Ti è mai capitato di avere difficoltà a respirare in un momento d’ansia?
Non è strano rispondere di sì, tutt’altro. L’ansia è una reazione fisiologica del tutto normale, ma a volte, quando è eccessiva, può giocare a nostro sfavore interferendo nella nostra vita più di quanto dovrebbe.
La sensazione di difficoltà nel respirare è uno dei tanti sintomi che caratterizzano i disturbi d’ansia.
In questo articolo parleremo della “dispnea ansiosa”, che riguarda proprio il respiro. Vediamola assieme.
Indice dall’articolo
Cos’è la dispnea ansiosa?
La dispnea ansiosa è la sensazione di mancanza d’aria o “fame d’aria” che si può avvertire in un momento di estrema ansia o durante un attacco di panico, la quale, a differenza della dispnea o asfissia classica, non prevede una reale ostruzione delle vie aeree o una causa organica, ma una sensazione che fa percepire l’impossibilità del passaggio normale dell’aria.
Fiato corto e ansia: le cause della dispnea da ansia
Le cause della dispnea da ansia non sono di tipo fisico, ma psicologico: per capirlo potrebbero essere necessari diversi esami medici, al fine di escludere che il fiato corto derivi da patologie organiche.
Effettuati gli accertamenti dal medico, se la causa è psicologica, è importante non sottovalutarla e trattarla al pari di una causa fisica. Questo potrebbe comportare l’assunzione di farmaci oppure l’inizio di un percorso psicoterapeutico, ma approfondiremo meglio questa parte poco più giù.
Quanto dura la dispnea da ansia?
La dispnea da ansia non ha una durata precisa, nel senso che potrebbe manifestarsi nel momento in cui è presente uno stato ansioso: se stiamo vivendo un periodo particolarmente stressante, per esempio, potremmo avvertire la dispnea molto spesso, anche in attività per nulla faticose.
Come riconoscere la dispnea da ansia?
La dispnea d’ansia si caratterizza per la sensazioni di fiato corto non solo durante l’esercizio fisico o uno sforzo, che normalmente possono causare mancanza d’aria per pochi secondi, ma durante attività che non richiederebbero particolare fatica, come camminare, salire un gradino o semplicemente da fermi.
Per riconoscerla, bisogna escludere le cause di natura organica.
Inoltre, ciò che si avverte quando si ha questo tipo di dispnea non è un’ostruzione a livello della gola, ma una vera e propria “fame d’aria”.
Prima di parlarti di come affrontare la dispnea ansiosa però, vogliamo dirti un sintomo dell’ansia che spesso passa inosservato, ma che potrebbe essere un campanello d’allarme.
Dispnea ansiosa e sbadigli
Esiste un sintomo dell’ansia – quindi anche della dispnea ansiosa – che potrebbe essere trascurato, perché è così lieve che è difficile darci peso.
Si tratta degli sbadigli: in genere, sbadigliare è un segno di rilassamento. Ma una persona ansiosa che sbadiglia continuamente, probabilmente lo fa proprio a causa dell’ansia.
Come superare la dispnea ansiosa
Ci sono diversi modi per approcciarsi a questo problema, tra cui la terapia farmacologica e la psicoterapia. Sconsigliamo invece di cercare dei rimedi naturali e veloci: non funzionano, ma esistono delle pratiche non invasive come la mindfulness, la quale aiuta a concentrarsi sul qui e ora, andando a migliorare lo stato ansioso della persona, di conseguenza si allevia anche la dispnea.
Se invece la dispnea ansiosa è persistente, forse è il caso di trovare strategie più efficaci.
Farmaci per la dispnea ansiosa
Se la dispnea influisce eccessivamente nella vita quotidiana ed è cronicizzata, alcuni medici, dopo un’attenta valutazione, possono decidere di somministrare degli ansiolitici o degli antidepressivi, in base alla situazione specifica.
Come guarire dalla dispnea ansiosa attraverso la psicoterapia
Seppure esistano dei farmaci che possono aiutare, sarebbe efficace indagare sulle cause della dispnea. La psicoterapia può essere utile da questo punto di vista, perché è un percorso che porta all’esplorazione del sé.
Per decidere di intraprendere un percorso di psicoterapia bisogna sapersi muovere tra i vari orientamenti che esistono. Poco prima ne abbiamo citati alcuni, ma adesso vediamoli un po’ più nello specifico:
- cognitivo-comportamentale: si concentra (appunto) sui comportamenti. Prevede protocolli ed esercizi pratici, anche da svolgere a casa, grazie ai quali è possibile iniziare a fare le cose in maniera diversa;
- psicodinamica: durante le sedute ci si focalizza sull’inconscio, sui sogni e sul passato, attraverso conversazioni molto introspettive, quasi dei “pensieri ad alta voce”, per individuare le forze che influenzano il nostro stato d’animo;
- sistemico-relazionale: tiene conto di come ci si relaziona, utilizzando diversi strumenti, come il genogramma e le domande circolari, che servono a risolvere i legami disfunzionali e a farci stare meglio come individui;
- cognitivo-interpersonale: si basa sull’ipotesi che il funzionamento cognitivo di ogni individuo abbia origine nelle esperienze relazionali significative che ognuno vive a partire dalla propria nascita. Dunque, non si focalizza unicamente sulla sintomatologia presentata, vengono bensì ricostruiti con attenzione la storia di vita e i “pattern” ricorrenti in essa, al fine di portarli sopra la soglia di coscienza, riconoscerli ed eventualmente modificarli.
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In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale.
Questo in particolare parla di dispnea da ansia.
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