Decision making: come prendere le decisioni?

Il processo decisionale è fondamentale nella nostra vita quotidiana, coinvolgendo la valutazione delle opzioni e la scelta di un’azione. È influenzato da molteplici fattori come informazioni disponibili, obiettivi personali ed emozioni. Gli individui possono adottare vari stili decisionali, e le capacità decisionali possono migliorare nel tempo grazie alla pratica.
decision making scelte per futuro

Quante decisioni prendiamo ogni giorno? La risposta esatta è che è impossibile contarle, perché la nostra vita è una scelta continua. Da banali selezioni come cosa indossare, a decisioni importanti riguardanti il nostro futuro professionale, ogni giorno siamo immersi nel processo decisionale. È proprio questo processo, il decision making, a costituire il fondamento della nostra esistenza, plasmando le nostre azioni e determinando il corso della nostra vita. In questo articolo, esploreremo il concetto di decision making e il suo impatto pervasivo sulla nostra quotidianità, rivelando come le nostre scelte influenzino il tessuto stesso della nostra esistenza.

Cos’è il decison making?

Il decision making è il processo attraverso il quale prendiamo delle scelte e decisioni, che possono avvenire in modo automatico o consapevole, influenzato da molteplici variabili. Questa capacità umana implica una valutazione delle opzioni disponibili e delle informazioni pertinenti, prima di giungere a una decisione ritenuta efficace per una data situazione. È un processo che coinvolge sia aspetti cognitivi che emotivi della mente umana, portandoci a selezionare una specifica opzione tra diverse alternative.

decision making e diverse scelte

Come prendere decisioni consapevoli?

Il processo decisionale è strettamente legato al problem solving poiché entrambi implicano la ricerca di una soluzione. Tuttavia, mentre nel problem solving la decisione è orientata al raggiungimento di un obiettivo specifico, nel decision making dobbiamo confrontare e valutare diverse alternative.

Secondo alcuni studiosi, il processo di decision making è guidato da due motivazioni umane fondamentali:

Cabanac enfatizza che la nostra razionalità è ciò che ci spinge a prendere decisioni, ma le nostre emozioni svolgono un ruolo altrettanto significativo. Tuttavia, pur essendo il cervello una macchina straordinaria, non dispone delle risorse necessarie per affrontare completamente ogni decisione quotidiana. Pertanto, in alcune situazioni, attua strategie per risparmiare energia, chiamate euristiche nel contesto scientifico.

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Cosa sono le euristiche nel decision making

Il concetto di euristiche fu inizialmente introdotto da Herbert Simon, laureato e Premio Nobel per l’economia, e successivamente approfondito da Amos Tversky e Daniel Kahneman. Le euristiche sono fondamentalmente delle semplici ed efficienti regole che descrivono come noi esseri umani risolviamo i dilemmi, formuliamo giudizi e prendiamo decisioni di fronte a problemi complessi o informazioni incomplete. Queste regole sono basate sul principio fondamentale che il nostro sistema cognitivo opera con risorse limitate. Di conseguenza, utilizziamo strategie, o euristiche, per semplificare il processo decisionale e risolvere problemi.

Per comprenderne meglio il funzionamento, vediamo degli esempi concreti:

EuristicheDescrizioneEsempi
Euristica della rappresentativitàValutiamo l’appartenenza di qualcuno o qualcosa a una specifica categoria basandoci sulla similitudine con le caratteristiche principali della categoria.Giudicare che una persona con abiti sgargianti e capelli lunghi sia un musicista senza considerare altre informazioni.
Euristica dell’ancoraggioTendenza a fare affidamento sulle prime informazioni disponibili quando si cerca di prendere una decisione.Valutare un prodotto basandosi sul prezzo di listino iniziale senza considerare eventuali sconti disponibili.
Euristica della disponibilitàDecisioni basate sulla disponibilità immediata di esempi o informazioni riguardanti l’argomento in questione.Giudicare la pericolosità di un evento basandosi sulle notizie recenti e sulla loro risonanza mediatica.

La presa di decisioni è intrinsecamente legata alla probabilità, poiché spesso ci troviamo a dover fare scelte in condizioni di incertezza. In questi casi, dobbiamo valutare le nostre opzioni e scegliere quella che riteniamo più vantaggiosa, anche se non possiamo prevedere con certezza l’esito della nostra scelta.

Influenze nel processo di decision making

Il processo di decision making è influenzato da diversi fattori, specialmente in situazioni rischiose. Tra i fattori di influenza più ricorrenti riguardo alle scelte, gli esperti evidenziano:

  • fattori cognitivi e percezione:
    • percezione ed elaborazione delle informazioni (euristiche);
    • biases cognitivi – il modo in cui un problema viene presentato può farci vedere le opzioni in modo diverso e portarci a fare scelte diverse;
  • fattori socio-culturali:
    • contesto sociale – pressioni dei gruppi e cultura circostante possono condurre a omologazione
    • credenze personali
  • fattori emotivi e psicologici:
    • stress emotivo – può alterare il modo in cui prendiamo decisioni, portandoci a ritardare il processo decisionale o a essere ipervigilanti nel valutare le opzioni;
    • avversione alla perdita – perseguiamo una decisione anche se comporta costi non recuperabili
    • motivazioni sia razionali (valutazione la probabilità di un evento e il valore dell’esito atteso) che emotive
  • esperienze passate e risorse disponibili:
    • esperienze passate e memorie possono influenzare le nostre decisioni, portandoci a preferire certi tipi di scelte basate su esperienze pregresse
    • risorse disponibili, come il tempo e il denaro, possono influenzarci, poiché possiamo essere spinti a fare scelte diverse in base alle nostre limitazioni o abbondanze di risorse;

Comprendere questi meccanismi può aiutarci a prendere decisioni più consapevoli e adottare strategie più efficaci per affrontare le sfide della vita quotidiana.

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Stili decisionali nel processo di decision making

Il decision making di ognuno di noi può cambiare anche a seconda della personalità, delle esperienza e delle specifiche situazioni. In questo senso, quindi, si sviluppano diversi stili decisionali. Come riporta il magazine del Centro Medico Santagostino, i più comuni sono:

Stile decisionaleDescrizione
Autoritariouna sola persona prende la decisione senza coinvolgere altri: questo può rivelarsi utile per decisioni rapide;
Consultivoconsultare gli altri prima di prendere una decisione finale, usufruendo di più punti di vista;
Partecipativocoinvolgimento di tutti i membri di un gruppo: promuove entusiasmo e approvazione ma può richiedere tempo;
Consensualecollaborazione per raggiungere una decisione soddisfacente per tutti i membri del gruppo;
Delegantechi ha paura o poca fiducia in sé stesso affida la decisione finale a qualcun altro.

Uno studio evidenzia l’importanza della cooperazione nel settore sanitario, sottolineando l’asimmetria di potere tra professionisti e pazienti. Si afferma che il processo decisionale condiviso, basato su collaborazione e trasparenza, è essenziale per affrontare decisioni difficili e rispettare l’autonomia individuale.

Come migliorare la capacità di prendere decisioni?

Prendere decisioni è una parte essenziale della vita quotidiana e ogni decisione, anche quella più piccola, può avere un impatto significativo sul nostro percorso. Pertanto, desideriamo condividere con te alcuni preziosi consigli:

  • informarti adeguatamente: raccogli tutte le informazioni pertinenti riguardo alla situazione o al problema su cui devi decidere. Più dati hai a disposizione, migliori saranno le tue decisioni;
  • analizza pro e contro, questo ti aiuterà a valutare in modo più obiettivo le alternative;
  • considera le conseguenze a lungo termine e non limitarti a valutare gli effetti immediati delle tue decisioni;
  • chiedi consigli: consulta amici, familiari o colleghi fidati per ottenere punti di vista diversi e consigli preziosi;
  • sviluppa la capacità di valutare in modo critico le informazioni e le opinioni che incontri, così da prendere decisioni più ponderate e razionali;
  • pratica tecniche di gestione dell’ansia e dello stress, che possono compromettere la tua capacità decisionale, per mantenere la calma durante il processo di decision making;
  • sii flessibile, aperto al cambiamento e pronto ad adattare le tue decisioni in base alle nuove informazioni o alle circostanze che possono cambiare.

Ricorda che è proprio attraverso una ponderata riflessione sulle nostre scelte pregresse che siamo in grado di trarre insegnamenti per migliorare le nostre capacità decisionali in futuro. Gli errori, in particolare, rappresentano preziose opportunità di crescita e apprendimento, mentre i successi ci incoraggiano a perseverare nel percorso di prendere decisioni consapevoli.

Approccio decisionale normativo e descrittivo

Nell’ambito della psicologia del processo decisionale, si distinguono due approcci principali: l’approccio normativo e l’approccio descrittivo. Vediamo le principali caratteristiche a confronto:

CaratteristicheApproccio normativoApproccio descrittivo
FocusTeoria della scelta razionaleOsservazione del comportamento effettivo nella decisione
Assunzioni principaliRazionalità nell’ottimizzazione dell’utilità attesaLimitazioni cognitive e vincoli situazionali
Principali teoriciVon Neumann e MorgensternHerbert Simon
Concezione della razionalitàDecisioni basate su calcoli probabilistici e massimizzazione dell’utilità attesaDecisioni adattate alle limitazioni cognitive e situazionali
ObiettivoMassimizzazione dell’utilità attesaOttenimento di risultati soddisfacenti non ottimali

Emerge dunque un contrasto tra il modello teorico della scelta razionale, che presume che gli individui valutino le opzioni in base all’utilità attesa, e il comportamento reale delle persone nella presa di decisione. Gli autori, come Simon negli anni ’50, hanno sottolineato i limiti intrinseci ed esterni delle funzioni cognitive umane che influenzano questo processo, aprendo la strada al concetto di razionalità limitata. Quest’ultimo suggerisce che le persone spesso si accontentino di soluzioni soddisfacenti anziché ottimali, adattandosi alla complessità delle decisioni con risorse cognitive limitate.

Decision making e ansia

Il processo decisionale può essere una fonte di ansia significativa, soprattutto quando si affrontano scelte cruciali o complesse. Ricerche condotte dagli esperti hanno evidenziato come l’ansia possa influenzare negativamente la nostra capacità di prendere decisioni razionali. Ad esempio, uno studio condotto da Kahneman e Tversky ha dimostrato che l’ansia può portare le persone a evitare decisioni che comportano rischi, anche se tali decisioni potrebbero essere vantaggiose a lungo termine.

Quando l’ansia diventa così intensa da interferire con la nostra capacità di pensare in modo chiaro e razionale, è consigliabile rivolgersi a un professionista della salute mentale. Secondo esperti come la psicoterapeuta Ellen Hendriksen, autrice di “How to Be Yourself: Quiet Your Inner Critic and Rise Above Social Anxiety“, lavorare con uno psicologo o uno psichiatra può fornire supporto e strategie per affrontare l’ansia legata alle decisioni.

Se ti senti sopraffatto dall’ansia o incontri difficoltà nel prendere decisioni, non esitare a chiedere aiuto. Serenis è qui per te. Come centro medico autorizzato, offriamo servizi di psicoterapia online con professionisti esperti pronti ad aiutarti a gestire l’ansia e ad affrontare le tue decisioni con maggiore consapevolezza e sicurezza.

Inoltre, è importante comprendere che non esiste una decisione perfetta. Ogni scelta comporta rischi e benefici, e ciò che conta è individuare la soluzione che sia più adatta per noi stessi e per gli altri coinvolti nella situazione specifica. Questo concetto è supportato da studi nel campo della psicologia decisionale, che hanno dimostrato che cercare la perfezione può portare a indecisione e insoddisfazione.

BIBLIOGRAFIA:

  • Cabanac, M., & Bonniot-Cabanac, M. C. (2007). Decision making: rational or hedonic?. Behavioral and Brain Functions, 3(1), 1-8.
  • Kahneman, D., Slovic, P., & Tversky, A. (Eds.). (1982). Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Cambridge university press.
  • Pravettoni, G., Leotta, S.N., Russo, V. (2015). In Moderato, P., Rovetto, F. Psicologo: verso la professione. McGraw-Hill Education (Italy).
Martina Bisceglia

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Blog manager di Serenis, mi dedico a fornire risorse informative e approfondimenti sui temi del benessere mentale, della psicologia e della salute emotiva. Attraverso il nostro blog, miriamo a condividere conoscenze preziose e offrire supporto a coloro che cercano aiuto e comprensione nel loro percorso di crescita personale e di guarigione.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.