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Affrontare il burnout tra gli infermieri: cause, impatto e strategie efficaci

Il fenomeno del burnout tra gli infermieri è solo un aspetto di una questione più ampia legata al burnout tra i caregiver.

Il ruolo degli infermieri è fondamentale all’interno dell’ambiente ospedaliero e delle strutture sanitarie, ma questa professione è spesso associata a livelli significativi di stress e pressione emotiva

A fornire la fotografia di medici e infermieri “sull’orlo di una crisi di nervi” è la survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di oltre 2000 professionisti sanitari. 

In totale a dichiararsi in “burnout” è il 49,6% del campione ma la percentuale sale al 52% quando si parla di medici, per ridiscendere al 45% nel caso degli infermieri. E in entrambi i casi l’incidenza è più del doppio tra le donne, dove permane la difficoltà di coniugare il tempo di lavoro con quello assorbito dai figli e la famiglia in genere. 

Ad influire sullo stato di stress cronico è anche il fattore età, visto che sotto i trent’anni la percentuale di chi è in burnout cala al 30,5%.

Se ti interessa l’argomento, continua a leggere. 

Burnout tra gli infermieri

Il burnout, spesso concepito come una sindrome multidimensionale con esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale, ha ricevuto particolare attenzione negli infermieri, data la natura intensa del loro contatto con i pazienti. 

Tuttavia, il livello di burnout può variare notevolmente tra i gruppi di infermieri, con alcuni studi che mostrano alti livelli di esaurimento emotivo e altri evidenziando una minore depersonalizzazione o una ridotta realizzazione personale. 

Queste variazioni sottolineano l’importanza di esaminare attentamente i gruppi specifici di infermieri per valutare il loro livello di burnout.

Burnout degli infermieri in terapia intensiva

Il burnout è un fenomeno insidioso che continua a rappresentare una sfida significativa tra gli infermieri di terapia intensiva

Questa condizione è caratterizzata da:

  • esaurimento emotivo;
  • depersonalizzazione;
  • cinismo;
  • sensazione di inefficacia sul lavoro. 

Nonostante gli sforzi di ricerca e la crescente consapevolezza del problema, il burnout persiste a essere un problema diffuso tra gli infermieri di terapia intensiva in tutto il mondo. 

Gli operatori sanitari che lavorano in queste unità, costantemente esposti a situazioni ad alto stress, sono particolarmente suscettibili al burnout. 

Mentre esistono diverse descrizioni del burnout, rimane un’area di studio in evoluzione senza una definizione precisa. 

La comprensione e il combattimento del burnout tra gli infermieri di terapia intensiva richiedono un impegno continuo e una ricerca interdisciplinare per affrontare questa sfida complessa.

Fattori associati al burnout tra gli infermieri

Nel tentativo di comprendere meglio il fenomeno del burnout tra gli infermieri, sono stati esaminati diversi fattori associati. 

  1. Età e il numero di anni di esperienza

Età e anni di esperienza sono emersi come variabili significativamente legate al burnout. In particolare, è emerso che gli infermieri più anziani e con maggiore esperienza tendevano a sperimentare livelli più bassi di esaurimento emotivo e depersonalizzazione. 

Si ritiene che l’esperienza acquisita nel corso degli anni possa aiutare gli infermieri a gestire situazioni complesse e stressanti con maggiore fiducia. 

La formazione professionale, sebbene preziosa, potrebbe non sempre essere in grado di preparare adeguatamente i nuovi infermieri a fronteggiare le sfide emotive e relazionali del lavoro quotidiano, spiegando il maggiore esaurimento emotivo e depersonalizzazione tra i lavoratori più giovani.

  1. Impatto caratteristiche del lavoro

L’impatto delle caratteristiche lavorative è emerso come un altro fattore significativo nel burnout degli infermieri. 

In particolare, il numero di ore lavorate a settimana è risultato associato all’esaurimento emotivo e alla depersonalizzazione. 

I dati suggeriscono che lavorare un numero eccessivo di ore può contribuire a livelli più elevati di questi due componenti del burnout

Ricorda: fare gli straordinari non è necessariamente un problema, ma diventa problematico quando i lavoratori si sentono sotto pressione o costretti a farlo. 

Questo suggerisce che il controllo sul proprio orario di lavoro è un fattore chiave nella prevenzione del burnout tra gli infermieri.

Effetti del burnout negli infermieri e pazienti

Il burnout tra gli infermieri ha ripercussioni negative sulla loro salute fisica ed emotiva e contribuisce a un aumento dei costi organizzativi

Questo fenomeno ha anche un impatto negativo su:

  • la soddisfazione dei pazienti;
  • gli esiti clinici;
  • i tassi di mortalità

Uno studio finanziato dalla Robert Wood Johnson Foundation ha rilevato che il tasso di depressione tra gli infermieri era del 18%, il doppio rispetto alla popolazione generale degli Stati Uniti. 

Oltre al personale disagio associato alla depressione, è altamente probabile che gli infermieri ospedalieri affetti da depressione abbiano un effetto avverso sui propri colleghi e sulla qualità dell’assistenza ai pazienti. 

Strategie di coping e burnout tra infermieri

La ricerca ha rivelato che le strategie di coping utilizzate dagli infermieri possono influenzare direttamente i livelli di burnout

Gli infermieri che adottano approcci orientati alla risoluzione dei problemi, alla ricerca di supporto sociale e alla rivalutazione positiva tendono a presentare punteggi di burnout più bassi

Al contrario, coloro che ricorrono a:

  • strategie di evasione;
  • autocontrollo;
  • confronto. 

Mostrano punteggi di burnout più elevati

Questo suggerisce che l’adeguata gestione dello stress e la promozione di strategie di coping efficaci possono contribuire a prevenire o mitigare il burnout tra gli infermieri. 

Tuttavia, è importante sottolineare che tali interventi dovrebbero essere integrati con sforzi organizzativi volti a ridurre le fonti di stress sul luogo di lavoro, garantendo un ambiente di lavoro sano e sostenibile per il personale infermieristico.

Come ridurre stress e burnout negli infermieri

Molte delle patologie correlate allo stress tra gli infermieri possono migliorare con tecniche di riduzione dello stress, come dimostrato in vari studi condotti su diverse popolazioni di pazienti. 

Tecniche di coping per lo stress

Gli infermieri che hanno utilizzato tecniche di coping per lo stress hanno dimostrato di avere meno problemi di salute mentale, come:

  • ansia;
  • depressione;
  • sentimenti di inadeguatezza. 

Il coping con lo stress inevitabile può includere cambiamenti:

  • nelle tecniche di comunicazione;
  • nella scelta di come reagire a una situazione;
  • nella gestione delle aspettative personali e degli atteggiamenti

Tecniche di mindfulness 

La mindfulness si riferisce alla pratica di imparare a concentrare l’attenzione e la consapevolezza dell’esperienza momento per momento, con un atteggiamento di curiosità, apertura e accettazione

Uno studio condotto da Ponte e Koppel ha evidenziato i benefici della mindfulness sull’assistenza ai pazienti, tra cui:

  • miglioramento della comunicazione tra il fornitore e il paziente;
  • potenziamento dell’attenzione e della capacità del clinico nell’individuare condizioni mediche. 

La presenza consapevole potrebbe portare a una diminuzione degli errori diagnostici e di somministrazione dei farmaci

Le organizzazioni sanitarie che implementano interventi per contrastare il burnout, come la mindfulness e la formazione alla resilienza, potrebbero beneficiare di:

  • una maggiore retention dei dipendenti;
  • una riduzione del turnover e dei problemi di performance;
  • un aumento della soddisfazione dei pazienti. 

Training alla gestione dello stress e alla resilienza

La resilienza è la capacità di superare le sfide e di riprendersi più forti e saggi. 

Lo sviluppo della resilienza nelle persone e nelle organizzazioni è considerato dagli esperti come una possibile risposta allo stress associato alle vite e ai luoghi di lavoro contemporanei. 

Lo Stress Management and Resiliency Training (SMART) è un programma strutturato progettato per riallenare il cervello insegnando concetti e abilità che consentono di passare da una mente reattiva, legata al cervello inferiore, a una mente intenzionale, legata al cervello superiore. 

Questo riallineamento avviene attraverso l’attenzione intenzionale verso le esperienze di vita e la reinterpretazione di tali esperienze attraverso i principi della gratitudine, della compassione, dell’accettazione, del significato superiore e del perdono

L’obiettivo del programma è migliorare:

  • la pace interiore;
  • la gioia;
  • la resilienza;
  • l’altruismo. 

Riducendo così lo stress e migliorando il benessere complessivo. 

Lo SMART è stato testato su medici, radiologi, pazienti affetti da cancro al seno e altri gruppi, dimostrando efficacia nell’aumentare la resilienza, il benessere e la consapevolezza, e nel ridurre lo stress e l’ansia.

L’importanza del supporto psicologico 

È fondamentale riconoscere che, in alcuni casi, il burnout tra gli infermieri può raggiungere livelli critici che richiedono un intervento professionale

La gestione dello stress e la resilienza sono strumenti preziosi, ma non sempre sufficienti per affrontare sfide psicologiche complesse. Pertanto, è importante che gli infermieri riconoscano l’importanza di chiedere aiuto psicologico quando necessario. 

Oggi, grazie alle opzioni di terapia online, è possibile accedere a supporto professionale in modo conveniente e flessibile. 

La terapia online offre un canale sicuro per esplorare le sfide psicologiche, imparare nuove strategie per affrontarle e migliorare il benessere complessivo. 

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo coraggioso verso la guarigione e il mantenimento di una salute mentale ottimale. 

Gli infermieri dedicati al benessere dei pazienti meritano lo stesso livello di cura e attenzione per se stessi.

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Fonti

  • Epp, K. (2012). Burnout in critical care nurses: a literature review. Dynamics, 23(4), 25-31.
  • Aryankhesal, A., Mohammadibakhsh, R., Hamidi, Y., Alidoost, S., Behzadifar, M., Sohrabi, R., & Farhadi, Z. (2019). Interventions on reducing burnout in physicians and nurses: A systematic review. Medical journal of the Islamic Republic of Iran, 33, 77.
  • Ceslowitz, S. B. (1989). Burnout and coping strategies among hospital staff nurses. Journal of advanced nursing, 14(7), 553-557.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

reviewer

Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

reviewer

Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.