Il significato psicologico del bluff

Il bluff ha un significato psicologico complesso che coinvolge aspetti come l'autoimmagine, la percezione degli altri e la gestione delle emozioni. Può comportare rischi e conseguenze negative, come la perdita di fiducia o la rottura delle relazioni. È importante comprendere le motivazioni dietro il bluff e trovare modi più autentici ed efficaci per gestire le sfide della vita.

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Punti chiave

  • Bluff in psicologia: il bluff è una strategia comunicativa che serve a influenzare gli altri mostrando sicurezza o competenze non reali. Non sempre ha fini negativi: può servire a proteggere sé stessi o a gestire situazioni delicate.
  • Contesti più comuni: il bluff si usa spesso nel gioco d’azzardo, nello sport e nelle trattative aziendali. In ogni contesto cambia forma, ma ha sempre lo scopo di ottenere un vantaggio simulando una realtà diversa da quella effettiva.
  • Come aiuta la psicoterapia: la psicoterapia aiuta a capire quando il bluff diventa una difesa eccessiva. Il percorso terapeutico rafforza l’autenticità nella comunicazione e migliora la gestione delle emozioni e delle relazioni sociali.

Cos'è il bluff secondo la psicologia

In psicologia, il bluff è considerato una strategia comunicativa attraverso cui una persona cerca di influenzare il comportamento degli altri simulando sicurezza, forza o conoscenze che in realtà non possiede. Non si tratta sempre di un inganno intenzionale: in molti casi, il bluff serve a proteggere la propria immagine o a gestire situazioni di vulnerabilità.

In altre parole si può bluffare per cercare di accrescere una posizione che in realtà è debole oppure al contrario quando si vuol convincere qualcuno di essere più deboli di quanto siamo nella realtà. Il bluff spesso comporta anche la comunicazione di una serie di informazioni non veritiere o la manipolazione dei dati di realtà. Ad esempio una donna minacciata da un aggressore può bluffare assumendo una posizione di combattimento sperando che il suo aggressore pensi di avere di fronte una persona forte e capace di batterlo. A differenza di una bugia il soggetto che bluffa deve riuscire a mantenere in piedi l'inganno continuando a bluffare. Esistono molte forme di bluff e ognuna dipende dal contesto.

Cos'è il bluff secondo la psicologia

Il bluff è innato o si apprende?

Il bluff è un comportamento presente in molte specie animali. La sua funzione principale è aumentare le possibilità di sopravvivenza. In natura, il bluff si osserva in forme diverse come ad esempio in alcuni uccelli adulti che fingono di essere feriti per attirare i predatori lontano dal nido. 

Anche i delfini utilizzano il bluff per difendersi dagli squali: attaccano per primi con grande velocità e poi si allontanano rapidamente. Questo comportamento spinge spesso lo squalo a rinunciare allo scontro perché il delfino simula una forza superiore a quella reale.

Per le persone, il bluff può sembrare una forma di inganno, ma non sempre ha uno scopo negativo. In alcuni casi, le persone bluffano per difendere i propri spazi o per evitare situazioni indesiderate. Possono mostrare competenze che non hanno o nasconderne alcune per gestire meglio le relazioni sociali.

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Principali contesti in cui si usa il bluff

Tra i contesti più noti in cui possiamo trovare l'utilizzo del bluff, ci sono sicuramente il gioco d'azzardo, lo sport e anche dei contesti lavorativi e aziendali. Di seguito li descriviamo più nel dettaglio

Gioco d'azzardo

Il contesto più noto in cui emerge il bluff psicologico riguarda il gioco d'azzardo e in particolare sono stati condotti numerosi studi sul poker. Le tecniche di bluff in questo ambito consistono nell'abilità di indurre in errore l'avversario portandolo a pensare che le proprie probabilità di vincita siano maggiori o minori di quanto siano nella realtà. In questo caso il bluff è inteso come una tecnica di gioco che permette di ottenere un vantaggio sull'avversario. 

Il bluff nel poker comporta spesso forme più subdole di inganno come fingere di avere carte peggiori di quelle che effettivamente si hanno in mano oppure al contrario nel fare finta di avere maggiori possibilità di vincita di quelle reali. La ricerca psicologica sul bluff nel poker ha suggerito che le persone spesso non si rendono conto di essere bluffate. In generale la capacità di riconoscere un bluff dipende da numerosi fattori individuali che includono l'esperienza e i tratti di personalità. Per i giocatori esperti è più facile interpretare il comportamento non verbale dell'avversario al fine di riconoscere eventuali segni rivelatori del bluff.

Gioco d'azzardo

Sport

Nello sport il bluff si configura principalmente nell'anticipazione del movimento dell'avversario. Essere in grado di anticipare i movimenti di un avversario può dare un vantaggio strategico in sport come la pallavolo, il tennis e il calcio. 

Numerose ricerche di laboratorio e sul campo hanno dimostrato che i principianti tendono a ottenere risultati peggiori nella capacità di rilevare la reale direzione di un movimento rispetto ai giocatori più esperti. Sapendo che l'anticipazione offre un vantaggio strategico i giocatori spesso mettono in atto falsi movimenti per indurre i loro avversari a pensare che stanno andando in una direzione diversa. Ad esempio i giocatori di football americano spesso bluffano facendo un movimento a sinistra o a destra per poi avanzare nella direzione opposta. La stessa cosa può succedere nelle schiacciate di un pallavolista o nella difesa del portiere durante una partita di calcio.

Contesto aziendale

In ambito aziendale la ricerca psicologica sul bluff riguarda due aspetti principali: uno si occupa di studiare il modo in cui le persone tentano di nascondere la loro reale posizione in una contrattazione e l'altro si sofferma sull'uso di informazioni false fornite allo scopo di ottenere un vantaggio. 

Nel primo caso si utilizzano tecniche di bluff soprattutto nei contesti economici del commercio come la vendita di auto e case. Nello specifico si tende a far credere ai potenziali acquirenti che l'offerta sia molto più bassa o più alta del valore economico reale di un bene.

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Il bluff nelle relazioni interpersonali

Coloro che bluffano vengono spesso descritti come manipolatori psicologici perché riescono a rimanere freddi e apparentemente sicuri di quello che dicono mentre esprimono opinioni o atteggiamenti falsi. Il fatto di sembrare affidabili è l'elemento chiave nell'uso del bluff.

Una persona capace di creare inganni di questo tipo solitamente riesce a costruire buone alleanze, ottiene stima e riconoscimento sociale in quanto risulta capace di affrontare con sicurezza anche le situazioni più imbarazzanti. In alcuni casi, il bluff non è usato per ingannare, ma per evitare conflitti o proteggere gli altri da emozioni difficili. Ad esempio, una persona può fingere tranquillità per non trasmettere ansia ai familiari o ai colleghi. Tuttavia, bluffare in modo costante può generare stress interno e portare a una disconnessione emotiva con gli altri.

La psicoterapia può aiutare a riconoscere quando il bluff diventa un meccanismo di difesa eccessivo. Un percorso terapeutico permette di capire le motivazioni che spingono a nascondere le proprie emozioni, favorendo una comunicazione più autentica. Inoltre, la terapia può offrire strumenti per rafforzare l’autostima e affrontare i rapporti in modo più aperto, senza ricorrere a strategie basate sulla finzione.

Se hai bisogno di un supporto psicologico per affrontare le tue difficoltà, puoi rivolgerti a noi Serenis. I nostri terapeuti hanno in media 13 anni di esperienza e fissare il primo colloquio è gratuito: basta compilare il nostro questionario. Successivamente le sedute costano 49 € l'una.

Fonti:

  • Feinland, J., Barkovitch, J., Lee, D., Kaforey, A., & Ciftci, U. A. (2022, May). Poker bluff detection dataset based on facial analysis. In International conference on image analysis and processing (pp. 400-410). Cham: Springer International Publishing.
  • Thelin, E., & Scott, P. C. (1928). An investigation of bluffing. The American Journal of Psychology, 613-619.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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