Schizofrenia: cos'è, sintomi e cura

La schizofrenia è un grave disturbo psicotico caratterizzato dalla perdita del contatto con la realtà e dalla disgregazione della personalità.

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Schizofrenia

Punti chiave

  • Cos'è la schizofrenia: la schizofrenia è un disturbo mentale grave che altera percezione, pensiero ed emozioni. Può causare deliri, allucinazioni e disorganizzazione del comportamento. Influisce negativamente sulla vita sociale e lavorativa.
  • Cause e sintomi: le cause sono genetiche, neurobiologiche e ambientali. I sintomi si dividono in positivi (deliri, allucinazioni), negativi (apatia, isolamento) e cognitivi (deficit di memoria e attenzione).
  • Trattamento: il trattamento combina farmaci antipsicotici, psicoterapia e supporto sociale. L’obiettivo è controllare i sintomi, migliorare la qualità della vita e prevenire le ricadute.

Cos'è la schizofrenia?

La schizofrenia è un disturbo psicotico che altera il modo in cui una persona percepisce e interpreta la realtà. I sintomi includono psicosi, allucinazioni uditive o visive, deliri, pensiero e linguaggio disorganizzati, riduzione delle emozioni espresse e difficoltà nelle funzioni cognitive come attenzione, memoria e risoluzione dei problemi. Questi sintomi compromettono la vita sociale, lavorativa e relazionale del paziente.

Questo disturbo può manifestarsi anche nei bambini, con sintomi tipici della schizofrenia infantile.

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Quali sono le cause della schizofrenia

La schizofrenia ha origini complesse e multifattoriali. Le cause precise non sono ancora chiare, tra le varie cause indagate troviamo:

  • Alterazioni strutturali del cervello: le persone con schizofrenia presentano modifiche rilevabili all'imaging cerebrale, come un aumento del volume dei ventricoli, assottigliamento della corteccia cerebrale e riduzione dell’ippocampo anteriore. Queste alterazioni compromettono le aree deputate al pensiero logico, alla memoria e all'elaborazione delle emozioni.
  • Squilibri neurochimici: i sistemi della dopamina e del glutammato risultano alterati nei soggetti schizofrenici. Un’eccessiva attività dopaminergica è collegata alla comparsa di sintomi psicotici, mentre il glutammato influisce negativamente sulle funzioni cognitive e sull’equilibrio generale della trasmissione nervosa.
  • Fattori genetici: la schizofrenia ha una componente ereditaria dimostrata. Chi ha un parente di primo grado affetto ha un rischio del 10-12% di svilupparla, rispetto all'1% della popolazione generale. Nei gemelli monozigoti la concordanza arriva fino al 45-50%. I geni influenzano la regolazione del neurosviluppo e della trasmissione sinaptica.
  • Vulnerabilità dello sviluppo cerebrale: eventi precoci come complicazioni in gravidanza, parto prematuro, peso alla nascita inferiore ai 2500 grammi, infezioni virali del sistema nervoso centrale o trauma psichico durante l’infanzia aumentano la probabilità di sviluppare schizofrenia in età adulta.
  • Fattori ambientali scatenanti: eventi stressanti, come la perdita di una persona cara, l'isolamento sociale, l’allontanamento da casa o l’abuso di sostanze (in particolare cannabis), possono attivare o peggiorare la malattia in soggetti predisposti. Questi fattori sembrano influire anche a livello epigenetico, modificando l’espressione dei geni coinvolti.
  • Segnali neurobiologici e cognitivi: nei pazienti schizofrenici e nei loro familiari si osservano spesso anomalie nei movimenti oculari, difficoltà di attenzione e alterazioni percettive. Questi segni possono riflettere una predisposizione ereditaria alla malattia e rafforzano l'ipotesi di una base biologica condivisa tra diversi disturbi psicotici.
Quali sono le cause della schizofrenia

Sintomi della schizofrenia

La schizofrenia presenta un insieme complesso di sintomi che influenzano il pensiero, il comportamento, l’emotività e le funzioni cognitive. I sintomi principali si dividono in tre categorie: 

  1. Sintomi positivi: comprendono deliri e allucinazioni. I deliri sono convinzioni false e irremovibili, anche se contraddette dai fatti. Possono essere persecutori (es. sentirsi spiati), di riferimento (es. credere che frasi nei media si riferiscano a sé), o di furto del pensiero. Le allucinazioni, in particolare quelle uditive, sono percezioni sensoriali senza stimolo reale: il paziente può udire voci che parlano, commentano o insultano.
  2. Sintomi negativi: rappresentano la riduzione delle normali capacità emotive e sociali. Comprendono comportamenti come l'appiattimento affettivo, la povertà nel linguaggio con riposte brevi, l'asocialità, la mancanza di interesse per attività abituali.
  3. Sintomi cognitivi: i sintomi cognitivi coinvolgono principalmente aspetti come l'attenzione, la concentrazione, la memoria, la capacità di problem solving e la comprensione del punto di vista degli altri. 

Nel tempo, i sintomi della schizofrenia possono variare per intensità e tipologia. Possono presentarsi in fasi acute, con sintomi evidenti, oppure in forma più stabile ma persistente, condizionando le capacità lavorative, sociali e personali.

I sottotipi della schizofrenia

Nella schizofrenia vengono identificati vari sottotipi:

  • Paranoide: si hanno deliri o allucinazioni e si è convinti di essere perseguitati. Il mondo è percepito come ostile e i vari sospetti che si hanno possono portare a comportamenti aggressivi e violenti messi in atto come forma di difesa;
  • Disorganizzato: linguaggio e comportamenti sono incoerenti e inadeguati. Disordini ci sono anche in ambito affettivo;
  • Catatonico: mutismo, assunzione di posture anormali, distacco dalla realtà, stati di immobilità o crisi di intensa agitazione.
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Diagnosi della schizofrenia

La diagnosi della schizofrenia si basa su una valutazione clinica approfondita che considera la presenza di sintomi caratteristici, la durata dei sintomi, la storia personale del paziente e il livello di compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e personale.

Secondo il DSM-5, per porre diagnosi di schizofrenia devono essere presenti almeno due sintomi tra deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato e sintomi negativi. Almeno uno dei sintomi deve essere tra i primi tre. 

I sintomi devono essere presenti per almeno sei mesi e comprendere almeno un mese di fase attiva. Inoltre, devono essere evidenti segni di peggioramento nel funzionamento sociale, lavorativo o nella cura personale.

Diagnosi della schizofrenia

Trattamento della schizofrenia

Il trattamento della schizofrenia è di tipo multimodale. Comprende l’uso di farmaci antipsicotici, la psicoterapia, la riabilitazione psicosociale e il supporto familiare. Insegna ai pazienti a gestire i sintomi e riduce il rischio di isolamento e disabilità. L’obiettivo è diminuire i sintomi, migliorare il funzionamento sociale e lavorativo, prevenire ricadute e ridurre l’uso di sostanze.

I farmaci antipsicotici sono la base del trattamento per la schizofrenia. Riducono i sintomi psicotici, prevengono le ricadute e migliorano il funzionamento generale del paziente. Il trattamento inizia appena possibile, preferibilmente dopo il primo episodio psicotico, e viene mantenuto a lungo termine per evitare le recidive.

La psicoterapia è un supporto importante nel trattamento della schizofrenia, ma non può sostituire i farmaci antipsicotici. Viene usata insieme alla terapia farmacologica per aiutare il paziente a comprendere la propria condizione, gestire meglio i sintomi e migliorare il funzionamento quotidiano. Viene usata insieme alla terapia farmacologica per aiutare il paziente a comprendere la propria condizione, gestire meglio i sintomi e migliorare il funzionamento quotidiano.

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Fonti:

  • Tandon, R., Gaebel, W., Barch, D. M., Bustillo, J., Gur, R. E., Heckers, S., Malaspina, D., Owen, M. J., Schultz, S., Tsuang, M., Van Os, J., & Carpenter, W. (2013). Definition and description of schizophrenia in the DSM-5. Schizophrenia research, 150(1), 3–10.
  • Winship, I. R., Dursun, S. M., Baker, G. B., Balista, P. A., Kandratavicius, L., Maia-de-Oliveira, J. P., Hallak, J., & Howland, J. G. (2019). An Overview of Animal Models Related to Schizophrenia. Canadian journal of psychiatry. Revue canadienne de psychiatrie, 64(1), 5–17.
  • Mueser, K. T., & McGurk, S. R. (2004). Schizophrenia. Lancet (London, England), 363(9426), 2063–2072.
Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2025
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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