Musica e autismo: parliamo dei benefici

Negli ultimi anni, si sono scoperti e indagati i benefici che la musica può portare ai bambini autistici. In questo contesto si è sviluppata la musicoterapia, un trattamento che prevede di utilizzare la musica come strumento terapeutico.

La musica svolgerebbe un’azione terapeutica sui sintomi del bambino, andando a migliorare le capacità comunicative, premiando e incoraggiando i suoi comportamenti positivi e aiutandolo a sviluppare maggiore abilità sociale e altro ancora.

Ne parleremo approfonditamente nel corso dell’articolo. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

Musicoterapia: di cosa si tratta?

La musicoterapia è un trattamento terapeutico dall’efficacia testimoniata. Viene svolto da uno specialista che si occupa in primo luogo di creare un programma ad hoc per il bambino autistico, e poi di effettuare interventi consapevoli al fine di supportarlo negli ambiti in cui incontra più difficoltà.

Grazie all’utilizzo della musica, lo specialista può così soddisfare alcuni bisogni emotivi e psicologici che il bambino non riesce a soddisfare altrove.

Ma perché c’è un legame tra musica e autismo?

A parere di Colwyn Trevarthen, esperto di musicoterapia, le ragioni sarebbero le seguenti: “La musica offre un mezzo di espressione, comunicazione e interazione di forte impatto e immediatezza, e nei bambini essa può essere più facilmente assimilabile come metodologia di apprendimento rispetto ad altri mezzi”.

La musica è qui concepita, come prima cosa, quale mezzo di apprendimento: il terapeuta può utilizzarla per premiare alcuni comportamenti del piccolo mantenendo alta la sua soglia di attenzione.

Bisogna ricordare che i bambini autistici hanno in genere una sensibilità alla musica che va ben sopra la media. Inoltre, la musica può stimolare il rilascio di dopamina, con conseguenti sensazioni di felicità e soddisfazione.

Devi sapere che dal 2013, la sindrome di Asperger non rappresenta più una categoria diagnostica a sé. Infatti, è stata riunita con altre tipologie di neurodivergenze sotto i disturbi dello spettro autistico, venendo definita come autismo ad alto funzionamento.

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Abilità comunicative e musicoterapia

Lo specialista si occupa quindi di creare un programma ad hoc per ogni bambino, che può seguire sedute singole o in gruppo. Nel corso delle sedute, a seconda dello scopo specifico, si svolgeranno diversi esercizi.

Così, se lo scopo del terapeuta è quello di migliorare le abilità comunicative del bambino, si cercherà di fargli praticare azioni che hanno a che fare con la creatività e il linguaggio.

Per esempio:

  • scrittura di canzoni;
  • canto o utilizzo di strumenti musicali;
  • interpretazione di testi e liriche;
  • improvvisazione;
  • ascolto di canzoni con insegnamenti chiari.

Attraverso la pratica creativa, il bambino autistico potrà migliorare le abilità comunicative in un ambiente protetto e sotto l’egida del gioco. Non dovrà quindi fronteggiare gli stimoli stressanti che potrebbe incontrare nella vita reale.

Vengono in mente le teorie di Donald Winnicott, che considerava il gioco come mezzo per scoprire la propria potenzialità e rapportarsi positivamente al mondo circostante. Ricordiamo che i bambini autistici possono presentare difficoltà anche nel contesto del gioco simbolico: quel tipo di gioco che consiste nell’utilizzare l’immaginazione per creare scenari, personaggi e così via.

Questa e altre capacità di rapportarsi al gioco possono essere migliorate attraverso tecniche come la pratica teatrale e appunto la musicoterapia, attraverso l’interpretazione di testi musicali, di commenti alle canzoni, di richieste di opinioni personali sul significato di una frase e altro ancora.

Autismo e musicalità

La musicoterapia ha ormai effetti comprovati in ambito terapeutico. Prima di tutto, essa permette ai bambini autistici di rapportarsi in maniera più funzionale alle persone che li circondano. Ciò non solo grazie alla musica, ma anche al rapporto di profonda sintonia che va a crearsi tra bambino e terapeuta.

In secondo luogo, la musicoterapia ha effetti innegabili anche sulla gestione dello stress e delle sensazioni di ansietà, dato che va a stimolare il rilascio di dopamina e fornisce al piccolo una sensazione di profonda gioia e soddisfazione.

Il percorso di musicoterapia dura un minimo di 6/12 mesi e può prolungarsi anche oltre i due anni, a seconda della risposta del bambino al trattamento. In genere, dopo i primi 6 mesi lo specialista è in grado di raggiungere gli obiettivi principali della terapia e cominciare a concentrarsi su quelli secondari.

Nel lungo periodo, può così lavorare non solo sulle difficoltà evidenti del bambino autistico, ma anche su quelle generalmente ritenute “secondarie” o sintomatiche di un disagio più profondo. Può, ad esempio:

  • aiutarlo nella gestione del tono di voce;
  • fargli comprendere il funzionamento delle figure retoriche e dei modi di dire;
  • supportarlo nello sviluppo dell’ironia;
  • aumentare il suo interesse verso la socialità;
  • insegnargli come gestire il contatto visivo.

Ricordiamo che alla musicoterapia può essere affiancato un percorso di terapia cognitivo-comportamentale, che vada a limitare i gesti ripetitivi del bambino e a migliorare da un’altra prospettiva le sue capacità di comunicazione.

Altri interventi utili per i bambini autistici possono comprendere: terapia logopedica, terapia familiare, interventi di fisioterapia se il bambino dimostra anche difficoltà motorie e di coordinazione.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.