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Che cos’è il metadone: benefici e controindicazioni

Quando usiamo il termine metadone, ci riferiamo innanzitutto a un farmaco, che ha suscitato grande interesse sia nell’ambito della salute mentale che della medicina.

Esso viene utilizzato ampiamente nel trattamento della dipendenza da sostanze oppiacee, soprattutto l’eroina.

L’articolo si propone di approfondire in dettaglio che cos’è il metadone, chi lo usa e per quale motivo, quali sono i suoi benefici e le sue controindicazioni. Inoltre, verranno poi indagate le caratteristiche della dipendenza da metadone, le terapie alternative, la ricerca attuale e infine le prospettive future.

Che cos’è il metadone?

Come accennato in precedenza, il metadone è innanzitutto un farmaco. In particolare, un oppioide sintetico, che venne studiato e sviluppato in Germania negli anni ’40.

Questo medicinale viene utilizzato per combattere la dipendenza da oppiacei, è noto in particolare come parte del trattamento per la dipendenza da eroina.

Il metadone agisce innanzitutto sul sistema nervoso centrale, riesce infatti a ridurre da un lato i sintomi dell’astinenza da sostanze e dall’altro è in grado di alleviare il desiderio nei confronti degli oppiacei.

Una delle caratteristiche che lo contraddistinguono, e lo rendono adeguato a trattare la dipendenza di eroina e oppiacei in generale, è la sua lunga durata di azione. Ciò permette a chi lo utilizza di evitare le fluttuazioni degli effetti tipici delle droghe oppioidi.

Storia del metadone

Nel 1937 Max Bockmühl e Gustav Ehrhart sintetizzano per la prima volta il metadone. Tuttavia, soltanto dagli anni ’60 in poi inizia a essere usato su lunga scala per trattare la dipendenza da oppiacei.

Nel 1964, viene inoltre introdotto negli Stati Uniti come terapia di mantenimento, proprio da quel momento inizia a essere utilizzato in tutto il mondo.

Per chi è indicato il metadone?

Il metadone è particolarmente adatto per le persone che si trovano in determinate situazioni, ossia:

  • risulta adeguato per i pazienti che presentano una dipendenza da oppiacei, soprattutto se la dipendenza continua da molto tempo e se la persona in questione non ha dato risposte positive ad altri trattamenti;
  • è adatto a individui che necessitano di una terapia di mantenimento, per evitare sintomi di astinenza, ma anche il craving. In particolare, con quest’ultimo termine si fa riferimento al desiderio incontrollabile di assumere nuovamente la sostanza verso la quale è presente la dipendenza;
  • chi è intenzionato a stabilizzare la propria vita e uscire dalla dipendenza.

Per chi non è indicato il metadone?

Ci sono alcune situazioni in cui il metadone viene tendenzialmente sconsigliato, e anzi potrebbe addirittura peggiorare la situazione:

  • non è adatto a persone che manifestano allergie e ipersensibilità a qualche componente del metadone o dal metadone stesso;
  • chi manifesta importanti problemi di salute o insufficienza epatica, renale oppure respiratoria. In questo caso l’uso del farmaco potrebbe peggiorare condizioni di salute già di per sé precarie;
  • non è indicato per chi sta assumendo farmaci che potrebbero eventualmente interagire in modo negativo con il metadone;
  • donne che allattano o che stanno aspettando un bambino, il farmaco potrebbe infatti mettere a rischio il neonato o il feto.

Benefici del trattamento con il metadone

Il trattamento della dipendenza con il metadone presenta diversi benefici, alcuni dei più importanti sono:

  • riduzione dei sintomi di astinenza: il metadone aiuta a controllare i sintomi associati all’astinenza degli oppiacei. I sintomi in questione sono sia quelli fisici che psicologici;
  • diminuzione del rischio di overdose: l’effetto del metadone, come prima accennato dura relativamente a lungo, motivo per cui il rischio di andare in overdose si riduce in modo significativo;
  • miglioramento della qualità della vita: il farmaco può supportare le persone nel riprendere il controllo della propria vita;
  • riduce il coinvolgimento in attività illegali e ambienti che ricordano la dipendenza: il metadone può essere un utile contributo per ridurre l’uso di droghe illegali, di conseguenza diminuiscono le attività criminali per procurarsi la droga e spesso anche la frequentazione di ambienti negativi.

Gli effetti collaterali del metadone

L’utilizzo di questo farmaco può comportare tutta una serie di effetti collaterali, questi ultimi è comunque bene ricordare che variano da persona a persona.

Ossia, non tutti sperimentano gli stessi effetti collaterali e molti individui riescono a tollerarlo in modo funzionale. Rimane comunque importante prendere consapevolezza dei suoi eventuali effetti collaterali, alcuni tra quelli riconosciuti come comuni sono:

  • costipazione: si tratta di un effetto collaterali comune al metadone. Se dovesse verificarsi sarebbe comunque possibile rendere meno problematico questo aspetto grazie a idratazione e alimentazione adeguate. Inoltre, quando necessario possono essere utilizzati dei farmaci lassativi;
  • sonnolenza: questa sensazione di stordimento potrebbe inficiare momentaneamente alcune capacità, tra cui quella di guida;
  • nausea: in caso di nausea è possibile eventualmente gestire la situazione assumendo in parallelo altri farmaci dedicati. In particolare, i farmaci antiemetici vengono generalmente utilizzati per far fronte al meglio a questo effetto collaterale;
  • nervosismo e irritabilità: il metadone può avere un’influenza sull’umore di alcune persone che lo assumono. Questo effetto collaterale include veloci cambi di umore e irritabilità.

Accanto a questi sintomi è possibilmente sperimentarne altri di tipo frequente come la sensazione di bocca secca, oppure in casi molto più rari difficoltà respiratorie.

Qualora, in seguito all’assunzione del farmaco dovessero verificarsi degli effetti collaterali preoccupanti è importante comunicarlo quanto prima al proprio medico, per individuare eventuali soluzioni o modificare il dosaggio di metadone.

Soltanto in questo modo è possibile ricevere un trattamento sicuro ed efficace.

I rischi e le complicazioni della dipendenza da metadone

Uno dei rischi, potrebbe essere di riuscire a uscire dalla dipendenza dagli oppiacei, ma anziché parte del trattamento il metadone possa sostituire la vecchia dipendenza.

È importante, che per evitare una situazione di questo tipo, il paziente segua le istruzioni del medico utilizzando in modo corretto l’oppioide. La dipendenza dal farmaco è sia fisica che psicologica e può manifestarsi con diversi sintomi:

  • craving;
  • aumento della tolleranza, ciò significa che sarà dunque necessaria una dose sempre maggiore di farmaco per ottenere l’effetto desiderato;
  • quando si smette di assumere metadone sono presenti sintomi di astinenza;
  • un altro sintomo della dipendenza da metadone è che gli effetti dello stesso, riducono l’efficacia dell’individuo nella vita quotidiana.

Terapie alternative

Il metadone non è l’unica terapia che viene utilizzata per curare la dipendenza dagli oppiacei. Altre terapie che negli anni si sono rivelate utili allo scopo sono per esempio la buprenorfina e la naloxone.

La buprenorfina è un’antagonista degli oppioidi, che ha la possibilità di ridurre i sintomi dell’astinenza. La naloxone è invece utilizzata per invertire gli effetti che può provocare un’overdose da oppiacei.

Queste terapie possono offrire una valida opzione per i pazienti che non rispondono positivamente al metadone, oppure hanno dei motivi per cui si rende opportuno valutare delle alternative terapeutiche.

Prospettive future

Al momento attuale il trattamento delle dipendenze con il metadone viene concepito come utile e vantaggioso da più punti di vista. Un altro degli aspetti positivi è di essere riusciti a rendere tale trattamento perlopiù accessibile per coloro che ne hanno necessità.

Il mondo della ricerca e dello sviluppo continua a ogni modo a essere in continua evoluzione per quanto riguarda il trattamento della dipendenza da sostanze oppiacee.

Alcune delle nuove sfide nel settore includono l’uso di antagonisti di oppioidi a lunga durata di azione. Uno dei benefici in questo caso sarebbe di ridurre la necessità di dosi quotidiane di metadone.

Tra le sfide per il futuro c’è la sensibilizzazione sul tema della dipendenza e dei relativi trattamenti. Sempre in relazione al tema è importante proseguire la lotta contro il pregiudizio.

Conclusioni

Concludendo, il metadone è un farmaco molto utilizzato nel trattare le dipendenze da oppiacei. Tale medicinale ha avuto e ha tutt’ora un ruolo importante nel miglioramento della vita dei pazienti e in generale nella lotta contro alcuni tipi di droghe illegali.

Nonostante ciò, è importante che la scienza prosegua le ricerche nel campo del trattamento delle dipendenze. In modo da essere sempre più efficace nell’aiutare chi è caduto nella dipendenza a scrivere un nuovo capitolo nella propria vita ed essere finalmente libero.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.