Come sarà mio figlio: il passaggio da bambino immaginato a bambino reale
Come influisce l'immagine del bambino immaginato sul rapporto con il bambino reale? Questo passaggio cruciale per i genitori viene esplorato, sottolineando l'importanza delle aspettative e della realtà.

Il desiderio di sapere "come sarà mio figlio" è naturale e universale. Prima ancora che nasca, ogni genitore costruisce una complessa immagine mentale del bambino: il bambino immaginato. Su questa figura si concentrano speranze, ansie e fantasie, spesso proiezioni di ciò che si vorrebbe o che si è stati.
Tuttavia, il bambino reale è il figlio che nasce e che, per sua natura, sarà necessariamente diverso da quello immaginato. L'incontro tra queste due figure è un momento psicologico cruciale per lo sviluppo del piccolo. Colmare il divario tra sogno e realtà è il primo, fondamentale passo per:
- Accettare il bambino nella sua unicità.
- Ascoltare i suoi bisogni reali.
- Sostenerlo nella costruzione della sua identità.
Cos'è il bambino immaginato e come si forma?
Il bambino immaginato è la rappresentazione psicologica che i futuri genitori costruiscono in modo spesso inconscio e graduale.
Questo processo inizia molto prima della gravidanza:
- Durante l'infanzia: nel gioco, fantasticando sulla famiglia futura.
- Nell'età adulta: osservando nipoti, amici, o chiedendosi in un momento di intimità con il partner: "Che figlio avremo?".
L'impatto delle immagini mentali su aspettative ed emozioni
Le immagini mentali del "bambino perfetto" si intensificano in gravidanza, in particolare intorno al quarto mese, quando la coppia si "concede" di fantasticare.
Ecco cosa include il "Bambino Immaginato":
- Proiezioni fisiche: "avrà i capelli scuri della madre e gli occhi chiari del padre."
- Aspettative comportamentali: "sarà calmo, dormirà tutta la notte, non piangerà mai."
- Progetti educativi: "lo allatterò, seguirò l’autosvezzamento, farò il co-sleeping."
- Valori e sogni: il bambino deve realizzare ambizioni non raggiunte dai genitori.
Queste fantasie derivano sia dal contesto socio-culturale sia dalle esperienze personali e familiari dei genitori (il loro vissuto infantile e adolescenziale). Nella madre, questo processo è l'inizio della relazione d’attaccamento pre-nascita.
Ma con l'aiuto di un professionista puoi superare molti ostacoli che hai sempre dato per scontati.
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Bambino reale e immaginato: il genitore interno
Il concetto di genitore interno di Eric Berne, il celebre psicoterapeuta che ha sviluppato il concetto di analisi transazionale, ci aiuta a capire ancora di più il significato del bambino immaginato e il motivo per cui è necessario sostituirlo con il bambino reale.
Proviamo a immaginare il genitore interno come una scatola nella quale raccogliamo e conserviamo gelosamente le interazioni sia reali che immaginarie con le nostre figure di riferimento.
Il genitore interno è quella voce che ci sussurra spesso nelle orecchie ed è il risultato di tutti quei processi che abbiamo archiviato nel nostro inconscio e che la gravidanza risveglia in maniera forte, quasi violenta.
La voce, che può essere affettuosa, critica e così via, corrisponde a un modello operativo interno con il quale dobbiamo fare i conti.
Diventare genitore non è facile perché si è chiamati ad affrontare la crisi evolutiva più pesante e faticosa dell'età adulta.
Il bambino reale
L’attività immaginaria è forte dal quarto all’ottavo mese di gravidanza ed è rafforzata da alcuni fattori molto importanti come, ad esempio, l’ecografia che ci permette di elaborare il bambino immaginato ma anche di iniziare a pensare a quello reale che vediamo così distintamente nel monitor.
In alcuni casi tale attività viene complicata dai messaggi intrusivi che ci arrivano dall'esterno e che ci propongono costantemente l’idea di un bambino perfetto che dorme tutta la notte, mangia senza problemi e così via.
I genitori interiorizzano questi processi fino al nono mese di gravidanza quando la madre inizia un percorso nuovo che parte dalla demolizione del bambino immaginato e arriva all’incontro con il bambino reale.
Questa è una delle fasi psicologiche più delicate ma indispensabili dell’intera gravidanza.
La nascita fa emergere il bambino vero, le sue caratteristiche fisiche reali, i suoi modi di comportarsi e di reagire: il compito dei genitori sarà quello di riconoscere le inclinazioni del figlio, sgombrando il campo da aspettative irrealistiche.
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Bambino reale e bambino immaginato: il passaggio dal sogno alla realtà
Il bonding, l'attaccamento tra madre e figlio, è fondamentale affinché il piccolo parta da una base solida fatta di tranquillità, accettazione, protezione e sicurezza.
Soffermiamoci sull'accettazione.
Il piccolo non sarà mai conforme alle speranze e all’immaginazione dei genitori. Ogni tappa del suo sviluppo potrà mettere in discussione le speranze che abbiamo riposto in lui. Accettarlo nella sua realtà di persona unica e diversa da noi è essenziale: i figli non nascono per realizzare i sogni e le ambizioni degli adulti o per riparare ai propri errori ma per costruire la propria identità con l'aiuto dei genitori.
Da un punto di vista strettamente pratico, per la coppia convivere con il bambino vero significa accettare di modificare i propri ritmi di vita secondo quelli necessari allo sviluppo del bebè. Alcune persone lo capiscono subito, naturalmente, mentre altre hanno bisogno di un periodo di rodaggio per colmare questo divario.
Questo divario è più violento se la nascita è prematura o se il bambino ha una disabilità o una patologia. In questo caso i genitori avranno bisogno di risorse aggiuntive per riunire i due bambini, adattandosi a una realtà che non corrisponde affatto alle loro aspettative.

Un aiuto per i genitori in difficoltà
Nelle situazioni difficili o in tutti quei casi in cui non riusciamo a colmare il divario tra bambino reale e immaginato, un percorso terapeutico familiare può aiutare i genitori.
Ripercorrere la storia familiare, liberandosi delle "tracce" lasciate da un passato irrisolto, e imparare ad accettare il bambino così com'è, vuol dire aiutarlo a crescere, a sostenerlo e guidarlo verso l'adulto che sarà domani.
Se sentite la necessità di iniziare un percorso di coppia, potete rivolgervi al nostro centro medico. Il primo colloquio con uno dei nostri terapeuti è gratuito, mentre le sedute successive costano 59€ l'una.