L’infertilità e i suoi vissuti: come affrontare la procreazione medicalmente assistita

L’infertilità può avere degli impatti emotivi significativi. Scopriamo insieme i vissuti delle persone affette da infertilità, i loro sogni, le sfide e le speranze legate alla ricerca di una soluzione attraverso la procreazione medicalmente assistita. Condividiamo informazioni su come affrontare questo percorso complesso, comprendendo i vari trattamenti disponibili, le implicazioni emotive e sociali e le strategie per affrontare lo stress e la pressione associati a questo processo.

Ogni coppia ha il suo progetto di vita, che può prevedere diverse situazioni: alcune preferiscono posticipare il discorso figli o scelgono di non averne, ma nella maggior parte dei casi il desiderio che prevale è quello di una famiglia con bambini. Ma non sempre tutto va come previsto e i piani possono essere sconvolti da molti imprevisti. Tra i problemi più spinosi da affrontare troviamo l’infertilità.

Se anche questo è il vostro caso, vorrete saperne di più sulle soluzioni possibile, e probabilmente avrete valutato anche la procreazione medicalmente assistita (PMA). Di seguito troverete tutte le informazioni che vi servono.

Il problema dell’infertilità

Iniziamo a definire cosa si intende per infertilità, distinguendola dalla sterilità, aiutandoci con la descrizione che ne dà l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo l’OMS, l’infertilità è una situazione in cui la coppia presenta una condizione fisica che rende difficile raggiungere la gravidanza. In particolare, si parla di infertilità dopo un anno di tentativi di concepimento, ovvero di rapporti intimi senza protezioni. La sterilità, invece, è una condizione permanente, che protrae l’impossibilità di avere figli. La differenza fondamentale, quindi, è che la sterilità comporta un’impossibilità assoluta, mentre l’infertilità è una patologia e, in quanto tale, può essere curata e superata.

Le coppie in età fertile che devono fare i conti con il tema dell’infertilità sperimentano una situazione molto complessa, che può comportare disagi anche importanti. Le ripercussioni sul piano psicologico, infatti, sono molte e toccano il riposizionamento sia rispetto alla propria immagine di sé e alla propria identità, sia rispetto ai propri progetti di vita, che dovranno essere realizzati in modo diverso da quanto previsto.

Tutte queste ricadute rendono la scoperta dell’infertilità un momento davvero stressante, che può comportare un crollo dell’autostima e un senso di vergogna accompagnati da una percezione di essere meno uomini o meno donne. Gli effetti possono manifestarsi anche in sindromi ansiose o depressive e riguardare, in particolare, vissuti di colpa nei confronti del partner che possono innescare una crisi di coppia e incrinare il rapporto.

Per questo motivo è fondamentale prevenire l’aggravamento di questi sintomi chiedendo aiuto a un professionista della salute mentale che possa accompagnare la coppia nel processo di fronteggiamento dell’infertilità. Gli psicoterapeuti e le psicoterapeute di Serenis possono offrirvi un sostegno solido attraverso un percorso di supporto psicologico che vi aiuterà a dare fondo a tutte le vostre risorse. In questo modo, potrete prendervi cura del vostro benessere mentale, mentre deciderete di intraprendere una strada parallela per risolvere l’infertilità.

Che cos’è la procreazione medicalmente assistita: uno strumento contro l’infertilità

Abbiamo detto che l’infertilità può essere considerata alla stregua di una patologia che, in quanto tale, può essere curata. La soluzione, per le coppie in età fertile che hanno difficoltà a concepire, è la procreazione medicalmente assistita (o PMA). Con quest’espressione si intende l’insieme delle tecniche offerte dalla medicina per riuscire ad arginare l’ostacolo dell’infertilità e raggiungere il concepimento attraverso una fecondazione omologa o eterologa. Nel primo caso, l’embrione verrà formato dai gameti della coppia, mentre nel secondo ovuli e spermatozoi verranno da donatori esterni.

La soluzione specifica viene scelta in base al particolare problema della coppia e alle sue esigenze, ma le più comuni sono la fecondazione in vitro, l’inseminazione intrauterina e la fecondazione microassistita (in cui viene introdotto un solo spermatozoo all’interno dell’ovocita). Alcune di queste tecniche sono più invasive di altre e tutte, in misura differente, possono comportare difficoltà a livello psicologico anche per via dei continui controlli necessari ad assicurarsi che tutto proceda in sicurezza e con la massima probabilità di successo, ma che possono rappresentare altrettante fonti di stress.

Per questo motivo è fondamentale la presenza di uno psicologo che accompagni il processo medico, e il suo intervento era già previsto dalla Legge del 2004. Nel 2014, viene dichiarato illegittimo vietare a una coppia la fecondazione eterologa ma, allo stesso tempo, si raccomanda la consulenza psicologica, oltre che per i pazienti in cura anche per i donatori e le donatrici. L’infertilità può comportare ripercussioni emotive dei tipi più svariati ed è quindi importante poter contare su una guida in questo cammino verso la genitorialità.

La consulenza psicologica per le coppie che affrontano l’infertilità

Il percorso psicologico inizia parallelamente a quello medico ed entrambi partono con consulenze finalizzate a inquadrare il singolo caso per trovare la soluzione più adatta alle esigenze della coppia e, dall’altra parte, a valutare le sue risorse emotive, i costrutti di genitorialità, l’immagine che i membri della coppia hanno di sé e ad accogliere il disagio e la sofferenza che arrecano. Per questo obiettivo si predispone una breve serie di colloqui, che possono essere effettuati individualmente o in coppia, a seconda del bisogno, e valutano anche la presenza di una diagnosi o la necessità di un percorso di psicoterapia.

Percorso psicologico e percorso medico nella procreazione medicalmente assistita

Una volta che si attiva la macchina della PMA, come abbiamo detto, iniziano i colloqui veri e propri sia per i pazienti che per i donatori di seme e le donatrici di ovuli. Questo percorso si articola in tre tappe, a seconda del momento specifico.

Il percorso psicologico prima della PMA

La parte di percorso psicologico che si svolge prima dell’inizio delle cure riguarda principalmente l’accoglienza e l’accettazione dell’infertilità, un tema che implica una serie di vissuti, pensieri ed emozioni negativi che richiedono necessariamente un riadattamento e un riposizionamento per ritrovare il filo che conduce verso la realizzazione del proprio progetto di vita. È fondamentale, infatti, riconoscere i sentimenti di rabbia, frustrazione, senso di colpa e tristezza che accompagnano la condizione di infertilità, normalizzarli e accettare la loro esistenza per poterli infine superare, dal momento che non rappresentano un buon presupposto per la PMA.

In secondo luogo, la coppia deve essere informata circa i possibili risvolti emotivi che partecipare a una procreazione medicalmente assistita può comportare, venendo così preparata a poterli gestire quando si presenteranno. Il peso della PMA è ulteriormente accentuato in caso di fecondazione eterologa, quando diventa particolarmente importante che tutti gli attori coinvolti siano consapevoli delle implicazioni e responsabilizzati.

È importante anche dare spazio a tutti i dubbi che possono insorgere, così come verificare e quantificare le aspettative di successo e le speranze che gli aspiranti genitori ripongono nell’intervento. Ciò che si aspettano, infatti, può essere distante dalla realtà statistica, e se questo punto non viene chiarito rischia di creare incomprensioni e accentuare eventuali delusioni.

Il percorso psicologico durante la PMA

In itinere, ovviamente, gli obiettivi si modificano, e la fase di valutazione cede il passo a quella di supporto vero e proprio della coppia, che deve essere accompagnata durante il processo, sostenuta durante i momenti difficili e aiutata a contenere le ansie, in modo da affrontare il percorso con ottimismo consapevole. Allo stesso tempo, i molti interventi medici che includono visite, controlli, esami clinici e interventi terapeutici per l’eventuale comparsa di dolore, devono essere ridotti nel loro impatto sulla serenità della coppia.

In questa fase, inoltre, prendono forma, insieme alle aspettative, anche molte fantasie relative alla gravidanza e alla successiva genitorialità. È importante che questi pensieri trovino un’espressione all’interno di uno spazio condiviso con un professionista, che possa legittimare le idee e normalizzare le paure.

Il percorso psicologico in conclusione della PMA

Infine, la coppia non deve essere abbandonata a se stessa nemmeno dopo che la PMA è terminata con esito positivo, dato che questo è il momento di un passaggio identitario fondamentale in cui l’uomo e la donna diventano padre e madre. Questo step è molto delicato anche in condizioni di concepimento naturale, e lo è ancora di più con la procreazione medicalmente assistita (specialmente se include la donazione dei gameti da parte di figure esterne), che richiede un adattamento ulteriore e più complesso da elaborare.

Inoltre, ci sono anche molti casi in cui il trattamento non si è rivelato efficace, e allora diventa più che mai importante fornire alla coppia tutto il sostegno di cui necessita. I vissuti che il fallimento comporta, infatti, sono strettamente legati al sentimento di perdita, comportano una grande frustrazione e rendono difficile, in alcuni casi, perseverare e avere ancora fiducia che sia possibile realizzare il progetto di avere una famiglia. Sarà allora compito dello psicologo riportare la speranza e la positività tra i pensieri della coppia e convincerla che sia ancora possibile riprovarci.

La psicoterapia online di Serenis

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Avvertenza

In questo articolo parliamo di “donne” e “uomini” per semplicità, ma avere questi o quei genitali non determina necessariamente l’identità di genere. Ci sembra giusto sottolinearlo.

Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.