Test di intelligenza: come funzionano?

Il test di intelligenza è un metodo per valutare le abilità cognitive di un individuo e identificare eventuali punti di forza o debolezza nelle capacità cognitive. Tuttavia, non esaurisce la complessità dell’intelligenza umana, che può manifestarsi in molteplici forme.
punteggi del test di intelligenza

Esiste un modo oggettivo e scientifico per definire e misurare l’intelligenza di una persona? Nel corso del tempo, gli psicologi hanno lavorato per rispondere a questa domanda attraverso lo sviluppo di strumenti come i test del quoziente intellettivo (QI). Questi test di intelligenza offrono una panoramica delle capacità cognitive di un individuo, ma è importante notare che l’intelligenza è un costrutto complesso e multidimensionale, che va oltre la semplice valutazione numerica del QI. Se hai sentito parlare di test psicologici ma vuoi approfondire l’argomento sul QI, questo articolo fa al caso tuo.

Test di intelligenza e QI

I test di intelligenza sono progettati per valutare il quoziente intellettivo (QI) di una persona e le sue abilità cognitive. Utilizzando test intellettivi come le matrici di Raven e le scale Wechsler, il QI di un individuo viene confrontato con una media di 100 nella popolazione generale. Un punteggio sopra 100 indica un’intelligenza superiore alla media, mentre se inferiore il contrario. Il QI normale rientra generalmente tra 90 e 110, con un limite per il ritardo mentale fissato a 70.

Tuttavia, il concetto di QI non è semplicemente un rapporto come potrebbe sembrare. Originariamente, il QI rappresentava il rapporto tra l’età mentale e l’età anagrafica, ma oggi è normalizzato su una distribuzione con una media di 100. Questo significa che se il tuo QI è 100, la tua età mentale coincide con quella anagrafica. In realtà, il QI è più simile a un percentile che a un vero e proprio quoziente, ma utilizziamo ancora il termine “quoziente” perché suona più familiare e accattivante.

Il QI varia con l’età, raggiungendo il picco intorno ai 25-30 anni prima di stabilizzarsi. Affrontare diverse sfide cognitive e mantenere un costante stimolo mentale possono aiutare a sviluppare al meglio le capacità di risolvere problemi. Infine, è importante notare che l’intelligenza non è qualcosa che si può allenare. Risolvere rapidamente enigmi o quiz non ti rende più intelligente; piuttosto, riflette le tue capacità cognitive innate. Scopri anche cos’è un mbti test.

qi test e valutazione psicologo

Intelligenza: è possibile darne una definizione?

Il testing dell’intelligenza ha acquisito grande importanza nel campo della psicologia, sia per la sua novità teorica che per la sua utilità pratica. È stato adottato da istituzioni autorevoli come il British Board of Education. Tuttavia, molti esperti continuano a guardare con scetticismo ai test attuali di intelligenza.

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Mancanza di accordo sulla definizione di intelligenza

In passato infatti, si credeva che l’intelligenza fosse principalmente legata alla capacità di ragionamento astratto, come la risoluzione di problemi matematici complessi. Oggi invece si comprende che il concetto di intelligenza è molto più ampio e vi rientrano anche l’immaginazione e la memoria. Ad esempio, una persona potrebbe eccellere nel risolvere enigmi logici ma avere difficoltà nell’interpretare e comprendere le emozioni degli altri.

Questa diversità di interpretazioni rende complesso definire in modo univoco cosa costituisca l’intelligenza e dunque comprendere anche i risultati dei test intellettivi. La teoria delle intelligenze multiple, sviluppata da Howard Gardner negli anni ’80, suggerisce che l’intelligenza umana non può essere ridotta a un singolo numero. Per Gardner, l’intelligenza si manifesta in diverse forme, tra cui:

  • iIntelligenza linguistica: la capacità di utilizzare efficacemente il linguaggio scritto e parlato, incluso la comprensione del linguaggio e la capacità di apprendere lingue straniere;
  • intelligenza logico-matematica: capacità di ragionamento logico, risoluzione di problemi matematici e alla comprensione di concetti scientifici;
  • intelligenza spaziale: visualizzare oggetti e immagini mentali, orientarsi nello spazio e nella creazione di rappresentazioni grafiche;
  • intelligenza musicale: capacità di percepire, comprendere e creare musica;
  • intelligenza corporeo-cinestetica: la capacità di utilizzare il proprio corpo in modo abile e coordinato eccellendo in attività fisiche come sport, danza, arti marziali o lavori manuali;
  • intelligenza emotiva (o interpersonale): capacità di comprendere gli altri, di relazionarsi bene con le persone e di lavorare efficacemente in gruppo. Le persone con intelligenza interpersonale sono empatiche e hanno buone capacità di comunicazione;
  • intelligenza intrapersonale: capacità di comprendere se stessi, di riflettere sui propri pensieri e sentimenti, e di gestire le proprie emozioni e motivazioni.
test intellettivi e psicologici

Composizione dei test di intelligenza

I test di intelligenza attuali combinano diverse abilità come memoria, comprensione verbale e ragionamento logico, ma questa varietà potrebbe non cogliere appieno le specifiche competenze di un individuo in ciascun settore. Un po’ come per comprendere il tuo livello di stress, nel test sul burnout si indagano diversi contesti. La teoria della triarchia dell’intelligenza di Robert Sternberg evidenzia limitazioni e ambiguità associate ai test intellettivi, suddividendo l’intelligenza in tre componenti principali:

Componente dell’intelligenzaEsempi di attività
Intelligenza analiticaRisolvere problemi matematici complessi;
Interpretare dati statistici;
Applicare regole logiche e formali.
Intelligenza creativaCreare opere d’arte originali;
Ideare soluzioni innovative per problemi pratici;
Comporre musica o scrivere poesie;
Sviluppare nuovi prodotti o innovazioni tecnologiche.
Intelligenza praticaGestire attività quotidiane e compiti in modo efficiente o
adattarsi a nuove situazioni con flessibilità, tra le altre cose.

Le critiche di Sternberg ai test di intelligenza tradizionali si concentrano principalmente sulla loro tendenza a misurare solo l’intelligenza analitica, trascurando le altre due componenti dell’intelligenza, ovvero la creatività e la capacità pratica di adattarsi all’ambiente. Questo vale in generale. Se un test sull’autostima si concentrasse esclusivamente su come ti percepisci sul lavoro (ad esempio, quanto sei bravo/a), potrebbe distorcere il risultato complessivo.

Sternberg sostiene che i test standard di intelligenza spesso non riescono a catturare completamente la complessità delle capacità cognitive umane e possono quindi non essere completamente rappresentativi dell’intelligenza nella sua totalità. Tuttavia, ciò non significa che i test di intelligenza siano del tutto inutili o non validi; piuttosto, Sternberg suggerisce che dovrebbero essere considerati con attenzione e integrati con altri approcci per valutare in modo più completo e accurato le varie dimensioni dell’intelligenza umana.

test intelligenza umana

Origini del quoziente intellettivo

La storia dei test di intelligenza è fortemente intrecciata con il concetto di quoziente intellettivo (anche detto QI), ovvero un numero che indica il punto in cui una persona si colloca, a livello cognitivo, rispetto alla media della popolazione. Si tratta, infatti, di un dato che deve essere letto tenendo conto dell’età anagrafica, in modo da collocare il punteggio all’interno dello sviluppo individuale. Invece, per un test sui DCA o un PTSD test questo non avviene.

Il primo test che si proponeva di attribuire un valore numerico all’intelligenza venne sviluppato dallo psicologo francese Binet nei primi anni del Novecento. Si tratta della Scala Binet-Simon, che si poneva l’obiettivo di individuare gli alunni con difficoltà nelle materie scolastiche proponendo al bambino diversi esercizi per calcolare la sua età mentale. A partire da questo dato, veniva dedotto il quoziente intellettivo, rapportando età mentale ed età biologica.

I moderni test di intelligenza

Da allora sono stati fatti molti passi avanti, che hanno potato alla nascita di nuovi test per la misura del QI, con fondamenta scientifiche più solide. La prima evoluzione fu la Stanford-Binet Intelligence Scale, che riprese la Scala Binet-Simon migliorandola. Ma questo strumento mostrò in breve tempo i suoi punti deboli, ad esempio era piuttosto difficile da somministrare agli adulti Una notevole limitazione, alla quale si propose di rimediare quello che oggi è il test di misura del quoziente intellettivo più utilizzato dai professionisti, ovvero la WAIS (acronimo di Wechsler Adult Intelligence Scale). Ad essa si affianca una controparte destinata a bambini e ragazzi fino a 17 anni non compiuti, che prende il nome di WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children).

Questi strumenti vedono l’intelligenza come composta da più fattori, che interagiscono tra loro e possono compensarsi. A livello pratico, quindi, al paziente viene proposto un insieme di esercizi che si occupano di misurare diversi indici. Ciascuno di essi risulterà in un punteggio parziale e, al contempo, diventerà parte del punteggio globale: è quest’ultimo a essere propriamente detto QI.

test del qi validità

Quando fare il test del QI?

Potrebbe capitare che uno psicologo si trovi di fronte a un paziente con alcune difficoltà, e in questi casi potrebbe essere utile porre una diagnosi di disabilità intellettiva. Questo tipo di valutazione può offrire benefici concreti, come l’assistenza di un insegnante di sostegno per i bambini a scuola o supporti economici come una pensione di invalidità per gli adulti che non possono lavorare a causa della loro condizione.

Altre volte, la richiesta di un test del quoziente intellettivo arriva dai genitori o dagli insegnanti che notano comportamenti che suggeriscono disturbi specifici dell’apprendimento come la dislessia, la discalculia o la disgrafia. In questo caso, dimostrare che il QI del bambino è nella media o superiore è fondamentale per ottenere supporto scolastico aggiuntivo, come tempo extra per i compiti o l’uso di strumenti come la calcolatrice durante le verifiche.

PeriodoIndicazioni per il test del QIPossibili vantaggi della diagnosi
Età prescolareValutazione se ci sono segnali di ritardo nello sviluppo del linguaggio o altre difficoltà cognitive.Identificazione tempestiva di eventuali problematiche cognitive e accesso a programmi di intervento precoce.
Età scolare (6-12 anni)Valutazione se l’apprendimento o il comportamento scolastico sono inferiori alle aspettative.Possibilità di richiedere un insegnante di sostegno per l’aiuto nelle attività scolastiche.
Adolescenza (13-17 anni)Test del QI se ci sono problemi di apprendimento o difficoltà emotive o comportamentali.Identificazione di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e accesso a supporti didattici speciali.
Età adultaValutazione del QI in caso di sospetti di deficit cognitivi o difficoltà nel contesto lavorativo o sociale.Possibile accesso a benefici economici come una pensione di invalidità in casi gravi.
Periodi di transizione o cambiamenti significativiTest del QI in situazioni di cambiamento importante (perdita di memoria, difficoltà cognitive improvvisate).Fornisce una spiegazione ai comportamenti anomali e facilita l’adozione di interventi appropriati.

Come interpretare il test di intelligenza?

In conclusione, nonostante i moderni test del QI siano strumenti attendibili, presentano dei limiti. Questi test non esplorano tutti gli aspetti dell’intelligenza e quindi non devono essere considerati esaustivi per delineare il profilo cognitivo di una persona. Se pensi di avere un disturbo dell’apprendimento o altre difficoltà, puoi rivolgerti al tuo medico o a uno psicologo. Con Serenis puoi avere il supporto di uno psicologo online per acquisire gli strumenti necessari ad affrontare gli ostacoli con fiducia.

Inoltre, molte variabili possono influenzare le prestazioni durante il test. Ad esempio, un bambino che affronta il test di intelligenza un venerdì pomeriggio dopo la scuola potrebbe essere stanco e non riuscire a dare il massimo. Disturbi del sonno, un umore depresso o l’ansia possono anche compromettere la concentrazione, rendendo difficile mostrare appieno le proprie capacità.

È importante considerare non solo il punteggio generale del QI, ma anche i punteggi parziali dei singoli indici, che possono fornire un’idea più precisa dei punti di forza e di debolezza di ciascuno, anche se non rappresentano un’analisi completa.

Fonti:

  • Spearman C. “Intelligence” tests. Eugen Rev. 1939 Jan;30(4):249-54. PMID: 21260327; PMCID: PMC2985859.
  • Bünger A, Grieder S, Schweizer F, Grob A. The comparability of intelligence test results: Group- and individual-level comparisons of seven intelligence tests. J Sch Psychol. 2021 Oct;88:101-117. doi: 10.1016/j.jsp.2021.09.002. Epub 2021 Sep 27. PMID: 34625207.
  • Duckworth AL, Quinn PD, Lynam DR, Loeber R, Stouthamer-Loeber M. Role of test motivation in intelligence testing. Proc Natl Acad Sci U S A. 2011 May 10;108(19):7716-20. doi: 10.1073/pnas.1018601108. Epub 2011 Apr 25. PMID: 21518867; PMCID: PMC3093513
Martina Bisceglia

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Blog manager di Serenis, mi dedico a fornire risorse informative e approfondimenti sui temi del benessere mentale, della psicologia e della salute emotiva. Attraverso il nostro blog, miriamo a condividere conoscenze preziose e offrire supporto a coloro che cercano aiuto e comprensione nel loro percorso di crescita personale e di guarigione.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.