L’effetto pecora nera: quando la diversità è un valore

Come l’effetto della “pecora nera” impatta su dinamiche familiari e sociali? Scopri come un individuo può sentirsi emarginato o isolato all’interno di un gruppo a causa di differenze di opinioni, stili di vita o comportamenti.

Il concetto di pecora nera ha una lunga storia. Richiama l’immagine di un gregge di pecore in cui si distingue un elemento di colore scuro, che spicca tra gli altri per contrasto. Il termine deriva dal settore dell’allevamento ovino finalizzato alla produzione di lana, dove per secoli la colorazione bianca delle pecore è stata considerata di maggiore pregio rispetto a quella nera. A partire dal X secolo però si comincia ad apprezzare la particolarità della lana nera, considerata preziosa per la sua morbidezza e per la colorazione scura naturale. Si introduce dunque l’espressione popolare pecora nera per indicare il membro del gruppo che si distingue dagli altri per le sue particolari caratteristiche considerate positive. La pecora nera costituisce, infatti, una rarità dal momento che solo il 4% delle pecore nasce con questa colorazione. Purtroppo oggi questo appellativo viene usato in senso dispregiativo per indicare una persona che presenta delle diversità non apprezzate dal gruppo di riferimento. A questo punto potremmo farci una domanda. Perchè nella società odierna l’espressione pecora nera assume una connotazione negativa? A cosa si deve questo cambio di paradigma? Nella seconda metà del Novecento diversi psicologi hanno cominciato ad utilizzare l’espressione pecora nera come metafora per indicare i comportamenti degli individui che si discostano dalla norma. In psicologia sociale lo psicologo José M. Marques conia il termine effetto pecora nera per riferirsi a un fenomeno più specifico in cui qualcuno che è socialmente indesiderabile piace di meno (risulta antipatico) se è un membro che fa parte del proprio gruppo piuttosto che se fa parte di un gruppo a cui non si appartiene. Allo stesso modo avviene anche il contrario, cioè si apprezza di più qualcuno che è socialmente desiderabile (simpatico) se è un membro del proprio gruppo rispetto a chi fa parte di un gruppo esterno.

L’effetto pecora nera in psicologia

Il processo di costruzione dell’identità sociale è molto complesso. Una delle teorie più accreditate che ne spiega lo sviluppo è stata elaborata dagli psicologi Henri Tajfel e John C. Turner intorno al 1970. Gli studiosi hanno condotto una serie di esperimenti in cui dividevano i soggetti in due gruppi sulla base di caratteristiche superficiali, come ad esempio la preferenza per i quadri di Klee oppure di Kandiskij. Gli psicologi hanno osservato che dopo pochi minuti i membri di ciascun gruppo iniziavano a percepire le persone appartenenti al proprio gruppo come migliori rispetto agli individui del gruppo opposto. I ricercatori interpretarono questo atteggiamento come una tendenza naturale dell’essere umano a creare forti distinzioni tra “noi” e “loro”, in relazione all’appartenenza ad un gruppo. La social identity theory (SIT) spiega dunque in modo scientifico il modo in cui si costruiscono i gruppi e soprattutto l’importanza che assume il processo di identificazione con gli altri membri di un gruppo nella costruzione della propria identità sociale. Ciascuno di noi ha bisogno di sentirsi riconosciuto, amato ed apprezzato dagli altri, per questo spesso si assumono atteggiamenti conformi che servono a mantenere la coesione interna al gruppo. A questo punto diventa chiaro cosa possa succedere quando un membro del gruppo si discosta dalle norme sociali assumendo degli atteggiamenti che non sono approvati all’interno di quell’insieme. Le conseguenze vanno dalla disapprovazione fino all’esclusione sociale. Il soggetto che non si conforma alle idee e ai pensieri del gruppo di riferimento rischia di essere emarginato, isolato e disprezzato. Nei casi più estremi si arriva a casi di discriminazione vera e propria fino a diventare vittima di bullismo.

La pecora nera della famiglia

La famiglia costituisce il gruppo primario in cui ciascun individuo si trova a nascere. E’ all’interno di questo nucleo che si gettano le basi per lo sviluppo dell’identità sociale. Ogni famiglia ha le proprie regole, ideali, valori. Proprio per questo il bambino si trova fin dall’infanzia soggetto ad una forte pressione sociale dettata dalle aspettative dei genitori e dal bisogno di sentirsi riconosciuto e apprezzato. E’ in questo contesto che possono nascere i primi segnali di un allontanamento dalle regole presenti nel nucleo familiare. Atteggiamenti, modi di pensare o di comportarsi che si differenziano in modo marcato da quelli degli altri membri del gruppo possono creare conflitti in famiglia e talvolta essere scambiati per veri e propri disturbi della condotta. Soprattutto in adolescenza è fisiologico che il ragazzo o la ragazza esprimano punti di vista diversi dai loro genitori e manifestino il desiderio di seguire un proprio modello di vista distante da quello proposto. In queste situazioni il rischio è quello di diventare la pecora nera della famiglia, secondo un’accezione negativa, disturbante rispetto alla quiete del vivere secondo il modello proposto dal gruppo. Il modo migliore per affrontare queste difficoltà all’interno del nucleo familiare è sempre quello di aprirsi alla comuniazione per comprendere i motivi del conflitto e risolvere insieme il problema mediante l’aiuto di un professionista esperto.

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Il valore della pecora nera nel gruppo

Allontanarsi dai comportamenti socialmente accettati può rendere la vita particolarmente faticosa e può generare sofferenza psicologica. Allo stesso modo, però, la diversità è un elemento fondamentale per arricchire la società di molteplici punti di vista. La persona non conforme alle norme sociali può apparire come bizzarra e particolare, ma nello stesso tempo è capace di apportare un contributo di innovazione e di cambiamento necessario al progresso di una società. Pensiamo ai grandi artisti, scrittori, pooeti, musicisti, scienziati che con le loro idee controcorrente hanno permesso di realizzare opere ed effettuare scoperte impensabili per molti. In un mondo sempre più omologato, uscire fuori dalle regole imposte è un’abilità che pochi individui riescono a sviluppare. Per questo la psicologia in questi ultimi anni ha sottolineato l’importanza di insegnare ai bambini il valore dell’accoglienza e del rispetto delle diversità. Numerosi sono gli studi condotti nel campo della psicologia cognitiva, dove si dimostra l’importanza che assume il pensiero divergente. Questo particolare tipo di ragionamento consiste nella capacità di trovare molteplici soluzioni ad un problema, di affrontare con creatività le esperienze della vita e di essere flessibili di fronte alle situazioni nuove. Anche se gli studi condotti da Getzels e Jackson dimostrano che a scuola generalmente gli alunni con pensiero divergente sono meno graditi dai compagni, sappiamo per certo che questa loro caratteristica li renderà più abili nell’affrontare il loro futuro.

Meglio pecora bianca o pecora nera?

Mantenendo la metafora fin qui utilizzata si può dire che sia la pecora bianca che la pecora nera sono funzionali alla vita della società. Condividere le idee e i comportamenti della maggioranza delle persone è molto importante per garantire coesione e stabilità all’interno di un gruppo. Allo stesso modo sono utili i comportamenti e i pensieri divergenti perchè consentono di generare nuove idee, permettono il progresso e favoriscono il cambiamento nella società. In entrambi i casi però si può arrivare ad una degenerazione. Pensiamo ad esempio all’eccesso di conformismo, dove l’individuo tende a non differenziarsi dagli altri al punto da arrivare a negare il proprio pensiero più profondo pur di rispettare la volontà generale. D’altra parte anche l’eccesso di anticonformismo può degenerare nella totale indifferenza nei confronti degli altri e delle regole comuni, come ad esempio nei casi della devianza sociale. Se tutti si comportassero da pecora nera e agissero seguendo le proprie idee originali si potrebbe generare caos nella società. Quando ci si trova nella condizione di pecora nera è dunque importante trovare il modo per conciliare il bisogno di appartenenza al gruppo con il giusto riconoscimento da parte degli altri. Per fare questo è necessario mantenere il legame con il resto del gruppo cercando di dimostrare come la diversità possa essere un valore aggiunto alla vita del gruppo. Allo stesso modo si può rimanere fedeli ai propri valori dimostrando di essere capaci di accettare la diversità altrui.
Come affermato dal filosofo Sartre “non bisogna sempre svolgere azioni conformi con ciò che è sempre stato ma ogni tanto provare a sviluppare possibilità di esistenza non ancora realizzate”.

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Revisori

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Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.