Idrofobia: significato e sintomi della paura dell'acqua

L'idrofobia, o paura dell'acqua, va oltre la semplice apprensione, presentando specifiche cause e richiedendo strategie di gestione mirate.

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Idrofobia

 L'idrofobia fa parte delle fobie specifiche inserite nel DSM-5 relative all'ambiente naturale, che si concentrano su determinati elementi dell'ambiente, tra queste ci sono anche:

E differisce invece da quelle situazionali, relative a situazioni specifiche come:

La paura dell'acqua non va confusa con la talassofobia, la fobia dell'acqua profonda, come il mare, i fiumi o i laghi, cui però può essere associata.

Significato di idrofobia

L'idrofobia è la paura intensa e irrazionale dell'acqua, del nuoto e dei liquidi in generale. È molto comune nella sua forma moderata, in cui la persona ha paura di annegare e delle acque profonde, causata spesso da traumi infantili correlati.

Questa fobia può manifestarsi in vari modi, come:

  • paura di nuotare;
  • paura di fare il bagno;
  • paura di entrare in contatto con l'acqua in qualsiasi forma.

Al contrario, l’idrofobia come disturbo d’ansia può implicare:

  • timore nei confronti dell’acqua, dei liquidi e addirittura del nuoto;
  • il timore è irrazionale e morboso e può portare allo sviluppo di pensieri intrusivi e compulsioni.

Significato di idrofobia

Idrofobia e rabbia: la correlazione

Molto spesso, si confonde l’idrofobia come fobia specifica dall’idrofobia causata da malattie come la rabbia (Edinb Med J. 2023). Quest’ultima, ha cause fisiologiche che portano il soggetto ad avvertire violenti spasmi della glottide e dei muscoli respiratori ogni volta che tenta di ingerire liquidi. 

È importante notare che la rabbia è una malattia molto seria e potenzialmente letale, e la presenza di idrofobia è un segno di avanzamento dell'infezione.

Certo, è possibile che un paziente idrofobico (con una diagnosi passata di rabbia), sia più portato a sviluppare l’idrofobia come fobia specifica, ma le due cose non sono assolutamente collegate.

Quali sono i sintomi dell’idrofobia?

L’idrofobia rientra nei disturbi d’ansia e, con essi, condivide il quadro clinico. Chi sperimenta questa fobia può dunque provare sensazioni di terrore e profondo disagio:

  • alla vista dell’acqua;
  • alla necessità di ingerire dei liquidi;
  • di seguire una lezione di nuoto. 

Come tutte le fobie, anche l’idrofobia ha dei caratteri che la distinguono da una paura non patologica e razionale. Per esempio: 

  • la fobia dell’acqua non è motivata;
  • la fobia si presenta con pensieri ricorrenti e/o rimuginio;
  • infine, può portare allo sviluppo di comportamenti di evitamento con conseguenze anche gravi sulla vita dell’individuo.

Sintomatologia clinica

Davanti alla vista dell’acqua o più in generale di un liquido, l’idrofobico potrebbe sperimentare ansia di fronte allo stimolo reale o solamente immaginato.

Per esempio un individuo idrofobico si trova dinanzi ad uno specchio d’acqua o ha bisogno di bere.

In alternativa, si figura una situazione in cui è l’acqua a far da padrona. Improvvisamente, percepisce: 

Idrofobia sintomi

Quali sono le cause della fobia dell'acqua?

Le cause dell’idrofobia variano da paziente a paziente. Molto in generale, possiamo distinguere due modelli di idrofobia e dunque due tipi di cause: 

  • idrofobia come paura di nuotare, immergersi nell’acqua o bagnarsi anche leggermente. 

In tal caso, il timore patologico potrebbe derivare da un’esperienza traumatica avuta durante l’infanzia e dunque far parte di un più generale disturbo da stress post traumatico (PTSD).

  • idrofobia come terrore di ingerire liquidi. 

Secondo alcuni studiosi, questa forma di idrofobia avrebbe un legame più stretto con la rupofobia e/o la misofobia (cioè con la paura morbosa dello sporco e della contaminazione). Ricordiamo che alcuni pazienti possono soffrire di più disturbi fobici e che per una corretta diagnosi è necessario prendere in considerazione tutti gli elementi. 

Idrofobia: esiste una cura?

Se l’idrofobia è causata da un’esperienza traumatica subita nel passato, si raccomanda di seguire una terapia di tipo cognitivo-comportamentale o breve strategica. Questi modelli sono molto efficaci nel trattamento dei disturbi d’ansia o dei disturbi da stress post traumatico. 

Il modello cognitivo-comportamentale mira ad una ristrutturazione degli schemi cognitivi del paziente. 

Per esempio: un paziente ha vissuto un’esperienza traumatica in rapporto all’acqua (ha rischiato di annegare). Nel presente, il paziente continua a collegare un’emozione negativa (risposta) ad uno stimolo neutro (l’acqua). 

Anche se l’idrofobia è causata da un altro disturbo (come la rupofobia) questi modelli possono risultare molto utili e portare alla completa guarigione. 

Si raccomanda di rivolgersi ad uno specialista se si notano sintomi di idrofobia o simili. In studio o online, si tratterà di modificare la risposta del paziente allo stimolo identificando le motivazioni della psicopatologia e lavorando sul disturbo. Magari puoi pensare di aiutarti a superare la tua fobia dell'acqua facendo psicoterapia con gli psicoterapeuti online di Serenis. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza con le fobie.

Mauro, di 12 anni, è arrivato in terapia con un Disturbo da Stress Post-traumatico e idrofobia, sviluppati dopo aver assistito a un tragico annegamento. Abbiamo iniziato con esercizi di rilassamento e visualizzazione guidata per elaborare il trauma, accompagnati da un'analisi approfondita delle emozioni connesse. Gradualmente, con l'esposizione controllata all'acqua e il supporto dei genitori, Mauro ha mostrato notevoli progressi. Dopo otto mesi, ha recuperato l'autonomia e ha sviluppato efficaci strategie di coping per gestire la paura.

 

Fobia dell'acqua cura

Quanto dura l’idrofobia?

Al contrario di quello che si pensa - per il loro stesso funzionamento - i disturbi fobici tendono a peggiorare nel tempo. Pensiamo all’idrofobia: 

  • un soggetto ha timore dell’acqua;
  • evita quindi tutte le situazioni in cui potrebbe bagnarsi o anche solo vedere dei liquidi;
  • la tentata soluzione dell’evitamento ha come effetto lo sviluppo di pensieri ricorrenti e intrusivi relativi all’oggetto stressante. 

Lo stesso vale per le compulsioni: ogni volta che un fobico mette in atto una compulsione (lavarsi le mani per chi soffre di rupofobia), rende l’oggetto fobico ancora più invasivo e il pensiero dello scenario ancora più stressante. A lungo andare, si assisterà ad un peggioramento del quadro clinico e ad un aggravarsi della patologia. 

Altri trattamenti per l'idrofobia

L'idrofobia viene trattata indirettamente attraverso il trattamento della rabbia, la malattia che in alcuni casi la provoca. Poiché non esiste una terapia efficace per la rabbia conclamata, la prevenzione e la vaccinazione tempestiva sono fondamentali. La vaccinazione subito dopo l'esposizione al virus stimola una risposta immunitaria efficace prima che il virus raggiunga il sistema nervoso centrale.

Fonti:

  • Hydrophobia and Rabies. Edinb Med J. 1878 Jan;23(7):667. PMID: 29639807; PMCID: PMC5321920.

 

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Susanna Ferreli
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Sono la Dott.ssa Susanna Ferreli, sono laureata in Psicologia clinica e sono specializzata in psicoterapia rogersiana, orientamento fenomenologico esistenziale. Nella pratica professionale, mi ritengo un compagno di viaggio che guida la persona verso l'autorealizzazione, in termini di trovare o ritrovare la propria salute psichica, favorire il cambiamento, raggiungere gli obiettivi, conoscersi e/o approfondire la conoscenza di sé, affrontare e superare i momenti critici del ciclo di vita.
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