Assimilazione e accomodamento: come si sviluppa l’intelligenza?

Come si sviluppa l’intelligenza? Attraverso l’assimilazione e l’accomodamento. Scopriamo come l’assimilazione, attraverso l’incorporazione di nuove informazioni nei modelli mentali esistenti, e l’accomodamento, attraverso la modifica dei modelli mentali per adattarsi alle nuove informazioni, favoriscano il processo di apprendimento e crescita intellettuale.

Cos’è l’intelligenza?


Jean Piaget è stato uno dei più importanti psicologi dello sviluppo e si è interessato al modo in cui la mente dei bambini evolve e si modifica nel corso della crescita. Secondo Piaget l’intelligenza umana non è un dato di fatto ma una forma di costante e continuo processo di adattamento all’ambiente. Egli considera il bambino capace di mediare in modo attivo tra le sue funzioni mentali e gli stimoli provenienti dall’ambiente. Il meccanismo alla base di questo processo di adattamento consiste nell’equilibrio tra i processi di assimilazione e di accomodamento. Cosa intende dire Piaget con questa affermazione? Per poter comprendere le idee di Piaget è necessario prendere in considerazione la sua teoria costruttivista.

Lo psicologo infatti sostiene che ogni bambino alla nascita è dotato di capacità innate di elaborazione delle informazioni che costituiscono la sua struttura cognitiva di base. Un esempio sono le funzioni della percezione sensoriale, la memoria e i processi di ragionamento. Questi schemi mentali innati però da soli non sono sufficienti per garantire lo sviluppo dell’intelligenza. È infatti necessario che il bambino entri in contatto con diversi stimoli ambientali per inglobare e conoscere il mondo esterno. Per questo motivo le strutture della mente si modificano e si evolvono in relazione all’insieme delle esperienze compiute nel corso dello sviluppo. Da qui il termine costruttivismo che consiste nell’attribuire molta importanza al ruolo dell’individuo come protagonista e costruttore del proprio apprendimento.

Ambiente e organismo nel processo di assimilazione e accomodamento


Piaget era un biologo di formazione. Fin dall’inizio dei suoi studi sullo sviluppo dei bambini si pone il problema di come ogni persona si adatti all’ambiente in cui si trova. Egli era intenzionato ad elaborare una teoria generale della conoscenza analizzando in modo scientifico il modo in cui l’essere umano conosce la realtà e il mondo che lo circonda. La sua idea è che le strutture mentali si sviluppano grazie alla crescita fisica dell’organismo ma anche in virtù degli scambi continui con l’ambiente. Lo sviluppo è dunque dato dall’interazione costante e reciproca tra ambiente e organismo. Svilupparsi significa infatti cambiare nella direzione di un miglioramento.

È una crescita che in particolare secondo Piaget coinvolge l’aspetto cognitivo che è quella componente che consente di elaborare le informazioni. La graduale costruzione dell’intelligenza del bambino avviene attraverso l’interazione con l’ambiente e il raggiungimento di nuove abilità, ovvero saper fare qualcosa che prima non si era in grado di fare. Nello sviluppo intervengono due processi che Piaget definisce assimilazione e accomodamento. Inizialmente il bambino assorbe i dati così come arrivano al suo apparato sensoriale e mentale. Questa assimilazione consente di dare forma ai primi schemi mentali sulla realtà. Nel corso delle esperienze però si presentano informazioni nuove che il bambino non riesce a capire, frasi o movimenti che non sa imitare. In questa fase il bambino deve svolgere un processo di accomodamento. Pian piano inizia a capire e comprendere i nuovi dati e in questo modo le sue funzioni cognitive si accrescono e si sviluppano.

Il bambino scienziato


Ogni bambino apprende e modifica i suoi comportamenti in tempi diversi. I processi di assimilazione e accomodamento saranno sempre presenti nella vita di ognuno di noi perché si attivano tutte le volte in cui incontriamo nuove informazioni o facciamo nuove esperienze che richiedono diverse abilità intellettive o motorie. Piaget propone infatti la metafora del bambino scienziato. Immagina che il bambino sia come un piccolo scienziato che di fronte ai problemi fa esperimenti fino a quando non trova una soluzione accettabile. I bambini e gli adolescenti compiono esperimenti con il loro corpo e la loro mente e i risultati raggiunti corrispondono al loro sviluppo. Secondo la teoria di Piaget le idee e le strutture cognitive attraverso le quali gestiamo i dati presenti nella mente non sono né del tutto innate né del tutto ricevute passivamente dall’ambiente.

L’intelligenza è quindi il frutto di un’interazione tra individuo e ambiente che si sostanzia nel continuo processo di assimilazione e accomodamento. Noi entriamo in relazione con l’ambiente che ci circonda attraverso degli scambi per cui compiamo un’azione verso il mondo esterno e questo verso di noi. Questo flusso continuo permette lo sviluppo delle strutture cognitive. Infatti se una persona vivesse chiusa in una stanza senza avere interazioni con l’ambiente naturale o con altre persone non potrebbe sviluppare al meglio le sue funzioni cognitive. Le strutture della mente non si evolvono solo in quanto stimolate da elementi esterni ma anche grazie alla crescita fisica del cervello umano. In cosa consiste dunque il processo di assimilazione e accomodamento?

Assimilazione


Il processo di assimilazione permette di incorporare nella mente e nell’organismo i dati provenienti dall’esperienza. Ogni volta che entriamo in contatto con una nuova informazione o un dato esterno si attiva in automatico il processo di assimilazione. Questo consiste nel primo momento di adattamento alla realtà ed è fondamentale per far fronte a tutte le nuove esperienze. Pensiamo ad esempio alle situazioni in cui entriamo in un nuovo gruppo e dobbiamo capire quali sono le regole sociali. La prima cosa che facciamo di solito è osservare come si comportano gli altri e assimilare queste condotte in modo da imitarle e replicarle. In questo momento i dati forniti dall’ambiente esterno vengono assorbiti nella mente creando schemi mentali adatti ad elaborare le nuove informazioni. Inoltre si crea una sorta di disequilibrio interiore di tipo cognitivo in quanto le nuove informazioni non si adattano alle precedenti e costringono ad un ripensamento.

Accomodamento


L’accomodamento consiste nel far crescere il bambino nell’intelligenza e nei suoi movimenti. Questo processo serve a riportare l’equilibrio che si era perduto a causa dell’impatto con dati non conosciuti dalla mente. Infatti le nuove informazioni vanno a modificare gli schemi mentali già in possesso oppure ne creano di nuovi. Questi nuovi schemi permettono di riconoscere in futuro esperienze simili oppure di utilizzare in modi diversi le informazioni assimilate ed acquisite. Il processo di accomodamento permette di ampliare gli schemi mentali, raggiungere nuove competenze ed abilità. Il binomio assimilazione e accomodamento è sempre attivo e permette di ampliare gradualmente nel corso del tempo tutte le capacità cognitive e l’intelligenza.

Esempi di assimilazione e accomodamento


Immaginiamo una situazione che può verificarsi di frequente con i bambini durante il periodo dello sviluppo. Ad un bambino viene detta una frase che non comprende. In quel momento il piccolo deve introdurre nella sua mente le nuove parole assimilando le informazioni prima sconosciute. Questo processo di assimilazione permette di entrare in contatto con il mondo esterno al fine di conoscerlo. Attraverso l’esperienza, altre simili situazioni e le spiegazioni fornite da un adulto il bambino comincerà a conoscere il significato delle nuove parole fino ad arrivare a comprenderle quando si presentano in diverse situazioni o frasi. La capacità di utilizzare queste parole in altri contesti è un fenomeno dovuto al processo di accomodamento che dimostra l’avvenuta crescita delle strutture mentali e dell’intelligenza.

L’accomodamento permette dunque di modificare uno schema mentale già esistente al fine di adattarlo alle nuove informazioni. Un altro esempio può fare riferimento alla manipolazione e alla motricità infantile. Supponiamo che il bambino voglia maneggiare un oggetto che richiede l’uso delle dita in modo preciso ad esempio delle mollette per i panni, ma non ci riesce perché la motricità della mano è ancora grossolana e imprecisa. Il bambino quindi assimila un nuovo dato mentre manipola l’oggetto. Con l’esercizio e la maturazione della sua motricità potrà diventare capace di utilizzare la motricità fine e di usare le sue dita come una pinza. Attraverso il processo di accomodamento il bambino ha modificato lo schema cognitivo esistente implementandolo con una nuova abilità che consiste nell’imparare un movimento più complesso.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.