Famiglia ricostituita: che cos’è e come comportarsi

Per famiglia ricostituita, si intende un nucleo familiare composto da una coppia in cui uno o entrambi i membri abbiano vissuto una precedente separazione. Nella famiglia ricostituita entrano spesso in gioco anche dei minori, cioè i figli avuti dalle precedenti relazioni.

Quando un nucleo familiare si ricostituisce, diviene di fondamentale importanza capire come comportarsi, spesso in tensione tra diversi fuochi che possono comprendere: il nuovo partner/la nuova partner/, l’ex partner, un figlio/una figlia, il figlio/figlia del nuovo o della nuova partner.

Per i figli non è sempre facile accettare il nuovo nucleo familiare, tanto più che si trovano a vivere in più luoghi fisici ed emotivi contemporaneamente: per esempio nella vecchia abitazione dei genitori, nell’abitazione della famiglia ricostituita e così via. Anche i membri della coppia ricostituita possono andare incontro a difficoltà, dubbi, emozioni negative e sensi di colpa.

Nell’articolo parleremo di tutti questi elementi, indagando la famiglia ricostituita da un punto di vista emotivo e psicologico, sia nella prospettiva della coppia che in quella dei minori.

Famiglia ricostituita: un sistema complesso

La famiglia ricostituita è un sistema complesso, in cui entrano in gioco più luoghi (sia fisici che emotivi). Questi luoghi entrano in confronto e in relazione; talvolta addirittura in conflitto; poiché portano con sé ideali e credenze diverse, visioni dell’amore diverse, della vita familiare e così via.

Per i membri della coppia, le principali difficoltà sono le seguenti:

  • riuscire ad affrontare una nuova relazione in modo funzionale dopo il fallimento della vita coniugale o di coppia;
  • comprendere e introiettare nuovi ruoli, nuove geografie familiari che possono comprendere anche il figlio/i figli del nuovo partner;
  • metabolizzare la fine della relazione passata, superando tutti quei nodi che potrebbero essere rimasti irrisolti.

Dal punto di vista dei figli, invece:

  • affrontare la sensazione di spaesamento e spesso di rabbia che segue alla rottura del rapporto genitoriale;
  • accettare il nuovo partner/la nuova partner del padre/della madre;
  • riuscire a trovare un equilibrio tra la vecchia abitazione familiare e il nucleo ricostituito.

In tal senso, i genitori hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare i figli ad ambientarsi nel nuovo ambiente.

Possono farlo parlando apertamente con i propri figli, aiutandoli a trovare un equilibrio pur nella metamorfosi e nella trasformazione, chiedendo sostegno al nuovo partner/alla nuova partner e al partner d’origine.

Si tratta quindi di un compito collettivo, che se svolto nel modo corretto può portare la famiglia ricostituita a trovare uno spazio sicuro e privo di sterili conflitti.

I figli degli altri

Recentemente, in Francia è apparso un film dal titolo esplicativo “I figli degli altri”. Anche nelle famiglie ricostituite è necessario sapersi approcciare ai figli del nuovo partner in maniera funzionale.

Se i membri della nuova coppia devono quindi:

  • apprendere a condividere il ruolo genitoriale;
  • fare il possibile affinché i figli mantengano contatti con la famiglia di origine, senza cercare di “tirarli dalla propria parte”;
  • offrire supporto ai figli di entrambi i membri della coppia, se necessario affidandosi a uno specialista o a uno psicologo infantile.

Il genitore acquisito dovrà identificare delle strategie ottimali per poter entrare in contatto con i figli del nuovo partner: capire che è impossibile acquisire un ruolo stabile in appena due giorni; evitare di intromettersi nelle questioni che riguardano privatamente la famiglia del partner; promuovere un dialogo sano e un ambiente emotivamente accogliente.

Famiglia ricostruita: chiedere un supporto

In questa fase di costruzione degli equilibri, si potrebbe essere portati ad assumere atteggiamenti sbagliati e nocivi per il vecchio e per il nuovo nucleo familiare. Tra gli errori più comuni ricordiamo:

  • il tentativo di allontanare i figli dalla famiglia d’origine;
  • reazioni di rabbia davanti ai rifiuti dei figli del nuovo partner;
  • non affrontare il carico emotivo della passata relazione, portandosi dietro nodi conflittuali irrisolti ed emozioni negative.


Diventa fondamentale saper chiedere un supporto: non solo all’interno del nucleo familiare ma anche all’esterno, in uno spazio come lo studio del terapeuta in cui ci si senta in grado di parlare apertamente delle proprie difficoltà.

Supporto familiare o per i minori

In alternativa, è possibile cominciare un percorso terapeutico di tipo familiare, che aiuti a mediare tra le forze in gioco al fine di trovare nuovi compromessi e favorire la costruzione di dinamiche relazionali sane e funzionali.

Se un minore si trova in difficoltà durante questo processo spinoso, consigliamo vivamente di rivolgersi ad uno psicologo infantile o un esperto dell’adolescenza.

Si potrà trattare la rabbia che spesso oscura lo spettro emotivo dei nostri figli e dei figli dei nostri partner, aiutandoli a ritrovare la serenità e ad accettare la rottura del vecchio nucleo familiare.

Non si tratta di eliminare le emozioni negative dei più piccoli, ma aiutarli ad accettare che le rotture, i divorzi, i cambiamenti, fanno parte della vita di ogni giorno e che esiste un modo sano per affrontarli, pur nel dolore e talvolta nello sconforto.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.