Esplorando il significato di queer: oltre il genere binario

Dal fondamento della teoria queer all'evoluzione delle famiglie queer, questi concetti rappresentano una sfida radicale alle norme sociali stabilite, offrendo nuove prospettive sulla diversità e sull'inclusività. La teoria queer, con il suo approccio critico alle questioni di genere e sessualità, mette in discussione le categorie binarie e statiche, invitando a una riflessione più ampia sull'identità e sulle relazioni umane.

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Oggi nel discorso pubblico capita di incontrare termini che fino a qualche anno fa rimanevano circoscritti a piccole nicchie specialistiche tra le disforie di genere. È il caso di espressioni come queer, genere non binario (che va oltre l'idea che esistano solo due generi: uomo e donna), coming out: parole e definizioni molto note all'interno della comunità LGBTQIA+, ma relativamente nuove per chi ne sta al di fuori.

In questo articolo cercheremo di chiarire il significato di queer e quello di tutte queste espressioni, nella speranza di dare un piccolo contributo per una società più consapevole e rispettosa delle diversità.

Identità di genere, sesso biologico e orientamento sessuale: facciamo chiarezza

Partiamo dai concetti di identità di genere, sesso biologico e orientamento sessuale, che spesso vengono usati erroneamente come sinonimi.

L’identità di genere si riferisce al modo in cui un individuo si percepisce internamente in termini di genere. Non è legato al corpo o alle caratteristiche fisiche, ma alla percezione personale del proprio genere

La maggior parte delle persone sente di appartenere al genere maschile o a quello femminile, ma c'è anche chi si definisce "non binario": significa che non si riconosce né come femmina né come maschio. Esistono anche altre sfumature: pensiamo ad esempio alle persone genderfluid (la cui identità di genere cambia nel corso del tempo) e agender (che non si riconoscono in nessuna categoria).

Il sesso biologico riguarda le caratteristiche fisiche, anatomiche e fisiologiche che distinguono maschi e femmine. Dal punto di vista anagrafico viene assegnato alla nascita in base alle caratteristiche sessuali visibili (femmina se la bambina ha una vulva, maschio se ha il pene e i testicoli). Biologicamente ci sono anche altri fattori che determinano il sesso, come i cromosomi (XY per i maschi e XX per le femmine), la produzione di certi ormoni e le caratteristiche sessuali secondarie. Alcune persone nascono con caratteristiche sessuali miste: un tempo venivano chiamate "ermafrodite", mentre oggi si usa il termine intersessuali.

Le persone che si riconoscono nel sesso assegnato alla nascita sono dette cisgender. Quelle che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita sono dette transgender.

L’orientamento sessuale dipende invece dalle nostre preferenze sessuali. Le due categorie prevalenti sono l'eterosessualità (attrazione verso individui di sesso opposto) e l'omosessualità (verso individui dello stesso sesso), ma esistono anche persone bisessuali, pansessuali, asessuali e non solo.

Queste tre dimensioni sono indipendenti. Ad esempio, una persona che nasce come maschio (sesso biologico) può identificarsi come femmina (identità di genere) ed essere eterosessuale (orientamento).

Queer: significato

Queer è un termine ombrello che viene usato per descrivere ogni sesso, identità di genere e orientamento sessuale che si discosta dalla norma. In inglese il termine “queer" significa eccentrico, insolito o bizzarro ma nel tempo ha acquisito diversi significati.

Per decenni usato in modo dispregiativo per bollare come "strane" le persone con identità non conformi, negli anni '90 negli Stati Uniti è stato fatto proprio dalla comunità che oggi definiamo LGBTQIA+, in un processo di riappropriazione. All'interno della comunità il termine queer viene solitamente usato da chi non vuole precisare e definire la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale.

LGBTQIA+ è un acronimo che nasce dalla necessità di includere e rappresentare una vasta gamma di identità sessuali e di genere. È formato dalle lettere L (lesbiche), G (gay), B (bisessuali), T (transgender), Q (queer/questioning), I (intersessuali) e A (asessuali), con l'aggiunta del simbolo +, che serve a includere le altre identità sessuali non elencate.

Famiglia queer: cosa significa?

Nel contesto dei cambiamenti sociali e delle nuove dinamiche familiari, si discute sempre più spesso delle famiglie con genitori LGBT (lesbiche, gay, bisessuali o transgender). 

Secondo una ricerca della School of Law Williams Institute (UCLA), pubblicata nel 2013, il 37% degli adulti statunitensi che si identificavano come LGBT avrà nel corso della vita un'esperienza di genitorialità, coinvolgendo circa 2 milioni di minori.

A livello terminologico, con "famiglia queer" è possibile intendere famiglie con genitori dello stesso sesso, famiglie che sfidano i ruoli di genere tradizionali e famiglie che si autoidentificano in modi non conformi alle aspettative sociali.

Le famiglie queer rappresentano una sfida significativa alle convenzioni e alle norme tradizionali associate alla famiglia. Ma va precisato che molti studi hanno dimostrato che i bambini cresciuti in famiglie con genitori dello stesso sesso hanno gli stessi risultati in termini di benessere delle famiglie eterosessuali.

Michela Murgia e il concetto di famiglia queer 

Il concetto di famiglia ha subito notevoli evoluzioni nel corso degli anni. La famiglia tradizionale, basata sul modello di padre, madre e figli, non rappresenta più l'unica forma possibile. In questo panorama di nuove definizioni e strutture familiari, il termine "famiglia" ha acquisito significati diversificati, riflettendo la complessità delle relazioni umane.

In Italia la scrittrice Michela Murgia ha contribuito in modo significativo a ridefinire il concetto stesso di famiglia. Introducendo il termine "famiglia queer", Murgia ha proposto un nuovo modo di interpretare e vivere le dinamiche familiari. Con questa espressione ha voluto sottolineare come la famiglia possa essere concepita come una rete di relazioni fondate sull'amore, sulla cura reciproca e sulla consapevolezza delle scelte, anziché su legami biologici o aspettative sociali.

La visione di Murgia ha veicolato il concetto che la famiglia non sia statica o predefinita, ma fluida e in costante mutamento. La "famiglia queer" non si definisce per genere, orientamento sessuale o legami di sangue, ma piuttosto per legami affettivi autentici e consapevoli.

Avere "relazioni queer" infatti significa mantenere rapporti in cui il genere e l'orientamento sessuale non contano, in cui i legami vengono stretti al di là di regole e norme imposte dalla società.

Il messaggio dietro questa definizione è che l'amore non conosce confini, e che la famiglia può assumere la forma che scegliamo di darle: Murgia ha sfidato con forza i concetti tradizionali, spingendo le persone a guardare oltre gli stereotipi e le aspettative sociali.

La teoria queer

La teoria queer, basata sulle riflessioni di filosofi del ‘900 come Foucault, Derrida e Kristeva, è stata coniata da Teresa De Lauretis durante una conferenza nel 1990 all'Università di Santa Cruz. È una teoria che sfida l'eteronormatività, sostenendo che l'identificazione come uomo, donna, omosessuale o eterosessuale sia una costruzione sociale.

De Lauretis inizialmente vide nella teoria queer un mezzo per fornire un quadro teorico agli studi di genere, ma in seguito si distaccò da essa, criticandone la trasformazione in una moda accademica svuotata del suo significato originario. Nonostante le perplessità di De Lauretis, la teoria queer ha guadagnato spazio e attenzioni. È un approccio che distingue tra essenzialismo e costruzionismo per sottolineare che l'orientamento sessuale non è intrinsecamente fisso, ma un prodotto delle relazioni sociali in costante evoluzione.

Queer as folk: la serie TV

"Queer as folk" ha svolto un ruolo importante nel plasmare la percezione pubblica del termine "queer", quantomeno in alcuni contesti. Lanciata nel 1999 nel Regno Unito, la serie creata da Russell T Davies è stata apprezzata per la rappresentazione audace e realistica delle vite degli uomini gay a Manchester

Il successo ha portato alla produzione di un adattamento statunitense, lanciato nel 2000 su Showtime, che ha contribuito significativamente a rendere il termine "queer" più visibile e accettato negli Stati Uniti. Attraverso le storie dei suoi personaggi, la serie ha offerto uno sguardo approfondito sulla complessità delle vite queer, smantellando stereotipi limitanti e dimostrando la diversità, le sfide e le gioie quotidiane all'interno della comunità. 

Ha anche giocato un ruolo importante nel favorire il dialogo pubblico sulle questioni legate all'amore e alla sessualità, aprendo la strada a ulteriori rappresentazioni positive e a conversazioni importanti sulla diversità e l'uguaglianza.

Affrontare l'incongrienza di genere con la psicoterapia

Essere transgender non significa avere un disturbo, e tantomeno una malattia. Ma ci sono persone che vivono con grande malessere la discrepanza tra la propria identità di genere e il proprio sesso biologico: in psicologia, questa condizione si chiama incongruenza di genere (o disforia).

Se hai ritrovato un po' di te in queste righe, devi sapere che un percorso di psicoterapia può aiutarti a gestire meglio quello che senti. Il nostro centro medico autorizzato è formato anche da psicoterapeuti e psicoterapeute che hanno grande esperienza nelle tematiche sessuali e di genere.

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Fonti

  • Koenig, A. L. (2019). Glossary of terms. Creative arts therapies and the LGBTQ community: Theory and practice, 255-268.
  • Fish, J. N., & Russell, S. T. (2018). Queering methodologies to understand queer families. Family Relations, 67(1), 12-25.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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