E’ giusto controllare il telefono di mio figlio?

Esplora il delicato equilibrio tra protezione e privacy: scopri se è giusto controllare il telefono di tuo figlio.

Per i genitori monitorare e supervisionare l’uso dei social media da parte dei figli è un approccio raccomandato ma bisogna fare attenzione a non invadere tutto il loro spazio sapendo instaurare un dialogo aperto e condiviso;

E’ importante per i genitori adottare l’atteggiamento corretto a seconda dell’età del figlio in modo da mantenere una sana ed equilibrata relazione con lui e aiutandolo ad adottare i comportamenti corretti quando è online.

Approfondiamo questo delicato tema prendendo in considerazione le modalità più consigliate dagli psicologi per controllare il telefono dei figli.

Perchè i genitori dovrebbero controllare il telefono dei figli?

Una domanda sempre più frequente per i genitori di preadolescenti e adolescenti riguarda quale debba essere il proprio ruolo nella gestione della vita online dei figli.

Sono molti gli studi che dimostrano che il tempo trascorso sui social dai giovani superi la media delle 3 ore giornaliere e questo dato apre a molte considerazioni sul tema. Il telefono infatti non è solamente uno strumento di comunicazione ma rappresenta oggi una realtà a sè stante nella quale i ragazzi e le ragazze vivono emozioni, sviluppano amicizie e si fanno un’idea del mondo.

Sappiamo che lo spazio online può essere un luogo di apprendimento di informazioni, un mezzo per svolgere ricerche e per seguire i propri interessi. D’altra parte siamo però tutti a conoscenza dei rischi del web e dei pericoli che si nascondono nella rete, che vanno dalle fake news fino al cyberbullismo.

La domanda sul perché dovrei controllare il telefono di mio figlio è dunque non solo legittima ma anche importantissima sul piano giuridico e relazionale.

Da una parte infatti esistono delle norme che obbligano i genitori dei minorenni a monitorare l’utilizzo degli smartphone dei figli, dall’altra si tratta anche di una forma di responsabilità genitoriale che necessita di essere presa in seria considerazione.

Come posso controllare il telefono di mio figlio?

Qui non ci occuperemo di indicare quali siano i sistemi informatici che consentono ai genitori controllare il telefono dei figli come ad esempio le specifiche applicazioni di parental control. Quello che più interessa sul piano psicologico è infatti la scelta della modalità più corretta per supervisionare le attività dei figli sui social.

Durante il periodo dello sviluppo è assolutamente normale per i figli prendere le distanze dai propri genitori per cominciare a creare relazioni sociali con i pari. In passato gli amici dei figli erano soggetti in carne ed ossa, spesso i genitori li conoscevano e una volta usciti di casa nessuno degli adulti si intrometteva in modo diretto nelle loro attività di gruppo. Nella società della rete invece si crea una questione nuova che riguarda una socialità che non avviene necessariamente in presenza.

Possono così nascere nei genitori molte paure a proposito dei contenuti a cui i propri figli sono esposti quando navigano in Internet così come si può temere che i giovani cadano vittime di inganni o vengano coinvolti in attività inadatte per la loro età.

Per alcuni genitori queste paure possono trasformarsi in una vera e propria ansia dell’ipercontrollo fino al punto da impedire ai propri figli l’utilizzo del telefono. Altri invece vivono un senso di colpa all’idea di controllare gli account di social media dei figli e quindi tendono ad evitare di porre questo tipo di supervisione.

Entrambi questi atteggiamenti rappresentano due modalità estreme che possono avere conseguenze negative. Esistono però delle vie di mezzo per non venire meno alla responsabilità genitoriale senza risultare troppo invadenti ma neppure rimanere del tutto estranei alla questione.

Educare all’uso consapevole dei social

Una prima modalità per esercitare un monitoraggio del telefono dei figli è di tipo educativo.

I genitori possono infatti stabilire il momento in cui ritengono che il figlio sia pronto per avere il primo smartphone e possono aiutarlo a configurare i diversi account social di cui potrà fare uso.

Questa è la prima occasione in cui i genitori possono spiegare il funzionamento della rete mettendo in luce rischi e opportunità. E’ bene spiegare in modo semplice e chiaro quali sono i pericoli a cui si può andare incontro e stabilire insieme delle regole per l’utilizzo corretto.

Quando i figli sono già più grandi bisognerà costantemente ricordare quali sono le informazioni che possono essere condivise e quali no e aiutarli ad impostare correttamente i vari livelli di privacy sulle diverse piattaforme che utilizzano.

Stabilire una relazione di fiducia

Se controllare il telefono dei figli è un dovere educativo, altrettanto importante è riuscire a stabilire con i figli una sana relazione di fiducia.

Molte volte i giovani hanno bisogno di sentire che il genitore è presente ma in altre occasioni è necessario fare un passo indietro per permettere loro di costruire il proprio mondo relazionale al di fuori della famiglia.

Oggi buona parte delle relazioni interpersonali per i preadolescenti ed adolescenti si sviluppa attraverso i social network e per questo non si può impedire ai ragazzi di farne parte. Ciò che occorre per gestire al meglio questo delicato aspetto è avere fiducia nelle azioni dei figli.

Se il processo educativo sul piano tecnico è andato a buon fine e siamo certi che nostro figlio abbia compreso a pieno le modalità corrette di utilizzo del telefono e dei social media allora è arrivato il momento di lasciare che abbia degli spazi di autonomia.

Un eccessivo controllo da parte dei genitori può infatti compromettere la relazione e portare l’adolescente ad allontanarsi dai genitori che percepisce come invadenti e oppressivi.

Cosa fare se ho dei dubbi sull’uso dei social da parte di mio figlio?

Nel caso in cui un genitore abbia il sospetto che il proprio figlio stia attraversando un periodo difficile e attribuisca questo stato d’animo a qualcosa che possa essere accaduto sui social, è doveroso esercitare la propria funzione genitoriale.

Dal punto di vista psicologico la cosa migliore da fare in queste circostanze è quella di provare a stabilire un dialogo con il figlio per comprendere se i propri dubbi sono supportati da dati di realtà. Non si tratta dunque di spiare di nascosto i contenuti dei messaggi che il figlio invia o riceve ma di intercettare sul piano emotivo gli eventuali segnali di un disagio.

Se ho dei dubbi sull’uso dei social da parte di mio figlio devo prima di tutto parlare con lui. Come per ogni altra situazione reale, anche nel mondo virtuale è possibile vivere esperienze negative e questo vale un pò per tutti, non solo per i giovani. E’ solo manifestando la vicinanza emotiva e non esprimendo giudizi a priori che possiamo porre le basi per una comunicazione aperta e leale.

Queste situazioni possono essere delle utili occasioni per avvicinarsi ai propri figli nei momenti di crescita al fine di guidarli ed accompagnarli verso l’età adulta.

Naturalmente le cose sono diverse a seconda dell’età dei figli. Nel caso di bambini più piccoli l’esercizio del controllo deve essere diretto a monitorare sia l’utilizzo tecnico che i contenuti che vengono postati o scambiati. Se si tratta di preadolescenti si può monitorare l’uso dei social continuando a ricordare quali sono i pericoli della rete. Infine con gli adolescenti è molto più utile svolgere una funzione di guida sull’aspetto delle relazioni e delle comunicazioni che avvengono nella vita online.

Per rispondere alla domanda di base, “è giusto controllare il telefono di mio figlio?”, non c’è una risposta universale. La chiave sta nell’equilibrio: avere conversazioni aperte, stabilire regole chiare e condividere responsabilità con i tuoi figli. La supervisione dovrebbe essere basata sulla fiducia, e la privacy dovrebbe essere rispettata, a meno che non ci siano motivi concreti per il contrario.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.