Cose da non dire a chi ha subito un lutto: alcuni suggerimenti pratici

Esprimere sensibilità e compassione è essenziale nell’affrontare il lutto. Scopri come comunicare con empatia e sostegno con chi ha subito una perdita, offrendo il comfort e la presenza necessari durante questo momento difficile.

Stare vicino a chi sta attraversando un momento difficile come quello della perdita di una persona cara, non è mai semplice, tanto che, spesso e volentieri, non sappiamo cosa dire di fronte a qualcuno che sta male, come quando devi fare gli auguri di compleanno in un momento molto triste.

Molti di noi, infatti, hanno paura di risultare inadeguati o insensibili, e temono che qualsiasi frase possano pronunciare rischi soltanto di sminuire il dolore della persona e farla sentire incompresa e abbandonata.

Ecco perché abbiamo preparato questo articolo: qui troverai suggerimenti utili ed estremamente pratici, che riguardano sia le cose da non dire a una persona che ha subito un lutto, sia i modi in cui la si può davvero aiutare a stare meglio.

Le cose da non dire a chi ha subito un lutto: alcuni esempi

Come abbiamo detto, il problema principale, quando ci si interfaccia con una persona che sta affrontando un lutto, è che rischiamo di risultare incapaci di comprendere il suo dolore, esattamente l’opposto del risultato che vogliamo ottenere. Per questo motivo, prima ancora di sapere come ci si deve comportare, è bene conoscere le cose da non dire a una persona che ha subito un lutto o che ancora vi sta facendo i conti.

Non trovare scuse

L’imbarazzo di fronte a qualcuno che ha subito una perdita è del tutto normale, ma non è una buona idea farlo trapelare. Se per un po’ di tempo non ti fai sentire perché hai prima bisogno di capire come comportarti, non rivolgerti alla persona in lutto cercando di giustificare le tue mancanze.

Non solo, infatti, queste rivelano il tuo imbarazzo di fronte a un concetto complesso come la morte, ma non sono neanche rilevanti per l’altro. A chi soffre non interessa sapere quali paranoie si fanno gli altri, non servono le scuse, ma sentire la vicinanza e il calore delle persone che ama, sapere di poter contare su di loro.

Quindi, lascia perdere ciò che è stato e concentrati sul momento presente, facendo sentire all’altro che ora ci sei.

Non parlare delle cause della morte

Ricorda che ciò di cui l’altro ha bisogno è la rassicurazione, quindi evita di mostre curiosità inopportuna e parlare del motivo per cui la persona in questione è morta.

Questo vale soprattutto se la morte è avvenuta per complicanze dovute a un particolare stato di salute, ad esempio se il defunto era un fumatore ed è morto di tumore ai polmoni. Ogni riferimento a questo non farebbe altro che colpevolizzare chi non c’è più, rovinando la sua memoria agli occhi delle persone che soffrono per la sua perdita.

Evita di renderti disponibile solo a parole

Può essere spontaneo far sapere all’altro che siamo disponibili ad aiutarlo se avrà bisogno di qualcosa, ma offrire supporto in maniera così vaga e astratta non è affatto d’aiuto quanto si potrebbe pensare.

Al contrario, anzi, scarica sull’altro il peso di dover chiedere aiuto, magari sentendosi debole o incapace di affrontare il suo dolore da solo. Piuttosto, sono gli altri doversi rendere disponibili in modo concreto e attivo: fai il primo passo e proponiti di aiutare la persona che sta attraversando il lutto in qualcosa. Puoi anche semplicemente telefonarle per chiedere come sta e offrirle il tuo supporto e il tuo orecchio per ascoltare qualsiasi cosa avrà da dire.

Un piccolo gesto di attenzione conta molto di più di un’offerta che, per quanto sincera, risulta piuttosto vuota.

Non cercare di sdrammatizzare

Il lutto è fonte di un’enorme sofferenza e ciascuno ha bisogno di passare attraverso una serie di emozioni e pensieri negativi per uscirne. Il dolore viene vissuto pienamente, perciò è inutile cercare di costringere la persona a vedere il lato positivo.

Quindi, tra le cose da non dire a chi ha subito un lutto, rientrano sicuramente le frasi di circostanza che iniziano con “almeno”: è un gesto poco rispettoso del dolore che la persona sente e pone chi la pronuncia in condizione di non comprendere cosa l’altro stia provando, facendolo risultare, di fatto, insensibile e incapace di capire.

Allo stesso modo, fai attenzione ai riferimenti alla religione. Per quanto l’altro possa essere credente e avere una solida Fede, non gli sarà di conforto sentirsi dire che fa tutto parte di un disegno di Dio e che tutto è stato predisposto perché un giorno ci sia una ricompensa.

La verità che ora la persona sa solo che nulla potrà portarle indietro ciò che ha perso.

Non incoraggiare l’altro a essere forte

Una persona in lutto non ha bisogno di sentirsi dire cosa fare o come dovrebbe sentirsi, perché ciascuno ha il suo modo di vivere la sofferenza. Per questo motivo, chi ha bisogno di piangere per giorni interi, deve sentirsi libero di farlo, per dare spazio e voce alle sue emozioni.

In queste circostanze, suggerire di essere forte può essere decisamente controproducente: farà sentire l’altro inadeguato perché non riesce a comportarsi nel modo giusto. Piuttosto è utile rendere normale la sofferenza e tutte le emozioni negative che si provano in questi casi.

Come aiutare chi ha subito un lutto?

Abbiamo visto alcuni esempi di cose da non dire a chi ha subito un lutto, ma se invece volessimo alcune indicazioni su come aiutare concretamente una persona che soffre? Partiamo dal presupposto che ciascuno ha bisogno di cose diverse per fronteggiare il dolore, quindi non c’è una risposta sempre valida a questa domanda, ma possiamo comunque dare dei suggerimenti.

Ad esempio, è utile non rimandare troppo il momento in cui contattare la persona interessata dal lutto. Bastano una telefonata o un messaggio, ma è importante far percepire la propria presenza e il proprio sostegno. Non deve, però, trattarsi di un gesto di circostanza, compiuto in modo meccanico e come per assolvere un dovere: il contatto, una volta che viene stabilito, dovrebbe essere mantenuto. Questo perché la prima fase è dominata dallo shock, ma sarà soprattutto con il passare del tempo che emergeranno le emozioni negative e il bisogno di supporto da parte degli altri.

Ma cosa bisogna fare quando si cerca l’interazione con l’altra persona? È importante concederle lo spazio per potersi esprimere liberamente e trovare uno sfogo al suo dolore. Poter vivere le emozioni di tristezza, rabbia, senso di colpa, smarrimento e disperazione, infatti, sarà l’unico modo per riuscire a elaborare il lutto.

Un elemento che non deve mai mancare è l’ascolto attivo, ovvero quello che si mette in pratica utilizzando l’empatia per dimostrare all’altro che siamo pronti ad accogliere la sua sofferenza e a condividerla. Più che parlare, infatti, è importante ascoltare: difficilmente chi sta attraversando un lutto potrà trarre conforto dalle parole, ma sentire l’appoggio e il sostegno di una persona cui vuole bene sarà fonte di grande conforto.

Se anche tu hai trascorso un periodo simile, in cui hai dovuto affrontare una perdita importante, puoi provare a condividere la tua esperienza con la persona che soffre. In questo modo riuscirai a creare una sintonia che ti porterà, alla fine, a coinvolgere l’altro, quando si sentirà pronto, in situazioni piacevoli come una cena fuori o una serata con un gruppo di amici.

È importante anche non cercare di distrarre la persona quando desidera stare sola, sente il bisogno di piangere o di rivivere i suoi ricordi con il defunto: si tratta di momenti che necessitano di essere vissuti e che consentono di tenere vivo il legame, per questo motivo cercare di minimizzare non ha una funzione protettiva ma, al contrario, crea la percezione di non essere in grado di gestire i momenti di difficoltà.

Ricorda sempre che ciascuno ha il suo modo di affrontare il dolore e, in particolare, l’elaborazione del lutto rappresenta un processo composto da una serie di passaggi che possono susseguirsi in maniera discontinua e difficoltosa, ma ciò che più conta è che la persona possa contare su tutta la vicinanza e il sostegno che può avere da coloro che ama.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.