Quando passano mesi senza fare l’amore: il calo del desiderio sessuale

Approfondisci il tema del calo del desiderio sessuale e i suoi effetti quando passano mesi senza intimità. Esplora le cause sottostanti e le possibili soluzioni per riacquistare l’interesse e la soddisfazione sessuale
calo del desiderio sessuale

Ti è mai capitato di notare che il tuo desiderio di fare l’amore è particolarmente silente? Di non aver fantasie erotiche e magari anche di respingere il partner per mancanza di eccitazione o perché semplicemente non ne hai voglia? A tutti può capitare una situazione simile in un certo momento della vita, addirittura a volte passano settimane o mesi senza fare l’amore, ma ci sono delle circostanze in cui il fenomeno richiede indagini più approfondite perché potrebbe trattarsi di un disturbo relativo alla sfera sessuale.

Se in questo momento la tua risposta ad almeno una delle domande iniziali è sì, continua a leggere e scoprirai se soffri di un disturbo del desiderio sessuale.

Che cosa sono i disturbi del desiderio sessuale?

La prima cosa da evitare è preoccuparti: il desiderio sessuale non è qualcosa di puramente meccanico che si accende o spegne premendo un bottone, è un fenomeno complesso che può dipendere da molti fattori. Alcuni possono favorirlo, altri possono disturbarlo. In tanti casi, infatti, il calo della libido è transitorio.

A volte, però, il problema può essere così persistente da costituire un vero e proprio disturbo mentale, al punto che il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) parla di due diagnosi possibili: disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile e disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile.

Nonostante la distinzione in base al genere per parlare dell’uno o dell’altro, i segni che ti possono permettere di riconoscerlo sono molto simili e, soprattutto, noterai una diminuzione di interesse per i rapporti intimi, che potrà essere accompagnata da una riluttanza che dura anche mesi senza fare l’amore.

Oltre alla qualità dei sintomi, a essere fonte di disagio è la loro intensità, che può essere tale da avere degli effetti negativi sulla coppia.

Infatti questi disturbi non dipendono da una mancanza di intesa o da un problema con il partner: a livello affettivo, probabilmente tutto procede normalmente, ma ciò non esclude che le complicazioni possano presentarsi come conseguenza.

Che cosa succede quando cala il desiderio sessuale

Quindi, come puoi riconoscere la presenza di un disturbo? Il DSM ci dà una grossa mano descrivendo i sintomi che noterai se davvero soffri di un disturbo del desiderio sessuale.

Se sei una donna, e quindi pensi di soffrire di disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile, il disagio può esprimersi in vari modi e non necessariamente ci sono tutti i sintomi. In ogni caso, oltre al ridotto o assente interesse, potrebbero essere scarse anche le fantasie, un ambito in cui è normale essere disinibiti e in cui, al contrario, a volte è la rigidità a essere una campanello di allarme.

Un altro aspetto da osservare è il comportamento: in caso di disturbo non solo si prende meno spesso l’iniziativa, ma anche le risposte eccitatorie agli stimoli erotici sono scarse o inesistenti. Il corpo sembra non reagire e il contesto può essere del tutto indifferente perché la dinamica si ripete in tutte o quasi tutte le situazioni di intimità, ovvero almeno 3 volte su 4.

Allo stesso modo, durante il rapporto molto probabilmente non provi piacere. Questo dato può essere sensibile a un cambiamento di contesto oppure essere generalizzato.

Nel caso di disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile, invece, l’assenza o significativa riduzione di fantasie sessuali rappresenta un sintomo fondamentale per fare diagnosi e deve essere sempre presente, anche se naturalmente bisogna tenere conto di età, contesto di vita e contesto sociale (ad esempio, può incidere molto una forte fede religiosa).

Ma per gli uomini non è sufficiente constatare di avere un desiderio sessuale inferiore a quello del partner: il caso deve arrivare all’attenzione di un esperto, che potrà stabilirne la gravità.

Mesi senza fare l’amore: quanto durano i disturbi del desiderio sessuale?

Che si tratti del primo o del secondo tipo di disagio, quindi indipendentemente dal fatto che tu sia una donna o un uomo, per parlare di disturbo deve essere rispettato anche un criterio temporale: deve durare da almeno sei mesi.

Ciò non significa che in tutti i casi passano mesi senza fare l’amore, ma la discriminante è che non ce n’è il desiderio. I rapporti, infatti, possono esserci, ma non sono quasi mai soddisfacenti. L’evitamento della ricerca dell’intimità, piuttosto, è dato proprio dalla frustrazione e dal disagio che questa situazione produce.

Ma ci sono anche dei casi in cui il problema si protrae da sempre, o meglio da quando la persona è diventata sessualmente attiva. Se è così, si parla di disturbo permanente. Invece, quando si riesce a individuare un momento in cui l’energia libidica è cambiata, allora il disturbo è acquisito.

Perché diminuisce il desiderio sessuale e si passano mesi senza fare l’amore

I fattori che possono essere responsabili di un disturbo del desiderio sessuale sono molti, a cominciare dalla presenza di un altro disagio emotivo.

Ad esempio, chi ha subito un lutto, la perdita di una persona cara o ha vissuto un trauma (ad esempio una catastrofe naturale) può ritrarsi in una normale reazione di astenia, al punto da lasciar passare mesi senza fare l’amore. In questi casi, il problema tende a risolversi spontaneamente appena la persona si sente meglio, ma a volte si crea un circolo vizioso che rende difficile uscirne.

Per essere precisi, questa mancanza di desiderio comporta una difficoltà a concedersi il piacere anche quando effettivamente c’è un rapporto intimo. Soprattutto nel caso delle donne, le normali reazioni fisiologiche a livello genitale (come l’aumento della lubrificazione o la dilatazione della vagina) possono non presentarsi.

La diretta conseguenza è un rapporto non soddisfacente che, a sua volta, non fa altro che diminuire ulteriormente le fantasie e la libido per le occasioni future.

Altre volte l’origine del problema può essere di natura completamente diversa e riguardare il rapporto della persona con se stessa, o meglio con il proprio corpo. Chi lo percepisce come brutto, difettuale o come fonte di insicurezza proverà vergogna a mostrarsi al partner, temendo che questi possa avere un giudizio negativo che sarebbe frustrante e umiliante.

Si mettono così in atto dei comportamenti di fuga, in cui si evita ogni situazione di intimità e non si prende mai l’iniziativa, arrivando perfino a rifiutare l’approccio da parte dell’altro.

Infine, il proprio atteggiamento verso il sesso può giocare un ruolo importante. Se sei una persona poco propensa ad accettare e vivere serenamente la tua sessualità, è più probabile che l’inibizione inneschi un calo del desiderio. Lo stesso discorso vale per certi tipi di educazione ricevuta, sia a livello famigliare che culturale. Crescere in un ambiente in cui l’intimità è un argomento tabù, visto come qualcosa di negativo e perverso oppure di peccaminoso, favorisce proprio la difficoltà a lasciarsi andare tanto alle fantasie quanto ai propri desideri.

I rimedi per i disturbi del desiderio sessuale

I disturbi del desiderio sessuale sono molto frustranti per chi ne soffre, ma possono creare sofferenza anche al partner, che si metterà in discussione e potrebbe avere dubbi sulla funzionalità della relazione e sui sentimenti che la tengono in vita.

Le tensioni di coppia che si possono creare non sono indifferenti: il disturbo, come abbiamo visto, può durare molto, e la situazione può sfuggire di mano fino a causare una rottura. Per questo è fondamentale chiedere aiuto a un professionista quanto prima, così da trovare una soluzione prima che la situazione diventi irrecuperabile.

L’ideale sarebbe rivolgersi a un sessuologo o a una sessuologa: si tratta di psicologi che hanno una specializzazione proprio in questo ambito e potranno guidarti sulla strada giusta anche grazie a compiti esperienziali e tecniche specifiche.

Nel caso in cui la natura del problema sia un’insicurezza emotiva individuale, anche uno psicoterapeuta può aiutarti: con lui o lei intraprenderai un percorso che ti porterà a superare le tue paure e riprendere il controllo della tua storia d’amore e del tuo corpo. Infine, a volte la scelta giusta è una terapia di coppia, che sensibilizzerà entrambi i partner sul problema e i modi per affrontare gli effetti collaterali che si sono prodotti e hanno incrinato la relazione.

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Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.