Overconfidence bias: quando la troppa fiducia in se stessi è deleteria

L’overconfidence bias è un inconscio errore di valutazione che può capitare a tutti, ma dalle conseguenze che possono essere non piacevoli

Se da un lato non possedere autostima è uno dei più grandi ostacoli per la nostra serenità e il nostro sviluppo personale, averla troppa è altrettanto deleterio. Pensiamo, per esempio, a un’interrogazione a scuola.

Sicuramente a tutti ci è capitato di pensare: “Ah, se quella domanda l’avesse fatta a me avrei risposto meglio del mio compagno”, e poi ritrovarci a fallire la risposta una volta alla cattedra.

Ecco, quando questo succede scatta il fenomeno dell’overconfidence bias, un processo spesso inconscio che ci porta a sovrastimare le nostre conoscenze, competenze e abilità in una determinata area.

In questo articolo scopriremo insieme di cosa si tratta esattamente, quali sono le possibili conseguenze e cosa fare per evitare di ritrovarci in situazioni spiacevoli.

Cos’è l’overconfidence bias

Già negli anni ’60 si era cominciato a parlare dell’overconfidence bias, ma i primi ad approfondire per davvero la questione furono Baruch Fishhoff, Paul Slovic e Sarah Lichtenstein nel 1977. In sostanza, è un eccesso di fiducia in noi stessi, e quindi un errore di valutazione tra i più comuni perché può capitare davvero a tutti.

Una persona overconfident, quindi, crede di essere più abile e sapere di più di quanto in realtà è capace e conosce. Un fenomeno che può emergere in qualsiasi contesto, ma che in alcuni casi può portare a risultati persino drammatici.

Come si manifesta l’overconfidence bias

L’overconfidence bias ci porta ad avere un’eccessiva sicurezza in noi stessi e una maggiore fiducia nelle nostre capacità rispetto a quelle che sono effettivamente le nostre abilità. Nella maggior parte dei casi questo bias cognitivo si presenta in tre modi:

  • sopravvalutazione delle proprie prestazioni;
  • convinzione di essere superiori agli altri in termini di abilità e risultati che si possono raggiungere;
  • eccessiva sicurezza nelle proprie convinzioni.

Una condizione che non ci fa avere una reale consapevolezza delle nostro abilità. Il risultato, nei casi meno gravi, è avere aspettative irrealistiche che vanno a influire sulle nostre decisioni. Sono degli errori di giudizio che, oltre ad allontanarci dalle relazioni sane con gli altri, in alcuni contesti, come per esempio le situazioni lavorative pericolose, possono essere anche molto gravi.

Uno studio di Rimondi e Christopher, per esempio, ha dimostrato che un overconfidence bias era scattato nel disastro di Chernobyl. Ma altrettante indagini spiegano che anche altre tragedie avvenute nel corso degli anni (e piuttosto recentemente) sono da collegare anche errori di valutazione delle proprie capacità:

  • naufragio del Titanic; 1912;
  • disastro dello Space Shuttle Challenger, 1986;
  • disastro dello Space Shuttle Columbia, 2003;
  • esplosione piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, 2010;
  • implosione del sommergibile Titan, 2023.

In sostanza, quindi, ci sono situazioni in cui – come l’interrogazione a scuola – l’overconfidence bias non produce grandi danni, mentre in altre circostanze l’eccessiva confidenza in noi stessi crea un autogol importante e, peggio ancora, può essere alla base di terribili disastri.

I differenti tipi di overconfidence bias

Esistono diversi tipi di overconfidence bias e nei quali tutti, nessuno escluso, possiamo incappare nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, in letteratura vengono distinti in tre macrocategorie differenti con origini psicologiche diverse e che, soprattutto, si possono verificare in condizioni che non sono sempre le stesse: overestimation, overplacement, overprecision.

Overestimation

Con overestimation si intende il sovrastimare le proprie capacità e prestazioni, quindi il credere di avere più abilità di quante in verità ne possediamo e pensare di fare meglio di quanto in realtà possiamo. Ad esempio, i medici potrebbero sovrastimare l’accuratezza delle loro diagnosi, mentre i dipendenti di un’azienda potrebbero sovrastimare la velocità con cui possono portare a termine un compito.

Overplacement

L’overplacement è un tipo di overconfidence bias che si verifica quando le persone si valutano migliori della media, anche se è statisticamente impossibile per la maggior parte delle persone avere capacità superiori alla media.

Overprecison

L’overprecision non è altro che l’eccessiva precisione e la falsa convinzione che sappiamo di più di quanto in realtà conosciamo. Quando questo accade manifestiamo un’eccessiva certezza riguardo all’accuratezza delle nostre convinzioni. Una sicurezza che in alcune circostanze esprimiamo utilizzando numeri, solitamente con percentuali o intervalli di confidenza, per niente realistici.

Come superare l’overconfidece bias

Questo pregiudizio che abbiamo di eccessiva sicurezza si manifesta a livello inconscio. Ciò vuol dire che noi non ce ne rendiamo nemmeno conto. Per questo motivo, è difficile da eliminare completamente sopratutto se non ci si affida a un supporto psicologico. Tuttavia, ci sono delle cose che possiamo provare a fare per tentare di tenerlo sotto controllo.

  • Pensare a ritroso sulle proprie decisioni: se una scelta che facciamo ci porta a un risultato negativo, è opportuno pensare a ritroso per cercare di scovare le possibili ragioni per cui ciò potrebbe essersi verificato. Questo atteggiamento ci permette di anticipare i rischi ed essere meglio preparati agli esiti negativi;
  • Chiedere un feedback: ascoltare il parere degli altri, siano essi familiari o colleghi, può aiutarci a identificare le aree in cui potremmo aver bisogno di migliorarci. Facendo una semplice azione come questa, avremo meno probabilità di cadere nel pregiudizio scatenato dall’overconfidence bias;
  • Imparare dagli errori: è sbagliato avere paura degli errori, perché quello che in realtà dovremmo fare è pensare a cosa avremmo potuto evitare o in quali aree avremmo potuto fare meglio. Facendo in questa maniera, nel futuro prenderemo decisioni più consapevoli e saremo anche ottimisti quanto basta, e non più di quanto dovrebbe.

L’importanza del supporto psicologico

L’overconfidence bias non è una malattia, ma è chiaro che può complicare le nostre relazioni con il prossimo e anche la nostra carriera lavorativa.

Ci sono situazioni in cui, invece, può essere sintomo anche di una grave dipendenza come, per esempio, quella dal gioco d’azzardo: una serie di partite che hanno portato ad ottimi risultati possono farci credere di poter rischiare sempre di più e con cifre sempre più elevate. Ma il gioco segue regole e non di certo le nostre opinioni.

Per vivere con serenità è essenziale un equilibrio tra fiducia nelle proprie competenze e consapevolezza dei propri limiti. E l’aiuto di un professionista della salute mentale può davvero darci una mano a trovare il perfetto punto di incontro.

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Fonti

  • Fischhoff, B., Slovic, P., & Lichtenstein, S. (1977). Knowing with certainty: The appropriateness of extreme confidence. Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 3(4), 552–564. https://doi.org/10.1037/0096-1523.3.4.552.
  • Rimondi, Christopher (2019-08-06). Chernobyl, Anatoly Dyatlov and Engineering Arrogance. Medium. Retrieved 2021-03-08.
Serena Proietti Colonna

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Dottoressa di Ricerca in Psicologia e Scienze Cognitive, fin da piccola, ho coltivato la passione per il contatto umano e l'indagine delle persone. Ho scelto di studiare psicologia per migliorare la qualità della vita degli individui. Amo viaggiare, ispirata dalla mia sorella assistente di volo.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.