Disegni nei bambini: cosa ci dicono e come interpretarli

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I bambini possono provare una naturale tendenza a disegnare – sintomo della voglia di esprimersi, di parlare della propria quotidianità e delle proprie emozioni. Il disegno è già in tenerà età un’espressione artistica: lì dove per "artistico" possiamo intendere un oggetto pregno di significato interiore, che può darci utili informazioni sulla costellazione emotiva dell’autore.

"Ma i disegni dei bambini hanno davvero un significato?" si chiedono giustamente molti genitori. In questo senso le teorie psicologiche abbondano. Secondo gli psicologi infantili, se il disegno è prodotto in modo autonomo, può dire qualcosa sullo stato emotivo e sulla personalità del bambino.

Sappiamo anche che il disegno può darci importanti informazioni sul modo di vedere e di pensare dei nostri figli; e che ci permette di comprendere alcuni disordini neuropsichici, dato che è un ottimo strumento nel percorso di comprensione dello spettro autistico.

Ecco perché per la genitorialità è importante capire come interpretare i disegni dei bambini senza che l’interpretazione vada ad oscurare il naturale desiderio del bambino di esprimersi, al di là di ogni concettualità e possibile interpretazione.

I disegni dei bambini vanno per fasi?

La risposta è sì: esistono delle fasi a cui corrispondono altrettante capacità espressive. La prima fase corrispondere al cosiddetto scarabocchio: una serie di linee disordinate e confuse che vanno ad occupare lo spazio bianco della pagina.

Fino al secondo anno di età, lo scarabocchio sembra essere prodotto per il puro piacere del movimento (secondo alcuni studi, in questa fase lo scarabocchio è già un metodo espressivo).

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Verso i tre anni, queste linee apparentemente confuse assumono un significato più netto per il bambino: sono il suo mezzo per esprimere fantasie, modi di vedere il mondo, di rapportarsi agli oggetti che lo circondano.

Subito dopo, cominciano a comparire sul foglio le prime figure umane: il bambino desidera riprodurre i disegni o gli oggetti che vede sui libri di scuola e sviluppa la sua capacità imitativa. Ci troviamo intorno al quarto/quinto anno di età. I disegni rappresentano perlopiù:

  • figure umane;
  • oggetti riconoscibili;
  • alberi e altri oggetti con cui il bambino entra spesso in contatto.

E in generale imitazioni del paesaggio che incontra o immagina. Potrebbe per esempio rappresentare la propria casa, i propri genitori o altre persone care.

Come interpretare i disegni di un bambino

Al di là delle possibili interpretazioni simboliche, che vanno a concentrarsi sul contenuto del disegno, si può intuire qualcosa dello stato emotivo e della personalità del bambino anche dai suoi tratti.

Molto in generale bisogna concentrarsi su:

  • collocazione del disegno sul foglio;
  • pressione;
  • tipo di tratto utilizzato.

Collocazione del disegno

Bisogna comprendere che, per il bambino, il foglio corrisponde allo spazio interiore. In questo spazio il bambino si muove, sperimenta, esprime sensazioni e comunica la sua visione del mondo.

Ecco perché la posizione del disegno può dirci qualcosa del bambino, soprattutto nella fase in cui comincia ad imitare e a disegnare figure riconoscibili.

Se il disegno è centrato rispetto al foglio indica equilibrio rispetto all’ambiente circostante (la famiglia, la scuola).

Un disegno orientato verso destra, è generalmente interpretato come segno di estroversione, volontà di comunicare o ribellione.

Al contrario, un disegno orientato verso sinistra indica chiusura, timidezza, introversione.

Il disegno posto verso l’alto indica bisogno di rifugiarsi nel mondo della fantasia e delle idee.

Se la figura è disegnata verso il basso, può indicare bassa autostima o bisogno di supporto.

Ovviamente, queste regole non sono universali e dipendono a loro volta dal contenuto del disegno e dallo specifico bambino. Conoscendo la situazione emotiva di nostro figlio, possiamo però utilizzare i disegni per confermare o smentire le nostre supposizioni sul suo stato d’animo.

Pressione e tipo di tratto

Anche la pressione sul foglio è indicativa dello stato d’animo. Così:

  • pressione costante ed equilibrata: adattamento all’ambiente;
  • pressione discontinua: ansia o problematiche relazionali;
  • pressione pesante: tensione relativa ad un evento o a una situazione;
  • pressione eccessivamente leggera: timidezza e difficoltà a esprimersi.

Il tipo di tratto può invece essere:

  • linee ripassate o interrotte: sensazione di insicurezza.
  • linee costanti: equilibrio interiore.

Ricordiamo infine la possibilità di interpretare le figure umane a seconda della grandezza con cui vengono disegnate, che va a metaforizzare l’immagine che il bambino ha di se stesso.

Conclusione

Ricordiamo che interpretare i disegni dei bambini è compito degli specialisti, ad esempio di psicologi infantili che sanno come rapportarsi al disegno per trarne delle informazioni fondamentali.

Ciononostante, conoscendo queste regole basilari, i genitori e gli insegnanti possono decidere di chiedere supporto se sospettano che il bambino stia vivendo un momento di grande difficoltà interiore.

Bisogna tenere in considerazione che anche i bambini possono vivere sofferenza psichica ed esprimerla a loro modo, ad esempio attraverso i disegni o altri mezzi espressivi adatti alla loro età.

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DDDDomenico De Donatis
Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.