Burnout tra infermieri: cause, impatto e strategie

Il burnout tra gli infermieri è una condizione di esaurimento emotivo e ridotta realizzazione personale che può influenzare negativamente la salute mentale.

Il fenomeno del burnout tra gli infermieri è solo un aspetto di una questione più ampia legata al burnout tra i caregiver. Il ruolo degli infermieri è fondamentale all’interno dell’ambiente ospedaliero e delle strutture sanitarie, ma questa professione è spesso associata a livelli significativi di stress e pressione emotiva. In questo articolo approfondiremo il tema del burnout negli infermieri, analizzando le cause, gli impatti sulla salute mentale e strategie efficaci per affrontalo.

Burnout: una definizione

Il burnout tra gli infermieri rappresenta una problematica diffusa a livello globale, con impatti negativi sulla sicurezza e sulla qualità dell’assistenza sanitaria, nonché sulla salute stessa degli operatori. Secondo un recente sondaggio condotto su un campione di oltre 2.000 infermieri, il 15,6% ha riferito di essere affetto da burnout. Burnout significa letteralmente “bruciato fuori”, ed è caratterizzato da esaurimento nervoso e emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.

Le professioni d’aiuto sono gravate da una doppia fonte di stress:

  • lo stress personale;
  • lo stress legato alle esigenze della persona assistita.

Questo stress si manifesta come uno stato di stanchezza e sfinimento derivante dal lavoro continuo e stress cronico. Diversi studi confermano che sono necessari programmi di intervento per ridurre il burnout degli infermieri e migliorare la loro qualità di vita.

burnout e stress tra infermieri

Fattori di rischio per burnout tra gli infermieri

Il burnout tra gli infermieri è una realtà spesso sottovalutata ma di estrema importanza. Questa condizione può trasformare il lavoro quotidiano in un’esperienza stressante, portando a sentimenti di apatia, cinismo e distacco dall’ambiente lavorativo. Le fasi del burnout sono diverse, e alcuni dei molteplici fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo del burnout sono:

  • carico di lavoro eccessivo: un basso rapporto infermieri-pazienti può portare a stress cronico e affaticamento fisico e mentale, fino a generare burnout negli infermieri;
  • disagio morale: situazioni stressanti sul posto di lavoro possono influire negativamente sul benessere emotivo degli infermieri;
  • sistema di supporto difettoso: la mancanza di risorse adeguate, scarsa gestione e formazione limitata possono contribuire al senso di frustrazione e scoraggiamento;
  • alta responsabilità: sono spesso responsabili della vita e del benessere dei pazienti, generando un carico emotivo e psicologico significativo che può portare al burnout degli infermieri;
  • esposizione a situazioni traumatiche: l’esposizione a eventi traumatici come incidenti gravi, morte o violenza può causare stress emotivo e psicologico;
  • scarso equilibrio tra vita lavorativa e personale: turni lunghi e irregolari, straordinari obbligatori e carenza di personale possono rendere difficile trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata;
  • mancanza di riconoscimento e gratificazione: essere poco apprezzati e poco riconosciuti per il proprio lavoro può minare la motivazione e aumentare il rischio di burnout negli infermieri.
  • con il loro ruolo multifaceted, devono bilanciare competenze tecniche e relazionali, il che può aumentare ulteriormente la pressione e il rischio di burnout tra gli infermieri.

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L’esposizione prolungata a queste condizioni stressanti può portare a una serie di conseguenze negative per la salute mentale e fisica degli infermieri, tra cui ansia, depressione, esaurimento emotivo e fisico, nonché depersonalizzazione, ovvero la percezione di distacco emotivo nei confronti dei pazienti.

Quali sono le conseguenze di prolungato burnout tra infermieri?

Lo stress cronico associato al burnout tra gli infermieri può avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale. Questo fenomeno è stato associato a diverse conseguenze della salute fisica:

Conseguenza Motivazione
Indebolimento del sistema immunitarioSottoporre il corpo a prolungato stato di stress può portare a un’esaurimento delle risorse del sistema immunitario, compromettendo la sua capacità di combattere efficacemente le malattie.
Indebolimento del sistema cardiovascolare Lo stress cronico può causare un aumento della pressione sanguigna e dei livelli di cortisolo nel sangue. Questo può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni e aumentare il rischio di malattie cardiache e problemi di ipertensione.
Impatto negativo sul sistema neuroendocrinoIl burnout tra gli infermieri può interferire con il funzionamento del sistema nervoso e endocrino, influenzando la produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina. Questo può portare a una serie di sintomi fisici e psicologici, tra cui affaticamento, disturbi del sonno, ansia e depressione.
Impatto negativo sul sistema nervoso centrale Il burnout può avere un impatto negativo sul sistema nervoso centrale, influenzando la funzione cerebrale e il benessere emotivo. Il prolungato stress può danneggiare le cellule nervose e alterare la chimica del cervello, aumentando il rischio di sviluppare disturbi mentali come depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico.

Il burnout tra gli infermieri può avere dunque conseguenze negative sulla salute aumentando il rischio di sviluppare malattie e disturbi. Dal punto di vista della saluta mentale, le conseguenze sono:

Gli infermieri sono esseri umani soggetti a stress e affaticamento come chiunque altro e quindi è essenziale garantire loro un ambiente di lavoro sano e supporto adeguato per prevenire il burnout.

Prevenire e affrontare il burnout tra infermieri

Per prevenire il burnout tra gli infermieri, è cruciale rivolgersi a esperti per affrontare il burnout e attivare un progetto terapeutico che miri a:

  • ridimensionare le aspettative rispetto al lavoro e all’apprezzamento dagli altri;
  • valorizzare gli aspetti positivi del lavoro e evitare di concentrarsi solo sugli aspetti negativi;
  • coltivare interessi fuori del lavoro per mantenere un equilibrio tra vita professionale e personale;
  • lavorare in team per alleggerire lo stress e le difficoltà lavorative;
  • praticare regolarmente attività di rilassamento e gestione dello stress, come la meditazione;
  • promuovere una cultura organizzativa che valorizzi il benessere dei dipendenti e offra supporto psicologico e risorse per il miglioramento del clima lavorativo.

Gli infermieri che adottano approcci orientati alla risoluzione dei problemi, alla ricerca di supporto sociale e alla rivalutazione positiva tendono a presentare livelli di burnout più bassi.   

Il burnout tra gli infermieri può raggiungere livelli critici, richiedendo interventi professionali. La gestione dello stress e la resilienza sono utili, ma spesso non sufficienti. È importante chiedere aiuto psicologico quando necessario.

Grazie alla terapia online, è possibile accedere a supporto professionale in modo conveniente e flessibile. Serenis offre servizi di terapia online sicuri e autorizzati, con il supporto di uno psicologo online qualificato. Chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma un passo coraggioso verso il benessere mentale. Gli infermieri meritano cura e attenzione per se stessi come per i pazienti.

FONTI:

  • Epp, K. (2012). Burnout in critical care nurses: a literature review. Dynamics, 23(4), 25-31.
  • Aryankhesal, A., Mohammadibakhsh, R., Hamidi, Y., Alidoost, S., Behzadifar, M., Sohrabi, R., & Farhadi, Z. (2019). Interventions on reducing burnout in physicians and nurses: A systematic review. Medical journal of the Islamic Republic of Iran, 33, 77.
  • Ceslowitz, S. B. (1989). Burnout and coping strategies among hospital staff nurses. Journal of advanced nursing, 14(7), 553-557.

Ludovica Feliziani

Approccio:
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Descrizione
Anima solare e (quasi) psicologa clinica, sono la blog manager di Serenis. Qui unisco il mondo della psicologia a quello del copywriting. Credo nell'importanza di imparare dagli errori, nella comunicazione aperta e nella condivisione, cuore di tutto ciò che faccio.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.