Oggi sono sempre di più le persone che decidono di andare dallo psicologo perché sentono la necessità di risolvere alcune tematiche che non consentono loro di vivere la vita che vorrebbero e, in qualche modo, hanno una ripercussione sulla loro quotidianità. Questo fatto rappresenta un enorme progresso rispetto al passato, in quanto è indice di una maggiore consapevolezza e di una mentalità che sta cambiando: nonostante siano ancora molte le persone che hanno dei pregiudizi nei confronti dei professionisti sanitari, coloro che hanno paura di rimanere vittime dello stigma sociale del “matto” vanno diminuendo.
Ma, se la figura dello psicologi si sta progressivamente riscattando dall’ingiusta fama di medico dei matti, quella dello psichiatra soffre ancora molto questo stereotipo. Il problema diventa evidente quando il medico di base effettua un invio dallo specialista, ma può capitare che sia anche lo psicologo stesso a suggerire la collaborazione con uno psichiatra.
Ma cosa significa questo passaggio? Se vuoi sapere quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra e quali sono le motivazioni che giustificano tale decisione, continua a leggere il nostro articolo e scoprirai tutto ciò che vuoi sapere.
Indice dall’articolo
Quando si va dallo psicologo?
Cominciamo dall’inizio: prima di chiarire quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra, è utile capire quando è il caso di rivolgersi al primo e quali sono le principali motivazioni che spingono le persone a chiedere aiuto.
Gli argomenti sui quali lo psicologo può intervenire possono essere molti, dal momento che si tratta di un professionista della salute mentale che si occupa dei diversi aspetti che fanno parte della nostra vita psicosociale e cerca di favorire il nostro benessere psichico. Molte persone scelgono di intraprendere un percorso psicologico semplicemente perché desiderano conoscersi meglio e chiedere un confronto con un esperto che li aiuti a esplorare i loro processi mentali e le emozioni che determinano certi comportamenti.
Altre persone desiderano solo avere uno spazio dedicato a loro, in cui possano semplicemente pensare a se stesse e sentirsi ascoltate da qualcuno che abbia specifiche competenze. Altre volte ci si accorge di avere difficoltà a interagire con gli altri e il senso di solitudine che ne consegue è doloroso. Anche in questi casi lo psicologo può intervenire, aiutando il paziente a rafforzare le sue competenze sociali, sviluppare l’assertività, le abilità comunicative e anche a migliorare l’immagine che ha di sé in termini di autostima e autoefficacia, in modo da infondergli maggiore sicurezza.
Ancora, è possibile che arrivi un momento in cui iniziano a presentarsi emozioni negative che non trovano una collocazione sensata all’interno della nostra storia di vita: rabbia continua, tristezza costante, un senso di ansia pervasiva, sono emozioni che comunemente possono assillare la nostra quotidianità e possono diventare invalidanti. Lo psicologo può aiutare il paziente ad apprendere delle strategie che gli consentano di contrastare questo momento di difficoltà.
I periodi di crisi possono capitare a tutti: chi non è mai stato male a livello psicologico? Chi non ha mai provato ansia per giorni, magari i vista di un importante cambiamento? Chi non ha mai attraversato un periodo di forte tristezza, ad esempio dopo una separazione, un lutto o un altro eventi terribile? Chi non ha mai sentito la necessità di parlare con qualcuno di esperto? La necessità di intraprendere un percorso psicologico non è qualcosa che deve spaventare né tanto meno farci sentire sbagliati. Non deve essere motivo di vergogna o imbarazzo né di timore di venire giudicati.
I cambiamenti della psicoterapia
La psicoterapia è un percorso che viene impostato allo scopo di aiutare il paziente a riconquistare la sua serenità, anche attraverso specifici strumenti che si pongono ad attuare un cambiamento duraturo e possono intervenire anche in caso di psicopatologia, ad esempio in presenza di una depressione o un disturbo di ansia.
Si tratta di un processo di responsabilizzazione, in cui non è il professionista a tracciare il cammino verso la guarigione, ma è il paziente stesso a rendersi protagonista in prima persona. Tuttavia, la psicoterapia può essere qualcosa di molto lungo e complesso, che non può avere luogo senza un impegno costante.
Questo è il primo motivo per cui lo psicologo ti manda dallo psichiatra: se soffri di un disturbo mentale conclamato, lo psicologo non è la figura che può aiutarti, perché la sua formazione non gli ha fornito i mezzi per occuparsi delle psicopatologie. A questo punto, quindi, può avere una doppia scelta: l’invio dallo psicoterapeuta o dallo psichiatra.
Il primo sarebbe la soluzione ottimale in molti casi, dal momento che la psicoterapia riesce a produrre dei risultati duraturi nella misura in cui il paziente apprende delle strategie comportamentali e degli schemi di pensiero che rimarranno suoi per sempre e che potrà applicare in tutti gli ambiti della sua vita. Ma non sempre è possibile realizzare questo percorso da subito.
Quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra: i diversi possibili scenari
In base a quanto abbiamo detto, quindi, ci possono essere principalmente due ragioni per cui lo psicologo ti manda dallo psichiatra.
Alcune volte, dopo i primi colloqui, lo psicologo riesce a individuare, nella tua situazione e nella problematica che hai portato in studio, una diagnosi di disturbo mentale. In questo caso, secondo i limiti imposti dalla legge e dal suo percorso formativo, non può proseguire il suo percorso con te, perché ciò che ti serve non è un supporto psicologico ma una vera e propria terapia. Se il professionista ritiene che i tuoi sintomi siano troppo invalidanti per consentirti di iniziare una psicoterapia, la sua prima scelta sarà lo psichiatra. Ad esempio, se soffri di una forte depressione che ti priva di ogni energia, la motivazione a intraprendere un percorso impegnativo come la psicoterapia sarà molto fragile. Al contrario, potresti trarre beneficio dai miglioramenti più rapidi indotti da un farmaco, che potranno aiutarti a stare meglio quanto basta per iniziare la psicoterapia.
In altri casi il problema è transitorio e può essere trattato dallo psicologo, che quindi sceglie di non abbandonare il percorso che ha iniziato, dal momento che non c’è una psicopatologia, ma è comunque presente un elemento che ostacola il processo di guarigione. Ad esempio, anche se non hai un disturbo d’ansia, stai attraversando un momento molto turbolento e l’angoscia che provi ti crea difficoltà a dormire, al punto che fatichi a trovare la concentrazione al lavoro e di giorno appari insolitamente irritabile. Si tratta di un periodo circoscritto, legato a qualche particolare evento che, una volta passato, riporterà tutto alla normalità, ma un farmaco blando potrebbe aiutarti a viverlo meglio e alleggerire il peso che senti. Allora lo psicologo potrebbe decidere di avviare una collaborazione con lo psichiatra, che ti visiterà e valuterà se è il caso di intervenire farmacologicamente.
Che cosa aspettarti quando lo psicologo ti invia dallo psichiatra
Quindi, che cosa succede quando lo psicologo ti invia dallo psichiatra? Che cosa devi aspettarti che accada?
Durante la prima visita, lo psichiatra raccoglierà le informazioni che potranno essergli utili, ad esempio su eventuali percorsi precedenti, l’assunzione di farmaci e psicofarmaci al momento attuale e in passato, e naturalmente ti chiederà di spiegargli il problema che ti ha portato fino al suo studio.
Una volta che avrà raccolto tutti gli elementi, potrà formulare una diagnosi, che gli sarà utile per impostare la terapia. In base alle tue necessità, lo psichiatra sceglierà il farmaco migliore per te, ovvero quello che sarà più funzionale ed efficace e non arrecherà complicazioni alla tua condizione medica, con i minori effetti collaterali possibili. Nel fare ciò ti spiegherà esattamente a che cosa serve il principio attivo che ha selezionato, come agisce, ti indicherà la posologia e gli effetti che dovrai aspettarti, inclusi quelli avversi, in modo che questi non ti mettano in allarme.
Nel corso degli incontri successivi, avrà luogo un monitoraggio dell’andamento della terapia. Se il farmaco non produrrà i risultati attesi, è possibile che il medico decida per un cambio di dosaggio o di prodotto. Inoltre, lo psichiatra verificherà anche la tua aderenza alla terapia, ovvero che tu la assuma in modo corretto e regolare.
Per molti il percorso psichiatrico rappresenta un ostacolo mentale insormontabile, ma in realtà si tratta di un semplice scalino, che può essere facilmente oltrepassato mettendo da parte i pregiudizi e al primo posto la necessità d stare meglio. A tantissime persone capita di avere bisogno di aiuto: una volta riconosciuto questo, si tratta semplicemente di individuare l’intervento giusto per ciascuno.
La psicoterapia online di Serenis
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