Sindrome di cassandra: perchè nessuno mi crede?

Scopri cosa è la sindrome di Cassandra e perché potresti sentirti come se nessuno ti creda. Questo articolo esplora le cause e i sintomi di questa condizione, offrendo consigli su come affrontare il senso di non essere creduto e trovare il supporto emotivo necessario.”

Spesso gli psicologi nel corso della storia hanno utilizzato la mitologia greca per riuscire a spiegare meglio le diverse condizioni dell’animo umano. Un esempio è il famoso mito dell’Edipo Re che è servito al padre della psicoanalisi Sigmund Freud per elaborare la sua famosa concezione del complesso di Edipo. Anche l’espressione “sindrome di Cassandra” è nata a partire da un antico mito greco che fa riferimento ad una donna di nome Cassandra che aveva ricevuto dal Dio Apollo il dono della profezia insieme alla maledizione di non essere mai creduta dagli altri. Trasposta in termini psicologici la sindrome di Cassandra fa dunque riferimento ad una condizione sperimentata da alcune persone che vengono ignorate quando avanzano legittime preoccupazioni sul futuro oppure se esprimono degli avvertimenti sui potenziali pericoli.

Il mito di Cassandra


Nella mitologia greca Cassandra era una bellissima sacerdotessa nel tempio di Apollo che ebbe il coraggio di rifiutare l’amore del Dio delle arti. Il Dio Apollo si era infatti innamorato della splendida figlia di Ecuba e di Priamo re di Troia e per ottenere la sua benevolenza le aveva fatto dono della preveggenza. Dopo aver ricevuto il dono prezioso Cassandra manifestò la volontà di non volersi concedere ad Apollo. Quest’ultimo, sentendosi offeso da quel rifiuto trasformò il dono della profezia che le aveva precedentemente offerto in una terribile maledizione. Cassandra avrebbe avuto la capacità di prevedere il futuro ma nessuno avrebbe mai creduto alle sue parole e nessuno avrebbe mai ascoltato i suoi saggi consigli. Secondo il mito le profezie di Cassandra riguardavano in particolare sventure e catastrofi future che si sono sempre avverate come ad esempio la premonizione della sconfitta di Troia ad opera dei Greci. Cassandra tentò più volte invano di mettere in guardia i Troiani durante il famoso episodio del cavallo di Troia.

Cassandra: dal mito alla sindrome


Proprio come nel mito di Cassandra si assiste all’impossibilità di convincere gli altri a riguardo di alcune scomode verità allo stesso modo la sindrome di Cassandra riguarda le persone che hanno una forte intuizione ma che non vengono mai credute da coloro che le circondano. Nel campo della psicologia clinica la sindrome di Cassandra non va considerata come una vera e propria patologia ma come una complessa condizione psicologica. La psicologa clinica Fanny Bauer-Motti sostiene che questo fenomeno colpisce in particolare quelle persone che sono dotate di una forte intelligenza emotiva. Chi possiede un grande intuito ed è particolarmente sensibile può infatti percepire prima degli altri le conseguenze di una situazione o sentire che c’è qualcosa di sbagliato in una scelta o in una persona. Chi sa ascoltare il proprio intuito e le proprie emozioni tende a dare agli altri buoni consigli ma non sempre accade che questi siano ben accetti o che diano seguito ai suggerimenti ricevuti.

Perché nessuno crede alle Cassandre?


La prima definizione di sindrome di Cassandra nasce nel 1949 quando il filosofo francese Gaston Bachelard la usò per riferirsi alla convinzione che alcune persone fossero in grado di conoscere in anticipo gli eventi futuri. La sindrome di Cassandra è talvolta presente nei soggetti altamente sensibili che percepiscono o anticipano attraverso il loro istinto e le loro capacità personali di percezione gli eventi futuri e le loro conseguenze. Spesso questi individui sono etichettati come pessimisti perchè mettono in guardia da potenziali pericoli. La conseguenza può essere quella di provocare involontariamente negli altri delle reazioni negative in grado di ferirli. Ma perché nessuno crede alle Cassandre? Bisogna tenere presente che non tutti hanno un istinto sviluppato come quello di una persona ad alta sensibilità. Le persone generalmente sono scettiche perché non sanno ascoltare se stesse e gli altri. Quindi ovviamente quando ricevono avvertimenti o consigli da terzi preferiscono non prendere in considerazione i suggerimenti soprattutto quando sono distanti dal loro desiderio. La psicologia sociale ha dimostrato in diversi esperimenti che gli esseri umani tendono a preferire le opinioni che rafforzano le loro convinzioni piuttosto che mettere in dubbio se stessi. Il cambiamento è sempre un’operazione molto difficile e le voci contrarie alla nostra verità vengono generalmente soffocate. Gli psicologi cognitivi spiegano che il nostro cervello fa una distinzione tra gli elementi che vuole trattenere e quelli che rifiuta. Troverà quindi più facile sostenere delle controargomentazioni alla tesi di una Cassandra piuttosto che cambiare la propria opinione.

Un esempio di sindrome di Cassandra


Chi ha la sindrome di Cassandra con il tempo impara a sviluppare il proprio intuito cercando di stare attento alle emozioni degli altri. Se ad esempio si colgono i segnali di una relazione tossica in cui è potenzialmente coinvolto un amico la tendenza è quella di avvisare del pericolo che sta correndo in quella situazione. Una Cassandra è capace di notare quelle bandiere rosse che l’altra persona non è in grado di vedere. Purtroppo capita anche che sia molto difficile o addirittura impossibile comunicare la presenza di queste avvisaglie senza ferire gli altri. La conseguenza è che si rischia di spezzare un legame di amicizia a causa di una verità considerata inaccettabile da chi la riceve.

Sindrome di Cassandra: intuizione o ansia?


Un aspetto poco considerato della sindrome di Cassandra riguarda la sottile linea che separa l’intuizione dall’ansia. E’ infatti possibile avere la sensazione di essere capaci di cogliere i segnali premonitori di un evento futuro quando in realtà si sta semplicemente vivendo il futuro con eccessiva preoccupazione. Dobbiamo quindi distinguere tra una persona che soffre di ansia e che tende a vedere tutto attraverso questo prisma negativo e una persona che invece sa fare un passo indietro e ascoltare. Questo potrebbe accadere ad esempio quando a volte riceviamo consigli non richiesti da persone che conosciamo a malapena. La sindrome di Cassandra non dovrebbe infatti riguardare solamente sentimenti negativi.

Come convivere con la sindrome di Cassandra


È vero che non essere ascoltati e non creduti può essere molto doloroso. Tuttavia le persone che hanno un istinto molto sviluppato possono decidere di accettare questo piccolo dono senza imporlo agli altri. La cosa principale in questo caso è chiedere aiuto e sostegno per liberarsi da tutte le emozioni che queste situazioni possono lasciare dietro di sé. Quando si rimane troppo coinvolti dalle persone che si amano c’è il rischio di trovarsi nella condizione di voler aiutare a tutti i costi una persona che non vuole essere aiutata. Convivere con la sindrome di Cassandra è possibile se si riesce a trovare un equilibrio interiore. Premonizioni, intuizioni e profezie possono essere estremamente utili quando riguardano la propria esperienza di vita. L’abilità di percepire le conseguenze degli eventi in modo spontaneo e immediato è una grande risorsa che può rivelarsi molto utile quando ci si trova di fronte ad una scelta importante oppure quando si deve anticipare la conseguenza di un’azione. Nelle situazioni che riguardano gli altri invece bisogna porre ascolto e attenzione ad un altro punto di vista se si vuole evitare di essere inascoltati o rifiutati. Spesso le persone con la sindrome di Cassandra possono sentirsi incomprese o isolate a causa della loro eccessiva empatia. Può essere dunque molto utile imparare a comunicare in modo efficace con gli altri e cercare il supporto di amici e familiari nei momenti di maggiore difficoltà emotiva. Prendendo in considerazione questi rimedi è possibile trovare modi per vivere in modo più sano la propria condizione e valorizzare le proprie straordinarie risorse interiori.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.