Vantaggi e svantaggi di essere figlio unico

I risvolti unici di essere figlio unico: esplora con noi i vantaggi di avere l’attenzione individuale dei genitori e la libertà di scegliere il proprio percorso senza rivali fraterni, ma anche gli svantaggi di potenziali sentimenti di solitudine e pressione per soddisfare le aspettative familiari.

Sfatiamo i miti sul figlio unico


Essere figlio unico oggi è una condizione molto più frequente che in passato. Secondo i dati Eurostat in Europa in media il 47% delle famiglie ha un solo figlio mentre in Italia questo tasso aumenta fino a toccare il 52%. Ciò significa che la questione relativa allo sviluppo psicologico del figlio unico riguarda almeno una famiglia su due. Gli stereotipi comuni sulle caratteristiche di un figlio unico lo descrivono come più egoista, viziato e solitario rispetto a chi ha fratelli o sorelle. Nel tempo si sono diffusi miti che dipingono il figlio unico come incapace di condivisione e tendenzialmente portato a volerla sempre vinta nel gioco con gli amici o a scuola con i compagni. Ma è proprio così? La psicologia contemporanea ha contribuito a sfatare questi miti attraverso una serie di ricerche che dimostrano che essere figlio unico non sempre equivale ad essere egocentrici o narcisisti. Anzi gli studi affermano che essere figlio unico accresce la fiducia in se stessi, aumenta l’adattabilità e la capacità di socializzazione. Allo stesso tempo è stato anche dimostrato che avere fratelli o sorelle aiuta a sviluppare abilità relative alle dinamiche sociali come ad esempio imparare a gestire il confronto diretto con gli altri, comunicare in modo assertivo e apprendere attraverso l’osservazione.

Gli svantaggi di essere figlio unico


Le conseguenze negative che si possono individuare nell’essere figlio unico vanno dallo sviluppo di alcuni tratti della personalità fino all’insorgenza di veri e propri disturbi psicologici.

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Mancanza di autonomia e indipendenza


Il figlio unico si abitua a ricevere l’aiuto dei genitori in tutto quello che fa. Se i genitori sono eccessivamente premurosi nei suoi confronti il rischio è quello di limitare l’autonomia del bambino durante lo sviluppo. Talvolta i familiari si sostituiscono al figlio nello svolgimento delle varie attività quotidiane e questo non permette di arricchire il bagaglio di competenze e abilità. Da adolescente un figlio unico cresciuto in questo modo potrebbe non possedere la capacità di prendersi cura di se stesso. Anche dal punto di vista dell’indipendenza affettiva ci potrebbero essere delle difficoltà. A volte è doloroso per il genitore di un figlio unico accettare quella inevitabile separazione che lo porterà fuori da casa. I genitori potrebbero impedire inconsciamente l’allontanamento del loro figlio percependolo come un abbandono.

Prolungamento dei genitori


L’assenza di fratelli o sorelle canalizza tutta la componente emotiva dei genitori sul loro unico figlio. Questa pressione eccessiva può con il tempo generare conflitti in famiglia oppure portare i genitori a desiderare che il figlio realizzi tutti le loro aspettative. Ad esempio i genitori potrebbero cercare di raggiungere i propri obiettivi attraverso il bambino piuttosto che offrirgli lo spazio necessario per realizzare se stesso. Quando il figlio unico diventa un prolungamento dei genitori il rischio è che non riesca a stabilire il proprio originale percorso di vita. I genitori che esercitano troppa pressione sul bambino possono anche causare ansia e bassa autostima.

Solitudine


Forse lo svantaggio più evidente dell’essere figlio unico è la sensazione di solitudine. Non avere un fratello con cui giocare o condividere ricordi può generare sofferenza soprattutto nel periodo prescolare. Inoltre questa carenza genera una difficoltà maggiore ad entrare in contatto con gli altri quando arriva l’età in cui si sviluppano le prime relazioni interpersonali. Spesso infatti il figlio unico è abituato a trascorrere più tempo con gli adulti che con i suoi pari e questo può comportare una diminuzione della capacità di comunicazione con i coetanei. Il fatto di stare da soli per molto tempo inoltre può comportare momenti di noia e di frustrazione.

La sindrome del piccolo imperatore


Quando un bambino è figlio unico aumenta il rischio che si sviluppi la cosiddetta “sindrome dell’imperatore”. Si tratta di una situazione in cui i genitori si sottomettono ai desideri del bambino al punto da cedere a qualsiasi sua richiesta. E’ il tipico caso del figlio unico viziato che pretende la soddisfazione immediata dei suoi bisogni indipendentemente dai dati di realtà. In psicologia questa condizione si configura come un vero e proprio disturbo della condotta che comporta azioni oppositive da parte del bambino nei confronti del mondo degli adulti. Il piccolo imperatore è come un tiranno che abusa dei genitori mancando loro di rispetto, insultandoli e trattandoli come schiavi al suo servizio. Crescendo l’adolescente con questo modello di comportamento si aspetterà che anche gli altri rispondano alle sue richieste allo stesso modo di quanto è avvenuto in famiglia. Questi soggetti che si sentono dei privilegiati possono diventare da adulti arroganti e spesso autoritari nel rapporto con gli altri.

I vantaggi di essere figlio unico


Anche se ci sono diversi svantaggi nell’essere figlio unico oggi sappiamo che non sempre questa condizione genera conseguenze negative. In campo psicologico molti studi dimostrano infatti che essere figlio unico può comportare numerosi vantaggi.

Amore indiviso


Il primo tra i grandi vantaggi dell’essere figlio unico riguarda il non dover dividere con altri l’amore dei genitori. Chi ha fratelli o sorelle conosce bene la sensazione di gelosia che nasce quando si percepiscono differenze nel modo in cui i figli vengono trattati dai genitori. Per quanto i genitori si sforzino di elargire le proprie cure allo stesso modo per tutti i loro figli questo bisogno di affetto rimane solo parzialmente soddisfatto. Non è una novità che nelle famiglie numerose spesso i motivi di litigio più frequenti riguardano proprio il modo in cui vengono distribuite le risorse economiche e affettive. Ogni bambino in questo senso desidera essere figlio unico per ricevere un amore indiviso, esclusivo e assoluto da parte dei genitori.

Assenza di confronti


Un aspetto vantaggioso dell’essere figlio unico riguarda sicuramente l’assenza di confronti con fratelli o sorelle. Nelle famiglie con più figli può infatti capitare anche involontariamente di effettuare confronti tra le capacità di uno e quelle di un altro. Talvolta questo confronto può essere costruttivo e fornire un modello di comportamento da seguire, in altri casi invece rappresenta uno standard troppo alto da raggiungere. Immaginiamo quei casi in cui uno dei figli risulti particolarmente brillante a scuola mentre l’altro ha un rendimento scolastico inferiore. Il confronto tra i due può diventare molto doloroso. Quando invece si è l’unico figlio in una famiglia non ci sono standard con cui misurarsi e questo permette di potersi indirizzare verso una strada che non è ancora stata battuta da altri. Insomma l’assenza di confronti permette al figlio unico di non doversi misurare con altri e di poter raggiungere una maggiore autonomia nelle scelte dei propri obiettivi.

Maggiore autostima


Chi è figlio unico si abitua a doversela cavare da solo in numerose circostanze perché non può contare sull’aiuto di fratelli o sorelle. Deve anche trovare il modo di superare la frustrazione della solitudine e imparare a giocare da solo. Questo atteggiamento è molto utile per sviluppare una maggiore creatività e fantasia oltre a portare all’accrescimento di un maggiore senso di auto-efficacia. Si genera un circolo virtuoso per cui il figlio unico viene spesso elogiato dai genitori per le sue capacità e di conseguenza mantiene un’opinione positiva di se stesso. Tutti questi elementi sono alla base dello sviluppo dell’autostima e le ricerche in psicologia dimostrano che in media il figlio unico ha un livello di autostima leggermente superiore rispetto ai figli che hanno fratelli o sorelle. Il motivo è semplice e riguarda il bisogno di ricevere apprezzamento dai genitori. Non avendo altri pari con cui mettersi a confronto il figlio unico stabilisce alti standard con se stesso e fa di tutto per raggiungerli.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.