Il metodo giusto per chi va in cerca di una nuova consapevolezza
La psicoterapia transculturale nasce intorno alla metà del 1900 per andare incontro alle necessità della vita globalizzata. L’idea alla base di questo approccio è considerare i fattori culturali e i contesti sociali di ogni persona per poter comprendere al meglio il suo stato di salute mentale.
Il nostro vissuto culturale e sociale ci può spingere a scegliere o meno un dato comportamento: proprio per questo è molto importante approfondire i fattori che possono influenzarci.
Cos’è la cultura?
Tra le molte definizioni che è possibile dare, la più indicativa è probabilmente questa: un insieme di significati dinamico e continuamente permeato dall’esterno.
Gli esseri umani transitano continuamente tra cornici di senso costruite a partire dai vissuti. Abbiamo bisogno di trovare un senso alle nostre azioni e alla nostra vita; quando perdiamo questo senso, subentrano momenti di crisi. Analizzare la nostra cultura attraverso la psicoterapia transculturale ci aiuta a comprendere a cosa può essere dovuta la crisi e a sviluppare le soluzioni migliori per risolverla.
Ad esempio, possiamo pensare storicamente all’Italia come a un popolo di migranti, ma la cultura e le tradizioni delle nostre regioni sono, com’è noto, molto diverse: questo significa che è necessario trovare modi molti diversi di dare significato ai contesti che ci circondano.
Una perdita culturale può nascere da un cambiamento significativo (ad esempio, il trasferimento da una regione all’altra), che talvolta scinde e allontana dalla nostra persona alcune parti fondamentali.
Cosa distingue la terapia transculturale da altre scuole
A differenza di altri approcci, la psicoterapia transculturale non è strutturata con tecniche specifiche e schematizzate. Le sue radici affondano in un mix di antropologia, etnopsichiatria e sociologia. È quindi un orientamento multidisciplinare, che mette insieme presupposti provenienti da ambiti di studio e contesti sociali molto diversi. Prende spunto anche dalla psicanalisi, aggiungendo una visione più ampia che ricerca i significati non solo dai classici aspetti su cui si basava Freud (Io, Super Io ed Es) ma anche dalla storia familiare e geografica, dalla specificità della famiglia (la microcomunità) e dalla società (la macrocomunità).
L’obiettivo è ricostruire i passaggi della vita della persona, andando a ricercare le perdite non solo affettive, ma anche culturali, per poter recuperare da una crisi di senso. Nel momento in cui avviene una disconnessione tra l’inconscio delle persone e il significato dato al contesto, si crea una sensazione di disagio. Abbiamo bisogno di ritrovare all’esterno i costrutti che sono dentro di noi: un rinforzo esterno a un’idea interiore ci motiva e ci spinge a cambiare.
Per chi è indicata la terapia transculturale e per chi no
L’approccio transculturale è ideale per queste situazioni e per i momenti di crisi, ma anche per chiunque intenda raggiungere una migliore consapevolezza di sé, a prescindere dai disagi che sta o non sta vivendo. Dimostra al meglio la sua efficacia nel corso di un ciclo di sedute, dando così modo a paziente e terapeuta di “mettere sul tavolo” e confrontare le loro culture.
È meno indicato per quelle persone che hanno bisogno di tecniche cognitive strutturate, con schemi chiari e stringenti. Può invece portare benefici a quella larga fetta di persone che ricercano una comprensione più profonda di quello che sono. L’approccio transculturale ci aiuta a capire i nostri limiti e le nostre risorse, su cosa è meglio concentrarsi, quali sono le cose che ci fanno stare bene e che ci fanno “splendere”.
Come si sviluppano le sedute di terapia transculturale
Durante il colloquio clinico si va a ricostruire tutta la narrazione dell’individuo, mirando a comprendere come il paziente spiega la propria storia e la sua situazione.
L’identità culturale viene indagata attraverso 5 elementi fondamentali, denominati ethnos. Questi elementi sono:
- L’Epos, cioè il significato del proprio nome;
- L’Ethos, cioè il significato simbolico del sacro, i precetti e tabù legati alla tradizione religiosa;
- Il Topos, cioè il luogo di nascita ma anche il luogo di vita dove ognuno si identifica;
- Il Genos, cioè l’aspetto legato alla stirpe, alla fratria e alle tradizioni familiari;
- Il Logos, cioè la lingua madre, strada maestra per l’espressione.
Ognuno di questi aspetti può essere legato a un differente asse:
- tradizionale;
- moderno;
- acculturato.
Viene analizzata anche la storia degli spostamenti della persona, il reticolo culturale con cui ha avuto contatto e come ha vissuto i vari cambiamenti nell’arco della sua vita. Il livello di scolarità e il lavoro dell’individuo, come anche l’aspetto religioso, possono dirci molto su come la persona interpreta il mondo e sé stessa.
L’approccio transculturale è certamente un orientamento che considera molto più di altri il legame con la filosofia e con altri ambiti “confinanti” con la psicologia, volendo indagare la complessità degli esseri umani e dei loro significati in un modo più profondo. Cerca di distaccarsi dalle etichette, dalle categorie e dagli schemi mentali che spesso legano in maniera estrema la profondità della mente umana, cercando di darle un ordine poco esaustivo e forse troppo limitato.
Avere di fronte un terapeuta transculturale significa mettere in gioco la propria complessità, confrontandola e connettendola con una cultura e un vissuto diversi, riscoprendo una flessibilità da poter traslare dal quotidiano alla terapia e viceversa.
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Fonti
Altan C.-T., Ethnos e civiltà. Identità etniche e valori democratici, Feltrinelli, Milano, 1995;
American Psychiatric Association, Psichiatria culturale: un’introduzione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2004;
Castiglioni M., Riva E., Inghilleri P., Dispositivi transculturali per la cura degli adolescenti. Un modello di intervento, Franco Angeli, Milano, 2010;
Servida A., Del Rio G., Terranova- Cecchini R., Castiglioni M. E., Ambrosi- Zaiontz C., Vitale R., Castiglioni M., Passaggi, Rivista italiana di scienze transculturali. Identikit culturale e pratica clinica, Carocci Editore, Roma, 17/18-2009.