Hikikomori (sindrome da isolamento sociale): guida per capire cos’è e come affrontarla

Scopri l’hikikomori: sintomi, cause e trattamenti. Se ritieni di soffrirne, consulta un professionista per una valutazione accurata e il supporto necessario.

“Hikikomori” è una parola giapponese che significa “stare in disparte”. Viene utilizzato per riferirsi alle persone che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per periodi piuttosto lunghi rinchiudendosi letteralmente nella propria abitazione, senza avere contatti con il mondo esterno.

Una sindrome che fu individuata per la prima volta in Giappone, dove nel tempo è diventata una questione sociale di rilievo, e che colpisce principalmente i giovani. Basti pensare che le indagini ufficiali condotte finora dal governo giapponese hanno identificato oltre 1 milione di casi. La sindrome colpisce prevalentemente gli adolescenti, ma si riscontra anche nella fascia di popolazione over 40, poiché l’hikikomori può cronicizzare.

In Italia, come in molti dei Paesi economicamente sviluppati, questo fenomeno ha cominciato a essere rilevato circa 15 anni fa anche se, per il momento, non ci sono dati ufficiali sul numero di persone che ne soffrono.

Cos’è la sindrome da ritiro sociale hikikomori e chi colpisce

Hikikomori è quindi un termine utilizzato per descrivere una particolare sindrome che si manifesta attraverso il ritiro sociale, l’auto-esclusione dal mondo esterno, l’isolamento e il rifiuto totale, o quasi, per ogni forma di relazione.

Gli hikikomori sono persone che presentano un isolamento sociale che, in alcuni casi, si estende persino all’interno del proprio nucleo familiare. Spesso, chi soffre di questa sindrome, presenta anche un’alterazione dei ritmi circadiani (sonno-veglia).

Uno studio condotto nel 2019 da Yong & Nomura ha dimostrato come tra gli hikikomori vi sia un elevato rischio di suicidio, soprattutto nei maschi, una storia di abbandono scolastico e precedenti trattamenti psichiatrici.

I sintomi dell’hikikomori

Come si riconosce una persona che soffre di sindrome da ritiro sociale? Non esiste ancora una definizione dell’hikikomori a livello internazionale, ma il Ministero della Salute giapponese ha indicato alcune caratteristiche e sintomi specifici:

  • ritiro tra le mura domestiche senza alcun accesso ai contesti esterni;
  • totale mancanza di interesse verso le principali attività esterne (tra cui frequentare la scuola o avere un lavoro);
  • persistenza del ritiro sociale non inferiore ai sei mesi;
  • nessuna relazione esterna mantenuta con compagni o colleghi di lavoro;

Sintomi che però, per quanto caratteristici, possono variare per intensità e frequenza.

Come si riconosce l’hikikomori: test e identikit

Riconoscere l’hikikomori non è facile in quanto è un disturbo multiforme, ma in generale la vita di queste persone si svolge all’interno della loro casa o camera da letto.

Le uniche interazioni che anno con tutto ciò che è esterno avviene grazie a Internet, l’uso di chat, social network e videogame, ovvero grazie alla tecnologia. In sostanza tentano di evitare qualsiasi tipo di relazione e comunicazione diretta con altre persone.

Una sindrome che sembra essere predominante in persone che presentano le seguenti caratteristiche:

  • giovani tra i 14 e i 30 anni;
  • estrazione sociale medio-alta;
  • sesso maschile (nel 90% dei casi);
  • figlio unico.

Altre caratteristiche possono comprendere una famiglia con entrambi i genitori laureati e spesso uno dei due, tendenzialmente il padre, risulta rivestire cariche lavorative dirigenziali, con conseguente assenza prolungata dal contesto familiare e interattivo con il figlio.

Negli ultimi anni le ricerche su questo fenomeno sono aumentate notevolmente portando anche allo sviluppo di alcuni test psicometrici che possono individuare meglio il disturbo e favorirne, di conseguenza, la diagnosi.

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Tra questi c’è l’Hikikomori Questionnaire (HQ-25) sviluppato da Teo et al. nel 2018 e che è stato validato in 5 Paesi. Il questionario è composto da 25 item suddivisi in tre sotto-scale: socializzazione (11 item), isolamento (8 item) e supporto emotivo (6 item).

Le principali cause della sindrome di hikikomori

Le cause dell’hikikomori, e quindi di un quasi totale isolamento sociale, possono essere diverse e riconducibili sia a fattori sociali, sia a fattori psicologici.

Dal punto di vista psicologico a incidere sullo sviluppo è che spesso gli hikikomori sono ragazzi intelligenti, ma con un carattere sensibile e inibito. Hanno un temperamento che alimenta loro difficoltà nell’instaurare relazioni soddisfacenti e durature, così come nell’affrontare in maniera positiva le difficoltà e le delusioni che fanno parte della vita.

Ad agire sullo sviluppo di questa sindrome c’è anche la possibile assenza emotiva del padre e l’eccessivo attaccamento alla madre, così come la possibilità di essere stati vittime di forme gravi di bullismo scolastico.

Per quanto riguarda l’ambito sociale, invece, gli hikikomori hanno una visione molto negativa della società e soffrono particolarmente le tutto ciò che riguarda la realizzazione sociale, cercando in tutte le maniere di fuggirne.

Tutto ciò porta a una crescente difficoltà e mancanza di motivazione nel confrontarsi con le relazioni interpersonali, fino ad arrivare a un rifiuto completo.

Schizofrenia e hikikomori nei ragazzi, la relazione

Non esiste una vera e propria relazione tra la schizofrenia e l’hikikomori nei ragazzi. Sebbene il ritiro sociale risulti essere un sintomo che accomuna molte altre patologie psichiatriche, tra cui depressione, fobia sociale e schizofrenia, nell’hikikomori queste cause risultano essere assenti.

Il Ministero della Salute giapponese ha infatti escluso una diagnosi di hikikomori nei casi in cui sia presente un disturbo psichiatrico di maggiore gravità che possa accavallarsi ai sintomi di ritiro sociale (schizofrenia, ritardo mentale, etc.) o ulteriori cause in grado di spiegare meglio il ritiro stesso.

Come affrontare e curare la sindrome di hikikomori

Affrontare la sindrome di hikikomori è possibile anche se non è ancora stata del tutto definita una cura. Al momento, sono state provate alcune strategie terapeutiche che includono un lavoro sul contesto, sulla famiglia e sulle relazioni in generale, insieme a un percorso di psicoterapia individuale.

La cura dell’hikikomori implica un percorso di psicoterapia che prenda in carico sia il paziente che la sua famiglia, in contesti separati. Il trattamento psicoterapuetico può trattare diversi aspetti, tra cui, ad esempio, l’ansia sociale, il senso d’inadeguatezza e la bassa autostima.

Nei casi più gravi, il primo passo dovrebbe prevedere visite domiciliari continuative per far sì che gli hikikomori escano fuori dalle loro stanze, oppure sessioni di psicoterapia online.

come affrontare hikikomori

Psicoterapeuta: come scegliere

Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio su come scegliere lo psicologo per intraprendere il percorso che fa per te:

  • Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
  • Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
  •  Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?

Una soluzione è il servizio di psicoterapia online di Serenis, il centro medico che, tra le altre cose, cura anche questo blog. Serenis ha solo psicoterapeuti esperti. Te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono anche molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti a un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.

Hikikomori testimonianze

Anche se non esiste ancora una cura specifica per sconfiggere la sindrome di hikikomori, grazie all’aiuto di uno o più specialisti è possibile guarire. A testimonianza di quanto appena detto ci sono le parole di alcune persone che ne sono uscite, o che lo stanno facendo, come quelle di Riccardo, 20 anni, che ha dichiarato: “difficile individuare una singola causa che mi abbia spinto all’isolamento. Ci sono più delle vicende, vissute intorno ai 16 anni, che hanno peggiorato il mio stato come la delusione per la scuola e la perdita di fiducia nel prossimo, prima per una storia d’amore finita male, poi per il tradimento di alcuni amici che hanno agito alle mie spalle. Oggi che ho riconosciuto il problema e che lo sto affrontando non voglio crearmi delle aspettative per il futuro. Non so cosa farò da grande, ma spero con tutto il cuore che non mi capiti qualche altro evento catastrofico che mi faccia precipitare in una nuova depressione. Il motivo è molto semplice: voglio guarire”.

Flavia, di 20 anni, ci ha raccontato che dopo un rifiuto iniziale: “mia madre mi disse che sarebbe venuto uno psicologo a casa. Io le risposi che non c’era nessun problema perché non sarei mai uscita da quella stanza, ma lo psicologo trovò il modo di entrare infilando sotto alla porta dei bigliettini. Dopo qualche tempo le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa perché pian piano ho cominciato a dare un significato a quello che mi stava succedendo. Sono tornata a scuola dopo molto tempo recuperando gli anni in alcuni istituti privati. Lo psicologo mi ha aiutata molto a superare il disagio, ma credo che sia stata fondamentale anche la vicinanza dei miei genitori. Ora sono felice di potermi guardare intorno e di poter essere di nuovo guardato senza vergogna e senza paura.”

Cosa fare se sospetti un caso di Hikikomori

Se sospetti di essere un hikikomori, o se hai il dubbio che lo sia qualcuno che ti è particolarmente vicino, è fondamentale che ti rivolga al tuo medico curante e, se necessario, a uno specialista.

È importante anche iniziare un trattamento psicologico il prima possibile.
Nei casi di hikikomori, per vincere le resistenze iniziali può essere utile un trattamento, almeno nelle prime fasi, a domicilio o in modalità online.

Conclusioni psicologiche e terapeutiche

Anche se chi soffre di questa sindrome può mostrare del disinteresse nelle terapie che gli vengono proposte, rimane fondamentale stimolare l’interazione e stabilire un contatto costante.

A seguito di questi primi approcci si può cominciare anche a fare uscite sul territorio per stabilire un contatto più diretto con la realtà sociale.

È fondamentale, perciò, rivolgersi a degli esperti che possano aiutarti a guarire con le giuste terapie. Su Serenis, per esempio, è possibile trovare un supporto psicologico grazie a un team di psicoterapeuti online pronti a fornire nuovi strumenti per curare la sindrome di hikikomori.

Bibliografia

  • Yong, R., & Nomura, K. (2019). Hikikomori Is Most Associated With Interpersonal Relationships, Followed by Suicide Risks: A Secondary Analysis of a National Cross-Sectional Study. Frontiers in Psychiatry, 10(APR), 247;
  • Teo, A. R., Chen, J. I., Kubo, H., Katsuki, R., Sato‐Kasai, M., Shimokawa, N., … & Kato, T. A. (2018). Development and validation of the 25‐item Hikikomori Questionnaire (HQ‐25). Psychiatry and clinical neurosciences, 72(10), 780-788;
  • Maglia, M. (2020). Hikikomori: a systemic-relational analysis. Health Psychology Research, 8(2), 9068.
Dott. Raffaele Avico

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicologo clinico e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia cognitiva e sessuologia clinica. La mia formazione include anche EMDR e mindfulness. Ho un'ampia esperienza nella gestione di disturbi d'ansia, dell'umore, da stress, sessuali, e da uso di sostanze. Mi dedico in particolare al trattamento del trauma psicologico e delle dipendenze. Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.