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Cosa è la coulrofobia: la paura dei clown

Come si chiama la paura dei clown? Come si manifesta e come si cura? Leggi il nostro articolo per scoprirlo!

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coulrofobia

La coulrofobia, definibile come la fobia dei clown, è un disturbo che colpisce chi è intimorito dall'aspetto ambiguo e indecifrabile dei pagliacci.

Questa condizione non rappresenta un timore razionale, ma una vera e propria paura patologica. Chi soffre di coulrofobia può sperimentare disagio generale, ansia e persino attacchi di panico alla vista di un clown.

Le cause della coulrofobia possono essere molteplici, tra cui esperienze traumatiche e l'effetto Uncanny Valley. Quest'ultimo, conosciuto anche come "effetto della zona perturbante", descrive una sensazione di inquietudine nei confronti di figure che sono contemporaneamente familiari e estranee, come nel caso dei clown.

Per trattare questa fobia sono spesso consigliate terapie come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, tecniche di meditazione e altri approcci terapeutici.

Nel presente articolo, esploreremo in dettaglio la natura della coulrofobia, con l'obiettivo di fornire una comprensione più profonda di questo disturbo e di come affrontarlo, sia per chi ne soffre direttamente sia per chi conosce qualcuno colpito da tale condizione.

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Definiamo la coulrofobia: la paura dei clown

La coulrofobia è una fobia specifica che si manifesta come una paura irrazionale dei clown.

Le persone affette da coulrofobia possono sperimentare ansia intensa, disagio o persino attacchi di panico alla vista o al pensiero di un clown.

Questa paura può essere scatenata dall'aspetto esagerato dei clown, con i loro trucchi vivaci e i comportamenti imprevedibili, che possono essere percepiti come minacciosi o inquietanti.

Collegando la coulrofobia con altre fobie più comuni, possiamo esplorare come queste paure interagiscano e si influenzino a vicenda:

  • cherofobia (paura di essere felici). Proprio come la coulrofobia può essere scatenata dall'ambiguità delle espressioni felici dei clown, la cherofobia riguarda il timore di essere felici, forse a causa di un'associazione tra felicità e conseguenze negative;
  • claustrofobia (paura degli spazi chiusi). Questa fobia può essere legata alla coulrofobia in scenari in cui gli individui si sentono intrappolati o limitati, come durante un'esibizione di clown in uno spazio confinato;
  • cancerofobia (paura del cancro). Entrambe queste fobie possono radicarsi in un profondo timore dell'ignoto e di perdere il controllo sulla propria salute e sicurezza;
  • emetofobia (paura di vomitare). Emetofobia e coulrofobia possono essere collegate tramite una reazione di forte disgusto e repulsione, sia verso il vomito sia verso l'aspetto disturbante dei clown.

Coulrofobia e fobia delle bambole

La coulrofobia e la pediofobia (paura delle bambole) sono fobie specifiche legate a oggetti o figure umanoidi.

La coulrofobia e la pediofobia differiscono principalmente nel loro oggetto di paura. La pediofobia può derivare dalla percezione delle bambole come figure inanimate ma con sembianze umane, creando una sensazione di inquietudine e ambiguità simile a quella scatenata dalla coulrofobia. 

Perché si ha paura dei pagliacci?

Le fobie come la coulrofobia sono inquadrabili nel contesto dei disturbi d’ansia.

Freud, nel suo saggio sul perturbante, ha esplorato questa fobia, collegandola a ciò che è familiare e nello stesso tempo estraneo.

Freud e il perturbante

"Il perturbante," secondo Freud, è qualcosa di familiare, ma nello stesso tempo spaventoso. Nella coulrofobia, la figura del clown, pur essendo umana, mostra tratti esagerati che creano una dicotomia tra noto e ignoto, generando ansia e paura.

Nei soggetti coulrofobici, la fobia dei pagliacci ha motivazioni legate al familiare e all’estraneo. In che senso?

  • Quando vediamo un clown, siamo sicuri che egli faccia parte della specie umana.
  • Al contempo, percepiamo in lui dei tratti difficilmente assimilabili a quelli di un umano - esasperati magari dal trucco o dalla mimica facciale.
  • La contrapposizione tra il noto e l’ignoto può scatenare sensazioni di inquietudine e portare allo sviluppo di coulrofobia.

Dopo Freud: l’Uncanny Valley

Per “Uncanny Valley Effect” (traducibile con effetto della zona perturbante) si intende un effetto di inquietudine prodotto da ciò che è insieme familiare ed estraneo. 

Questo effetto è alla base di molta ufologia e di figure ideate dal cinema horror e fantascientifico. Quando percepiamo una figura come familiare, e al contempo come estranea, sperimentiamo una profonda sensazione di angoscia e di disgusto.

Lo stesso effetto che possiamo provare di fronte alla figura di un vampiro, sulla medesima base della coulrofobia.

Altre spiegazioni della fobia dei clown

Altre cause potrebbero comprendere: 

  • sensazione di assenza di controllo. Il pagliaccio è per sua natura una figura fuori dalla legge. Come il briccone divino (Hermes) della tradizione mitologica greca, è sempre pronto a giocare brutti scherzi. La sua natura è folle e rispecchia alcune delle nostre più profonde paure;
  • funzione dei neuroni-specchio. Si tratta di una classe di neuroni preposta alla comprensione delle emozioni altrui. In pratica, quando un altro individuo compie un’azione, in noi si attivano gli stessi circuiti che si attiverebbero se a compiere l’azione fossimo proprio noi. 

Davanti al pagliaccio, mi ritrovo incapace di comprendere in che modo la mimica del clown (sorridente) possa collegarsi alla sua azione (cadere o ferirsi). Allo stesso tempo, potrei avere difficoltà a coniugare l’espressione del clown con l’emozione che leggo nei suoi occhi.

Questo conflitto di interpretazioni potrebbe essere causa di coulrofobia.

Sintomatologia della coulrofobia

La paura dei pagliacci causa sintomi che si estendono alla sfera fisica, emotiva e psicologica. Tra essi compaiono: 

  • vertigini;
  • nausea;
  • sudorazione intensa;
  • tremori;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • respirazione difficoltosa e sensazione di svenimento;
  • formicolio;
  • inquietudine;
  • attacchi di panico.

Quando si sviluppa la fobia dei clown?

Le fobie specifiche possono svilupparsi a qualsiasi età. Ciononostante, è noto che la coulrofobia tenda a colpire soprattutto i bambini.

La patologia può poi estendersi fino all’età adulta, con effetti da non sottovalutare sulla vita dell’individuo. 

Come superare la fobia dei clown

Le ipotesi di cura per le fobie specifiche comprendono metodi di trattamento finalizzati a modificare la risposta a un certo stimolo (in questo caso il pensiero, la visione o l'incontro con un clown).

In parole semplici: 

  • la paura è un’emozione primaria che funge da metodo di difesa: per esempio, percepisco un pericolo e provo paura. Sono allora pronto - fisiologicamente - per combattere o darmi alla fuga;
  • la fobia funziona precisamente in questa maniera: anche quando mi rendo conto che la paura è immotivata (il clown non ha alcuna intenzione di ferirmi), non riesco a razionalizzare l’emozione che provo e quindi a gestirla.

Mi ritrovo allora a vivere le stesse sensazioni che vivrei davanti a un pericolo mortale, ma in presenza di un clown, di un gatto o di altri oggetti generalmente ritenuti inoffensivi.

Un percorso terapeutico come quello cognitivo-comportamentale può modificare la risposta a un certo stimolo e quindi aiutare il paziente a superare la fobia specifica. Ma possono farlo anche:

  • la desensibilizzazione sistematica;
  • l’EDMR;
  • la pratica di esercizi di rilassamento o di mindfulness per placare l’ansia.

In generale, un percorso in studio o online può aiutare il paziente a evitare di assumere atteggiamenti disfunzionali che possano peggiorare il proprio quadro clinico.

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DDDDomenico De Donatis
Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.