Guida completa alla vulvodinia e alla sua cura

Esplora la vulvodinia e scopri le sue cause, sintomi e opzioni di trattamento in questa guida completa. Approfondisci con noi questa condizione dolorosa che colpisce l’area genitale femminile e scopri le strategie per alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.

Quando si ha un disturbo relativo alla sfera sessuale, si possono verificare una serie di complicazioni. Innanzitutto, la prima reazione, in molti casi, è quella di disagio, che spesso induce le persone a non chiedere aiuto per vergogna di affrontare un argomento che in parte è ancora visto come un tabù. Ma ignorare il problema non è certo la soluzione, dal momento che da questo possono derivarne numerosi altri, comprese incomprensioni all’interno della coppia e sensazioni di malessere che non permettono di vivere serenamente l’intimità.

Eppure, anche una volta che ci si decide a cercare il supporto di un esperto, non sempre è chiaro a chi rivolgersi. Se il ginecologo può apparire la scelta più ovvia, talvolta il disagio non è causato da una condizione fisica ma psicologica. Ecco allora che occorre un approccio integrato e la collaborazione di più professionisti per risolvere la situazione, e la psicoterapia può svolgere una parte importante. È il caso, ad esempio, della vulvodinia, della quale parleremo in modo approfondito in questo articolo.

Che cos’è la vulvodinia?

La prova che lo psicologo può fornirti un valido aiuto in caso tu soffra di vulvodinia è la presenza di questo disturbo all’interno della classificazione del DSM 5 (Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali), dove assume il nome di disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione. In particolare, si tratta di una difficoltà nell’avere rapporti sessuali, a causa di alcuni fatti che si verificano in modo ricorrente quando si tenta di avere un approccio con un partner.

In particolare, l’elemento che contraddistingue questo problema è il dolore che si presenta durante i tentativi di penetrazione, una sensazione che può assumere diverse sfumature e si verifica nella maggior parte dei casi. Considera, infatti, che il termine vulvodinia, letteralmente, significa “vulva dolente”, e questo dovrebbe essere piuttosto efficace nel chiarire il tipo di situazione di cui stiamo parlando. In ogni caso, se non si prova del vero e proprio dolore, possono esserci delle contrazioni involontarie della muscolatura del pavimento pelvico, che creano comunque una serie di difficoltà e rendono tutt’altro che piacevole l’esperienza intima.

I sintomi della vulvodinia: come riconoscerla

Se trovi famigliare la condizione che abbiamo appena descritto, forse ti stai chiedendo se anche tu soffri di disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione. Ecco allora come puoi riconoscerlo, analizzando la presenza o meno di alcuni segni.

Come abbiamo detto, il dolore è quasi sempre presente e può avere diverse sfumature. Forse quello che provi tu è più simile al taglio di una lama, oppure è un tipo di dolore pulsante, di quelli che provocano anche degli spasmi incredibilmente fastidiosi. Alcune donne che accusano vulvodinia parlano anche di una sensazione diffusa, come le punture di tanti spilli, oppure simile allo sfregamento contro una grattugia. Il dolore non deve essere confuso con il prurito, perché questo non è un sintomo della vulvodinia. In ogni caso, il dolore si può presentare durante il rapporto e anche nel corso dei tentativi di penetrazione, per poi durare anche in seguito.

Ma, come dicevamo, a volte il dolore viene accompagnato o sostituito da una tensione muscolare, che molte volte è lo specchio dello stato interiore della donna: è molto facile, infatti, che l’aspettativa di provare dolore durante un rapporto causi un comportamento di evitamento. In pratica, sapendo che l’incontro con il partner comporterà una sofferenza fisica, la persona cercherà di evitare le situazioni intime, o comunque le affronterà con ansia. Ecco perché il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione si accosta molte volte ad altri disturbi sessuali, come quello del desiderio ipoattivo femminile, che appunto annovera tra i sintomi una ricerca scarsa di rapporti sessuali. In effetti, la mancanza di desiderio e la contrazione del pavimento pelvico potrebbero essere risposte normali alla paura di provare dolore, e quindi diminuire in condizioni di rilassamento in cui questo timore non c’è.

Di solito, comunque, il dolore è indipendente dalla situazione e, anzi, potresti avvertirlo anche quando indossi l’assorbente interno o fai una visita dalla ginecologa. In tal caso, probabilmente noterai che anche queste situazioni ti mettono a disagio e forse le eviti più che puoi.

Quanto dura la vulvodinia?

Un altro elemento da tenere in considerazione quando si parla di vulvodinia è la durata. Secondo il DSM, il problema, per poter essere diagnosticato, deve essere presente da almeno 6 mesi in maniera costante e regolare. Ma ci sono anche condizioni in cui il disturbo può dirsi permanente, ovvero dura da quando la paziente ha iniziato ad avere esperienze sessuali. Va da sé che queste persone non hanno mai conosciuto un periodo in cui i rapporti intimi sono stati soddisfacenti.

In tutti gli altri casi, c’è stato almeno un periodo “normale”, dopodiché è accaduto qualcosa che ha dato inizio al disagio. In questi casi bisogna fare un’indagine approfondita, valutando le possibili cause.

Cause e fattori di rischio per la vulvodinia

In realtà è difficile parlare di cause in senso stretto, quando si tratta di disturbi mentali e, nel caso dei problemi sessuali in particolare, spesso ci troviamo di fronte a un insieme di fattori di rischio, che possono essere di varia natura.

Che la vulvodinia sia permanente o acquisita, dovrai prima di tutto accertare che non vi siano delle condizioni di salute che possono spiegare il dolore. Ad esempio potresti scoprire di avere un’infezione, l’endometriosi, o di aver assunto un farmaco che ti ha provocato degli effetti collaterali fastidiosi. Sono tutti elementi che devono essere verificati dal ginecologo, anche perché in questi casi la soluzione potrebbe essere farmacologica e non si può propriamente parlare di disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione. Inoltre, molte delle donne che accusano dolore durante la penetrazione sono vicine alla menopausa o l’hanno appena passata: anche questo evento rientra tra le cause organiche.

Quando, invece, il problema è acquisito, occorre prestare attenzione soprattutto agli eventi della propria storia di vita. Ad esempio, se hai subito un abuso fisico o sessuale, oppure stai vivendo un disagio emotivo nella tua relazione, la condizione di vulvodinia potrebbe avere un’origine psicogena. Inoltre, possono avere un peso forte anche le condizioni di forte stress, come quello che si affronta durante un periodo di lutto. Può accadere, infatti, che il problema sessuale arrivi insieme a un altro disturbo mentale, come una depressione o un momento di ansia marcata. Si tratta di elementi che devono essere raccolti, perché solo capendo fino in fondo le possibili origini di questo disagio è possibile trovare una soluzione.

Vulvodinia: cura del dolore fisico ed emotivo

I rimedi che vengono messi in atto per contrastare il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, infatti, sono legati in modo stretto alle cause che hanno contribuito a dargli vita. In presenza di una condizione medica, il versante farmacologico è il primo che potrebbe intervenire nel trovare una soluzione al dolore, ma non sempre le cause si possono trovare nella medicina tradizionale.

Da qui deriva la necessità di cui parlavamo prima, di affrontare il problema chiedendo aiuto a diversi professionisti che coopereranno tra loro, incluso lo psicologo o lo psicoterapeuta. Come tutti i disturbi sessuali, infatti, la vulvodinia può essere solo un sintomo di un malessere più esteso e dare luogo, a sua volta, a ulteriori complicanze. La donna che ne è affetta prova disagio nei confronti delle situazioni sessuali arrivando a evitarle del tutto, in certi casi, e ciò può causare a sua volta una tensione emotiva con il partner. Il desiderio di condurre una vita sessuale soddisfacente e normale ma senza riuscirci per paura del dolore è davvero frustrante e rischia di accendere liti e incomprensioni. Da qui può innescarsi una reazione a catena che rovina non solo i momenti di intimità, ma anche la relazione stessa, causando così altre paure legate a una possibile perdita della persona amata.

Ecco perché è importante affrontare i disturbi sessuali, per quanto possa essere difficile parlarne in maniera aperta. A questo proposito Serenis ti offre l’aiuto di professionisti preparati sul tema e in grado di supportarti nei momenti di difficoltà. Prima di tutto, pensa che non sei sola: la vulvodinia, infatti, riguarda circa il 15% delle donne, quindi non c’è nulla di strano o preoccupante, né di cui essere imbarazzata. Gli psicoterapeuti di Serenis ti guideranno in questo primo passo e poi a iniziare un percorso che ti condurrà, finalmente, al benessere che cerchi.

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Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.