altrettanto importante il ruolo dell’esperienza e dell’ambiente. Ad esempio l’elevata sensibilità aumenta le possibilità di sviluppare la depressione solo per coloro che sono cresciuti in contesti familiari poveri di cure affettive mentre non causa depressione nelle persone che hanno avuto un’infanzia amorevole. E’ certo comunque che gli ambienti negativi aumentano più di quelli positivi la probabilità che le persone altamente sensibili sviluppino patologie mentali. Allo stesso modo le PAS sono anche più sensibili agli interventi terapeutici. La loro maggiore capacità di recepire le stimolazioni è un grande aiuto nel riuscire a cogliere i benefici della psicoterapia e o di altri percorsi individuali o di gruppo basati sulla comunicazione e sull’ascolto. Queste scoperte hanno portato alcuni ricercatori a paragonare le persone altamente sensibili alle orchidee, fiori di serra che possono prosperare solo quando vengono nutriti e curati. Le persone con meno sensibilità sono invece più simili ai denti di leone: il loro benessere è generalmente meno dipendente dal supporto esterno.

Le persone ad alta sensibilità nel contesto lavorativo


Avere un’alta sensibilità può essere un fattore rilevante nel contesto lavorativo. Ad esempio negli ambienti di lavoro particolarmente conflittuali o stressanti le PAS possono essere più suscettibili al clima negativo sviluppando burnout o esaurimento emotivo. Se l’atmosfera è pesante le persone altamente sensibili si lasceranno condizionare fortemente dall’ambiente sentendo in modo molto forte la tensione che li circonda. In altri contesti più positivi invece una maggiore sensibilità risulta essere un grande vantaggio. Le persone altamente sensibili infatti sono maggiormente in grado di cogliere schemi di azione impliciti che sfuggono alla consapevolezza degli altri. Questo può aiutare un individuo con alta sensibilità ad apprendere velocemente nuove procedure senza che ci sia il bisogno di spiegargliele. Possono anche dimostrare di essere ottimi collaboratori perchè sono capaci di comprendere e tenere in considerazione le esigenze dei loro colleghi.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.