La coulrofobia, definibile come la fobia dei clown, è un disturbo che colpisce chi è intimorito dall’aspetto ambiguo e indecifrabile dei pagliacci.
Questa condizione non rappresenta un timore razionale, bensì una vera e propria paura patologica. Chi soffre di coulrofobia può sperimentare disagio generale, ansia e persino attacchi di panico alla vista di un clown.
Le cause della coulrofobia possono essere molteplici, tra cui esperienze traumatiche e l’effetto Uncanny Valley. Quest’ultimo, conosciuto anche come “effetto della zona perturbante“, descrive una sensazione di inquietudine nei confronti di figure che sono contemporaneamente familiari e estranee, come nel caso dei clown.
Per trattare questa fobia, sono spesso consigliate terapie come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, tecniche di meditazione e altri approcci terapeutici.
Nel presente articolo, esploreremo in dettaglio la natura della coulrofobia, con l’obiettivo di fornire una comprensione più profonda di questo disturbo e di come affrontarlo, sia per chi ne soffre direttamente, sia per chi conosce qualcuno colpito da tale condizione.
Definiamo la coulrofobia: la paura dei clown
La coulrofobia è una specifica fobia che si manifesta come una paura irrazionale dei clown.
Le persone affette da coulrofobia possono sperimentare ansia intensa, disagio o persino attacchi di panico alla vista o al pensiero di clown.
Questa paura può essere scatenata dall’aspetto esagerato dei clown, con i loro trucchi vivaci e comportamenti imprevedibili, che possono essere percepiti come minacciosi o inquietanti.
Collegando la coulrofobia con altre fobie più comuni, possiamo esplorare come queste paure interagiscano e si influenzino a vicenda:
- cherofobia (paura di essere felici). Proprio come la coulrofobia può essere scatenata dall’ambiguità delle espressioni felici dei clown, la cherofobia riguarda il timore di essere felici, forse a causa di un’associazione tra felicità e conseguenze negative;
- claustrofobia (paura degli spazi chiusi). Questa fobia può essere legata alla coulrofobia in scenari dove gli individui si sentono intrappolati o limitati, come durante un’esibizione di clown in uno spazio confinato;
- cancerofobia (paura del cancro). Entrambe queste fobie possono avere radici in un profondo timore dell’ignoto e di perdere il controllo sulla propria salute e sicurezza;
- emetofobia (paura di vomitare). Emetofobia e coulrofobia possono essere collegate tramite una reazione di forte disgusto e repulsione, sia verso il vomito sia verso l’aspetto disturbante dei clown.
Coulrofobia e fobia delle bambole
La coulrofobia (paura dei clown) e la pediofobia (paura delle bambole) sono entrambe fobie specifiche legate a oggetti o figure umanoidi.
La coulrofobia e la pediofobia differiscono principalmente nel loro oggetto di paura. La coulrofobia è la paura dei clown, spesso scatenata dall’aspetto esagerato e inquietante dei clown, dal loro trucco vivace e comportamenti imprevedibili.
Invece, la pediofobia è la paura delle bambole, che può derivare dalla percezione di bambole come inanimate ma con sembianze umane, creando una sensazione di inquietudine e ambiguità.
Entrambe le fobie possono essere scatenate dalla percezione di un aspetto inquietante e non naturale, come i tratti esagerati dei clown o delle bambole.
Perché si ha paura dei pagliacci?
Le fobie come la coulrofobia sono inquadrabili nel contesto dei disturbi d’ansia.
Questa paura dei clown non è razionale, ma una risposta emotiva intensa.
Freud, nel suo saggio sul Perturbante, ha esplorato questa fobia dei pagliacci, collegandola a ciò che è familiare e nello stesso tempo estraneo.
Freud e il perturbante
“Il perturbante,” secondo Freud, è qualcosa di familiare, ma nello stesso tempo spaventoso. Nella coulrofobia, la figura del clown, pur essendo umana, mostra tratti esagerati che creano una dicotomia tra noto e ignoto, generando ansia e paura dei pagliacci.
Nei soggetti coulrofobici, la fobia dei pagliacci ha motivazioni legate al familiare e all’estraneo. In che senso?
- Quando vediamo un clown, siamo sicuri che egli faccia parte della specie umana.
- Al contempo, percepiamo in lui dei tratti – esasperati magari dal trucco o dalla mimica facciale – difficilmente assimilabili a quelli di un umano.
- La contrapposizione tra il noto e l’ignoto può avere effetti di inquietudine e portare allo sviluppo di coulrofobia.
Dopo Freud: l’Uncanny Valley
Per “Uncanny Valley Effect” (traducibile con effetto della zona perturbante) si intende un effetto di inquietudine prodotto da ciò che è insieme familiare ed estraneo.
Questo effetto è alla base di molta ufologia e di figure ideate dal cinema horror e fantascientifico. Quando percepiamo una figura come familiare, e al contempo come estranea, sperimentiamo una profonda sensazione di angoscia e di disgusto.
Lo stesso effetto che possiamo provare di fronte alla figura di un vampiro, è allora alla base della coulrofobia.
Altre spiegazioni della fobia dei clown
Altre cause potrebbero comprendere:
- sensazione di assenza di controllo: il pagliacco è per sua natura una figura fuori dalla legge. Come il briccone divino (Hermes) della tradizione mitologica greca, è sempre pronto a giocare brutti scherzi. La sua natura è folle e rispecchia alcune delle nostre più profonde paure;
- funzione dei neuroni-specchio: si tratta di una classe di neuroni preposta alla comprensione delle emozioni altrui. In pratica, quando un altro individuo compie un’azione, in me si attivano gli stessi circuiti che si attiverebbero se a compiere l’azione fossi io.
Davanti al pagliaccio, mi ritrovo incapace di comprendere in che modo l’azione del clown (sorridere) possa collegarsi alla sua azione (cadere o ferirsi). Allo stesso tempo, potrei avere difficoltà a coniugare l’espressione del clown con l’emozione che leggo nei suoi occhi.
Questo conflitto di interpretazioni potrebbe essere causa di coulrofobia.
Sintomatologia della clourofobia
La paura dei pagliacci ha sintomi che si estendono alla sfera fisica, emotiva e psicologica. Tra essi compaiono:
- vertigini;
- nausea;
- sudorazione intensa;
- tremori;
- aumento della frequenza cardiaca;
- respirazione difficoltosa e sensazione di svenimento;
- formicolio;
- inquietudini;
- attacchi di panico.
Quando si sviluppa la fobia dei clown?
Le fobie specifiche possono svilupparsi a qualsiasi età. Ciononostante, è noto che la coulrofobia tenda a colpire soprattutto i bambini.
La patologia può poi estendersi fino all’età adulta con effetti da non sottovalutare sulla vita dell’individuo.
Come superare la fobia dei clown
Le ipotesi di cura per le fobie specifiche comprendono metodi di trattamento finalizzati a modificare la risposta a un certo stimolo (in questo caso, la visione/incontro/scenario di un clown).
In parole semplici:
- la paura è un’emozione primaria che funge da metodo di difesa: per esempio, percepisco un pericolo e sperimento l’emozione della paura. Sono allora pronto – fisiologicamente – per combattere o darmi alla fuga;
- la fobia funziona precisamente in questa maniera: anche quando mi rendo conto che la paura è immotivata (il clown non ha alcuna intenzione di ferirmi), non riesco a razionalizzare l’emozione che provo e quindi a gestirla.
Mi ritrovo allora a vivere le stesse sensazioni che vivrei davanti a un pericolo mortale in presenza di un clown, di un gatto o di altri oggetti generalmente ritenuti inoffensivi.
Un percorso terapeutico come quello cognitivo-comportamentale può modificare la risposta ad un certo stimolo e quindi aiutare il paziente a superare la fobia specifica. Ma anche:
- la desensibilizzazione sistematica;
- l’EDMR;
- la pratica di esercizi di rilassamento o di mindfulness per placare l’ansia.
Possono risultare utili nel trattare le fobie specifiche.
In generale, un percorso in studio o online può aiutare il paziente ad evitare di assumere atteggiamenti disfunzionali che vadano a peggiorare il suo quadro clinico.
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