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Paura degli uccelli: che cos’è l’ornitofobia

L’ornitofobia indica la paura, morbosa e irrazionale, degli uccelli. Chi ne soffre può sperimentare forte ansia e profondo senso di disagio in presenza di volatili. Nei casi più gravi, può sviluppare la paranoia di essere attaccato.

Si stima che il 10% della popolazione mondiale soffra di questa patologia.

I sintomi possono comportare: ansia, palpitazioni, tachicardia, tremori, vampate di calore e di freddo, attacchi di panico.

Le cause dell’ornitofobia sono complesse e variegate. Possono comprendere condizionamento classico, apprendimento osservazionale, componente ereditaria.

Le ipotesi di cura comprendono terapie di breve-medio durata a indirizzo cognitivo-comportamentale o terapia breve-strategica.

Ne parleremo più approfonditamente nel corso dell’articolo.

Ornitofobia: una definizione

Il termine ornitofobia deriva dal greco “ornithos”, uccello, e ”phobos”, paura. Indica dunque la paura irrazionale degli uccelli e dei volatili. Chi ne soffre, non sperimenta una semplice paura, ma un timore morboso e incontrollabile spesso legato a compulsioni e a pensieri ossessivi. 

Al contrario della credenza comune, la paura degli uccelli è abbastanza diffusa nella popolazione mondiale. Non soprende che, uno dei maestri del cinema del secolo scorso, abbia fatto dell’ornitofobia il soggetto per uno dei suoi film più noti.

Ricordiamo che esiste una differenza tra paura e fobia

  • la paura ha una componente razionale ed è legata all’istinto primitivo di sopravvivenza (es. un’aquila cerca di attaccarmi e provo paura);
  • al contrario, la fobia non ha una componente razionale ed è generalmente causata da altre patologie o condizioni che possono spiegare l’insorgere della fobia.

Per dirla in altre parole: la fobia dei volatili non è motivata dai volatili, ma da ragioni profonde che hanno origine nel vissuto dell’individuo.

Fobia e panico: quale il legame?

Le fobie specifiche rientrano nei disturbi d’ansia e, con essi, condividono la sintomatologia. Ecco che, dinanzi agli oggetti stressanti (in questo caso gli uccelli), gli ornitofobici possono sperimentare una serie di sintomi somatici, emotivi e psicologici, tra cui:

  • nausea;
  • sudorazione eccessiva;
  • vampate di calore;
  • senso di irrealtà; 
  • timore di morire
  • attacchi d’ansia;
  • crisi di panico.

I disturbi fobici si accompagnano spesso a questo quadro diagnostico. La motivazione è chiara: quando incontriamo un pericolo, il nostro sistema neurovegetativo si attiva e ci prepariamo alla lotta o alla fuga. Ad esempio, ciò accade quando ci imbattiamo in un pericolo mortale o potenzialmente mortale come un aggressore.

Di qui i sintomi tipici del panico:

  • fiato corto;
  • tachicardia;
  • eccitazione nervosa.

Ora, il fobico non è in grado di distinguere tra un pericolo reale e un pericolo solamente immaginato: ecco che il suo sistema difensivo si attiva anche in risposta a stimoli generalmente considerati neutri (i volatili).

Come si comporta un ornitofobico?

A lungo termine, il soggetto potrebbe mettere in atto strategie di evitamento o meccanismi di difesa disfunzionali atti ad evitare o a meglio gestire l’incontro con lo stimolo stressante. 

L’evitamento, il rimuginio e il controllo sono tra le strategie più comuni.

  • Il soggetto evita l’incontro con lo stimolo (i volatili) per evitare di sperimentare le sensazioni negative che costituiscono la sua risposta standard. 

Alcuni soggetti con disturbi particolarmente gravi, potrebbero allora arrivare ad isolarsi socialmente o evitare tutte le situazioni in cui potrebbero incontrare dei volatili.

  • il soggetto tenta di controllare lo stimolo, per esempio indossando alcuni vestiti (in grado di difenderlo da un potenziale attacco) e così via. 

Il controllo è una forma di compulsione: cioè un rito che il soggetto compie per scongiurare il dolore emotivo causato dal pensiero ossessivo e invadente. 

  • Il rimuginio, infine, consiste nel riflettere compulsivamente sulle evenienze relative al pensiero ossessivo/alla paura. 

Es. “Se esco a quest’ora, e cammino velocemente verso l’autobus, per poi chiudermi all’interno di un bar, non dovrei incontrare volatili. Eppure, qui all’angolo, vedo spesso dei gabbiani”. 

Il rimuginio fornisce un sollievo apparente dal dubbio ossessivo, tranne poi peggiorare radicalmente il quadro clinico del paziente interessato. 

Cause di ornitofobia

Le cause possono comprendere: 

  • esperienze traumatiche
  • apprendimento osservazionale; 
  • componente genetica.

Come si cura la paura degli uccelli?

Per i disturbi fobici sono generalmente prescritte la terapia cognitivo-comportamentale e quella breve strategica. I metodi di cura comprendono il modeling.

Il modeling si fonda sul principio dell’apprendimento osservazionale, una delle cause principali dei disturbi fobici. In parole povere: possiamo sviluppare una fobia anche solo osservando reazioni fobiche in altri individui (es. se un genitore aveva paura dei volatili). 

Il modeling tenta di utilizzare il principio dell’apprendimento osservazionale a proprio vantaggio: pone l’individuo fobico in qualità di osservatore, davanti ad un secondo individuo che non ha reazioni fobiche di fronte allo stimolo stressante. A lungo andare, il paziente farà propria la reazione osservata.

Altri metodi di cura possono comprendere terapia atta alla gestione dello stimolo ansiogeno.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.