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La paura del dentista: sintomi, cause e ipotesi di cura

Per odontofobia si intende la paura irrazionale, morbosa e incontrollata del dentista.

Chi ne soffre, non ha solo paura di recarsi dall’odontoiatra, ma può mettere in atto strategie di evitamento pur di non arrivare al fatidico incontro.

L’odontofobia fa parte delle fobie specifiche ed è categorizzata come un disturbo d’ansia in accordo con DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Da anni, questa patologia è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una problematica clinica rilevante.

I sintomi possono comprendere: ansia, sudorazione eccessiva, senso di irrealtà, attacchi d’ansia e di panico.

Le cause invece: problemi pregressi dello spettro ansioso, alta sensibilità al dolore, condizionamento classico o apprendimento osservativo.

Le soluzioni implicano desensibilizzazione sistematica (Wolpe, 1958) e modeling.

Ne parleremo più a fondo in tutto l’articolo.

Odontofobia: paura o patologia?

Non è mai piacevole recarsi dal dentista. Non è neanche piacevole sdraiarsi con una luce bruciante puntata negli occhi, subire un’anestesia locale, ascoltare il rumore poco rassicurante di un trapano elettrico.

Ecco che, un certo grado di disagio, non indica necessariamente una patologia. Ricordiamo che le fobie specifiche rientrano nei disturbi d’ansia e non implicano una semplice paura razionale: ma un timore immotivato, irrazionale, incontrollabile e morboso di un oggetto/animale/persona/situazione. 

L’odontofobico non ha solo paura del dentista; può arrivare a sperimentare attacchi d’ansia e di panico all’idea di doversi recare dall’odontoiatra o una volta seduto e pronto a subire l’operazione.

In alternativa, il soggetto fobico può mettere in atto strategie di evitamento e scegliere di convivere con il dolore ai denti pur di non dover affrontare l’oggetto stressante. 

Quali sono i sintomi dell’odontofobia?

Il soggetto odontofobico può sperimentare sintomi in svariate situazioni. Per esempio, se deve recarsi dal dentista o se percepisce mal di denti: fatto che implica la necessità futura di recarsi da un odontoiatra. 

Può anche sperimentare sintomi dinanzi allo scenario: cioè immaginando, prospettandosi o pensando allo studio di un dentista e agli strumenti da lui utilizzati. Il più delle volte, gli odontofobici hanno paura irrazionale dei trapani e simili. Forse per un processo di associazione simbolica, il paziente tende a considerarli come elementi di tortura.

Questi i sintomi fondamentali: 

  • ansia;
  • attacchi di panico;
  • sudorazione eccessiva;
  • tremori;
  • senso di irrealtà;
  • vertigini;
  • nausea;
  • mal di testa;
  • vampate di freddo e di calore.

Come si comporta chi ha paura del dentista?

A livello comportamentale, l’odontofobico può minimizzare il dolore che prova o evitare di comunicarlo per non imbattersi nello stimolo stressante (cioè il dentista). L’odontofobia può riguardare in egual misura adulti e bambini: i primi potrebbero evitare di recarsi dal dentista, i secondi evitare di parlare del proprio dolore per paura delle conseguenze.

Si tratta di un meccanismo di difesa tipico nei disturbi fobici: 

  • l’evitamento è una strategia disfunzionale che consiste nel sottrarsi alle occasioni in cui uno stimolo stressante può presentarsi; 
  • così da evitare la risposta patologica e il dolore psico-emotivo.

In altri casi, l’odontofobico può mettere in atto strategie di controllo: recarsi agli appuntamenti dal dentista ore ed ore prima, nel tentativo di ottenere rassicurazione dalla dinamica di controllo. 

Cause dell’odontofobia

Chi soffre di odontofobia ha spesso una problematica pregressa relativa all’ansia o a problemi depressivi. Vari studi hanno dimostrato un legame tra questi disturbi e la paura del dentista (Timothy et al., 2000).

In alternativa, la causa potrebbe essere di natura ambientale e fondarsi sul condizionamento classico:

  • se ho vissuto un’esperienza traumatica nello studio di un dentista, sarò più portato a sviluppare odontofobia. 

Anche l’apprendimento osservativo può essere causa della patologia: 

  • se figure a me vicine temevano il dentista, potrei aver introiettato il loro modello comportamentale. 

Inoltre, queste figure potrebbero avermi fornito un’immagine negativa del dentista: la loro immagine è poi divenuta la mia, con conseguenze importanti sul piano comportamentale (Scott et al., 2001). 

Infine, un’alta sensibilità al dolore è collegata a maggiori probabilità di sviluppare la fobia.

Come superare l’odontofobia?

I metodi di cura per questo disturbo d’ansia comprendono desensibilizzazione sistematica (Wolpe, 1958) e modeling. La desensibilizzazione sistematica funziona sulla base di un principio di controcondizionamento

  • lì dove un’esperienza traumatica mi ha portato ad associare uno stimolo neutro (il dentista) ad una risposta emotiva negativa e patologica (ansia, paura, stress); 
  • si tratterà di modificare la risposta attraverso la progressiva esposizione allo stimolo stressante in ambiente controllato e con tecniche di rilassamento.

Per esempio: comprendo la situazione che genera fobia (un trapano); lascio che il paziente si concentri sull’oggetto stressante; mentre gli infondo calma e rilassatezza. A lungo andare, il paziente comincerà a collegare lo stimolo alla calma e alla rilassatezza invece che al trauma passato. 

Il modeling è una tecnica che prevede l’osservazione di altri soggetti alle prese con l’oggetto stressante. Osservando le reazioni positive di questi soggetti (per esempio davanti ad un trapano), tenderò ad interiorizzare le loro reazione e cioè a modellare la mia (modeling). Il modeling sfrutta quindi il principio dell’apprendimento osservativo a vantaggio del paziente.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.