Il benessere organizzativo e lavorativo

Esplora come si valuta il benessere sul posto di lavoro e i vantaggi per i dipendenti che accedono ai servizi di welfare come il supporto psicologico.
il benessere organizzativo e lavorativo

Lavorare in un ambiente organizzativo sano e positivo è un aspetto fondamentale nelle ricerche sul benessere mentale dei dipendenti e sull’apprezzamento del luogo di lavoro. I dipendenti che percepiscono una sensazione di benessere lavorativo sono i più motivati e quelli che apprezzano maggiormente gli sforzi della loro azienda per supportare il benessere dei loro dipendenti. Molte aziende nell’ambito del business to business stanno dedicando un maggiore interesse alla salute dei propri dipendenti, fornendo sedute di terapia per migliorare il benessere complessivo.

Definizione di benessere lavorativo

Il benessere organizzativo è dato dalla capacità dell’azienda di promuovere nel lungo termine il benessere mentale, fisico, psicologico, sociale e lavorativo dei suoi dipendenti.

Il benessere lavorativo di un’organizzazione è influenzato da vari fattori quali:

  • il clima organizzativo dato dall’atmosfera che si vive in azienda;
  • il work life balance;
  • la cultura aziendale e l’affinità dei dipendenti con i valori e l’etica dell’azienda;
  • la qualità della vita dei dipendenti;
  • le opportunità di crescita di carriera e i piani di formazione per dipendenti;
  • le relazioni interpersonali di amicizia e rispetto tra colleghi;
  • gli stili di leadership, e di conseguenza il rapporto personale e lavorativo tra il datore di lavoro e i propri collaboratori, e tra manager e membri del team;
  • la sicurezza e l’assenza di pericoli sui luoghi di lavoro;
  • servizi per il benessere mentale quali uno psicologo aziendale;
  • la tutela della salute da parte del datore di lavoro;
  • i salari e i benefit di welfare giocano anch’essi un ruolo fondamentale nella percezione di benessere dei dipendenti;
  • la chiarezza delle comunicazioni aziendali;
  • quanto vengono riconosciuti gli sforzi dei lavoratori, e vengono dati feedback e valutazioni onesti e oggettivi;
  • la partecipazione dei dipendenti alle decisioni manageriali.
Definizione di benessere lavorativo

L’aspetto legislativo in Italia e in Europa: benessere organizzativo

Il dibattito sul benessere organizzativo è una questione molto recente. Nei paesi Europei, una delle aree più all’avanguardia su questi temi, si è iniziato a parlare di benessere lavorativo non prima del 1987.

Questi sono i decreti più importanti per il benessere organizzativo rilasciati dall’Unione Europea:

Decreti EuropeiDescrizione
1987 – Atto Unico EuropeoIntrodotto per la prima volta il tema della salute e della sicurezza sul lavoro, stabilendo delle minime condizioni.
1997 – Dichiarazione di LussemburgoDichiarazione volta a promuovere il benessere dei lavoratori in Europa.
2002 – Commissione delle Comunità Europee di BruxellesNuovi paradigmi per sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
2008 – Accordo InterconfederaleRiconoscimento dello Stress da Lavoro Correlato
2021-2027 – Quadro Europeo in merito di salute e sicurezza sul lavoro.Documento che delinea il quadro strategico-politico dell’Unione Europea sul benessere lavorativo.

I riferimenti normativi ministeriali

Di seguito trovate i documenti ministeriali dei decreti legislativi che hanno parlato di benessere lavorativo dei dipendenti in Italia.

Decreto Legislativo o Direttiva MinisterialeDescrizione
Decreto 81/2008 Questo decreto ha introdotto l’obbligo di valutazione del rischio di stress da lavoro correlato.
Decreto 150/2009Con questa legge i gli OIV (Organismi Interni di Valutazione) delle aziende possono effettuare analisi e questionari sul benessere organizzativo.
Decreto 33/2013Ha introdotto l’obbligo di pubblicare i risultati di queste analisi sul benessere lavorativo
Direttiva n. 3/2017 del Presidente del Consiglio dei MinistriHa aggiunto alcune regole sull’organizzazione aziendale e lavorativa per favorire il benessere dei lavoratori.

Come misurare il benessere organizzativo?

Esistono vari metodi per misurare il benessere organizzativo di un’azienda. Andiamo a vederli di seguito:

ENPS (Employee Net Promoter Score)

L’ENPS è uno strumento utile per le aziende perché fornisce un quadro molto esplicito sulla soddifazione dei dipendenti riguardo al loro ruolo, al loro lavoro e all’ambiente aziendale. Questo indicatore misura la percentuale di dipendenti che sono disposti a consigliare il luogo di lavoro ad altre persone, sul totale dei dipendenti, al netto degli astenuti.

La classica domanda dell’ENPS è “Su una scala da 0 a 10, quanto è probabile che consigli il nostro prodotto/servizio alla tua famiglia o ai tuoi amici?”

ENPS (Employee Net Promoter Score)

MOHQ (Questionario multidimensionale sulla salute organizzativa)

L’MOHQ è un questionario sul benessere organizzativo ideato nel 2005 dai ricercatori Avallone e Paplomatas. E’ un tipo di valutazione particolarmente utilizzata nelle Amministrazioni Pubbliche. Viene definito un indicatore di Salute Organizzativa, perché si focalizza su aspetti legati all’ambiente di lavoro, piuttosto che all’individuo.

Il questionario si divide nelle seguenti sezioni:

  • chiarezza degli obiettivi
  • valorizzazione delle competenze
  • ascolto attivo
  • disponibilità delle informazioni
  • gestione della conflittualità
  • relazioni interpersonali collaborative
  • scorrevolezza e fattori di stress
  • equità organizzativa
  • senso di utilità sociale
  • sicurezza e prevenzione dagli infortuni
  • tollerabilità dei compiti assegnati
  • indicatori positivi (sensazione di far parte di un progetto, relazioni con i colleghi, fiducia nel management..)
  • indicatori negativi (aggressività, stress, mancanza di voglia di andare al lavoro…)
  • disturbi psicosomatici
  • innovazione dell’azienda
  • suggerimenti per migliorare

IWBI (Individual Well Being Index) Deloitte

Deloitte ha deciso di lanciare l’Individual Well Being Index, un indice che misura il benessere sul lavoro. Questo indice è nato dall’osservazione di alcuni comportamenti delle nuove generazioni, e a partire da queste è stato creato un modello di valutazione del benessere aziendale che parte da indicatori ambientali, sociali e organizzativi.

I dati dell’Istat sul Benessere dei lavoratori

Abbiamo detto che il tema del benessere lavorativo è un tema che sta diventando sempre più caldo. A dimostrazione di questo, a partire dall’8 febbraio 2021, l’Istat (tramite il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni -CUG) ha iniziato a rilevare i dati sul benessere lavorativo e il mobbing.

Dai primi dati rilevati nel 2022:

Più di due terzi dei rispondenti è soddisfatto del lavoro; l’11,4% afferma di essere “molto soddisfatto”, il 56,4% di esserlo “abbastanza”; il 23,3% preferisce la modalità “poco” e il 4,7% dice di non essere per niente soddisfatto (il 4,2% risponde “non so”).

ISTAT
I dati dell'Istat sul Benessere dei lavoratori

Quali sono i rischi principali per il benessere dei lavoratori?

Cosa può compromettere il benessere organizzativo di un’azienda? L’European Agency for Safety and Health at Work ha svolto approfondite analisi per rispondere a questa domande. Alla fine hanno raggruppato una vasta gamma di fattori in 8 punti fondamentali di rischio per il benessere organizzativo, influenzando negativamente salute e sicurezza dei lavoratori.

  1. Rischi Fisici: In questa categoria sono inclusi l’esposizioni a rumore, vibrazioni, radiazioni, illuminazione inadeguata, e temperature estreme, che possono avere impatti negativi sulla salute fisica dei lavoratori.
  2. Rischi Chimici: L’esposizione a sostanze chimiche pericolose, inclusi agenti cancerogeni, mutageni o sostanze tossiche per la riproduzione, può causare una vasta gamma di problemi di salute.
  3. Rischi Biologici: Questi rischi includono l’esposizione a virus, batteri, funghi e altri agenti biologici che possono causare malattie.
  4. Rischi Ergonomici: Problemi legati alla cattiva ergonomia, come postazioni di lavoro inadeguate o movimenti ripetitivi, possono portare a disturbi muscoloscheletrici.
  5. Rischi Psicosociali: Stress lavoro-correlato, violenza sul lavoro (sia fisica che psicologica), bullismo sul lavoro, e cattive relazioni di lavoro sono esempi di rischi psicosociali che possono influenzare negativamente la salute mentale e il benessere dei lavoratori.
  6. Rischi Relativi all’Organizzazione del Lavoro: Questi includono orari di lavoro prolungati, lavoro notturno, pressione del tempo, e mancanza di controllo sul proprio lavoro, che possono portare a stress e burnout.
  7. Rischi Legati alle Nuove Forme di Lavoro: L’aumento del lavoro precario, del telelavoro e delle piattaforme di lavoro digitale presenta nuove sfide per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
  8. Rischi Emergenti: L’EU-OSHA monitora anche i rischi emergenti, come quelli legati all’innovazione tecnologica (ad esempio, l’intelligenza artificiale e la robotica) e ai cambiamenti demografici nella forza lavoro.

Cosa fare per migliorare il benessere dei dipendenti in azienda?

Cosa può fare un’azienda o un datore di lavoro per migliorare il benessere lavorativo delle persone che vi lavorano? Tutte le organizzazioni hanno la possibilità di fare di più per i loro dipendenti, sostenendo le spese necessarie e beneficiando delle detrazioni in materia, come specificato nell’articolo 51 del TUIR. Innanzitutto è importante che vengano rispettate le normative europee e italiane sulla salute e sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro.

Inoltre le società possono intraprendere alcune delle seguenti iniziative per creare un sano ambiente di lavoro:

  • Politiche aziendali flessibili
  • Offrire ai dipendenti corsi di formazione adeguati
  • Creare un sistema di feedback e di valutazione efficace
  • Stimolare il lavoro di team e favorire un ambiente di lavoro sano e non eccessivamente competitivo (tra colleghi). Inoltre un ambiente dove vengono disincentivati i comportamenti negativi tra colleghi come pettegolezzi e critiche aspre.
  • Offrire una compensazione adeguata al settore, alla città e al costo della vita.
  • Curare gli uffici e l’ambiente dove i lavoratori si trovano a svolgere la loro attività lavorativa.
  • Offrire servizi di psicologia per dipendenti o sessioni di coaching per i lavoratori.
  • Monitorare l’efficacia di queste politiche, misurando nel tempo il benessere lavorativo dei dipendenti. (anche detto wellbeing)
Cosa fare per migliorare il benessere dei dipendenti in azienda?

La psicologia online come strumento di benessere organizzativo

Le aziende che collaborano con Serenis offrono ai loro dipendenti un forte strumento per aumentare il benessere personale e lavorativo, con l’obiettivo di migliorare il mood nell’ambiente di lavoro.

Come funziona il servizio di psicologia online per le Aziende?

Le aziende offrono ai loro dipendenti un numero di sedute gratuite o scontate, di cui i dipendenti possono usufruire durante l’anno. Questo è un modo di lavorare sul proprio benessere psicologico, e è provato che vi siano dei benefici nell’apprezzamento del luogo di lavoro, dei colleghi e delle task assegnate.

Un altro servizio molto utile per i dipendenti, è il servizio di coaching aziendale, che aiuta i lavoratori a percepire positivamente e apprezzare gli sforzi dell’azienda per investire nella formazione e nel percorso di carriera dei dipendenti.

Clima aziendale positivo e benessere mentale dei dipendenti

Il legame di correlazione tra un clima aziendale positivo e il benessere mentale dei dipendenti è strettamente correlato. Lo provano molti studi di settore. Serenis, nel 2024, in collaborazione con il dipartimento di Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, ha creato un’Osservatorio sul Benessere dei Dipendenti. Abbiamo sottoposto un questionario dettagliato a migliaia di lavoratori, e è emerso che il 49.4% dei lavoratori in Italia non è soddisfatto della cura che la loro azienda ha del loro benessere mentale, e presenta condizioni di crescente malessere psicologico.

I lavoratori che sono risultati più colpiti per livelli di ansia e stress dichiarati sono i lavoratori nei settori del marketing e comunicazione, mentre sono risultati meno affetti psicologicamente i lavoratori dei settori di consulenza e risorse umane.

Il malessere psicologico è risultato più alto per le donne che per gli uomini.

I bisogni dei dipendenti e la Piramide di Maslow

La Teoria di Maslow studia i bisogni umani, e è stata ampiamente applicata, di recente, all’ambito organizzativo, per analizzare il benessere mentale dei lavoratori.

Studiando la piramide di Maslow si nota come i dipendenti per ritenersi soddisfatti non hanno solo bisogno che le norme igieniche e le condizioni di lavoro fisiche siano positive, ma anche che il loro lavoro venga apprezzato e riconosciuto dai loro managers. Questo può avvenire con una cultura aziendale basata sul feedback, al di là dei vari problemi sul lavoro che possono affiorare.

Il ruolo dei dipendenti per creare un buon ambiente di lavoro

Il benessere dei dipendenti dipende solo dal datore di lavoro o dalle Risorse Umane dell’azienda? No, anche i lavoratori devono fare la loro parte per creare un clima di lavoro positivo.

Lo sforzo dei lavoratori si concentra principalmente in due aree. Da un lato i dipendenti devono fare uno sforzo per mantenere la propria salute mentale. Come possono fare?

  • è importante evitare abitudini di lavoro che possano portale ad un esaurimento da burnout
  • è importante prendersi delle pause
  • i dipendenti devono trovare dei momenti in cui auto-apprezzarsi per il lavoro svolto
  • sapere a chi rivolgersi in casi di stress da lavoro, non è semplice accorgersene, e il dipendente deve essere il primo a rilevarne i sintomi.
Il ruolo dei dipendenti per creare un buon ambiente di lavoro

Dall’altro lato i lavoratori hanno delle responsabilità per il benessere organizzativo anche nei confronti dei loro colleghi e dell’ambiente lavorativo:

  • chi è in una posizione manageriale deve curarsi del benessere dei lavoratori che operano nel suo team
  • devono cercare di smorzare le tensioni, non rinunciando però a dare e ricevere dei feedback costruttivi
  • devono cercare di creare un ambiente in cui le relazioni tra colleghi siano positive per la crescita personale e professionale.

Fonti, libri e studi sul benessere organizzativo

Il benessere organizzativo è un tema molto dibattuto accademicamente, e sono stati scritti diversi libri e trattati sul tema:

  • Stress, benessere organizzativo e performance. Valutazione & intervento per l’azienda positiva – Franco Angeli – 2014
  • Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti lavorativi – Cortina Raffaello – 2005
  • Persone al lavoro. Politiche e pratiche per il benessere organizzativo nelle amministrazoni pubbliche – Rubbettino – 2004
  • Prospettive per la comunicazione interna e il benessere organizzativo. Appartenere, integrarsi e comunicare nell’organizzazione che cambia – Franco Angeli – 2010
  • De Angelis, Maria Grazia. “Benessere personale e benessere organizzativo: un binomio possibile.” La cultura del lavoro come leva strategica per il successo d’ impresa. Franco Angeli Quaderni SL, Milano (2011).
  • Bentivenga, Rosina, Patrizia Deitinger, and Monica Ghelli. “Russegnu di interventi realizzati per il migliorumento del benessere organizzativo in ltalia.”
Paolo

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Chiarezza

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.