Disturbi del linguaggio: definizione e trattamento

I disturbi del linguaggio sono una sfida significativa che colpisce sia i bambini che le loro famiglie. È importante riconoscere precocemente i segnali di questo disturbo per garantire interventi tempestivi e risultati migliori nel lungo termine.
disturbi del linguaggio nell'infanzia

I disturbi del linguaggio rappresentano un vasto spettro di condizioni cliniche che impattano notevolmente sulla capacità di comunicare in modo efficace. Queste condizioni possono presentarsi in varie forme, a seconda del livello di elaborazione del linguaggio che viene colpito. Ciò può riguardare la capacità di espressione, di comprensione o entrambe.

Questi disturbi sono spesso correlati a condizioni più ampie di disturbi del neurosviluppo, che coinvolgono diverse aree del funzionamento cognitivo e comportamentale, e ai disturbi dell’apprendimento, come la dislessia, la disprassia verbale o il disturbo dello spettro autistico.
Nel presente articolo, esploriamo i tratti distintivi dei disturbi del linguaggio, analizzando gli indicatori chiave del problema e le possibilità di trattamento per il ripristino delle competenze linguistiche.

 Cosa sono i disturbi del linguaggio?

Secondo il DSM-5, i disturbi del linguaggio sono identificati come “difficoltà nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio, causate da deficit nella comprensione o nella produzione del lessico, nella struttura della frase e del discorso”.

I disturbi del linguaggio costituiscono un vasto ambito di studio che coinvolge molteplici discipline, dalle scienze cognitive alla neurobiologia. Ogni disturbo può derivare da deficit che interessano diversi aspetti del processo di elaborazione linguistica. Ad esempio, l’incapacità di nominare un oggetto conosciuto, nota come anomia, potrebbe avere origini diverse: da difficoltà percettive nell’identificazione visiva dell’oggetto (agnosia), a problemi nel collegare il concetto alla sua espressione linguistica (deterioramento semantico), fino a difficoltà nel richiamare correttamente il termine associato all’oggetto (deficit di recupero lessicale).

Difficoltà con disturbi del linguaggio

Cause e fattori di rischio

Le cause dei disturbi del linguaggio possono essere molteplici, in particolare gli esperti includono:

  • fattori genetici: possono avere una componente genetica, con una predisposizione ereditaria che influisce sullo sviluppo del linguaggio;
  • problemi neurologici: lesioni cerebrali, anomalie neurologiche o disfunzioni del sistema nervoso possono interferire con il normale sviluppo del linguaggio;
  • ambiente familiare: bambini con limitate opportunità di esposizione al linguaggio o con un ambiente poco stimolante possono essere più inclini a sviluppare disturbi del linguaggio;
  • esposizione a traumi o malattie: traumi cranici, infezioni cerebrali, o malattie durante lo sviluppo possono influenzare negativamente l’acquisizione e l’uso del linguaggio;
  • fattori ambientali e socioeconomici: condizioni socio-economiche sfavorevoli, basso livello di istruzione dei genitori, mancanza di accesso a risorse educative e linguistiche possono contribuire ai disturbi del linguaggio;
  • disturbi dello sviluppo: disturbi dello sviluppo, come il disturbo dello spettro autistico o la sindrome di Down, sono associati a una maggiore incidenza di disturbi del linguaggio.

Elaborazione delle informazioni linguistiche

Per identificare con precisione la causa di un disturbo del linguaggio, è necessario adottare un approccio psicolinguistico complesso che tenga conto dei molteplici livelli di elaborazione delle informazioni linguistiche. I ricercatori riconoscono la presenza di percorsi separati ma interconnessi:

Livello di elaborazioneDescrizione
Input linguisticoForme attraverso cui l’input linguistico può essere ricevuto, come l’ortografia, i gesti manuali, il linguaggio verbale e non verbale.
Percorsi di accessoCanali attraverso i quali le informazioni linguistiche vengono processate e integrate, ad esempio la via ortografica, fonologica o semantica.
Memoria semanticaInsieme di parole memorizzate e associate ai loro significati nella memoria a lungo termine.
Selezione lessicaleProcesso di selezione delle parole appropriate per esprimere un concetto o un’idea.
Codifica delle proprietàTrasformazione delle parole selezionate in forme fonologiche, ortografiche o gestuali.
Produzione motoriaEsecuzione di programmi motori precisi da parte del corpo (soprattutto labbra, lingua, palato, diaframma) per modellare i dettagli acustici e produrre un output vocale comprensibile.

La complessità del percorso di produzione e di comprensione linguistica rende evidente come i disturbi del linguaggio non possano essere considerati entità uniche.

Approcci nello studio del linguaggio

Le teorie di Skinner e Chomsky offrono due prospettive divergenti sull’origine del linguaggio. Skinner, seguace del Comportamentismo, considera il linguaggio come un prodotto culturale appreso attraverso l’interazione sociale, escludendo componenti innate. Al contrario, Chomsky, con la sua teoria della generatività, afferma che ogni individuo nasce con un programma di acquisizione del linguaggio, il “Language Acquisition Device”, che gli consente di elaborare i dati linguistici dall’esterno in modo innato. In particolare, secondo Chomsky:

  • la produzione e la comprensione del linguaggio dipendono da regole grammaticali innate della mente umana, condivise attraverso la “Grammatica universale”;
  • la capacità di produrre e comprendere frasi complesse, è distinta dalla performance, ossia le capacità linguistiche effettive dimostrate nell’uso pratico;
  • il momento migliore per l’acquisizione del linguaggio dipende dal patrimonio genetico di ciascun individuo, piuttosto che dagli stimoli esterni;
  • l’innata plasticità del bambino nel linguaggio, riscontrata da esperimenti condotti da Chomsky, dimostra l’esistenza di una rappresentazione biologica innata delle strutture linguistiche astratte;
  • l’acquisizione del linguaggio non avviene per imitazione, ma è un processo istintivo e attivo basato su conoscenze innate, che si sviluppa indipendentemente dall’ambiente circostante.

Inoltre, Chomsky suggerisce che la maggiore plasticità e adattabilità del cervello durante l’infanzia e l’adolescenza permette ai bambini di recuperare più facilmente dalle lesioni cerebrali nella parte deputata al linguaggio rispetto agli adulti. Questo concetto è essenziale ed evidenzia l’importanza di intervenire precocemente nelle patologie del linguaggio durante l’età evolutiva per massimizzare le possibilità di recupero e di sviluppo linguistico ottimale.

disturbi del linguaggio in età evolutiva

Tipologie di disturbi del linguaggio

Il cervello è diviso in due emisferi distinti. L’area di Broca e l’area di Wernicke si trovano generalmente nell’emisfero sinistro del cervello nelle persone di mano destra, mentre possono localizzarsi nell’emisfero destro nelle persone di mano sinistra o in casi di lateralizzazione inversa. L’area di Wernicke, responsabile della comprensione del linguaggio, ci permette di interpretare i messaggi altrui, mentre l’area di Broca è coinvolta nella produzione del linguaggio, consentendoci di formulare frasi coerenti e di comunicare verbalmente. Tuttavia, lesioni in queste regioni possono causare disturbi del linguaggio, influenzando la produzione o comprensione del linguaggio. I disturbi del linguaggio si suddividono in:

  • Disturbi primari (o specifici del linguaggio): indipendenti da problemi cognitivi, relazionali, neuromotori o sensoriali. A loro volta si suddividono in:
    • disturbo fonoarticolatorio: capacità di produrre suoni e articolare correttamente le parole;
    • disturbo ricettivo: interferiscono con la capacità di riconoscere e interpretare suoni. Esempio sono le agnosie, che causano difficoltà nel riconoscere suoni precedentemente noti;
    • disturbo espressivo:capacità di produrre il linguaggio in modo fluente e coerente;
    • balbuzie: disturbo che causa ripetizioni involontarie di suoni o sillabe durante il parlato.
  • Disturbi secondari: derivanti da altre condizioni come lesioni cerebrali, autismo, o ADHD.
    • le afasie, ad esempio, sono una forma comune di disturbo centrale e possono manifestarsi come afasia di Broca, caratterizzata da difficoltà nella produzione linguistica, o afasia di Wernicke, che influisce sulla comprensione del linguaggio.

Per comprende appieno questi disturbi, è importante considerare lingua e linguaggio essere due concetti distinti: Il linguaggio si riferisce al processo complesso di codificazione e decodificazione delle informazioni linguistiche, mentre la lingua rappresenta il sistema di simboli e regole utilizzato per comunicare.

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Disturbi specifici del linguaggio e DSA

I disturbi specifici del linguaggio sono considerati il predittore più affidabile dei disturbi dell’apprendimento, secondo numerosi autori e dati di ricerca. Ad esempio, quando un bambino, dopo i quattro anni, presenta ancora alterazioni fonologiche significative, c’è un’alta probabilità, dell’80%, che sviluppi un disturbo dell’apprendimento. Inoltre sono collegati anche alla neurodivergenza. Tuttavia, c’è ancora molta confusione e disinformazione su questo tema, pertanto abbiamo riassunto nella tabella seguente le credenze errate più comuni sui disturbi del linguaggio:

Credenza errataSpiegazione
Attribuzione della colpa ai genitoriSi crede che i disturbi del linguaggio siano causati da una mancanza di stimolazione linguistica da parte dei genitori. Questa convinzione può portare a sentimenti di colpa e ritardi nell’identificazione e trattamento.
Semplice ritardo di sviluppoSi pensa che i bambini che parlano tardi si stiano solo sviluppando a un ritmo più lento e che eventuali problemi di linguaggio si risolveranno da soli.
Mancanza di intelligenzaC’è l’idea errata che i bambini con disturbi del linguaggio siano meno intelligenti degli altri. In realtà, i disturbi del linguaggio non sono indicatori di intelligenza.
Mancanza di trattamento efficaceAlcuni credono che non ci siano trattamenti efficaci per i disturbi del linguaggio e che i bambini semplicemente “cresceranno” da soli.
Associazione tra balbuzie e linguaggioLa balbuzie viene erroneamente considerata un disturbo del linguaggio, ma è un problema nella catena pneumo-articolatoria, non un problema concettuale nel linguaggio.
Associazione tra dislessia e linguaggioLa dislessia non è un disturbo del linguaggio, ma coinvolge altre componenti cognitive.
Desiderio di rimanere piccoliL’errata convinzione che i bambini possano parlare male perché desiderano rimanere piccoli non ha fondamento.
Trattamento inadeguatoAlcune persone credono che i disturbi del linguaggio non possano essere trattati in modo efficace. Tuttavia, esistono molti approcci terapeutici comprovati.

Segnali dei disturbi del linguaggio

I disturbi del linguaggio rappresentano una sfida significativa per bambini e famiglie. Riconoscere i segni precoci e intervenire tempestivamente può migliorare i risultati nel lungo termine. Studi recenti hanno identificato diversi segnali precoci del disturbo del linguaggio come:

  • ritardo nella produzione dei gesti;
  • ritardo nella comprensione sintattica o acquisizione del linguaggio fino ai 30 mesi;
  • difficoltà nella pronuncia dei suoni e delle parole;
  • vocabolario limitato;
  • scarse abilità di lettura o scrittura;
  • problemi nella comunicazione sociale, come il mantenimento del contatto visivo o l’uso del linguaggio non verbale.

Secondo le raccomandazioni, lo screening per i disturbi del linguaggio dovrebbe essere effettuato tra i 2 e i 3 anni, con una diagnosi intorno ai 4 anni. Questo periodo critico consente di intervenire precocemente, massimizzando le possibilità di miglioramento a lungo termine. È necessario dunque eseguire un esame completo che consideri una varietà di informazioni provenienti da diverse fonti, come la storia clinica del bambino, le osservazioni dei genitori e le valutazioni dei professionisti della salute. Inoltre, è fondamentale distinguere se si tratta di condizioni come l’autismo o la disabilità uditiva, poiché ciò consentirà di adottare il trattamento più adatto e personalizzato per il bambino, garantendo così un progresso ottimale nel suo sviluppo linguistico e comunicativo.

Trattamento dei disturbi del linguaggio

Tra le strategie di trattamento e gestione dei disturbi del linguaggio più efficaci, gli esperti includono:

Strategia di trattamentoDescrizione
Terapia del linguaggioAttività mirate a migliorare le abilità linguistiche attraverso esercizi di fonetica, comprensione del linguaggio, e espansione del vocabolario.
Intervento precoceIniziare la terapia del linguaggio il prima possibile per massimizzare le probabilità di successo e mitigare gli effetti negativi sullo sviluppo del bambino.
Supporto educativoAdattamenti curriculari, supporto da parte di insegnanti specializzati e accesso a risorse aggiuntive nelle scuole.
Coinvolgimento dei genitoriRuolo attivo dei genitori nel supportare e rinforzare le abilità linguistiche del bambino attraverso attività quotidiane e interazioni stimolanti.
Terapia multidisciplinareCoinvolgimento di diversi professionisti della salute per fornire un trattamento completo e personalizzato

Inoltre il sostegno di uno psicologo può rivelarsi fondamentale in questi casi. Le persone affette da tali disturbi spesso vivono sensazioni di frustrazione, ansia e bassa autostima a causa delle sfide linguistiche che affrontano. Il sostegno psicologico offre loro un ambiente sicuro in cui possono esprimere liberamente le proprie emozioni e acquisire strategie di coping per gestire lo stress associato. In qualità di centro medico autorizzato, Serenis offre servizi di supporto psicologico online, adattati sia ai genitori che alle persone affette dai disturbi del linguaggio. Possiamo aiutarti a sviluppare strategie di coping efficaci e promuovere il benessere generale.

Fonti:

  • Marotta, Luigi, and Maria Cristina Caselli. I disturbi del linguaggio: Caratteristiche, valutazione, trattamento. Edizioni Centro Studi Erickson, 2014.
  • Sabbadini, Letizia. Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive. Milano: Springer, 2013.
  • Coffre, A., et al. “Screening dei disturbi del linguaggio orale nel bambino e loro classificazione.” EMC-Otorinolaringoiatria 21.3 (2022): 1-10.
  • Favilla, Mariaelena, and Lucia Ferroni. “Disturbi del linguaggio e neurolinguistica.” (2009): 1-188.
Martina Bisceglia

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Blog manager di Serenis, mi dedico a fornire risorse informative e approfondimenti sui temi del benessere mentale, della psicologia e della salute emotiva. Attraverso il nostro blog, miriamo a condividere conoscenze preziose e offrire supporto a coloro che cercano aiuto e comprensione nel loro percorso di crescita personale e di guarigione.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.