Psicogenealogia: la sindrome degli antenati

La psicologa Anne Ancelin Schutzenberger definisce la sindrome degli antenati una condizione psicologica per la quale le difficoltà psicologiche attuali derivano dal passato dei propri antenati. Secondo questa teoria i traumi fisici o psichici degli antenati vanno rintracciati e risolti per evitare che possano continuare a creare problemi ai discendenti;

Il lavoro terapeutico per superare la sindrome degli antenati consiste nel trovare il modo di interrompere la trasmissione di questa eredità psicologica negativa per liberare la persona che soffre ed evitare che ricada sugli altri discendenti.

Cerchiamo di spiegare meglio questa importante condizione psicologica andando a vedere cos’è la sindrome degli antenati, come riconoscerla, perchè si sviluppa, a quale teoria psicologica si riferisce e come si può superare.

La psicogenealogia: perchè il nostro albero genealogico è così importante?

Fin da bambini i genitori ci insegnano a riconoscere i membri della nostra famiglia vicini e lontani. Anche a scuola spesso le maestre aiutano i bimbi a ricostruire il proprio albero genealogico per aiutarli ad inserire la loro esistenza all’interno di un disegno più grande che li comprende.

Cogliere le appartenenze familiari è infatti un aspetto determinante nel processo di individuazione personale. Crescendo possono nascere ulteriori curiosità circa le proprie origini che possono essere soddisfatte attraverso i racconti di genitori, zii e soprattutto nonni i quali custodiscono il tesoro delle radici familiari.

L’albero genealogico però non è solamente una rappresentazione grafica dei legami familiari ma rappresenta anche il complesso intreccio di storie e di vicende personali che sono state vissute nell’arco di un tempo molto più lungo dell’esistenza di un singolo.

Per tutti questi motivi anche la psicologia ha cominciato ad interessarsi in modo sempre maggiore all’importanza che assumono i rapporti con i nostri antenati nello sviluppo della nostra personalità attuale.

A partire da queste considerazioni la psicologa Anne Ancelin Schutzenberger ha creato una disciplina chiamata psicogenealogia, un ramo specifico della psicologia applicata allo studio della genealogia umana.

In altri termini, la psicogenealogia collega la genealogia con la psicologia. Utilizza la conoscenza genealogica che abbiamo sulla nostra famiglia per comprendere meglio cosa sta succedendo nella nostra vita.

Da dove nasce la sindrome degli antenati?

La teoria della psicogenealogia si basa sulle osservazioni cliniche condotte dalla psicologa Schutzenberger e trova le sue basi nel concetto di inconscio collettivo elaborato da Carl Gustav Jung. Inoltre ci sono molti riferimenti alle concezioni di Jacob Levi Moreno e alla sua teoria dello psicodramma.

L’idea è quella di cercare nelle esperienze dei nostri antenati le origini dei nostri disturbi psicologici o malattie fisiche. Questa condizione chiamata sindrome degli antenati si basa sul fatto che ogni membro della famiglia conserva inconsciamente nella memoria un resoconto soggettivo di ciò che ha dato e ricevuto nel passato e nel presente e di ciò che darà e riceverà in futuro.

Ad esempio una persona che è stata più viziata dei suoi fratelli o che si è macchiata di un crimine può portare con sé un debito inconscio e trasmetterlo ai suoi discendenti per diverse generazioni future.

I segreti familiari e la sindrome degli antenati

Un altro concetto che si collega alla sindrome degli antenati riguarda i segreti familiari di cui parla lo psicoanalista francese Serge Tisseron.

Secondo questa teoria nella storia di ogni famiglia si verificano forme di occultamento intenzionale di porzioni di storie o di verità considerate indicibili o scandalose che riguardano uno o più membri della famiglia.

Omicidi, suicidi, figli illegittimi o malattie mentali possono colpire molte famiglie nel corso delle generazioni ma spesso si preferisce non parlarne. Questi segreti possono diventare veri e propri fantasmi che rimangono rinchiusi in una cripta dell’inconscio familiare ma che possono emergere influenzando il comportamento delle persone.

Un individuo quindi potrebbe agire irrazionalmente in determinate situazioni ma non riuscire a capire il motivo di questi comportamenti.

I fantasmi sono quindi una formazione dell’inconscio che può nascere da un segreto innominabile di un nonno o di un ascendente ed essere trasmessa inconsciamente attraverso le generazioni.

Cosa fa uno psicogenealogista?

Lo psicogenealogista disegna uno specifico tipo di albero genealogico chiamato genosociogramma che mostra i legami tra i membri della famiglia mettendo in evidenza gli eventi importanti che possono causare problemi psicologici.

Analizzando questo albero con sufficiente chiarezza e adottando un approccio sistemico è possibile individuare quelle ripetizioni di condizioni psicologiche problematiche che si sono tramandate di generazione in generazione.

In breve si considera che un evento traumatico passato riguardante un antenato possa influenzare il comportamento dei membri attuali della famiglia.

Il compito dello psicogenealogista è rendere esplicito questo collegamento e favorirne il riconoscimento da parte del paziente.

La costruzione del genosociogramma

Per riuscire a rintracciare le caratteristiche degli antenati lo psicogenealogista utilizza uno strumento noto come genosociogramma.

Si tratta di un albero genealogico che comprende i legami con i familiari fino a 5 generazioni ma che viene ricostruito su base soggettiva. Infatti le informazioni che occorrono per la sua realizzazione derivano dalla memoria del paziente il quale a sua volta può compiere un’indagine intervistando i propri familiari viventi.

Queste informazioni sono completate dagli eventi importanti della vita come ad esempio le professioni svolte dagli avi o i diversi luoghi di residenza ed arricchite da dettagli relativi alle date più significative come nascite, matrimoni e morti degli antenati.

La psicologa Schutzenberger ha individuato in diverse occasioni la presenza di ripetizioni di traumi nelle persone affette da cancro le quali ad esempio ricevono la diagnosi nel giorno dell’anniversario della morte di un nonno.

Ciò potrebbe anche spiegare perché alcune persone si sentono depresse in determinati momenti della loro vita senza aver alcun ricordo cosciente degli eventi traumatici vissuti dai loro antenati.

La terapia transgenerazionale

Dopo aver individuato le caratteristiche salienti e gli eventi più significativi e potenzialmente traumatici delle storie di vita degli avi che si ripresentano nella vita attuale del paziente, Anne Ancelin Schutzenberger presenta la sua soluzione.

Si tratta della terapia transgenerazionale che ha l’obiettivo di liberare il paziente dalla sindrome degli antenati grazie all’aiuto dello psicoterapeuta specializzato in psicogenealogia.

Il punto di partenza è l’esistenza di un inconscio genealogico al quale ogni membro di una famiglia è collegato e che contiene la memoria di tutto ciò che è accaduto nel passato. Nel corso della terapia vengono portate alla coscienza emozioni, eventi o pensieri che appartengono alla trama familiare e che trovano le loro radici nel passato degli antenati.

Ad esempio si indagano i modelli di coppia esistenti nella mappa familiare, i modi di affrontare i conflitti, l’interpretazione dei ruoli genitoriali nelle diverse generazioni e soprattutto la presenza di comportamenti patologici sul piano psicologico.

La terapia transgenerazionale aiuta il paziente ad avere una visione molto più ampia rispetto ad una singola esperienza di vita e può imparare a riconoscere molti dei suoi sintomi come la ripetizione di modelli disfunzionali che ha ereditato geneticamente.

Nella maggior parte dei casi si tratta di rendere consci quegli antichi meccanismi patologici di cui il soggetto non ha alcuna consapevolezza in modo da potersene liberare. La sindrome degli antenati dunque si risolve attraverso la terapia transgenerazionale che serve ad interrompere un circolo vizioso che si ripete da generazioni.

Quando si sviluppa la consapevolezza che i comportamenti disadattivi non sono altro che una replica di altre modalità avvenute nel corso delle generazioni precedenti i sintomi non hanno più motivo di esistere. Il risultato sarà quello di liberare se stessi ma anche i propri discendenti dalla sindrome degli antenati.

Come afferma il poeta statunitense William Faulkner “Il passato non è mai morto” e possiamo ben comprendere questa persistenza del passato mentre ci immergiamo nel nostro viaggio psicogenealogico.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.