Hai mai avuto la sensazione di non farcela più? Di non avere le energie per fare nulla?
È una sensazione che può capitare a molte persone, e in alcuni casi si può parlare di esaurimento nervoso.
In realtà, avere un “esaurimento nervoso” di solito dipende da molti fattori (non da una sola persona). In questo articolo ci focalizzeremo proprio su questo argomento, e scopriremo quali possono essere le cause scatenanti parlando prima di cosa sia l’esaurimento nervoso, poi di come e di perché si presenta e di come si può affrontare.
Prima di iniziare, facciamo una precisazione: l’esaurimento nervoso non è una patologia clinica, né un problema psichico vero e proprio, ma una percezione generica di stanchezza, di difficoltà nello svolgere le attività consuetudinarie.
Fatta questa precisazione, possiamo scoprire insieme che cosa sia l’esaurimento nervoso da un punto di vista psicologico.
Indice dall’articolo
Esaurimento nervoso: cos’è?
Da un punto di vista psicologico, l’esaurimento nervoso (chiamato anche “nevrastenia” o “mental breakdown”) viene definito come una condizione del corpo di estrema stanchezza e debolezza, sia mentale che fisica.
Le ragioni alla base possono essere diverse, ma principalmente questo sfinimento psico fisico si manifesta in conseguenza a uno stress che non riusciamo a gestire, quindi il nostro corpo smette di funzionare come vorremmo.
Anche se l’esaurimento nervoso è una condizione acuta (ovvero dura per poco tempo), rende comunque molto difficile lo svolgimento delle attività di vita quotidiana, inficiando talvolta la sfera relazionale, lavorativa e personale.
I sintomi dell’esaurimento nervoso
L’esaurimento nervoso ha dei sintomi che possono essere un campanello d’allarme. Infatti, molti dei sintomi della crisi nervosa sono gli stessi che possono presentarsi nei disturbi dell’umore (come la depressione) e nei disturbi d’ansia.
Possiamo suddividere i sintomi dell’esaurimento nervoso in tre macro categorie:
- sintomi fisici;
- sintomi neurologici;
- sintomi psicologici;
I sintomi fisici dell’esaurimento nervoso
Tra i sintomi fisici dell’esaurimento nervoso troviamo:
- stanchezza anche dopo un minimo sforzo o senza averne fatto alcuno;
- mal di testa più frequenti;
- sfoghi sulla pelle che non si presentano a causa di allergie;
- disturbi gastrointestinali;
- battito del cuore accelerato (tachicardia).
I sintomi neurologici dell’esaurimento nervoso
Questa tipologia di sintomi indica uno stato dell’esaurimento nervoso ancora più avanzato:
- allucinazioni;
- vertigini e giramenti di testa;
- flashback.
I sintomi psicologici dell’esaurimento nervoso
I sintomi legati alla sfera emotiva sono:
- tristezza “senza motivo”;
- non si riescono a provare più le stesse emozioni, neanche per le cose che un tempo davano gioia (apatia);
- senso di scarso interesse verso ciò che solitamente piace (anedonia).
Come capire se ho un esaurimento nervoso: esiste un test?
Avere uno o più di questi sintomi non significa avere un esaurimento nervoso. Per averne la certezza serve sempre una figura esperta come una psicologa psicoterapeuta.
Non esiste un test specifico per l’esaurimento nervoso, proprio perché non è una condizione clinica vera e propria. Attraverso il “racconto” dei sintomi, il professionista ha la possibilità di capire se siamo di fronte a un esaurimento nervoso o ad altro disagio psicologico.
Lo ripetiamo sempre, fare un test fai da te può dare delle indicazioni, ma non è una diagnosi: quella può farla solo una persona con una specializzazione in psicologia, psicoterapia o psichiatria.
Le cause della nevrastenia: perché avviene?
Una condizione come l’esaurimento nervoso non è scatenata da un’unica ragione, un po’ come tutti i disturbi. Spesso infatti, può esserci una causa scatenante – la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso – ma non è mai l’unica. Le cause della nevrastenia infatti sono molteplici.
Alcune delle cause più frequenti, relative alle nevrastenia, sono:
- stress trascurato o gestito male;
- un disturbo depressivo o ansioso già presente;
- una malattia cronica con cui è difficile convivere;
- perdita di una persona cara;
- problemi relazionali (in famiglia, con il/la partner, etc.).
Queste elencate sono solo alcune delle cause.
Quanto dura un esaurimento nervoso?
La durata di un episodio di esaurimento nervoso cambia da persona a persona. Si tratta di una condizione acuta, quindi di solito non può protrarsi per più di qualche mese, ma può rappresentare un campanello d’allarme per l’insorgenza di veri e propri disturbi psicologici, per cui non va trascurata.
Qual è la differenza tra depressione ed esaurimento
Può accadere che l’esaurimento nervoso – se trascurato – possa far insorgere qualcosa di più grave, come ad esempio la depressione. Infatti, la depressione può essere sia causa che conseguenza dell’esaurimento nervoso, ma non sono la stessa cosa.
La nevrastenia è una condizione specifica acuta con le peculiarità descritte in questo articolo. La depressione invece è un disturbo dell’umore che può durare anche per anni e ne esistono di diverse tipologie come la depressione maggiore, la depressione post partum e la distimia.
Anche se alcuni sintomi sono simili, depressione ed esaurimento nervoso sono due condizioni estremamente diverse, che hanno bisogno di trattamenti diversi.
La cura dell’esaurimento nervoso
La nevrastenia può essere superata: il percorso che risulta essere più efficace attualmente è quello della psicoterapia, accompagnato da una terapia farmacologica solo se è indispensabile.
Ogni terapeuta segue un proprio “approccio terapeutico”. Significa che ciascun psicoterapeuta ha ottenuto un tipo di specializzazione con la quale svolge le sue sedute per aiutare il/la paziente a raggiungere degli specifici obiettivi. Vediamone brevemente quattro tra i più conosciuti.
- Cognitivo-comportamentale: si concentra (appunto) sui comportamenti. Prevede protocolli ed esercizi pratici, anche da svolgere a casa, grazie ai quali è possibile iniziare a fare le cose in maniera diversa.
- Psicodinamico: durante le sedute ci si focalizza sull’inconscio, sui sogni e sul passato, attraverso conversazioni molto introspettive, quasi dei “pensieri ad alta voce”, per individuare le forze che influenzano il nostro stato d’animo.
- Sistemico-relazionale: tiene conto di come ci si relaziona, utilizzando diversi strumenti, come il genogramma e le domande circolari, che servono a risolvere i legami disfunzionali e a farci stare meglio come individui.
- Cognitivo-interpersonale: si tratta di un modello integrato, che associa all’approccio cognitivista, centrato sulla persona, la teoria delle relazioni interpersonali. Le relazioni, specie quelle avvenute nei primi anni di vita con le figure significative, rappresentano per questo modello, il fondamento dell’identità e dello sviluppo individuale.
Psicoterapeuta: come scegliere
Non esistono percorsi predefiniti, infatti ogni terapeuta procederà “cucendo” un percorso su misura per quella specifica persona, ricercando le effettive cause che hanno condotto la persona a sviluppare i sintomi e impiegando tecniche come la ristrutturazione cognitiva, l’esposizione graduale, lo sviluppo di un piano di attività strutturato nonché delle tecniche di prevenzione.
Risulta fondamentale mantenere una buona comunicazione paziente-terapeuta: affidarsi, non temere il giudizio, esprimersi con sincerità, sono alla base di una terapia funzionale ed efficace.
Ecco alcuni consigli per scegliere la persona giusta.
- Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze.
- Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, tanta esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo.
- Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?
Farmaci per l’esaurimento nervoso
Dopo aver valutato la sintomatologia, solo se necessaria, potrebbe essere prescritta una terapia farmacologica in base alla situazione del/della paziente.
Generalmente, i farmaci più prescritti in queste situazioni sono quelli che rientrano nelle categorie degli ansiolitici e degli stabilizzanti dell’umore. I farmaci possono essere prescritti solo da un medico.
È importante sottolineare che l’utilizzo di farmaci non è obbligatorio e, soprattutto, possono essere prescritti solo ed esclusivamente da medici, che siano psichiatri o meno, che valuteranno di caso in caso se è opportuna una terapia farmacologica o se non sia necessaria.
Come prevenire un esaurimento nervoso?
La prevenzione è importante, ma non bisogna sentirsi in colpa se una condizione insorge. Per quanto riguarda la nevrastenia, ci sono delle abitudini che possono aiutare a prevenirla:
- una buona comunicazione con le persone con cui ci si relaziona per evitare lo stress. Agire preventivamente parlando di ciò che non va e ciò che per noi è fonte di stress, che sia sul lavoro o nella vita privata, può essere un buon metodo per evitare di arrivare all’esaurimento nervoso vero e proprio;
- chiedere una mano quando se ne sente il bisogno. A volte può essere difficile, ma non c’è davvero nulla di male nel chiedere supporto quando ne senti il bisogno;
- praticare la mindfulness. È un’attività che rientra nella categoria della meditazione, più precisamente è una pratica di rilassamento quotidiana che aiuta a concentrarsi nel qui e ora, aiutando a gestire anche i pensieri che possono alimentare lo stress. Praticando la mindfulness con costanza, possiamo riuscire a creare uno stato di rilassamento maggiore, diminuendo di conseguenza lo stress che si percepisce.
La psicoterapia online di Serenis
In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale.
Questo in particolare parla di esaurimento nervoso.
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