Ipotizziamo che, dopo aver fatto le opportune valutazioni, tu abbia accettato l’idea di farti aiutare da un professionista del benessere mentale e deciso d’intraprendere un percorso di psicoterapia per raggiungere una maggiore consapevolezza di te stesso/a, o per superare dei blocchi che ti impediscono di vivere la tua vita pienamente.
È proprio in quel momento che può nascere una domanda, anzi due: cosa accade davvero durante e dopo il primo colloquio con lo psicoterapeuta.
In questo articolo chiariremo questi dubbi legittimi per settare delle corrette aspettative su queste due fasi delicate della psicoterapia.
Indice dall’articolo
Cosa accade durante il primo colloquio con lo psicoterapeuta?
Partiamo subito col dire che provare un po’ di timore, confusione o addirittura paura la prima volta che si incontra il proprio terapeuta, una persona ancora sconosciuta a cui raccontarsi, è assolutamente normale.
Ma speriamo sarà rincuorante sapere che il clima non sarà affatto giudicante, anzi, sarà di ascolto, e che non è necessario prepararsi per il primo colloquio.
Il terapeuta ti porrà giusto qualche domanda per metterti a tuo agio e, allo stesso tempo, per iniziare una necessaria fase di inquadramento diagnostico, ma sarai tu a dire ciò che senti di voler condividere, le tue problematiche ed eventuali urgenze se lo desideri.
Non c’è quindi alcun copione rigido da seguire: la psicoterapia si basa infatti sul dialogo e sulla relazione tra paziente e terapeuta e, come accade in ogni relazione, bisogna darsi del tempo perché questa si consolidi e vedrai che, seduta dopo seduta, si rafforzerà e l’imbarazzo iniziale sarà soltanto un lontano ricordo.
Setting terapeutico: cos’è?
Terminata questa primissima fase iniziale, si passerà a definire il cosiddetto “setting terapeutico”, in cui si andranno a definire una serie di aspetti pratici degli incontri, quali ad esempio la durata e la frequenza delle sedute e gli obiettivi condivisi tra paziente e professionista.
Su quest’ultimo punto, ovvero la definizione degli obiettivi da raggiungere con la terapia, è opportuno precisare che, in base alla complessità del problema sottoposto al terapeuta, potrebbero essere necessari dai tre ai quattro colloqui.
Cosa accade dopo il primo colloquio?
Abbiamo visto come potrebbe andare il primo colloquio, ma dopo? Come potresti sentirti?
Non c’è un’unica risposta a questa domanda.
Cosa potresti provare dopo il primo colloquio
Potresti sentirti sollevato/a e alleggerito/a per aver finalmente condiviso un problema su cui rimuginavi per tanto tempo.
Oppure, potresti sentirti spossato/a, e persino triste per aver fatto riaffiorare alla mente esperienze negative, spaventose e per cui avevi avvertito o continui ad avvertire un malessere.
I pensieri negativi, nascosti sotto a un “tappeto di rimozione volontaria”, una volta riaffiorati in superficie potrebbero presentarsi ripetutamente, in maniera circolare, e dare forma a una sorta di ruminazione mentale difficile da interrompere.
Sentirsi quindi “male” dopo il primo colloquio, potrebbe farti sorgere nella mente il dubbio che, forse, andare in terapia non è stata poi una mossa così intelligente.
La psicoterapia online di Serenis
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