Dislessia (DSA della lettura): cos’è e come si manifesta

La dislessia rientra nei DSA (o Disturbi Specifici dell’Apprendimento) accanto alla disgrafia, disortografia e discalculia. Questo deficit comporta un’atipia del neurosviluppo che compromette la capacità di lettura.

I sintomi fondamentali comprendono: difficoltà nell’apprendere l’alfabeto, errori nel corso della lettura, confusione tra le lettere e altro ancora.

Le cause possono essere di natura genetica o ambientale. Ricordiamo che, se le cause sono di natura ambientale (difficoltà relazionali in ambito familiare, ad esempio), non si può parlare di DSA. Il DSA comporta infatti una problematica di natura fisiologica che analizzeremo nel corso dell’articolo.

Infine, per rispondere alla dislessia è necessario come prima cosa ricevere una corretta diagnosi, ad esempio da un neurologo o da uno psicologo infantile.

Ne parleremo nel dettaglio in chiusura dell’articolo.

Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni necessarie per aiutare il tuo bambino.

Dislessia: una definizione

Difficoltà di lettura, confusione tra le lettere dell’alfabeto, errori ripetuti nel tempo, sono solo alcuni dei sintomi che possono sperimentare i bambini che soffrono di dislessia. Questa problematica può risultare opprimente e angosciante, sia per i più piccoli – che si trovano ad affrontare grandi difficoltà in ambito scolastico – che per i loro genitori, che devono far fronte ad un problema di cui non avevano mai sospettato l’esistenza.

Ricordiamo intanto che la dislessia non ha niente a che vedere con le capacità intellettive del bambino o con il suo QI. Anzi, per diagnosticare una DSA è spesso necessario effettuare un test del QI. Se il test rientra nella media (e sono quindi escluse le cause di natura intellettiva), lo psicologo infantile o il neurologo opteranno per l’ipotesi di dislessia.

Inoltre, dopo la diagnosi, è possibile cominciare un percorso che aiuti il bambino a superare le sue difficoltà nella lettura, nel calcolo o nella scrittura. Ciononostante, è doveroso affermare che le DSA sono problematiche permanenti, perché riguardano deficit del neurosviluppo che non è possibile alterare alla radice.

Due tipi di dislessia

Prima di analizzare le cause specifiche della dislessia, bisogna fare una distinzione tra la dislessia acquisita e la dislessia evolutiva.

La prima, ha origine da possibili traumi avvenuti anche in età adulta: come traumi cranici, incidenti, ictus, alzheimer, cioè da patologie che possono comportare la perdita della capacità di leggere in modo corretto.

Al contrario, la dislessia evolutiva non ha una componente ambientale: riguarda appunto un’atipia del neurosviluppo e comincia a dare i primi sintomi già in età scolare.

Cause della dislessia

Non è semplice definire le cause dei DSA. Secondo gli esperti, una componente sarebbe di natura genetica e cioè ereditaria. Quindi: in una famiglia in cui è già presente un dislessico, è più probabile che nasca un bambino con il medesimo problema di dislessia.

Secondo altre ricerche, i problemi dell’apprendimento potrebbero derivare da comportamenti nocivi tenuti dalla madre durante la gravidanza: come l’abuso di alcolici, di sostanze stupefacenti e via dicendo.

In alternativa, un bambino potrebbe sviluppare una forma di dislessia a causa di relazioni tormentate con i genitori, isolamento sociale e scarsa autostima. In tal caso, non si può parlare di DSA perché viene a mancare la problematica di natura fisiologica.

Riconoscere un bambino dislessico

Un bambino dislessico o disortografico non è un bambino pigro, svogliato o che non abbia voglia di andare a scuola. Al contrario, è la dislessia che può portare il piccolo a desiderare di non frequentare più l’ambiente in cui il suo problema si fa più intenso ed invadente.

Ma come vede davvero un dislessico? Per capirlo, bisogna fare uno sforzo immaginativo. Le lettere tendono a muoversi verticalmente sulla pagina; le parole non sono quindi allineate; ma compongono uno strano mosaico che ogni volta bisogna sforzarsi di interpretare.

Queste le principali problematiche causate dalla dislessia:

  • di natura fonologica: che riguarda la capacità di interpretare correttamente i suoni, di restituire i nomi delle cose e degli oggetti, di riuscire a porre lettere e suoni in sequenza ordinata;
  • di natura percettiva e visiva: per cui il bambino può riscontrare quel movimento confuso e verticale delle lettere di cui detto sopra, che si affollano sulla pagina e devono essere interpretate con un grande sforzo di concentrazione.

Inoltre, il bambino dislessico può avere altri sintomi tra cui:

  • non riesce ad apprendere l’alfabeto;
  • ha difficoltà a ricordare le parole;
  • non distingue bene gli elementi grammaticali;
  • impiega più del dovuto per imparare a parlare.

E molto altro ancora.

Soluzioni per la dislessia

Ricordiamo che il primo passo per affrontare i DSA è una corretta diagnosi da parte di un neurologo o uno psicologo infantile. Lo psicologo, ad esempio, dispone di test necessari per riconoscere il DSA e distinguerlo da deficiti intellettivi o da problematiche di natura ambientale.

A quel punto, l’esperto sarà in grado di aiutare il bambino ad affrontare il disagio causato dalla dislessia attraverso esercizi mirati e grazie al parallelo supporto di un logopedista.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.