Giornata mondiale della prematurità: cosa significa nascere “prematuro”?

La Giornata Mondiale della Prematurità mira a sensibilizzare sull’importanza della salute neonatale e a sostenere i bambini prematuri e le loro famiglie.

Il 17 novembre, in più di 60 paesi, si celebra il World Prematurity Day (“Giornata mondiale della prematurità”): la manifestazione che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati. In linea generale, è considerato “prematuro” un bimbo che nasce prima delle 37 settimane di gestazione. Ma è necessario fare dei distinguo, perché esiste un’ulteriore classificazione:

tardo termine: da 34 a 36 settimane e 6 giorni;
moderatamente pretermine: da 32 a 33 settimane e 6 giorni;
molto pretermine: da 28 a 31 settimane e 6 giorni;
estremamente pretermine: meno di 28 settimane.

L’entità dei problemi e delle difficoltà che si avranno durante la nascita o nel corso di vita variano in base a questa classificazione: maggiore è l’anticipo della nascita, più alto è il grado di immaturità funzionale e quindi il rischio di avere delle disfunzioni o di essere affetti da patologie.

I bambini prematuri richiedono assistenza e cure dedicate nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN), con personale medico e infermieristico altamente specializzato e attrezzature moderne. Sono considerati sia “fragili” che “guerrieri”, perché al momento della nascita non hanno ancora maturato del tutto gli organi e gli apparati, e non sono ancora pronti alla vita fuori dal grembo materno. Si stima che circa il 10% delle gravidanze termini prima del tempo.

L’esperienza dell’ospedale e della TIN

All’interno dei TIN, la famiglia ha un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo del bambino. La crescita e l’evoluzione del neonato pretermine possono dunque essere migliorate fornendo alle famiglie una cura di supporto personalizzata.

I genitori hanno bisogno di riappropriarsi del bambino partecipando attivamente e fin dalla nascita al suo accudimento. La coppia genitori-bambino è inscindibile: un coinvolgimento precoce e continuativo può agevolare l’instaurarsi di una buona relazione. Le esperienze sensoriali sono essenziali per la maturazione del sistema nervoso centrale e per la relazione madre/bambino.

La prematurità tocca argomenti di natura scientifica, medica, esistenziale e psicologica; anche se ogni esperienza è unica, in genere i genitori si trovano fin dal primo momento a vivere angoscia e preoccupazione. All’inizio il neonato pretermine è impegnato a stabilizzare le sue funzioni fisiologiche, e quindi può avere difficoltà a esprimere con chiarezza i propri bisogni. Questa condizione rende difficoltosa la comprensione delle sue esigenze e l’instaurarsi del naturale processo di attaccamento.

Per questo è importante che il personale sanitario favorisca il contatto e il coinvolgimento precoce dei genitori nelle cure. Un processo che dovrebbe poi essere esteso all’intera famiglia. A differenza di quanto si pensava in passato, i neonati prematuri sono in grado di percepire il dolore: l’esperienza in TIN lascia una traccia, una sorta di ricordo, che non sappiamo quanto sia reversibile. Durante le manovre più dolorose, si cerca dunque di mantenere il piccolo in braccio alla mamma, e se possibile lo si fa attaccare al seno, oppure si somministrano delle soluzioni di glucosio per bocca, o si pratica la musicoterapia.

I vissuti psicologici

L’umanizzazione delle cure non può prescindere dal coinvolgimento dei genitori, fin dai primi momenti e senza limiti di tempo (quindi con possibilità di accesso 24 ore su 24). Lasciare libere le mamme di stare a contatto con il bambino è importante non solo per promuovere l’allattamento al seno, ma anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio.

Il neonato che i genitori si trovano di fronte, piccolo e medicalizzato, ha un aspetto diverso da quello dell’immaginario comune. I neo-genitori spesso sono spaventati o si sentono in colpa. Coinvolgere la mamma e farla sentire prima attrice della cura del suo bambino è un modo per farla sentire importante e per iniziare a costruire il legame affettivo. Anche il contatto è importante: un contatto che avviene inizialmente attraverso l’incubatrice, ma che, non appena le condizioni lo permettono, può diventare “pelle a pelle”, attraverso la marsupio-terapia (Kangaroo Mother Care).

Questa pratica consiste nel mettere il piccolo, nudo, sul seno della mamma o sul petto del papà, a diretto contatto con la pelle. Un gesto semplice che ha molti vantaggi: garantisce la regolazione della temperatura e del respiro, migliora il livello di ossigenazione e ha un’influenza positiva sullo sviluppo neurologico. Inoltre crea un legame intenso sul piano psicologico e favorisce l’allattamento, importante nei neonati pretermine per la prevenzione di numerose patologie.

La nascita pretermine è un evento molto stressante per i genitori, che quasi sempre si trovano impreparati di fronte a una situazione che si ripercuote profondamente sulla loro vita personale, di coppia e lavorativa, con conseguenze emotive anche a lungo termine. In particolare, la nascita prematura di un bimbo provoca elevati livelli di ansia e depressione post partum, anche per periodi prolungati. Per questo è importante la presenza di uno psicoterapeuta: la coppia va “accompagnata” nell’affrontare le problematiche del bambino anche dopo la dimissione dall’ospedale.

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Bibliografia e sitografia

Colombo G., Chiandotto V., Cavicchioli V., Con ragione e sentimento. Le cure neonatali a sostegno dello sviluppo. Raccomandazioni per gli operatori della terapia intensiva neonatale, 2017, Biomedia;

Fiorita M., Come respira una piuma?, 2016, Ensamble;

Morando C., Frezza S., Conti G., Complessità e Specificità Audiologiche nella Prematurità. La “Necessità di un Patto di Cura”, 2019;

Sgobbi B., Musicoterapia e Musica Neonatale: dalla Patologia Ostetrica alla Terapia Intensiva Neonatale al neonato fisiologico, 189-202, 2019; 

Solaz-García Á., Lara-Cantón I., Pinilla-González A., Montejano-Lozoya R., Gimeno-Navarro A., Sánchez-Illana Á., Sáenz-González P. (2022), Impact of Kangaroo Care on Premature Infants’ Oxygenation: Systematic Review. Neonatology, 119(5), 537-546;

Società Italiana di Neonatologia.

Dott.ssa Maria Vallillo

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicoterapeuta ad orientamento Integrato Cognitivo-Sistemico Interpersonale iscritta all'albo degli psicologi della regione Lazio con il n° 25732. Specializzata in Lifespan Developmental Psychology, con expertise in psicodiagnostica, neuropsicologia e perfezionamento in psico-oncologia. Adotto un approccio completo e integrato al benessere del bambino, della persona e della famiglia, basato su moderne teorie neuroscientifiche ed evidence-based.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.