Le benzodiazepine sono una classe di farmaci con effetti ansiolitici, sedativi, ipnotici, anticonvulsivanti, anestetici e miorilassanti. Sono in commercio dai primi anni ’60, quando il clordiazepossido fu dichiarato a norma di legge e messo in commercio.
In seguito, questa molecola fu sostituita con il diazepam, molto più forte del clordiazepossido e commercializzato con il nome di Valium.
Le ricerche nel campo della medicina e della psichiatria hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, portando alla sintetizzazione di nuove molecole che fanno parte della classe delle benzodiazepine.
In questo articolo ne parleremo nel dettaglio, indagando cosa sono le benzodiazepine, quali sono gli effetti, perché si usano e in cosa consistono le controindicazioni. Speriamo che, al termine dell’articolo, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.
Benzodiazepine: per cosa sono usate?
Le benzodiazepine sono utilizzate per il trattamento di diverse condizioni e patologie, perché vantano diversi effetti sull’organismo. Ricordiamo che non tutti i farmaci di questa classe hanno i medesimi effetti e vengono utilizzati per il trattamento delle medesime patologie.
Sembra comunque possibile individuare dei tratti comuni. Così le benzodiazepine sono generalmente indicate per:
- problemi di insonnia;
- disturbi d’ansia;
- convulsioni;
- attacchi di panico;
- psicosi;
Vengono inoltre utilizzate come sedativo prima di interventi invasivi come la gastroscopia.
In caso di forti attacchi di panico, possono essere somministrate per via endovenosa per ottenere un effetto immediato.
Azione delle benzodiazepine
Per comprendere il funzionamento delle benzodiazepine, bisogna avere un’idea generale dei meccanismi cerebrali su cui vanno attivamente ad agire.
Cominciamo dicendo che il cervello è un sistema complesso in cui avvengono scambi di informazioni interne al sistema anatomico. Queste informazioni, vengono trasportate da una zona all’altra attraverso dei neurotrasmettitori che hanno funzione inibitoria o eccitante.
Molte problematiche relative allo spettro ansioso, per esempio, sono causate da una modulazione inefficace dei neurotrasmettitori. Le benzodiazepine agiscono stimolando un sistema denominato GABAergico, legandosi ad esso e svolgendo una funzione inibitoria.
Per questa ragione possono inibire i sintomi dell’ansia, del panico e di altri disturbi causati da modulazione inefficace dei neurotrasmettitori.
Differenza tra le benzodiazepine
Il medico-psichiatra deciderà se affiancare alla terapia un percorso farmacologico. In tal caso, utilizzerà una specifica benzodiazepina a seconda del suo effetto specifico e della sua emivita plasmatica (cioè della durata del suo effetto sui neurotrasmettitori).
Si possono classificare le benzodiazepine proprio attraverso questo parametro. Abbiamo quindi:
- benzodiazepine dall’emivita breve: durano generalmente sei ore e comprendono il midazolam e il triazolam;
- benzodiazepine dall’emivita media: durano dalle 6 alle 24 ore;
- benzodiazepine dall’emivita lunga: durano fino a quattro giorni e comprendono il diazepam e altri farmaci.
Effetti collaterali delle benzodiazepine
Le benzodiazepine sono farmaci ritenuti sicuri: hanno quindi un basso indice di tossicità e un alto indice terapeutico. Proprio per questa ragione, possono essere impiegati per il trattamento di diverse patologie e disturbi.
Quando si parla di indice terapeutico, si intende il rapporto tra dose terapeutica e dose tossica. Più è elevato l’indice terapeutico, cioè più è ampia la distanza tra i due tipi di dose, più un farmaco è ritenuto sicuro.
In questo caso specifico, l’alto indice terapeutico sostiene la possibilità di somministrare grosse dosi di benzodiazepine senza per questo causare effetti collaterali. Durante il trattamento con benzodiazepine possono comunque sorgere alcune problematiche tra cui ricordiamo:
- sonnolenza;
- stati confusionali;
- nebbia mentale o brain fog;
- depressione;
- problemi nella coordinazione.
Possono inoltre sorgere dei sintomi paradossali, cioè sintomi causati dal farmaco che il farmaco stesso dovrebbe trattare. Tra di essi compaiono:
- ansia;
- psicosi;
- deliri;
- allucinazioni;
- attacchi di panico;
- rabbia;
- alta aggressività.
E simili.
Infine, ricordiamo che le benzodiazepine possono dare dipendenza soprattutto se assunte in dosi troppo elevate. In seguito all’interruzione del trattamento, il paziente può sperimentare:
- diarrea;
- cefalee;
- derealizzazione e depersonalizzazione;
- incubi notturni;
- alterazione del tono umorale;
- convulsioni;
- iperacusia o fonofobia;
- fotofobia o sensibilità agli stimoli luminosi.
Utilizzo e trattamento delle benziodiazepine
Le benzodiazepine sono farmaci che vanno utilizzati solo su prescrizione medica. Sarà compito del medico-psichiatra fornire una diagnosi corretta al paziente e, se necessario, prescrivere un percorso farmacologico che vada ad affiancare quello terapeutico.
Molto in generale, i farmaci si rivelano necessari lì dove la problematica è di tipo fisiologico oltre che ambientale; dove, cioè, la problematica alla base del disturbo interessa l’area cerebrale e non solo gli schemi cognitivi e le esperienze vissute dal paziente.
Ricordiamo che la problematica fisiologica e quella ambientale spesso si alimentano a vicenda. Per esempio, problematiche di tipo ansioso legate ai neurotrasmettitori possono accompagnarsi ad esperienze traumatiche andando a peggiorare rapidamente il quadro clinico.
Se soffri di ansia, panico, convulsioni o disturbi del sonno, ti consigliamo di rivolgerti ad un medico-psichiatra per capire se il trattamento farmacologico a base di benzodiazepine è adatto al tuo caso e al tuo specifico organismo.
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