Comunicazione non violenta (CNV): cos’è e come instaurarla

La Comunicazione Non Violenta (CNV) offre una metodologia per migliorare le relazioni interpersonali, facilitando l'espressione autentica e l'ascolto empatico, per risolvere i conflitti in modo costruttivo.

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La comunicazione non violenta, o comunicazione nonviolenta (CNV), è un modello di comunicazione che promuove l’empatia, l’ascolto e la comprensione tra gli interlocutori. Si è sviluppata in America intorno agli anni ‘60 grazie alle ricerche e agli studi di Marshall Rosenberg.

Si fonda su alcune tecniche di comunicazione che permettono agli interlocutori di esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri senza generare conflitto; fa quindi parte della teoria della comunicazione ma trova applicazione in ambito terapeutico.

In questo articolo andremo ad analizzare il modello comunicativo non violento, il suo funzionamento e gli ambiti di applicazione per l'assertività.

CNV: cosa significa comunicazione nonviolenta?

La comunicazione non violenta non riguarda solo il nostro rapporto con gli altri. Può tornare utile anche nella comunicazione intrapersonale e cioè nello sviluppo dell’auto-empatia. Questo significa che per CNV non si intende soltanto un metodo di dialogare, ma un modello formale che è possibile replicare in ogni ambito in cui si genera scambio comunicativo.

Per esempio, posso utilizzare la CNV quando dialogo con me stesso rispetto a un fallimento o a un’occasione perduta. Invece di giudicarmi e di formare pensieri auto-svalutanti, tenderò allora a comunicare in maniera oggettiva con lo scopo di non ferire i miei stessi sentimenti. Mancanza di assertività può comportare conseguenze negative.

Gli ambiti di applicazione della comunicazione nonviolenta sono i seguenti:

• rapporto intrapersonale o sviluppo di auto-empatia;dialogo con gli altri o promozione dell’empatia;espressione consapevole di pensieri ed emozioni.

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Come funziona la comunicazione nonviolenta?

La CNV si fonda sul presupposto che sia possibile evitare i conflitti non mutando il contenuto espressivo della comunicazione, bensì mutandone semplicemente la forma. Per esempio: quando dialogo con un soggetto x, posso evitare di scatenare conflitto non rinunciando all’esternazione delle mie emozioni, ma cercando di modificare il modo in cui esprimo l’emozione stessa.

Altro presupposto della CNV, è la generale tendenza ad assumere atteggiamenti di aggressività verbale quando ci troviamo in difficoltà o quando non sappiamo come reagirà il nostro interlocutore. In tal senso, la CNV agisce attivamente per contrastare l’aggressività implicita nella comunicazione intra e interpersonale.

Elenchiamo i principi della comunicazione assertiva e nonviolenta:

• osservare senza giudicare;• corretta comprensione ed espressione dei sentimenti;• esternazione del bisogno;richiesta emotiva.

Osservare senza giudicare

Per avviare una comunicazione nonviolenta, devo come prima cosa pormi nella posizione di osservatore e non di giudice. Per esempio, se sto dialogando con un partner, ho il dovere di ascoltare i suoi bisogni e riconoscerli come importanti.

Solo in questo modo, l’interlocutore non si sentirà attaccato e sarà in grado di avviare a sua volta una comunicazione nonviolenta fondata sull’empatia e sulla reciproca comprensione.

Se invece sono il parlante, devo tentare di relativizzare le mie posizioni per non offendere l’altrui posizione. Invece di dire: "Mi hai ferito", devo cercare di dire: "Mi sono sentito ferito da…". Riuscirò così ad esprimere i miei sentimenti senza colpevolizzare chi ho di fronte. Un comportamento assertivo è sempre apprezzato.

Corretta comprensione ed espressione dei sentimenti

Per avviare una comunicazione funzionale con me stesso e con gli altri, devo dapprima riconoscere le emozioni che sto provando. Invece di mascherare le emozioni primarie con emozioni parassite (tra i casi più comuni: mascherare la tristezza con la rabbia), potrò così comprendere i miei bisogni e riuscire a comprendere anche quelli dell’altro. Questo è molto importante negli esercizi di comunicazione.

Individuazione del bisogno

A questo punto, dopo aver ascoltato la prospettiva dell’altro e aver compreso le mie emozioni, posso individuare il mio reale bisogno. Per esempio: ho paura che un familiare si allontani dalla casa familiare e di restare solo. Invece di mettere in pratica strategie di manipolazione per far sì che ciò accada (es. il vittimismo), andando a creare ulteriore conflitto interpersonale, individuo il bisogno senza utilizzare strategie subliminali.

Richiesta emotiva

Infine, formulo una richiesta emotiva che sia coerente con i miei bisogni e che non vada a fungere da tentativo di manipolazione sull’altro.

Funzioni della CNV

La comunicazione nonviolenta è molto utile nei contesti di terapia di coppia, perché insegna a disinnescare i conflitti prima che arrivino all’escalation. Fare un training assertivo può risultare molto utile anche nei contesti familiari, ad esempio per comunicare con un figlio o con un genitore con cui abbiamo instaurato un rapporto conflittuale.

Ricordiamo che la maggior parte dei conflitti derivano proprio da un cattivo uso del linguaggio, spesso complice della messa in atto di meccanismi disfunzionali come la manipolazione o le emozioni parassite.

Al contrario, una buona capacità comunicativa implica anche una buona capacità di pensare, di identificare le proprie emozioni e quindi di sviluppare empatia. Se stai pensando di affinare queste capacità e lavorare su te stesso con uno psicologo online, Serenis può aiutarti a trovare la persona più adatta alle tue esigenze. La CNV si può apprendere in contesti terapeutici come lo studio di un professionista, che insegnerà le tecniche di questo modello comunicativo e spiegherà nel dettaglio come metterle in pratica.

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Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

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Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.