Il ruolo dell’amante nella coppia: un gioco di equilibri e compromessi

Le questioni di coppia sono al centro di molti percorsi psicologici: sono tanti, infatti, i pazienti che richiedono una consulenza e intraprendono un percorso di supporto o di psicoterapia, individuale o anche di coppia, perché stanno vivendo un momento di crisi con il partner. In questi casi l’attenzione si concentra sulla persona che chiede aiuto o sulla coppia, ma nei casi in cui è in corso o c’è stata una relazione parallela cosa succede?

Quella dell’amante è, infatti, una figura che viene spesso messa in secondo piano, sia all’interno delle dinamiche relazionali che quando si tratta di risanare. Ma qual è il ruolo dell’amante all’interno della coppia? Di seguito ci concentreremo proprio su questa domanda per fare luce sulla questione.

Figura e ruolo dell’amante

Iniziamo ad approfondire il profilo dell’amante, per poi riuscire a capire come egli si inserisca all’interno di un sistema già organizzato e che subisce, con l’introduzione di questa figura, uno stravolgimento, ovvero la coppia, che in quel momento smette di essere un sistema completamente chiuso e biunivoco.

Se analizziamo la figura dell’amante, potremmo individuare due facce della stessa medaglia. La prima, corrisponde anche all’aspetto più ovvio e viene definito, forse un po’ brutalmente, dagli psicologi evoluzionisti, quando si riferiscono alla figura dell’amante come a un predatore di partner altrui. In pratica, incominciando una relazione con una persona già impegnata, l’amante sottoscrive una sorta di patto, di cui l’individuo tradito ovviamente non è a conoscenza, che stabilisce la condivisione di un partner. Qui entra in gioco la seconda sfaccettatura del ruolo dell’amante che, nel momento in cui fa il suo ingresso in scena, accetta di rivestire un ruolo a volte marginale per l’altro, a volte più importante, ma comunque con una limitazione nel tempo e nelle attenzioni che gli possono essere dedicate.

La definizione di predatore di partner altrui è decisamente semplicistica, dal momento che non tutte le persone che diventano l’amante di qualcuno sono in cerca di occasioni per divertirsi e distruggere coppie, anche se di fatto tutti loro hanno il potenziale per farlo. A volte il tradimento può essere estremamente circoscritto, ridotto a una particolare circostanza e avvenire secondo quella che Jung definiva sincronicità, ovvero l’allineamento tra la predisposizione di una persona e il resto del mondo (in questo caso l’aver incontrato un individuo in sintonia con i suoi bisogni e una serie di circostanze favorevoli alla loro realizzazione).

Ciò non significa che un tradimento collocato in maniera così delimitata non possa avere degli effetti negativi sull’equilibrio della coppia, anzi, tutto il contrario. Ma questi non sono neanche gli unici casi possibili: in alcune circostanze, infatti, il tradimento diventa cronico, fino all’estremo opposto dell’instaurazione di una vera e propria relazione parallela con l’amante, che corre insieme a quella ufficiale con il compagno tradito o la compagna tradita. In questi casi si forma una coppia satellite clandestina, che condivide un preciso copione e delle regole in maniera continuativa nel tempo.

La dinamica tra coppia e amante: come tutto inizia

Non è nemmeno detto che sia sempre uno solo dei due a tradire: le relazioni esterne alla relazione possono riguardare entrambi: questo fattore è meno determinante per la rottura, ma è sintomatico di qualcosa che non va all’interno della coppia. L’insoddisfazione relativa a qualche aspetto della vita condivisa insieme (non necessariamente quello sessuale: può anche essere il lato emotivo quello problematico), unitamente alla scelta o all’incapacità di comunicare in maniera trasparente e aperta il problema è alla base del meccanismo che determina questa dinamica, in cui si cerca una compensazione all’esterno. Inizialmente il coinvolgimento può essere solo sessuale, ma può capitare che la coppia satellite, da disimpegnata, rimanga molto coinvolta.

Indipendentemente dal corso degli eventi, in ogni caso, ciò che conta è il ruolo dell’amante considerato in maniera sterile e oggettiva: a lui o lei vengono spesso addossate tutte le responsabilità, sempre nell’ottica del predatore di partner altrui, che riveste l’amante di un ulteriore ruolo, quello del capro espiatorio, al quale vengono indirizzate le ostilità da parte della persona tradita (logicamente) ma, a volte, anche di quella che tradisce, che cerca a sua volta di discolparsi. Non dimentichiamo, poi, che viviamo in un contesto sociale in cui il modello di coppia è molto rigido e, anche per la comunità, l’amante è la persona da additare.

Tutto ciò accade perché si dà per scontato che l’amante sia una persona astuta, che mette in atto ogni genere di furbizia e inganno per attrarre a sé la sua preda, seducendola e tentandola fino a che questa non perde la testa e cede. Ciò che il più delle volte viene trascurato, invece, è il ruolo dell’individuo che tradisce il partner, che può anche non essere attivamente alla ricerca di una relazione esterna, ma in ogni caso tradisce volontariamente la fiducia del partner.

Che cosa c’è dietro il desiderio dell’amante

Nell’immaginario collettivo, l’amante è la figura quasi misteriosa che rimane in attesa del suo partner illegittimo, insomma qualcuno da circondare da un’aura di romanticismo o da biasimare, nella maggior arte dei casi. Ma dietro il comportamento di questa persona cosa c’è davvero? A livello psicologico, una persona che svolge il ruolo dell’amante all’interno di una coppia esterna accetta, di fatto, di scendere a un compromesso allo scopo di cercare un compimento a una sensazione di irrisolto che avverte dentro di sé. Le conseguenze di ciò sono la condanna a vivere una relazione a metà, nell’ombra e nella consapevolezza di doversi accontentare di un rilievo secondario rispetto al partner dell’altra persona.

Ma a cosa è dovuta questa sensazione di incompletezza? A volte può trattarsi di una persona con una bassa autostima, come nel caso dei narcisisti. In questi casi l’amante appare spavaldo, sicuro di sé e riesce ad affascinare le persone, ma si tratta di una finzione. Le persone con dei tratti di personalità narcisistici, infatti, hanno un’immagine di sé estremamente fragile, che rimane in piedi solo grazie all’apprezzamento da parte degli altri. Questo comporta la necessità di dover dimostrare a se stessi e agli altri di essere attraenti, di poter sedurre chiunque. Centrare l’obiettivo significa, per un narcisista, avere una conferma del suo valore, e alimentare la facciata che nasconde la sua bassa autostima.

Altre volte, invece, l’amante accetta questa condizione semplicemente perché al momento non gli si offrono altre opportunità, ma in realtà desidererebbe avere una relazione sua, in cui potersi coinvolgere pienamente con un partner che non deve condividere con altri. Sono persona che non si ritengono in grado di trovare qualcuno che possa ingaggiare un rapporto affettivo con loro, quindi anche in questo caso si accontentano di un surrogato. Può anche trattarsi di una persona che presenta una dipendenza affettiva, e necessita sempre di avere accanto qualcuno che sia fonte di rassicurazione, sul versante emotivo o sessuale.

Qual è il ruolo dell’amante nella coppia?

Che si tratti quindi di un semplice obiettivo da raggiungere per dimostrare a se stessi il proprio valore, o una necessità di accontentarsi per cercare una sicurezza fasulla, il ruolo dell’amante si colloca sempre in una posizione ben precisa, entrando a far parte della coppia pur rimanendone all’esterno, rischiando anche di avere un peso determinante nello stabilire un’unione o una rottura.

L’entrata in scena dell’amante, per quanto in sordina, segna un cambiamento radicale nell’equilibrio della coppia, che inevitabilmente subisce l’urto della sua irruzione. Da una parte, l’amante alimenta le fantasie della persona che tradisce, ma la persona tradita che ne sospetta l’esistenza può acuire la sua gelosia e sentirsi in competizione. Del resto, si tratta di un effetto che può riguardare, a sua volta, anche l’amante stesso che, divenendo man mano più coinvolto, può iniziare a sentirsi stretto nelle sue vesti, aspirando a qualcosa di più e aprendo, di fatto, la sfida.

In pratica, l’amante ha un potere che spesso viene sottovalutato perché riesce a muovere dall’esterno i fili dell’organizzazione della coppia e rende necessario stabilire nuovi equilibri. La creazione di un triangolo amoroso, in pratica, rappresenta una fase evolutiva della coppia che può rivelarsi fatale per la sua esistenza o rappresentare l’occasione per portare alla luce problemi rimasti sotto chiave e nascosti sotto la sabbia.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.