Disturbo da attacchi di panico (DAP)

Scopri cos'è il disturbo di panico, le sue cause, i trattamenti disponibili e come si differenzia dagli attacchi di panico.

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Disturbo di panico

Punti chiave

  • Cos’è il disturbo da attacchi di panico: È un disturbo d'ansia caratterizzato da episodi ricorrenti di intensa paura o disagio, che si manifestano improvvisamente con sintomi fisici (es. tachicardia, difficoltà respiratorie) e cognitivi (es. paura di perdere il controllo o morire).
  • Cause e fattori di rischio: Il disturbo può essere influenzato da fattori genetici, eventi traumatici, squilibri nei neurotrasmettitori e tendenze psicologiche come l'ipervigilanza. Di solito, è il risultato dell'interazione di più elementi.
  • Trattamento: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è il trattamento psicologico più efficace, mentre farmaci come SSRI e SNRI vengono utilizzati nei casi più gravi. I beta-bloccanti possono aiutare a gestire i sintomi fisici. 

Disturbo da attacchi di panico (DAP), cosa è?

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), il disturbo di panico si è una condizione clinica precisa, caratterizzata da attacchi di panico inaspettati e ricorrenti.

Cos'è un attacco di panico?

Un attacco di panico è un'ondata improvvisa di paura intensa o disagio che raggiunge il picco in pochi minuti e può essere terrificante per l'individuo. Per essere diagnosticato come tale, devono manifestarsi almeno 4 di 13 sintomi specifici, tra cui:

  • Sintomi fisici: palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea o brividi
  • Sintomi cognitivi: paura di perdere il controllo, di "impazzire" o paura imminente di morire.
  • Alterazioni percettive: sensazione di distacco da se stessi (depersonalizzazione) o che la realtà sia irreale (derealizzazione).

Quando e perché diventa un "disturbo"?

Ci sono casi in cui le persone sperimentano un attacco di panico isolato nella vita e in questo caso non viene considerato come un disturbo. 

La diagnosi di Disturbo di Panico viene posta quando, dopo almeno un attacco, la persona vive per un mese o più con:

  • Preoccupazione persistente per l'insorgenza di nuovi attacchi di panico o per le loro conseguenze (come ad esempio avere un infarto).
  • Comportamenti di evitamento, ovvero modifiche al comportamento che servono ad evitare gli attacchi di panico (come non frequentare luoghi affollati o rinunciare all'attività fisica).

Come si manifesta il disturbo di panico 

Il disturbo di panico si distingue per tre caratteristiche principali:

  1. Gli attacchi di panico sono ricorrenti: si sperimentano episodi improvvisi e ripetuti di intensa paura o disagio, con sintomi fisici come palpitazioni, difficoltà respiratorie, tremori, e sintomi cognitivi come paura di perdere il controllo o morire;
  2. Si sperimenta ansia anticipatoria: insorge la preoccupazione costante di avere un nuovo attacco, che genera uno stato di ansia persistente anche in assenza di minacce reali;
  3. Si assumono comportamenti di evitamento: si ha la tendenza a evitare situazioni o luoghi percepiti come rischiosi, riducendo la libertà personale e compromettendo la qualità della vita.
Come si manifesta il disturbo di panico

Disturbo da attacchi di panico: cause

Il disturbo da attacchi di panico può essere causato da una combinazione di fattori:

  • Fattori biologici e genetici: uno studio ha analizzato il più grande campione genetico sul disturbo di panico finora disponibile e ha mostrato che molte piccole varianti genetiche, prese insieme, spiegano circa il 30% della predisposizione ereditaria al disturbo di panico.
  • Eventi stressanti o traumatici: lutti, separazioni o difficoltà finanziarie possono agire come trigger;
  • Squilibri a livello chimicouna ricerca sul ruolo di serotonina e dopamina nei disturbi d’ansia, ha evidenziato che in questi ultimi (compreso il disturbo di panico) c’è “evidenza abbondante” di anomalie nei sistemi noradrenergico e serotoninergico.
  • Fattori psicologiciuna ricerca sulla teoria cognitiva del disturbo di panico ipotizza che gli individui affetti da disturbo di panico abbiano una tendenza relativamente duratura a interpretare in modo catastrofico le sensazioni corporee, provocando attacchi di panico.

Trattamento per il disturbo di panico

Il trattamento del disturbo di panico può combinare terapia psicologica e, se necessario, la somministrazione di farmaci. 

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata una delle opzioni più efficaci: questo approccio aiuta a identificare e modificare i pensieri disfunzionali legati all’ansia attraverso un’esposizione graduale alle situazioni temute e tecniche di rilassamento per gestire i sintomi.

Trattamento farmacologico per il disturbo di panico

Quando un disturbo di panico incide in modo importante sulla qualità della vita, possono essere utilizzati farmaci come:

  • Antidepressivi SSRI: tra cui fluoxetina e sertralina,
  • SNRI: come ad esempio la venlafaxina.
  • I beta-bloccanti come il propranololo, possono essere utili per alleviare i sintomi fisici associati al panico, come la tachicardia.

Una combinazione personalizzata di questi trattamenti, prescritti esclusivamente da medici e psichiatri, può migliorare significativamente la qualità della vita.

Fonti:

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Milano n° 51304, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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