Hindsight bias: la delusione del “senno del poi”

L’hindsight bias è un errore cognitivo che distorce la nostra memoria: come si attiva, quali sono le possibili conseguenze e cosa fare

Il mondo dei bias cognitivi è gigantesco. In letteratura se ne contano almeno 200 e tutti, prima o poi, cadiamo nella trappola di alcuni (se non tutti) di questi.

Un esempio di errore cognitivo che ognuno di noi ha commesso (e che probabilmente continueremo a fare) è l’hindsight bias.

Si tratta di una strategia del nostro cervello che scatta per risparmiare energie perché non è in grado di processare tutte le informazioni che gli arrivano.

Il problema è che, purtroppo, rischia di distorcere i nostri ricordi, e quindi i comportamenti nella vita quotidiana.

In questo articolo scopriremo insieme di cosa si tratta, i meccanismi che sono alla base di esso, le possibili conseguenze positive e negative, e come evitare di attivarlo quando non è opportuno.

Cos’è l’hindsight bias

L’hindsight bias può essere tradotto in diversi modi: senno del poi, l’ho sempre saputo, te lo avevo detto, sapevo che sarebbe andata così e tutto ciò che gira intorno a questi concetti.

Si tratta infatti di un bias che scatta quando guardiamo con gli occhi e la consapevolezza di oggi quello che è successo nel passato, ma con una conoscenza che in realtà distorce la nostra memoria.

Chiamato anche errore di giudizio retrospettivo, può comparire in qualsiasi ambito della nostra vita e si verifica quando sappiamo già come sono andate le cose ma modifichiamo i nostri ricordi per renderli compatibili con il risultato finale.

In sostanza, è quella tendenza mentale che ci porta a credere che gli eventi passati erano molto più prevedibili di quanto lo sono stati ritenuti.

Esempi di hindsight bias

Più che esempi di hindsight bias vogliamo riportarvi l’esperimento attraverso cui è stato individuato questo curioso errore cognitivo. Erano gli anni ’70 e uno studioso dell’epoca, Fischhoff, decise di dare ad alcune persone una breve storia con quattro possibili risultati, ma sottolineando in anticipo che uno di questi era vero.

Chiese subito dopo di assegnare una probabilità per ogni risultato e scoprì che le persone tendono a dare maggiore probabilità di accadimento a qualunque risultato, a patto che gli venga detto che ci sia qualcosa di vero.

In poche parole, dopo che un fatto è successo ci convinciamo che avremmo potuto prevederlo, o diventiamo certi che conoscevamo i risultati già da prima che si verificassero.

Ciò vuol dire che la nostra mente, senza che noi ce ne rendiamo conto, modifica la nostra memoria a tal punto da farci convincere che sapevamo cosa sarebbe accaduto: la conoscenza che abbiamo oggi genera in noi un falso ricordo sul passato.

Cosa fa scattare questo particolare bias

Secondo gli studiosi Roese e Vohs, esistono tre variabili che interagiscono tra loro e che vanno a creare l’hindsight bias:

  • cognizione o distorsione della memoria: la tendenza è quella di distorcere le previsioni che avevamo fatto su un determinato evento perché è più semplice ricordare informazioni coerenti con le conoscenze attuali;
  • metacognizione o inevitabilità: una volta che abbiamo capito come e perché è accaduto un determinato evento, ci risulta più facile credere di averlo previsto perché lo percepiamo come inevitabile;
  • motivazione o prevedibilità: nessuno di noi può negare che, soprattutto in certe fasi della vita, è rassicurante pensare al mondo come a un luogo prevedibile.

Un altro studio condotto presso l’Università del Texas ha dimostrato che l’hindsight bias è più comune quando l’esito di un evento è negativo piuttosto che positivo. Tra le altre cose, più gravi sono i risultati negativi, più intenso è il pregiudizio.

È pericoloso l’hindsight bias?

Come tantissimi altri bias cognitivi, anche l’hindsight bias è spesso innocuo e privo di particolari conseguenze. Ciò non toglie che quando scatta rischia di modificare i ricordi su ciò che sapevamo o credevamo prima che si verificasse un evento con un determinato esito.

Questa situazione può rivelarsi sia positiva che negativa.

Nel primo caso, quindi quando le conseguenze sono positive, l’hindsight bias può portarci ad avere una maggiore fiducia nelle nostre prestazioni e nella capacità di prevedere i risultati di eventi futuri, aiutandoci ad affrontare con un più profondo grado di sicurezza le situazioni che non appaiono rosa e fiori.

Nelle situazioni negative, quindi quando questa fiducia è eccessiva e infondata, rischiamo di prendere decisioni affrettate perché questo particolare bais intacca il nostro pensiero razionale. Il risultato, quindi, potrebbe essere quello di ritrovarci esposti a un pessimismo quasi cosmico o a un ottimismo non salutare.

Ma non è finita qui, perché l’hindsight il bias potrebbe impedirci di migliorare e crescere perché non ci mette nella condizione di imparare dagli errori.

Del resto, se siamo convinti di sapere tutto già ben prima che accadano i fatti, le probabilità di riuscire ad analizzare i nostri errori e mutare i nostri comportamenti sulla base di questi calano drammaticamente.

Non è da escludere, inoltre, che una certezza come questa possa generare senso di colpa, e quindi portarci a recriminare cosa è accaduto in passato. Infine, questo pregiudizio cognitivo potrebbe spingerci a giudicare male le persone.

Cosa fare per evitare l’hindsight bias

La prima cosa da fare per evitare l’hindsight bias è essere consapevoli della sua esistenza e in quale situazioni potrebbe attivarsi. La conoscenza di noi stessi e il sapere che questi errori di giudizio esistono, infatti, è essenziale per non cadere nella trappola di qualsiasi bias cognitivo.

La verità, però, è che è molto complesso non far scattare l’hindsight bias perché in qualche maniera abbiamo tutti bisogno di guardare e valutare il nostro passato. Nonostante questo, potremmo cercare di guardare l’esito di un evento da più punti di vista, e provare a ricordare tutte le probabilità e i possibili risultati presi in considerazione in quel momento del passato.

Vanno anche ricercate nella nostra memoria le precise informazioni che avevamo prima dell’accaduto di un determinato evento.

Dobbiamo trovare il tempo per riflettere, perché solo scavando nei nostri ricordi l’hindsight bias si riduce e forse ci permette di ricostruire la verità sul passato o sull’esito di un determinato evento.

Se non si riesce da soli in questo processo – che ricordiamo è estremamente complicato e che non è detto che porti ai giusti risultati – si può chiedere una consulenza psicologica. I professionisti della salute mentale, infatti, possiedono tutti gli strumenti utili per insegnarci a gestire l’insorgenza dell’hindsight bias.

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Fonti

  • Fischhoff, B. (1975) Hindsight is not equal to foresight: The effect of outcome knowledge on judgment under uncertainty. Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance; 1(3): 288–299.
  • Roese N.J. &Vohs K.D (2012), Hindsight bias. Perspect Psychol Sci.;7(5):411-426. doi:10.1177/1745691612454303.
  • Schkade, D.; Kilbourne, L. (1991) Expectation-Outcome Consistency and Hindsight Bias. Organizational Behavior and Human Decision Processes; 49: 105–123.
Serena Proietti Colonna

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Dottoressa di Ricerca in Psicologia e Scienze Cognitive, fin da piccola, ho coltivato la passione per il contatto umano e l'indagine delle persone. Ho scelto di studiare psicologia per migliorare la qualità della vita degli individui. Amo viaggiare, ispirata dalla mia sorella assistente di volo.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.