La psicoterapia transculturale: cos'è e come funziona

La psicoterapia transculturale si concentra sul trattamento delle malattie mentali considerando le influenze culturali e sociali del paziente.

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psicoterapia transculturale

La psicoterapia transculturale è uno dei tipi di psicoterapia, al pari della psicoterapia della Gestalt o dello psicodramma, che nasce intorno alla metà del 1900 per andare incontro alle necessità della vita globalizzata. L’idea alla base di questo approccio è considerare i fattori culturali e i contesti sociali di ogni persona per poter comprendere al meglio il suo stato di salute mentale.

Cos'è la psicologia transculturale?

La psicologia transculturale è un campo interdisciplinare che esplora come fattori culturali come le credenze, i valori, le pratiche sociali e le norme influenzino:

  • la percezione di sé stessi;
  • il funzionamento psicologico;
  • le risposte ai disturbi mentali.

Quindi la psicoterapia transculturale si può definire come:

un approccio terapeutico che tiene conto delle influenze culturali e dei contesti sociali nella comprensione e nel trattamento dei disturbi mentali.

Questo campo si basa sull'idea che la cultura svolga un ruolo significativo nello sviluppo individuale e nell'esperienza psicologica, e quindi cerca di comprendere come la diversità culturale influenzi la salute mentale, il benessere e le pratiche di cura. Una perdita culturale può nascere ad esempio da un cambiamento significativo come il trasferimento da una regione all’altra, che talvolta scinde e allontana dalla nostra persona alcune parti fondamentali.

Inoltre, la psicologia transculturale si occupa di fenomeni come:

  • l'adattamento culturale;
  • la migrazione;
  • il trauma culturale;
  • l'identità culturale,

cercando di comprendere le sfide e le risorse psicologiche presenti in contesti culturalmente diversi.

Cos'è la psicologia transculturale?

Cosa distingue la terapia transculturale da altre scuole

A differenza di altri approcci come la psicoterapia psicoanalitica, la psicoterapia transculturale non è strutturata con tecniche specifiche e schematizzate. Le sue radici affondano in un mix di antropologia, etnopsichiatria e sociologia. È quindi un orientamento multidisciplinare, che mette insieme presupposti provenienti da ambiti di studio e contesti sociali molto diversi.

Prende spunto anche dalla psicanalisi, aggiungendo una visione più ampia che ricerca i significati non solo dai classici aspetti su cui si basava Freud (inconscio) ma anche dalla storia familiare e geografica, dalla specificità della famiglia (la microcomunità) e dalla società (la macrocomunità).

Qual è l'origine del concetto di transcultura in antropologia?

Il concetto di "transcultura" in antropologia ha le sue radici negli studi condotti da Fernando Ortiz, un antropologo cubano, nella prima metà del XX secolo. Ortiz sviluppò il concetto di transcultura per descrivere:

"Il processo attraverso il quale le culture si influenzano reciprocamente, si mescolano e si trasformano nel contesto delle colonizzazioni e delle migrazioni."

Ortiz ha proposto il termine "transcultura" per superare il concetto di "acculturazione", che implicava spesso un'idea di assimilazione o perdita culturale. La transcultura, invece, sottolinea il dinamismo e la reciprocità delle interazioni culturali, evidenziando come le culture non si sovrappongano semplicemente, ma si intersechino e creino nuove forme culturali.

In questo senso, la transcultura in antropologia si concentra sullo studio dei processi di scambio culturale, di adattamento e di sintesi che avvengono quando culture diverse entrano in contatto. È un concetto che promuove un'analisi più complessa e sfumata delle dinamiche culturali, riconoscendo la natura dinamica e fluida delle identità culturali.

Come nasce l'etnopsichiatria?

L'etnopsichiatria nasce come una risposta alla crescente consapevolezza dell'importanza delle influenze culturali nel campo della salute mentale. È stata sviluppata principalmente negli anni '50 e '60 da professionisti come George Devereux, Eric Wittkower e altri, che hanno cercato di integrare i concetti della psichiatria occidentale con la comprensione delle pratiche, delle credenze e dei contesti culturali delle comunità non occidentali.

Questi pionieri hanno riconosciuto che le manifestazioni dei disturbi mentali, così come le risposte alle terapie, sono fortemente influenzate dalla cultura e dalle tradizioni di un individuo. L'etnopsichiatria si è concentrata sull'esplorare e comprendere queste influenze culturali, affrontando criticamente l'eurocentrismo presente nella psichiatria occidentale e promuovendo una visione più inclusiva e rispettosa delle diversità culturali.

Qual è l'obiettivo della psicoterapia transculturale?

L’obiettivo è ricostruire i passaggi della vita della persona, andando a ricercare le perdite non solo affettive, ma anche culturali.

Nel momento in cui avviene una disconnessione tra l’inconscio delle persone e il significato dato al contesto, si crea infatti una sensazione di disagio. Abbiamo bisogno di ritrovare all’esterno i costrutti che sono dentro di noi: un rinforzo esterno consolida un’idea interiore, motivandoci e spingendoci al cambiamento.

Obiettivo della terapia transculturale

Per chi è indicata la terapia transculturale?

L’approccio transculturale è ideale per queste situazioni e per i momenti di crisi, ma anche per chiunque intenda raggiungere una migliore consapevolezza di sé, a prescindere dai disagi che sta o non sta vivendo. Dimostra al meglio la sua efficacia nel corso di un ciclo di sedute, dando così modo al paziente e al terapeuta di “mettere sul tavolo” e confrontare le loro culture.

Famiglie immigrate e psicoterapia transculturale

Le famiglie immigrate possono affrontare sfide uniche nel contesto della psicoterapia, e l'approccio della psicoterapia transculturale è particolarmente rilevante in tali situazioni. Questo tipo di terapia tiene conto delle influenze culturali e dei contesti sociali nel trattamento dei disturbi mentali, riconoscendo che le famiglie immigrate portano con sé background culturali, valori e credenze che possono influenzare la loro esperienza e la loro risposta alla terapia.

Nella psicoterapia transculturale con famiglie immigrate, è fondamentale adottare un approccio sensibile e rispettoso nei confronti della cultura di origine della famiglia, riconoscendo e validando le loro prospettive ed esperienze.

Immigrati e psicoterapia transculturale

Inoltre, la psicoterapia transculturale può integrare strategie di intervento che facilitano la comunicazione e la comprensione tra il terapeuta e la famiglia immigrata, come l'utilizzo di interpreti culturalmente competenti o la collaborazione con membri della comunità etnica.

Questo approccio mira a promuovere una terapia efficace e culturalmente sensibile che rispetti e valorizzi le risorse e le capacità della famiglia immigrata nel percorso di guarigione e adattamento.

Per chi è meno indicata?

È meno indicato per quelle persone che hanno bisogno di tecniche cognitive strutturate, con schemi chiari e stringenti, come avviene nella psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Come si sviluppano le sedute di psicoterapia transculturale

La frequenza delle sedute è settimanale, della durata di 45 minuti, ma può essere modificata a frequenze quindicinali qualora diventi necessario concedere al paziente il tempo per elaborare e fare esperienza delle prospettive emerse durante le sedute precedenti.

Durante il colloquio clinico si va a ricostruire tutta la narrazione dell’individuo, mirando a comprendere come il paziente spiega la propria storia e la sua situazione. 

L'identità culturale viene indagata attraverso 5 elementi fondamentali, denominati ethnos. Questi elementi sono:

  • l’Epos, cioè il significato del proprio nome;
  • l’Ethos, cioè il significato simbolico del sacro, i precetti e tabù legati alla tradizione religiosa;
  • il Topos, cioè il luogo di nascita ma anche il luogo di vita dove ognuno si identifica;
  • il Genos, cioè l’aspetto legato alla stirpe, alla fratria e alle tradizioni familiari;
  • il Logos, cioè la lingua madre, strada maestra per l’espressione.

Ognuno di questi aspetti può essere legato a un differente asse: tradizionale, moderno e acculturato. Viene analizzata anche:

  • la storia degli spostamenti della persona;
  • il reticolo culturale con cui ha avuto contatto;
  • come ha vissuto i vari cambiamenti nell’arco della sua vita.

Infine, il livello di scolarizzazione e il lavoro dell’individuo, come anche l’aspetto religioso, possono dirci molto su come la persona interpreta il mondo e sé stessa.

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Quanto costa una seduta di terapia transculturale?

I costi della psicoterapia transculturale possono variare notevolmente a seconda del professionista e della regione.

Obiettiviricostruire i passaggi della vita del paziente, recuperare perdite culturali ed affettive, e risolvere crisi di senso
Per chi è indicata?situazioni di crisi, famiglie immigrate o per chi cerca una maggiore consapevolezza
Per chi non è indicata?persone che richiedono tecniche cognitive strutturate
Sedutesettimanali, della durata di 45 minuti
Costovariabile a seconda del professionista e della regione
I punti fondamentali della psicoterapia transculturale

La psicoterapia online di Serenis

Se vuoi iniziare un percorso terapeutico di questo tipo, magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con Serenis: siamo un centro medico autorizzato. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza, tra cui molti specializzati in psicoterapia transculturale.

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Fonti

  • Altan C.-T., Ethnos e civiltà. Identità etniche e valori democratici, Feltrinelli, Milano, 1995;
  • American Psychiatric Association, Psichiatria culturale: un'introduzione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2004;
  • Castiglioni M., Riva E., Inghilleri P., Dispositivi transculturali per la cura degli adolescenti. Un modello di intervento, Franco Angeli, Milano, 2010;
  • Servida A., Del Rio G., Terranova- Cecchini R., Castiglioni M. E., Ambrosi- Zaiontz C., Vitale R., Castiglioni M., Passaggi, Rivista italiana di scienze transculturali. Identikit culturale e pratica clinica, Carocci Editore, Roma, 17/18-2009.
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DDDDomenico De Donatis
Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.