Cosa intende Freud con il concetto di sublimazione?

La sublimazione, secondo Freud, è un meccanismo di difesa che trasforma istinti sessuali o aggressivi in comportamenti socialmente accettabili e produttivi. Quando diventa dannosa? Cosa fare?

La sublimazione è un meccanismo di difesa inconscio che compare durante la fase di latenza e consiste nel trasformare le pulsioni negative in attività socialmente accettabili.

Questo meccanismo è funzionale a mantenere una sana ed equilibrata vita sociale ma se diventa eccessivo può essere la manifestazione di un disagio.

Andiamo ad approfondire insieme in cosa consiste la sublimazione e vediamo alcuni esempi concreti in cui si manifesta.

Sublimazione e meccanismi di difesa

Quando si parla di sublimazione si fa riferimento alla teoria psicoanalitica elaborata da Sigmund Freud a proposito dei meccanismi di difesa.

La sublimazione è infatti uno tra i tanti modi che il nostro inconscio utilizza per proteggerci dalle parti più inaccettabili della nostra psiche. Per chi non lo sapesse l’inconscio in psicoanalisi viene indicato con il termine Es ed è quella zona della mente in cui risiedono le pulsioni più profonde di natura aggressiva, egoistica e sessuale.

Fin dalla nascita ogni individuo possiede questi impulsi che in termini evolutivi garantiscono all’essere umano la sopravvivenza. Il bambino dunque tende a rapportarsi con il mondo esterno cercando una soddisfazione immediata ad ogni suo bisogno. Man mano che avviene lo sviluppo fisiologico e psicologico inizia a farsi strada la consapevolezza che non tutto ciò che si desidera possa trovare subito una soddisfazione.

Secondo Freud infatti negli individui comincia ad emergere un’istanza psichica che consente di tenere sotto controllo le pulsioni più profonde per aderire ai dati di realtà. Crescendo impariamo ad aspettare l’arrivo della soddisfazione, a controllare gli impulsi e a regolare il comportamento sulla base delle richieste sociali.

E’ così che nasce l’Io, la componente psichica conscia che permette di difenderci dall’inaccettabilità delle pulsioni. L’Io si rafforza con il passare del tempo e affina le sue capacità di porre delle difese contro l’emergere dei contenuti rimossi e delle spinte pulsionali presenti nell’inconscio.

Le barriere che l’Io mette in atto per proteggerci dall’angoscia prendono il nome di meccanismi di difesa.

Tra i principali meccanismi di difesa Freud individua la rimozione, la proiezione, l’identificazione, la regressione, la negazione e la sublimazione. Quest’ultima compare più tardi nel corso dello sviluppo e permette di trasformare in modo positivo e socialmente utile il contenuto angosciante dell’inconscio.

Come avviene la sublimazione?

Se altri meccanismi di difesa come la rimozione o la negazione consistono nel mettere da parte le pulsioni inconsce per lasciare spazio ai contenuti coscienti, la sublimazione utilizza quegli stessi contenuti dando loro una forma diversa.

La parola sublimazione deriva infatti dal latino e significa elevare o sollevare.

Sublimare equivale dunque ad incanalare l’energia psichica potenzialmente ansiogena verso attività o comportamenti di maggiore levatura sociale. La sublimazione viene messa in atto dall’Io per contrastare in modo efficace le pulsioni e le paure più profonde rivestendole di un nuovo significato per l’individuo.

E’ così che per esempio la rabbia può diventare determinazione.

Quando la sublimazione entra in gioco la persona compie comportamenti che sono generalmente apprezzati nella società. Per questo motivo è possibile considerare questo meccanismo di difesa come quello più utile al fine di offrire un contributo personale alla vita sociale e collettiva.

In quale fase dello sviluppo psicosessuale avviene la sublimazione?

La sublimazione fa la sua comparsa durante la fase di latenza, un periodo in cui il bambino fa il suo primo ingresso formale nella società.

Andiamo nello specifico: la fase di latenza, che va dai 6 ai 12 anni, è il momento in cui l’energia psichica di natura sessuale chiamata libido si attenua lasciando spazio all’investimento energetico nella vita sociale. Durante la seconda infanzia e la preadolescenza infatti si sviluppa infatti la necessità di apprendere la socializzazione tra pari e il fanciullo comincia ad orientarsi nei diversi ruoli sociali che è chiamato ad interpretare nella società.

E’ in questa fase che si manifesta la sublimazione che diventa uno dei principali meccanismi di difesa.

Alcuni esempi di sublimazione

Dal momento che la sublimazione rappresenta un meccanismo di difesa maturo che compare nella seconda infanzia è chiaro che manifesta la sua maggiore utilità quando la persona dirige le sue pulsioni inaccettabili verso scopi socialmente appaganti.

Pensiamo ad esempio all’ambito sportivo in cui molto spesso l’attività fisica serve ad incanalare le pulsioni aggressive in modo socialmente accettabile.

Un ulteriore campo in cui le frustrazioni inconsce possono trovare sfogo è quello dell’impegno sociale. Le persone che si impegnano in attività di volontariato possono incanalare positivamente le proprie insoddisfazioni offrendo un contributo attivo alla vita sociale.

Infine anche l’umorismo è associato alla sublimazione. E’ molto frequente incontrare persone che utilizzano la vena umoristica per sublimare i propri conflitti interiori. In particolare questo accade quando l’individuo prova una forte ansia che viene gestita trasformando l’emozione negativa in una forma di comunicazione più leggera e costruttiva.

Non sempre è facile riconoscere la sublimazione in un comportamento o un’attività ma si può affermare che questo meccanismo di difesa rappresenti un ottimo stratagemma per permettere una più appagante vita sociale.

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Revisori

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Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.