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Il burnout dei caregiver: un’ombra nella cura 

La cura di un individuo gravemente malato può essere un’esperienza altamente stressante per i caregiver, con un impatto significativo sul loro benessere emotivo

In questo articolo, esamineremo da vicino il fenomeno noto come burnout del caregiver e come esso influisce sulle persone che forniscono assistenza ai loro cari affetti da gravi patologie. 

Esploreremo le complesse dinamiche coinvolte nel caregiver burnout e i fattori chiave che possono contribuire a questo fenomeno.

Chi è il caregiver

Prima di addentrarci nel burnout dei caregiver, è bene fare una definizione di questo termine. 

Il termine caregiver si riferisce a una persona che fornisce assistenza, cure e supporto a individui che hanno bisogno di attenzioni particolari a causa di malattie, disabilità o altre esigenze personali. 

Questo ruolo può essere svolto da:

  • membri della famiglia;
  • amici;
  • partner;
  • professionisti dedicati come infermieri, assistenti sociali o operatori sanitari. 

I caregiver svolgono una vasta gamma di compiti, che possono includere:

  • fornire assistenza medica;
  • assistenza nelle attività quotidiane;
  • supporto emotivo e psicologico. 

Nonché gestione di questioni pratiche come la pianificazione delle cure e l’organizzazione delle attività quotidiane.

Cosa si intende per burnout dei caregiver

Il burnout del caregiver si riferisce a un fenomeno in cui i caregiver, ovvero coloro che forniscono assistenza e cure a individui malati o bisognosi di assistenza, sperimentano un alto livello di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e una mancanza di realizzazione personale a causa delle richieste e delle sfide connesse all’assistenza. 

Questo termine descrive l’insieme delle esperienze emotive e cognitive negative che i caregiver possono provare nel corso del loro ruolo di fornire assistenza.

Il burnout caregiver è spesso associato a elevati livelli di stress e pressione emotiva dovuti alle esigenze dei destinatari delle cure, che possono affrontare gravi malattie o condizioni mediche. 

I sintomi del burnout caregiver

I 3 sintomi principali del burnout caregiver sono:

  • esaurimento emotivo, sentirsi emotivamente esausti e allo svuotamento delle risorse emotive. I caregiver possono sentirsi sopraffatti dalla costante richiesta di assistenza e affrontare un senso di stanchezza e disperazione.; 
  • depersonalizzazione, lo sviluppo di un atteggiamento negativo e indifferente verso la persona assistita. I caregiver potrebbero iniziare a trattare il destinatario delle cure in modo distante e senza empatia, riducendo così la qualità dell’assistenza fornita.
  • mancanza di realizzazione personale, si riferisce alla sensazione di non essere in grado di avere successo nell’assistenza e di non essere in grado di influenzare positivamente la vita del destinatario delle cure. I caregiver possono sentirsi impotenti e insoddisfatti del proprio ruolo.

Il burnout caregiver è un problema significativo, poiché può avere effetti negativi sulla salute e sul benessere dei caregiver stessi e sulla qualità dell’assistenza fornita. 

La percezione di iniquità e la sindrome da burnout

Gli studi hanno dimostrato che i caregiver che percepiscono negativamente il loro matrimonio o la loro partnership tendono a percepire una maggiore sensazione di iniquità nella loro relazione. 

Quando i caregiver sentono che le proprie esigenze e i propri sentimenti vengono trascurati dai loro partner malati, ciò può portare all’esaurimento emotivo e alla depersonalizzazione del partner malato. Viceversa, quando i caregiver percepiscono di non contribuire abbastanza alla relazione, ciò può comportare livelli più elevati di esaurimento emotivo e depersonalizzazione. 

Questo senso di sottoutilizzo può anche favorire la vergogna e la colpa tra i caregiver, portandoli alla ritirata emotiva e facendoli sentire incapaci di fornire cure adeguate.

In sostanza, questi caregiver possono sentirsi emotivamente prosciugati e faticare a mantenere empatia e vicinanza con i loro cari in difficoltà. 

Quali sono le implicazioni?

In primo luogo, sottolinea l’importanza delle percezioni di iniquità nelle relazioni di assistenza intime. 

Ad esempio, è emerso che le percezioni di iniquità mediano completamente il rapporto tra la qualità del matrimonio e l’esaurimento emotivo, offrendo preziosi spunti sui processi psicologici che collegano la qualità della relazione tra caregiver e partner malato con il carico emotivo del caregiver. 

In secondo luogo, lo studio richiama l’attenzione sugli aspetti spesso trascurati dell’esperienza dell’assistenza. Oltre all’esaurimento emotivo, che è centrale nel carico soggettivo del caregiver, questa ricerca si concentra su due ulteriori componenti: 

  • la depersonalizzazione, comporta lo sviluppo di un atteggiamento negativo e indifferente verso il partner malato; 
  • il raggiungimento personale, si riferisce ai sentimenti di autoefficacia e soddisfazione nel fornire assistenza.

Sebbene la ricerca indichi una forte connessione tra inequità e burnout, è essenziale riconoscere che questi risultati sono correlazionali e non è possibile stabilire definitivamente una relazione di causa ed effetto

Il burnout del caregiver e le variabili relazionali si influenzano reciprocamente. 

L’Impatto del burnout sul benessere del caregiver

Le conseguenze a livello fisico e mentale del burnout sui caregiver sono molteplici. Vediamone alcune in dettaglio. 

  1. Incremento di stress e ansia

I segni più evidenti del burnout tra i caregiver si manifestano attraverso un aumento dello stress e dell’ansia. 

Spesso i caregiver esprimono specifici fattori stressanti o un senso generalizzato di ansia

Durante le conversazioni, emergono spesso preoccupazioni e pressioni legate all’attività di assistenza.

  1. Pensiero circolare

Il modello di risoluzione dei problemi di un caregiver tende spesso a diventare circolare

Ad esempio, il loro pensiero potrebbe essere espresso come segue: “Non posso permettermi una consulenza perché non posso trovare un lavoro a causa dell’impossibilità di lasciare la casa, e comunque uno psicologo non potrebbe aiutarmi con questo.” 

Quando i caregiver sono sopraffatti, finiscono spesso per rimanere intrappolati nelle loro prospettive personali e non riescono a separare diversi problemi.

  1. Isolamento sociale

A causa delle immense richieste dell’attività di caregiving, la vita dei caregiver ruota spesso esclusivamente attorno alle esigenze della persona amata. 

Questi sacrificano spesso i rapporti familiari, le amicizie e la partecipazione ad altre attività, il che porta all’isolamento e al deterioramento del supporto sociale esistente.

  1. Sintomi depressivi e affettivi

Nei caregiver che non esprimono apertamente sentimenti di frustrazione o stress, l’insorgenza di sintomi depressivi può segnalare il burnout. 

Questi caregiver possono manifestare cambiamenti nelle abitudini del sonno, dell’appetito e dell’energia.

Inoltre, possono descrivere sentimenti di impotenza, avvertendo una perdita di controllo sulla situazione o percependo che il loro contributo non avrà un effetto duraturo o significativo. 

I sentimenti di colpa sono comuni e spesso si basano sulla percezione di non riuscire a soddisfare le proprie aspettative.

Inoltre, il dolore accompagna di solito qualsiasi perdita significativa, inclusa quella di un rapporto o di un ruolo, ed è evidente sotto forma di confusione e difficoltà nell’affrontare o adattarsi alla situazione.

  1. Alimentazione e nutrizione

I cambiamenti richiesti o raccomandati nella dieta sono una fonte spesso trascurata di tensione e conflitto che influisce sia sul paziente che sui caregiver. 

Questi cambiamenti possono aumentare ulteriormente lo stress e l’isolamento.

Ridurre il burnout del caregiver

La gestione del burnout tra i caregiver è un aspetto cruciale per garantire il benessere di coloro che si prendono cura di persone affette da gravi malattie. 

Numerose ricerche si sono concentrate su strategie per mitigare il burnout caregiver, e uno studio significativo ha contribuito a illuminare alcune delle vie più promettenti.

In uno studio condotto da Ybema e collaboratori, sono state esplorate diverse strategie per affrontare il burnout tra il personale oncologico, concentrandosi sul potenziamento delle risorse personali attraverso: 

  • la formazione sulle abilità comunicative;
  • il supporto emotivo;
  • la gestione dello stress. 

La formazione sulle abilità comunicative per medici ed infermieri, in particolare per quanto riguarda l’annuncio di cattive notizie, le transizioni nel trattamento e l’assistenza in fase terminale, ha dimostrato di avere un impatto positivo. 

Questi programmi non solo migliorano la comunicazione tra i professionisti sanitari e i pazienti, ma tendono anche a rafforzare la fiducia e le attitudini del personale verso la cura completa. 

Anche se queste iniziative possono avere un impatto indiretto positivo sui caregiver, è altrettanto essenziale sviluppare strategie specifiche per sostenere i caregiver familiari

Questi ultimi possono beneficiare di.

  • programmi di supporto psicologico;
  • terapie di gruppo;
  • servizi di consulenza. 

Mentre molte delle strategie proposte richiedono un impegno considerevole da parte delle organizzazioni sanitarie e dei servizi sociali, investire nella salute mentale e nel benessere dei caregiver può comportare una migliore qualità delle cure e un miglioramento della loro qualità di vita.

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Fonti

  • Gérain, P., & Zech, E. (2019). Informal caregiver burnout? Development of a theoretical framework to understand the impact of caregiving. Frontiers in psychology, 10, 466359.
  • Ybema, J. F., Kuijer, R. G., Hagedoorn, M., & Buunk, B. P. (2002). Caregiver burnout among intimate partners of patients with a severe illness: An equity perspective. Personal Relationships, 9(1), 73-88.
  • Kasuya, R. T., Polgar-Bailey, P., & Takeuchi, R. (2000). Caregiver burden and burnout: A guide for primary care physicians. Postgraduate medicine108(7), 119-123.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.