Neonato scambia il giorno per la notte: le cause

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L'arrivo di un figlio modifica gli equilibri familiari prima ancora di crearne di nuovi. Nel contesto della genitorialità, può  accadere di sentirsi spaesati e talvolta impauriti, dinanzi alle novità e ai comportamenti del bebè. Queste preoccupazioni possono per esempio riguardare l'alimentazione, l'atteggiamento, e, naturalmente, il sonno dei nostri figli.

Quasi tutti i genitori che si rivolgono ad un esperto del sonno, lo fanno nella speranza di trovare una soluzione che gli consenta di dormire la notte, dimenticando che, come spiegano gli psicologi infantili, il ciclo sonno-veglia nei neonati funziona in modo completamente diverso dal nostro.

Può allora capitare di sentir pronunciare la fatidica frase: "Perché il neonato scambia il giorno per la notte?".

Ne parleremo approfonditamente nel corso dell'articolo, indagando il funzionamento del ciclo sonno-veglia nei bebè e dando utili consigli ai neo genitori. Speriamo che, al termine dell'articolo, tu possa aver trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

Il sonno nei neonati

Con l'avanzare dell'età e i cambiamenti nelle fasi di vita, il nostro bisogno di dormire si modifica ed evolve. Per esempio, durante l'adolescenza abbiamo bisogno di dormire intorno alle nove ore; mentre col sopraggiungere dell'età adulta sette ore sono ritenute più che sufficienti.

I bebè necessitano di 15-20 ore di sonno, un numero che potrebbe sembrare spropositato ma che si adatta perfettamente alle necessità fisiologiche del bambino. Ricordiamo inoltre che i bebé non seguono ancora il ritmo circadiano proprio dell'età adulta, e quindi il loro sonno potrebbe essere irregolare e portare a quella classica "confusione tra il giorno e la notte".

In realtà, il bebè non confonde il giorno con la notte: dato che non produce melatonina come un adulto, non riesce a riconoscere l'alternanza luce/buio come elemento fondamentale delle dinamiche del sonno e a seguirle come forse vorremmo.

La prima conclusione è che per il bebè è assolutamente normale dormire anche di giorno perché il suo organismo lo richiede.

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Come funziona il sonno del bebè?

Il sonno funziona per fasi e secondo un ciclo preciso. La struttura di queste fasi differisce profondamente tra gli adulti e i bebé, dato che questi ultimi hanno cicli del sonno generalmente più brevi.

Negli adulti, il ciclo del sonno dura 90-120 minuti e comprende cinque fasi:

  • fase 1: addormentamento;
  • fase 2: sonno leggero;
  • fase 3 e 4: sonno profondo;
  • fase 5: fase REM (in cui avvengono i sogni e i movimenti della pupilla).

Durante una sola notte, si passa continuamente attraverso queste fasi (fase 2-fase 5), passando dal sonno leggero al sonno profondo, dal sonno profondo alla fase REM.

Anche nel bambino il sonno funziona attraverso queste cinque fasi, ma i cicli sono generalmente più brevi (60 minuti circa) e la possibilità di risvegliarsi durante la fase di sonno leggero è molto più pronunciata che negli adulti.

Quindi: se l'adulto passa costantemente dalla fase 2 alla fase 5, il bambino tende a tornare alla fase 1 e a dover ripetere l'operazione di addormentamento. Per questo può svegliarsi varie volte nel corso della notte con effetti da non sottovalutare sull'umore e la salute psicologica dei suoi genitori.

Per saperne di più sul sonno del neonato

Durante i primi tre mesi di vita, il bebè non riesce a dormire molto profondamente. In lui il sonno REM e quello NREM si sovrappongono, impedendogli di accedere ad un sonno veramente profondo.

Per sonno NREM si intendono le prime tre fasi del sonno, cioè quella del rilassamento e dell'addormentamento, quella del sonno leggero e del sonno profondo. Il termine è qui utilizzato per descrivere la fase di sonno profondo e rigenerante in cui il corpo può davvero riposarsi.

Nella fase NREM avvengono anche altre cose fondamentali per l'organismo:

  • riparazione dei tessuti;
  • costruzione di ossa e muscoli;
  • rafforzamento del sistema immunitario.


La fase REM è invece una fase di sonno leggero, in cui avvengono sogni e movimenti della pupilla. Nel corso di una notte, di norma, si entra circa 5 volte nella fase REM.

Risvegli notturni del neonato e come trattarli

Come vanno trattati i risvegli notturni? Cominciamo dicendo che, con l'avanzare dell'età, questi risvegli tendono a diminuire, perché il ciclo del sonno del neonato si stabilizza e la fase di sonno profondo evolve nel tempo.

In parole povere, il bambino "impara a dormire" crescendo. Nelle prime fasi della vita del bebè, è allora una buona idea praticare co-sleeping, cioè far dormire il piccolo nella camera dei genitori.

Al contrario di ciò che si crede, questa abitudine non ha effetti negativi sul neonato e non lo spinge a sviluppare una maggiore dipendenza affettiva. Ricordiamo che durante i primi anni di vita il neonato si trova in uno stato di dipendenza assoluta che è assolutamente necessario soddisfare.

La vicinanza del genitore permette al piccolo di addormentarsi più velocemente e, in caso di risvegli notturni, di riprendere sonno in tempi brevi.

Se necessario, consigliamo di rivolgersi ad un esperto di parent training che possa aiutare i genitori ad affrontare al meglio questa e altre difficoltà.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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