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Che cos’è il coaching: significato e limiti della professione in Italia

Il coaching è un percorso di crescita personale che sempre più persone provano a intraprendere, ma di che cosa si tratta esattamente? Tutti noi attraversiamo dei momenti di incertezza e può capitare di avere bisogno di un aiuto professionale. Il problema è che non sempre abbiamo chiaro a chi rivolgerci.

Di seguito scoprirai se un coach è la figura di cui hai bisogno e potrai fare chiarezza sul funzionamento del coaching e il suo significato.

Il coaching in Italia

Iniziamo a inquadrare a livello formale la figura del coach, in modo da avere un riferimento normativo. Nel nostro Paese, quella del coach non è una professione regolamentata, ovvero non rientra tra quelle che vengono identificate da un albo professionale.

Ciò significa che il coaching in: esiste un’associazione di categoria che, però, si regolamenta in maniera indipendente e di cui può fare parte chiunque abbia provveduto a una formazione autonoma, senza appunto nessuno specifico criterio di inclusione.

Questa precisazione è utile anche per porre una demarcazione netta tra il coach e lo psicologo, che invece ha sostenuto un percorso quinquennale di studi universitari e, dopo aver ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione, si è iscritto all’ordine regionale della sua categoria. Di conseguenza, il coach non può in alcun modo effettuare gli interventi che farebbe uno psicologo che, invece, è un professionista della salute mentale e opera con strumenti del tutto diversi.

Che cos’è il coaching: significato e ruolo del coach

Veniamo ora a definire il coaching a livello operativo: si tratta di una metodologia di intervento che ruota intorno alla relazione tra il coach e il suo cliente, posti a un livello paritario grazie a un contratto di natura puramente commerciale, che ha lo scopo di aiutare il secondo a raggiungere i suoi obiettivi, stabilendo un piano di azione molto preciso in cui avrà un ruolo determinante il rafforzamento dei punti di forza dell’individuo.

Il ruolo del coach, quindi, è molto diverso da quello dello psicologo: si limita ad agire su un piano strettamente funzionale, supportando il cliente come farebbe un allenatore e senza mai toccare temi esistenziali e personali che riguardano la persona più da vicino e sarebbe, invece, target per un sostegno psicologico o un percorso di psicoterapia.

Quindi, il coach non fa nessuna diagnosi e non aiuta il cliente a superare le sue problematiche individuali, semplicemente lo guida verso il raggiungimento della versione migliore di se stesso, ovvero quella in grado di sfruttare al massimo le risorse che ha a disposizione e che ha un forte senso di autoefficacia. In questo modo, renderà più arrivabile la realizzazione del futuro desiderato, grazie a una focalizzazione molto concreta su piccoli e graduali traguardi e un processo di apprendimento attivo.

Quali sono gli obiettivi in un intervento di coaching?

Come avrai capito, gli obiettivi sono la chiave senza la quale un tipo di intervento come il coaching non sarebbe applicabile. Gli obiettivi costellano tutto il percorso e scandiscono diverse fasi, ognuna delle quali, terminando con il raggiungimento di un risultato, determina il raggiungimento di un livello superiore e l’avvicinamento all’obiettivo finale. Ma affinché i progressi possano essere compiuti, questi devono essere misurabili e molto concreti, perciò la scelta degli obiettivi è un passaggio estremamente delicato.

Questi devono avere una significatività per la persona, coinvolgerla abbastanza da motivarla a dare il meglio di sé, e possono riguardare diversi aspetti:

  • aumentare la consapevolezza dei propri limiti e capacità, oltre che dei propri desideri, così da raggiungere una maggiore autonomia nelle scelte e fiducia in se stessi;
  • utilizzare l’apprendimento attivo per rafforzare le competenze e le conoscenze già apprese e acquisirne di nuove;
  • orientarsi verso il futuro che si desidera scegliendo con cura degli obiettivi che siano specifici e chiari;
  • avere una maggiore autoefficacia che permetta si affrontare in autonomia problematiche organizzative, gestionali e pratiche;
  • migliorare la prestazione in termini qualitativi e di produttività.

I fondamenti del coaching

Ora che abbiamo chiarito il ruolo determinante degli obiettivi, passiamo a illustrarti le altre colonne portanti di ogni intervento di coaching, ovvero le premesse su cui questa attività si basa a livello teorico.

  • Prima di tutto, trattandosi di un intervento individuale, che molto raramente coinvolge dei gruppi, il coaching può essere tagliato in maniera esclusiva su misura per la persona interessata. Questo perché il primo principio è l’unicità irripetibile di ogni individuo.
  • In secondo luogo, la relazione che si instaura con il cliente è determinante per la riuscita, quindi deve essere di buona qualità per poterlo soddisfare e motivare al raggiungimento dei suoi risultati.
  • Ogni intervento e utilizzo di qualsiasi aiuto o risorsa deve essere attentamente calcolato e controllato: tutto viene deciso all’interno della relazione.
  • Infine, questa relazione è di natura esclusivamente contrattuale. Il che significa che sono posti con estrema chiarezza gli obiettivi che potranno soddisfare il cliente e anche le metodologie di intervento. Fin da subito viene chiarito che le attività si baseranno su una iniziale progettazione, che verrà seguita dalla messa in pratica finalizzata al conseguimento dei risultati sperati.

Il punto fondamentale per cominciare il percorso, dunque, è la domanda, ovvero la richiesta con la quale il cliente arriva dal coach sperando che possa aiutarlo a raggiungere l’obiettivo cui ambisce. Fondamentale, quindi, è la consapevolezza, sia per quanto riguarda la specifica domanda, che deve essere chiara e ben definita, sia relativamente all’impossibilità di riuscire a soddisfarla in autonomia. Aziende e singoli individui che si rivolgono al coach, infatti, sono ben coscienti di non possedere gli strumenti adatti per canalizzare le loro risorse verso il raggiungimento di uno scopo e di aver bisogno di un allenatore, di una guida.

Senza la domanda, non è possibile iniziare alcun intervento, dal momento che il coaching può svolgersi solo ed esclusivamente a seguito della richiesta diretta da parte di un cliente. In seguirà verrà stilato un accordo professionale chiaro e definito in ogni minimo dettaglio, che determinerà il campo di svolgimento dell’intervento e le modalità applicative.

A quali settori si può applicare il coaching?

Come hai avuto modo di vedere, quindi, il metodo seguito dal coaching è altamente versatile, e quindi generalizzabile a diversi ambiti. Il significato del coaching, infatti, attiene alla crescita personale, e questa può riguardare molti aspetti della vita, da quello personale a quello lavorativo, fino allo sport e all’essere genitori. Il percorso è interamente personalizzabile, grazie alla relazione uno-a-uno che ciascun cliente stabilisce con il suo coach.

Questa adattabilità a molte casistiche, però, non significa che il coaching sia la soluzione ideale per tutto: come abbiamo detto in precedenza, sussiste una differenza fondamentale tra questo tipo di attività e quella svolta da altri tipi di professionisti, in particolare quelli che si occupano di salute mentale. Se il momento di incertezza va oltre il desiderio di superare le proprie limitazioni, aumentare la produttività e raggiungere le aspettative, quindi coinvolge una sfera più profonda e personale dell’esistenza, l’intervento del coach non è sufficiente ed è necessario rivolgersi a uno psicologo.

Il coach, infatti, non possiede né la formazione né le capacità per occuparsi insieme al cliente di queste domande, quindi se intravede una situazione di questo tipo, ha l’esplicito obbligo di indirizzare la persona verso un professionista della salute mentale, che potrà assisterlo in maniera più adeguata alle sue necessità e con strumenti adatti, fino a condurlo verso il benessere psicofisico.

L’attività del coaching e il suo significato, quindi, sono completamente disgiunti dal tema della salute mentale, della riabilitazione, della gestione dello stress e del miglioramento della qualità della vita che, invece, sono di competenza dello psicologo.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.