Le preoccupazioni di una persona che è prossima al trasferimento all'estero: quali sono e come gestirle

Il trasferirsi all'estero è una decisione significativa che richiede una pianificazione attenta e una valutazione approfondita delle implicazioni personali, professionali e logistiche.

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Chi decide di trasferirsi all’estero per iniziare una nuova fase della sua vita, si pone molte domande, dalle quali derivano parecchie preoccupazioni. Ci sono anche dei fattori che possono suscitare un’ansia maggiore, ad esempio se la scelta del Paese in cui trasferirsi è ricaduta su uno stato in cui vige una cultura molto diversa da quella di origine, le incertezze aumentano esponenzialmente e adattarsi alla nuova vita può essere molto più difficile.

Anche tu hai deciso di spostarti in un Paese diverso? Continua a leggere e scoprirai di più sulle preoccupazioni più comuni per chi ha intrapreso la tua stessa scelta.

Le preoccupazioni per lingua e cultura

La prima cosa che viene in mente, pensando alle preoccupazioni che si possono avere in vista del trasferimento in un altro Paese, riguarda il possesso delle conoscenze necessarie a integrarsi. Questa è certamente la questione che tocca per prima la maggior parte delle persone che stanno espatriando, soprattutto quelli che scelgono come mete degli stati in cui la differenza linguistica e culturale rispetto alla madre patria è così forte da costituire una vera e propria barriera.

La soluzione ovvia può essere quella di ricorrere all’inglese, lingua conosciuta in gran parte del mondo, ma non dappertutto. Ad esempio, in Giappone non è parlato, motivo per cui non sempre conoscere una seconda lingua, anche fluentemente, è un vantaggio significativo. Di conseguenza, prima di partire è opportuno assicurarsi di imparare almeno qualche frase di base per essere certi di poter comunicare il minimo essenziale una volta che si sarà arrivati. In seguito, quando avrai avuto modo di conoscere nuove persone e stringere qualche amicizia, potrai continuare a esercitarti nella conoscenza della nuova lingua, cogliendo ogni occasione di dialogo per ampliare il tuo vocabolario e diventare più fluente nella composizione delle frasi e più abile nella comprensione: la pratica è la migliore insegnante.

Allo stesso modo, se la tua nuova meta sarà un Paese extra-continentale, potresti subire uno shock culturale. Si tratta di una sensazione di confusione molto comune tra le persone che arrivano in uno stato in cui tutto si svolge diversamente rispetto al modo in cui sono abituati. È anche vero, però, che tanti riescono ad adattarsi abbastanza alla svelta. Inizialmente l’immersione in una nuova cultura tutta da scoprirla ti affascinerà moltissimo, e potrai approfittare di questa prima fase di entusiasmo per apprendere più possibile e acquisire gli strumenti per saperti muovere a tuo agio nel nuovo contesto.

Le preoccupazioni affettive

Molto comune, quando ci si trasferisce in un Paese diverso, è anche la paura di sentirsi solo. Cambiare patria vuol dire lasciarsi alle spalle la famiglia e gli amici di sempre, e questa consapevolezza può generare delle preoccupazioni importanti e pensieri scoraggianti. Inoltre, la previsione di una difficoltà di inserimento all’interno della società fa anche temere a molte persone di non essere in grado di costruire dei nuovi rapporti significativi, anche per via dello scarto linguistico e culturale, una difficoltà che ad alcune persone sembra insormontabile.

Del resto, trasferirsi richiede di predisporre le proprie energie per adattarsi al nuovo lavoro e al cambiamento delle abitudini, e si teme di non avere abbastanza tempo e occasioni per stringere delle amicizie. Inoltre, molte persone che stanno espatriando non sanno quanto spesso potranno tornare a casa, e questo pensiero spaventa e contribuisce alla sensazione di isolamento.

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D’altra parte, in alcuni casi il trasferimento non riguarda solo una persona ma un intero nucleo famigliare, e in questo caso subentrano ulteriori preoccupazioni, specialmente se son coinvolti anche dei bambini. Se questo è il tuo caso, ti chiederai se per i bambini sarà difficile adattarsi alla nuova scuola, accettare di avere dei nuovi compagni che non conoscono ed essere separati dai loro compagni di giochi. Se, da una parte, il trasferimento famigliare è un punto a favore a livello di supporto reciproco che ci si può dare, dall’altra comporta una serie di ulteriori complicazioni.

Preoccupazioni pratiche

Oltre a queste preoccupazioni di carattere più emotivo, esistono anche quelle pratiche, sicuramente più facili da definire, dal momento che sono più concrete, ma altrettanto invadenti in termini di pensieri ansiosi che ne derivano. Ad esempio, ci si può chiedere come funzioni l’assistenza sanitaria in quel Paese: come sono gli standard qualitativi e la facilità di accesso alle strutture? E la disponibilità all’assistenza medica e farmacologica? Su questi aspetti, fortunatamente, puoi informarti prima di partire per avere tutto chiaro: è essenziale soprattutto se soffri di una malattia cronica, dal momento che nello stato in cui stai per trasferirti potrebbero non essere in commercio le stesse medicine che assumi in Italia.

Altra questione pratica è di carattere prettamente economico: prima di partire dovrai cercare di capire quanti soldi ti serviranno per condurre dignitosamente la tua permanenza nel nuovo Paese per il tempo che ti occorre. Se conosci qualcuno che è già stato lì, puoi informarti chiedendo a loro, in modo da farti un’idea approssimativa, anche se con precisione, ovviamente, scoprirai tutto quando effettivamente inizierai la tua nuova vita. È fondamentale, comunque, avere almeno la certezza che lo stipendio che prenderai sarà sufficiente a coprire le spese relative all’affitto, ai consumi, all’alimentazione e alle altre necessità. Se in un primo momento pensi di vivere con i tuoi risparmi, tieni presente che ci sono dei tassi di cambio.

Infine, tra le varie preoccupazioni che stai pensando, probabilmente ti starai anche chiedendo se sarai in grado di adattarti al nuovo quartiere e quanto tempo ti ci vorrà. Dovrai creare delle nuove abitudini anche in base al funzionamento dei servizi e alla loro disponibilità. Ad esempio, una questione importante riguarda i mezzi di trasporto, la loro frequenza e la facilità di organizzazione considerando che la lingua parlata non è la lingua madre. Se ti stai apprestando a espatriare, queste preoccupazioni sono del tutto legittime, dal momento che a casa tu hai acquisito delle abitudini che non ti fanno nemmeno più pensare a una soluzione per spostarti, e fai tutto in modo automatico e con una certa facilità. In un altro Paese, invece, non puoi sapere quanto potrebbe essere difficile fare anche le cose più semplici.

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Preoccupazioni sull’adattamento

Infine, le ultime preoccupazioni che potrebbero assalirti riguardano le tue capacità di adattamento. Queste sono abilità che tutti possediamo in modo diverso, partendo però dal presupposto che, se hai deciso di tua spontanea volontà di trasferirti, o hai accettato di farlo per lavoro e per qualsiasi altro motivo, probabilmente ritieni che queste capacità siano nelle tue corde e sei una persona abbastanza aperta ai cambiamenti da riuscire, superato l’impatto iniziale, a fare dell’espatrio un’opportunità da cogliere. Ma prima di partire, e anche durante i primi tempi della tua permanenza, saranno molte le domande che ti porrai. Sarai in grado di adattarti alle dinamiche che vigono nel tuo nuovo ambiente di lavoro? Riuscirai ad andare d’accordo con i tuoi nuovi colleghi? Una strategia che potrebbe tranquillizzarti, da questo punto di vista, è quella di informarti per tempo sulla cultura del luogo, in modo da partire già un passo avanti.

Infine, l’ultima preoccupazione che potresti avere è quella di non riuscire a gestire la portata del cambiamento e non essere proprio in grado di adattarti alla tua nuova vita. Oltre ai primi ostacoli dati dalla lingua, potresti temere di non trovarti in sintonia con la tua nuova casa, e lo stesso potrebbe accadere a qualcun altro che ti ha seguito nella tua avventura fuori dalla patria. Se una persona qualsiasi della famiglia non riesce ad adattarsi, l’esperienza risulterà fallita e dovrai tornare al tuo Paese originario per recuperare la serenità.

Conclusioni

Espatriare è un cambiamento radicale che mette la persona di fronte a una serie di preoccupazioni, che possono essere di carattere più o meno pratico, o anche emotivo. Di certo gli interrogativi sono tanti e, più di tutto, ti chiederai se riuscirai a trovare un nuovo equilibrio per stare bene nel luogo in cui andrai a vivere per il prossimo futuro.

Ricorda, in ogni caso, che queste preoccupazioni, i pensieri scoraggianti e quel senso di ansia che avverti, sono del tutto normali, ma non devono impedirti di mettere in atto la scelta che hai fatto con convinzione. Se pensi di aver bisogno di un supporto extra, puoi sempre rivolgerti a Serenis per un percorso di sostegno psicologico in questa fase di transizione, in modo da affrontare l’adattamento con la tranquillità che ti serve.

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Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

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Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.