Quali serie tv guardare se si è appassionati di psicologia

Le serie TV possono rappresentare una fonte ricca di spunti per esplorare tematiche psicologiche complesse e affascinanti


Gli appassionati di psicologia possono trovare nelle principali piattaforme di streaming numerosi spunti offerti da intriganti serie tv psicologiche da non perdere.

In treatment


Consigliata dall’American Psychological Association questa serie tv psicologica racconta le sessioni di terapia dello psicoterapeuta Dr. Paul Westin con quattro pazienti. La serie ha ricevuto quattro nomination agli Emmy, tra cui quella di miglior attore protagonista. Esplorando in profondità i temi legati alla terapia psicologica, il filo conduttore porta ad interrogarsi sulle questioni etiche e morali del rapporto tra psicoterapeuta e paziente. Durante il corso delle puntate emergono diversi tipi di problemi che vengono risolti grazie all’aiuto della terapia. Non mancano i riferimenti alla storia personale dello psicologo che a sua volta affronta numerosi momenti di difficoltà. Il protagonista è in grado di utilizzare al meglio i suoi problemi personali nel lavoro terapeutico con i pazienti. A sua volta infatti il dottor Westin è stato abbandonato dal padre e ha dovuto prendersi cura della madre depressa, quindi la sua formazione come terapeuta è come se fosse iniziata già durante l’infanzia. Si tratta di una figura che in psicologia può essere definita “guaritore ferito“, che consiste nel riuscire ad attingere dalle proprie esperienze per sviluppare la capacità di provare empatia e compassione per i propri pazienti.

Mr. Robot


Mr. Robot è un capolavoro televisivo che nel 2016 ha vinto il Golden Globe per la migliore serie tv psicologica drammatica. Il protagonista interpretato dall’attore Rami Malek ha vinto un Emmy come miglior attore protagonista. Nonostante questi riconoscimenti, Mr. Robot rimane un prodotto di nicchia poco conosciuto alle grandi masse e proprio per questo è assolutamente da non perdere per chi ama la psicologia. La storia ruota attorno a un personaggio di nome Elliott, un giovane hacker che soffre di un disturbo dissociativo dell’identità. Attraverso rocambolesche vicende, Elliot, con l’aiuto di un gruppo di amici, escogita un piano per attaccare la più potente azienda informatica al mondo con l’obiettivo di salvare l’intera umanità corrotta. Nella narrazione si intrecciano questioni personali e sociali di vasta portata e spesso lo spettatore si trova catapultato in una dimensione che sta a metà strada tra la realtà e la follia. In sintesi, i principali temi che Mr. Robot esplora riguardano la psicologia sociale, la manipolazione e la percezione della realtà.

BoJack Horseman


Sembra strano pensare che una serie di animazione possa essere tra le più interessanti serie tv psicologiche. È il caso di BoJack Horseman, una serie TV animata che appassiona gli amanti della psicologia. Il filo conduttore di questo prodotto televisivo è rappresentato dalle insane condizioni mentali del protagonista, un cavallo antropomorfo. La serie affronta temi come la salute mentale e la tossicodipendenza in modo ironico e sarcastico. Ogni puntata segue le gesta di BoJack, un’ex star delle sitcom degli anni ’90 che cerca in tutti i modi di tornare alla ribalta. Nel tentativo di ritrovare il suo posto nel mondo dello spettacolo il protagonista affronta problemi di ogni genere, come comportamenti autodistruttivi e abuso di sostanze. Si tratta di un personaggio controverso che appassiona per la sua schiettezza e spontaneità. Uno dei motivi principali per cui questa serie ha tanto successo riguarda il fatto che non offre alcuna soluzione concreta o una cura ai problemi. La serie esplora le cause alla radice di questi sintomi presentandole in un modo molto realistico e rende bene l’idea di cosa può accadere a chiunque si trovi nella stessa condizione. Ad esempio dopo aver sofferto di una grave depressione a causa del suo lavoro, BoJack inizia ad assumere antidepressivi che lo fanno aumentare di peso. La cruda verità mette lo spettatore di fronte al fatto che la cura dei disturbi mentali è un processo talvolta lungo e difficile.

Hannibal


Chi è appassionato di psicologia avrà sicuramente visto il film Il silenzio degli innocenti, un classico del cinema horror e drammatico che racconta le vicende del serial killer Hannibal Lecter. La serie tv psicologica Hannibal ripercorre le vicende dell’agente dell’FBI Will Graham che grazie alle sue capacità di empatia può entrare nella mente dei criminali e ricostruire come hanno commesso i delitti. Hannibal Lecter lo aiuta a comprendere cosa succede nella psiche contorta e deviata di un omicida. In ogni puntata l’agente dell’FBI si deve occupare di un crimine diverso usando tutte le informazioni possibili e raccogliendo gli indizi che servono per risolvere i casi. Sarebbe sbagliato descrivere questa serie tv unicamente come un dramma investigativo, in realtà a rendere interessante Hannibal sono i riferimenti al tema della follia. Anche se Will viene costantemente avvertito di non farsi coinvolgere troppo nei crimini su cui indaga si intuisce quanto sia difficile per lui mantenere questo equililbrio al punto da mettere in dubbio la sua stessa salute mentale.

Black Mirror


La serie tv psicologica che meglio esplora il rapporto tra gli esseri umani e le nuove tecnologie è senza dubbio Black Mirror. Questa serie realizzata dall’inglese Charlie Brooker esplora in ogni episodio un tema diverso, ma il filo conduttore rimane quello delle conseguenze estreme del progresso tecnologico sulla psicologia e sul comportamento umano. Sullo sfondo di una società ormai inondata dall’intelligenza artificiale vengono messi in evidenza tutti i problemi e le assurdità di una realtà che sfugge sempre di più al controllo umano. I protagonisti dei diversi episodi della serie sono vittime e carnefici nella costante ricerca di un’identità in un mondo surreale e apocalittico ma che al tempo stesso è molto vicino e potenzialmente attuale. La maggior parte degli episodi di Black Mirror si collocano in contesti più o meno futuristici. Ciò che la serie propone può essere facilmente messo in relazione con aspetti quotidiani dell’era digitale in cui viviamo, come la violazione della privacy su Internet o l’enorme influenza dei social network, della televisione e della cultura di massa nelle nostre vite. In un episodio ad esempio si affronta il problema della crescente importanza dello status sociale e del denaro nella società capitalista e viene messo sotto una lente critica il degrado a cui sono sottoposti i partecipanti a programmi di intrattenimento. In un altro episodio si propone invece una riflessione sulla possibilità della vita dopo la morte attraverso il trasferimento delle nostre menti in contenitori virtuali. In questo caso si offre un’occasione per indagare sull’importanza dell’amore nelle ultime fasi della vita e sulle occasioni perdute.

Maniac


Maniac è una miniserie tv psicologica diretta da Cary Joji Fukunaga composta da 10 episodi che entra letteralmente nei luoghi più oscuri della mente umana. Ansia, depressione e schizofrenia sono temi che vengono affrontati attraverso le storie dei protagonisti. Owen Milgrim è uno schizofrenico paranoico che vive insieme ad una famiglia che lo mette in ridicolo e si approfitta di lui. Essendo alla disperata ricerca di denaro si offre volontario per una sperimentazione farmaceutica di un farmaco che promette pura felicità. Durante l’esperimento incontra Annie Landbergh interpretata da Emma Stone, una tossicodipendente perseguitata dalla morte della sua amata sorella. Quando assumono i farmaci sperimentali i protagonisti iniziano a vivere esperienze del tutto surreali, esplorano varie realtà oniriche che si generano nelle loro menti, dove si trasformano personaggi diversi in tempi e luoghi diversi. Questi sogni a metà strada tra la realtà e la fantasia risultano a tratti divertenti e talvolta inquietanti. La parte forse più interessante della serie riguarda il momento in cui il medico che conduce l’esperimento dottor Mantleray interroga i suoi pazienti sul loro ultimo viaggio onirico indotto dai farmaci. Apparentemente l’interrogatorio serve a verificare i dati raccolti da un sofisticato computer, ma le domande iniziano rapidamente ad assomigliare ad un colloquio di psicoterapia. Grazie a questo intervento per la prima volta i protagonisti sviluppano una reale consapevolezza dei loro problemi e danno avvio ad un punto di svolta nella loro vita.

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Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.