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Cosa significa avere una crisi esistenziale?
Quando si parla di crisi esistenziale in psicologia si fa riferimento ad un un periodo di conflitto interiore durante il quale una persona è tormentata da domande sulla propria identità, sul significato e sullo scopo della vita. La crisi esistenziale può colpire qualsiasi persona in qualsiasi momento della vita anche se è più probabile che si verifichi in età matura. Anche se le caratteristiche distintive di una crisi esistenziale possono essere diverse da un soggetto all’altro la maggior parte degli psicologi concorda sul fatto che si tratta di una condizione in cui ci si sente smarriti lungo la strada della vita. Alcuni vivono la crisi esistenziale come una questione legata alla propria identità e di una messa in discussione del proprio modo di essere nel mondo. Per altri invece la crisi esistenziale ruota attorno al desiderio di indipendenza e libertà dai troppi impegni e responsabilità. Infine per qualcuno la crisi esistenziale subentra quando si è costretti a fare i conti con l’idea della morte a causa di una condizione di malattia o perchè si è vicini alla vecchiaia. In questo caso la crisi esistenziale coincide con la riflessione intima sul rapporto tra la vita e la morte. Secondo un approccio più spirituale la crisi esistenziale è il momento in cui si ha un’illuminazione che porta il soggetto a trovare nella dimensione ultraterrena il conforto necessario ad affrontare le difficoltà del vivere quotidiano.
Quali sono le componenti della crisi esistenziale?
Gli psicologi hanno delineato distinte componenti emotive, cognitive e comportamentali presenti in una crisi esistenziale.
- aspetti emotivi: questa componente della crisi esistenziale fa riferimento ai sentimenti che nascono dal conflitto interiore. Le emozioni coinvolte nella crisi esistenziale possono includere disperazione, impotenza, senso di colpa, sensazione di vuoto, paura, ansia e solitudine;
- aspetti cognitivi: la componente cognitiva della crisi esistenziale riguarda l’elaborazione di tutti quei pensieri rivolti all’esistenza come ad esempio la ricerca del significato o dello scopo della vita, i pensieri riguardanti la morte e i conflitti interiori che si riferiscono al processo decisionale;
- aspetti comportamentali: la crisi esistenziale si traduce anche in una serie di comportamenti che rendono visibile all’osservatore esterno la condizione vissuta dal soggetto. Si tratta ad esempio di atteggiamenti di isolamento sociale, mancanza di motivazione, perdita delle relazioni significative o il licenziamento dal posto di lavoro. Talvolta la persona in crisi esistenziale può ricorrere a forme di autoterapia che peggiorano la situazione come ad esempio condotte di dipendenza. Nei casi migliori invece la persona in crisi ricerca un aiuto e intraprende una psicoterapia di sostegno per superare queste difficoltà.
Crisi esistenziale o depressione?
Siccome una crisi esistenziale spesso si protrae per un periodo prolungato e i sentimenti di vuoto interiore e solitudine possono essere molto intensi può essere difficile distinguerla dalla depressione. In alcuni casi infatti capita che queste due condizioni possano arrivare a sovrapporsi. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali DSM-5 la diagnosi di depressione maggiore include sintomi simili allo stato mentale della persona in crisi esistenziale come ad esempio ansia, disperazione e ritiro sociale. La differenza principale tra le due condizioni consiste nel fatto che nella depressione subentrano altri sintomi relativi alla sfera fisiologica come ad esempio alterazioni del ritmo sonno-veglia e disturbi dell’alimentazione. Inoltre il soggetto depresso trova difficile svolgere attività funzionali alla sua vita come riuscire a mantenere l’attività lavorativa e la gestione degli affetti. Questi sintomi solitamente causano nel soggetto disturbi significativi nella capacità generale di funzionare nella vita. La relazione tra crisi esistenziali e depressione può dunque essere di natura causale. La persona che non riesce a risolvere l’esperienza di crisi esistenziale potrebbe con il tempo andare incontro allo sviluppo di un disagio profondo che la può portare verso uno stato depressivo o d’ansia. Esiste anche una connessione tra il sentimento di crisi esistenziale secondo il quale la vita non ha alcun senso e l’elaborazione di pensieri suicidari. Riuscire a riconoscere in anticipo la gravità della crisi esistenziale può quindi essere fondamentale per evitare che questa condizione comporti gravi conseguenze sulla salute mentale.
Quando si può verificare una crisi esistenziale?
Solitamente le crisi esistenziali si verificano durante i periodi di transizione nel corso della vita. Gli psicologi hanno identificato diversi periodi critici suscettibili di innescare una crisi esistenziale come l’adolescenza, la prima età adulta, la mezza età e la vecchiaia.
La crisi esistenziale dell’adolescente
La prima fase della vita in cui può manifestarsi una crisi esistenziale è l’adolescenza. Questo periodo presenta alcune difficoltà che secondo Erik Erikson sono relative al bisogno di costruire la propria identità. La crisi adolescenziale si può risolvere positivamente quando il giovane riesce ad individuare se stesso come soggetto autonomo mentre la risoluzione è negativa quando si verifica una dispersione dell’identità. Un’identità dispersa è frammentata e non è in grado di operare distinzioni tra i diversi ruoli che devono essere interpretati nella società. La crisi esistenziale dell’adolescente riguarda anche la sfera dei valori. Secondo lo psicologo Piaget durante l’adolescenza lo sviluppo cognitivo raggiunge il suo massimo livello di crescita conquistando le capacità di pensiero astratto. E’ infatti questo il momento in cui la persona stabilisce le priorità della vita e si comporta seguendo precisi modelli di moralità.
La crisi esistenziale della prima età adulta
Una seconda crisi esistenziale può verificarsi nella tarda adolescenza o nei primi anni dell’età adulta. Durante questa fase l’identità si proietta verso la ricerca di un posto nel mondo attraverso la carriera lavorativa e le relazioni intime. Questa crisi che colpisce gli adulti è incentrata su questioni relative alle scelte professionali ma anche su fattori che come la decisione di avere una famiglia o dei figli. In questo periodo possono nascere dubbi o esitazioni sui percorsi già intrapresi oppure sui piani per il futuro. Un ulteriore motivo di crisi esistenziale può riguardare aspetti ancora più universali come ad esempio la componente spirituale e la religione.
La crisi di mezza età
La crisi di mezza età è la crisi esistenziale che colpisce le persone che si trovano nella fase centrale del ciclo di vita. In questo periodo possono essere messe in discussione molte delle decisioni prese in passato. Trovandosi in un momento di transizione verso la vecchiaia si sviluppa la consapevolezza del tempo già trascorso e di quello che rimane da vivere. Dubbi e incertezze su se stessi e sul proprio progetto di vita possono trasformarsi in veri e propri stati di ansia e disperazione. Inoltre la perdita della giovinezza può essere vissuta con dolore e non tutti riescono ad accettare il declino fisiologico e i cambiamenti fisici di questa età.
La crisi esistenziale dell’anziano
Durante la fase dell’invecchiamento subentra la consapevolezza di andare incontro alla fine della vita. La crisi esistenziale che colpisce la persona anziana spesso riguarda la sensazione di sentirsi intrappolati e senza via di fuga di fronte all’inevitabilità della morte. Secondo lo psicologo Erik Erikson in questo momento l’individuo vive una crisi che riguarda la necessità di dover dare un senso complessivo all’intera storia della propria vita. La persona che guarda al passato trovando motivi di realizzazione personale può godere dei suoi ricordi e vivere serenamente l’ultima parte della vita. Al contrario l’individuo che vive di rimorsi e di rimpianti andrà incontro ad una fase di profondo dolore e disperazione. In quest’ultimo caso è importante offrire alla persona anziana un sostegno per superare questo difficile momento di crisi esistenziale.
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